E non sono neanche sicura che questa sia l’ultima, cosa che è non poco disturbante. Soprattutto per voi, immagino. XD
Intanto, grazie infinite a tutte le anime pie che hanno commentato lo scorso capitolo! Potrò essere un disastro nel rispondere alle recensioni, potrò essere una ritardataria cronica nel fare tutto, potrò essere una procrastinatrice incallita e una perditempo a vita, ma una cosa è certa: le vostre opinioni non me le perdo mai. <3
Circa i salvataggi gli abbracci le chiazze di fango inopportune.
“George!”
Il Re spalancò le porte, entrando con la stessa euforia di chi ha appena conquistato l’intera Britannia e sente tutto il diritto di vantarsene con il primo che capita.
“George!” Chiamò, con un sorriso tanto largo da potergli contare i denti uno ad uno.
Il servitore riemerse da oltre il suo letto, con una spazzola per pavimenti in mano e la solita aria impassibile spennellata ad arte in faccia.
“Sire?” Constatò.
“Quando avrai finito qui, George, potrai tornare alle tue vecchie mansioni,” gli annunciò Sua Maestà, trionfante. Allargò le braccia, come un prestigiatore che accoglie gli applausi, canini e incisivi più splendenti che mai nella sua bocca ridente. “Ho ritrovato il mio servitore!”
“Uhm,” concesse George. Per scarsa che fosse la sua immaginazione, riuscì a figurarsi in maniera spettacolare il suo Re una decina di secoli dopo che faceva l’occhiolino, con un pollice puntato sul petto e la faccia da Tutti lo credevano spacciato, ma io no!
“Sì, sire. Congratulazioni, sire.”
Arthur ghignò, straripante approvazione – per se stesso, probabilmente – e girò sui tacchi, pronto a fare un’uscita scenica in linea con l’ingresso di poco prima.
“Sire...?”
Il Re si voltò, una perfetta mezzaluna scintillante al posto della bocca.
“Sì?”
George esitò, lanciando un’occhiata fremente al proprio spazzolone.
“Se posso permettermi, uhm, perché siete coperto di fango, sire?”
“Uhm. Ah.”
Doh, ci sarebbe voluta un’eternità, per ripulire quell’armatura incrostata all’ennesima potenza.
“Vedi, è successo che accidentalmente sono inciampato e—un momento, io non ti devo spiegazioni, giusto...?”
“No, sire.”
Oh, e quei pantaloni...
“Bene, allora io vado.”
E quel mantello...!
“... Sire?”
“Cosa c’è ancora, George?”
Arthur gli lanciò un’occhiata d’ammonimento. George si schiarì la gola, incerto.
“Forse dovreste sciacquarvi il viso, prima di andare, sire.”
“Oh.”
“Anche il collo.”
“Grazie, George.”
“Magari anche i capell—”
“Ho capito, George!”