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Autore: DeAnna     20/01/2012    3 recensioni
Questa FF è una traduzione. L'autore (francese) mi ha permesso di tradurla e postarla perchè a me è piaciuta molto; è una classica "Sick Neal" . Neal è bloccato in casa per una tempesta di neve, malato, e Peter (ed un po' anche Elizabeth) si prendono cura di lui. (No slash, solo un legame familiare/fraterno/amichevole...)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3



Peter prese alcune cartelle dalla cucina e si sedette su una poltrona, di fronte al divano.

Si rese immediatamente conto che avrebbe avuto parecchia difficoltà a  concentrarsi, perché non riusciva a staccare gli occhi da Neal che dormiva, perfettamente immobile, sotto le coperte,. Si chiese se fosse il caso di chiamare un medico se la febbre non fosse scesa…..anche se in quel momento, con tutta la neve che era caduta, nessuno avrebbe comunque risposto alla sua chiamata.

 

Per quanto potesse essere preoccupato riusciva comunque a cogliere il lato assurdamente comico della situazione: mai avrebbe pensato  che il ragazzo che aveva inseguito con tanta costanza e attenzione un giorno avrebbe dormito sul suo divano! Il grande Neal Caffrey ! Era solo un ragazzo dolorante e febbriccitante!



Peter trascorse alcune ore con un’occhio ai documenti e l’altro a Neal; fino a quando non capitolò e chiuse i fascicoli. Si versò una tazza di caffè, sistemandosi  comodamente sulla poltrona e lasciò che i suoi pensieri vagassero, ripensando a quanto tempo ed energia avesse impiegato  per cercare di catturare il formidabile falsario dall’incredibile talento che gli era sfuggito parecchie volta. Senza rendersene conto, si lasciatò cullare dal respiro lento e regolare di Neal ed iniziò a sonnecchiare fino a quando fu improvvisamente svegliato da un movimento proveniente dal divano. Si voltò e  vide che Neal era ancora disteso, ma i suoi occhi erano spalancati e fissi su di lui.



“Sei rimasto a  guardarmi dormire per molto tempo?”

“Come ti senti?”

“Beh, io ...”

Peter si alzò e posò una mano sulla fronte di Neal che rabbrividì.

“Cosa stai facendo?”

“Posso controllare una cosa.......permetti?”

Volente o nolente Neal lasciò che Peter gli mettesse la mano sulla fronte, anche se la situazione era un po’ strana.  Che Peter si prendesse cura di lui in quel modo era una cosa che non avrebbe immaginato mai e poi mai!


“Sembra che la febbre sia scesa…”

“Sei anche un infermiere, adesso?”

“Ah, ah, ah. Molto divertente. Tu resta qui. Vado a prendere un termometro”

“Peter no! Dove vai?”

“Neal! Per  amor del  Cielo!  Stai male! Voglio solo sapere quanto!”



Andò di sopra ed in pochi minuti trovò  il termometro. 

Quando scese, trovò Neal seduto, sporto in avanti, testa fra le mani.

Peter capì che sentiva  freddo, anche con la coperta sulle spalle. Gli posò la mano sulla spalla, per catturare la sua attenzione e gli porse il termometro. Neal lo mise sotto la lingua. L'effetto dell’aspirina era scomparso e il suo mal di testa era riemerso con violenza tale che non si accorse nemmeno dell'assenza di Peter  fino a quando un bicchiere d'acqua e una nuova compressa si  materializzano davanti a lui.

Peter prese il termometro non appena sentì il beep.


“39.2. Puoi controllare se non mi credi…”

“Grazie mille per questo voto di fiducia”

Neal prese la compressa  e non smise di bere finchè il bicchiere non fu completamente vuoto, quindi rimase a fissarlo per qualche minuto.

Peter, che aveva assistito alla scena, ricordò che, fra  le poche e vaghe nozioni che aveva imparato sulla febbre, c’era la necessità di mantenere il malato idratato. Senza bisogno di riflettere, prese il bicchiere dalle mani di Neal e andò a riempirlo cucina. Quando tornò, Neal non si era mosso. Mandò giù anche il secondo bicchiere che gli porse.

“Ti senti meglio?”

Neal annuì.

“Grazie”

Peter si sedette accanto a lui sul divano. Poteva quasi sentire fisicamente l'emozione che provava. Neal era certamente esausto. Le occhiaie scure facevano sembrare, per contrasto, ancora più luminosi i suoi occhi.

Occhi che stava faticando per tenere aperti.


“Perché non mi hai chiamato stamattina per dire che non stavi bene?”

“Era solo un po’ di mal di testa. Niente di che…”

 
“Ovviamente si tratta di più di un mal di testa…”

“Ok, la prossima volta che starnutisco, prometto di chiamare.”

“Neal, dico sul serio. Pensa se tu fossi stato assegnato ad un caso sotto copertura in questo stato. Avresti potuto commettere un errore o, peggio ancora, mettete in pericolo te stesso!”

I due si scambiarono un lungo sguardo in silenzio. Neal annuì semplicemente. Soddisfatto, Peter gli mise la mano sulla spalla in un gesto di conforto.

“Riposati. Io, intanto, vado a preparare qualcosa da mangiare. Sono quasi le otto…”

“Io non ho fame…”

“Immagino, ma temo proprio che abbia bisogno di mangiare!”

 Peter fece per alzarsi, ma Neal lo fermò afferrandogli il braccio.

“Peter!”

Si voltò. Neal lo guardò dritto negli occhi.

“Grazie. Grazie di tutto”

 

Ed in quel momento nei due zaffiri luccicanti di febbre Peter potè vedere la stessa gratitudine e sincerità che aveva visto solo una volta prima di allora: sulla pista del piccolo aeroporto il giorno in cui Kate era morta.







N.D.A:

Ciao a tutti/e!!!

Non vi ho fatto aspettare troppo x il 3° cap, vero?

Come sempre ringrazio, davvero, tutte le persone che leggono (wow, non mi aspettavo fossimo in tanti appassionati di WC) e chi, gentilmente, ha recensito anche il precedente capitolo ( ChiaraLuna21 e IceGirl46) .

A  presto!
  
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