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Autore: Jenny_Malfoy    03/09/2006    3 recensioni
Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove minacce.
Gibbs/Tony, PG-13. Che altro dire, finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa sul mio OTP!^^
Genere: Romantico, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Caitlin Todd, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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-- CHAPTER 2

Title: “Stalked”

Author: JM

Rating: PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!

Genre: azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)

Pairing: Gibbs/Tony

Warnings: violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.

Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove minacce.

 

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-- CHAPTER 2: Questions and...Mexico --

 

-Va’ a casa a riposarti.- chiese Gibbs avvicinandosi a Tony.

-Ho solamente un graffio sul braccio, capo, sto benissimo.- obiettò il ragazzo.

Una squadra della scientifica stava raccogliendo i frammenti della bomba dall’ufficio e Tony era appoggiato alla scrivania di Gibbs, osservandoli lavorare.

-Va’ a casa.- insistette il capo.

-Gibbs, sto bene!- esclamò DiNozzo determinato. -Raggiungiamo Kate, voglio continuare a lavorare sul caso.- aggiunse sicuro.

Jethro lo osservò per un attimo e poi annuì, incamminandosi.

-Fate avere i reperti immediatamente ad Abby Sciuto, in laboratorio.- ordinò alla scientifica, uscendo seguito da DiNozzo.

Per tutto il tragitto il capo non parlò e il giovane non osò domandare nulla né aprir bocca.

-Ehi Tony, ho saputo cosa è successo, stai bene?- chiese Abby preoccupata quando lui e Gibbs entrarono.

-Ehi, solo perché il pacco era indirizzato a me non vuol dire che debba essere in punto di morte per forza…a volte ho fortuna anch’io!- esclamò con un sorrisetto il ragazzo.

-Hanno cercato di ucciderti.- constatò McGee perplesso. -Non la chiamerei semplice fortuna.- aggiunse con un piccolo sorriso.

-Abby, hai i risultati sui reperti?- domandò Gibbs ignorando la discussione.

-Certo capo.- rispose lei ricevendo una strana occhiata incuriosita dall’uomo. -Questo tipo di piscine sono molto costose per parecchi motivi, hanno il sistema di riscaldamento dell’acqua automatizzato, un compartimento per il cloro liquido a rilascio graduale e due filtri di espulsione per le foglie e altri corpi estranei di piccole dimensioni. Ma questa piscina era stata manomessa, il filtro era attivo, ma era l’unica cosa a funzionare come si deve.- aggiunse la ragazza digitando qualcosa sul pc e spostando poi lo sguardo sullo schermo.

-Spiegati meglio.- disse Jethro guardando nella stessa direzione e facendo un paio di passi in avanti.

-Il sistema di riscaldamento dell’acqua automatizzato era fuori uso, i fili erano scollegati. E il compartimento del cloro non era stato riempito di cloro.- spiegò Abby. -Era pieno di acido cloridrico.- concluse porgendogli dei fogli.

-Quindi è stato il manutentore a mettercelo.- commentò Kate.

-Non necessariamente.- obiettò Tony. -Non è complicato aprire il pannello di quella piscina, e chiunque avrebbe potuto scollegare i fili, e se non sbaglio l’acido muriatico è acido cloridrico, e si compra normalmente al supermercato. Il manutentore è solo uno dei sospetti.- continuò voltandosi verso la brunetta. -Abby, perché la piscina non si è corrosa a causa dell’acido?- domandò poi curioso.

-Per lo stesso motivo per cui il vostro manutentore non può essere il colpevole. A meno che non sia tornato dopo la manutenzione per manomettere la piscina.- replicò lei facendo comparire sullo schermo le foto fatte da Kate alla piscina vuota. -La piscina è ricoperta di una resina di vetro che protegge le mattonelle di rivestimento dall’azione corrosiva a lungo termine del cloro. Non è resistente come il vetro che usiamo in laboratorio per le analisi degli acidi, ma ha fatto il suo lavoro.- spiegò avvicinandosi allo schermo. -La concentrazione è del 24%, quindi l’acido non può essere stato in circolo nella piscina da più di ventiquattro ore, altrimenti la resina sarebbe stata del tutto consumata. Secondo il mio modestissimo parere, a giudicare dai danni provocati l’acido è stato messo in circolo la notte prima del grande tuffo.- continuò lei indicando nella foto una parte della piscina corrosa. -Quello che so per certo è che Tony si sbaglia, questo non è acido muriatico.- proseguì voltandosi verso di loro. -Se fossero la stessa cosa non avrebbero nomi diversi. L’acido muriatico è acido cloridrico al 10 %, ma contiene ioni di ferro ed è di colorazione gialla, se ne sarebbero accorti prima di tuffarsi. Questo è relativamente puro, niente ioni e concentrazione più alta, è incolore. Proviene quasi certamente da un magazzino industriale.- concluse incrociando la braccia.

-Che tipo di magazzino industriale?- domandò Kate seria.

-Stabilimenti per la produzione di carta, vetro, saponi, nonché tutte le industrie chimiche del paese. E’ una sostanza piuttosto comune.- rispose Abby.

-Kate, McGee, andate a parlare con il manutentore, vedete se quando lui ha lasciato quella casa era tutto in ordine, e scoprite dov’era ieri notte.- ordinò Gibbs deciso.

-Sappiamo dov’è, capo.- rispose la donna. -E’ partito tre giorni fa per GuadalajaraGuadalajaraGuadalajara Guadalajara Guadalajara Guadalajara, Messico.-

-E’ andato in Messico?- chiese esterrefatto Jethro. -E cosa aspettavate a dirmelo?- aggiunse irritato.

-Il momento giusto.- si giustificò la Todd. -E’ laggiù a trovare la famiglia, dovrebbe tornare mercoledì.-

-Vai a parlarci, immediatamente. Non abbiamo fino a mercoledì per aspettare i comodi di un manutentore messicano.- ordinò seccato il capo.

-Andiamo in Messico?- chiese contento Tony.

-Posso andarci da sola.- precisò lei sicura.

-Portati Tony.- disse rivolto a Kate, che ricevette un sorrisetto sarcastico dal ragazzo.

-McGee, tu vieni con me in ospedale da Lucille Donovan.- commentò Gibbs avviandosi verso l’uscita. -Ben fatto, Abby. Tienimi aggiornato.- proseguì rivolto alla Sciuto prima di uscire dalla porta. -Su entrambi i casi.- aggiunse dal corridoio.

-Entrambi i casi?- chiese McGee perplesso.

-Credo che abbia preso a cuore chi ha tentato di ucciderti, Tony.- osservò Kate.

-Non so se esserne lusingato o terrificato.- mormorò DiNozzo uscendo nella stessa direzione del capo.

Gli altri tre sorrisero divertiti a quella frase.

 

 

Kate e Tony scesero dall’aereo e vennero investiti dall’ondata di calore che gravava sulla città messicana. Quello era il periodo peggiore per una passeggiata sotto il sole, e loro non avevano un trasporto. Il direttore era stato già abbastanza seccato che avessero dovuto volare fino in Messico solo per interrogare un testimone, se così poteva essere definito.

-Non credi che Gibbs abbia un po’ esagerato nel mandarci qui?- domandò Tony perplesso.

-Non ne eri felice?- ribatté Kate con un sorrisetto.

-Certo che ne sono felice, solo che avremmo potuto chiamare la polizia locale e chiedere loro di parlare con Velaquez.- rispose con un’alzata di spalle. -Farci venire fino qui solo per chiedere a questo tizio se sa fare il suo lavoro mi sembra eccessivo.- aggiunse inarcando un sopraciglio e sistemandosi meglio gli occhiali da sole.

-La prudenza non è mai troppa.- commentò semplicemente Kate, con un sorrisetto. -E comunque ho la mia teoria sul perché abbia mandato anche te e non solo la sottoscritta.- precisò guardando il collega mentre il sorriso si allargava.

-E cioè?- chiese curioso Tony.

-Beh sai, non sono io quella a cui qualcuno ha cercato di incenerire la faccia con un affettuoso pacchetto regalo.- replicò Kate.

-Credi che Gibbs abbia voluto proteggermi mandandomi in Messico?- domandò DiNozzo a metà tra il divertito e l’esterrefatto.

-Potrebbe essere. Non ti metterebbe mai sotto protezione ufficialmente. Per più di un motivo; però in questo modo sei relativamente al sicuro, almeno per un po’.- spiegò la ragazza. Vide lo sguardo perplesso di Tony e aggiunse ghignando: -Ehi, questa è solo la mia teoria! Magari in realtà è lui che sta cercando di ucciderti.-

-Questa opzione è già più plausibile!- esclamò Tony ridendo.

Giunsero all’abitazione del loro uomo nell’estrema periferia dopo diversi minuti di cammino. Una famiglia composta da una ventina di persone, era radunata nel giardino. Una piccola folla di gente allegra e unita, com’era tradizione che fosse la famiglia messicana. I due si avvicinarono all’uomo che corrispondeva alla descrizione che avevano ricevuto.

-Jorge Velaquez?- domandò Kate gentilmente.

-Sì, señorita, sono io.- rispose l’uomo con un sorriso. La famiglia non fece caso all’interruzione e proseguì nel suo dialogo collettivo fatto di grida convinte e risate.

-Siamo dell’NCIS, veniamo da Washington. Potremmo parlarle per alcuni minuti? E’ una questione di massima urgenza.- chiese Tony indicando uno spiazzo poco più in là.

-Seguro, ma facciamo in fretta por favor, es el compleanno del mi niño.- rispose Jorge seguendoli poco distante dal giardino. La musica tipica messicana arrivava fin lì dalle radio che la trasmettevano a tutto volume, e le risate della famiglia Velaquez sembravano farne parte.

-Lei ha fatto la manutenzione ai Donovan la settimana scorsa, giusto?- chiese Kate.

-Sì, mi hanno chiamato por un guasto con el sistema de calefacción.- rispose tranquillo Velaquez. Alle facce perplesse dei due sorrise apertamente. -El sistema de riscaldamento del agua.- spiegò capendo che i due non erano esattamente a loro agio con la sua lingua.

-Ha sistemato il guasto?- domandò Kate scrivendo sul block notes.

-Seguro. Cuando soy andato via todo era perfecto, come nuevo.- rispose Jorge con un’alzata di spalle. Un bambino di cinque anni gli corse incontro.

-Papà! Papà! Mira qué tía Dolores me ha dado!- esclamò contento mostrando al padre un giornaletto di fumetti in spagnolo. - ¿Puedes leerlo a mí?- domandò contento.

-Seguro José, pero ahora el tu padre está hablando con esta gente. Vas con tu madre!- rispose l’uomo al figlio, sorridendo imbarazzato ai due quando il ragazzino corse dalla madre.

-Scusate. Qué stavamo diciendo?-

-Stavamo per chiederle se ha notato qualcosa di strano mentre era a casa dei Donovan, qualcuno che curiosava sul suo lavoro, qualcuno che si aggirava con fare sospetto.- chiese Tony lanciando un’occhiata al piccolo José.

-Sì, me recuerdo che la vecina, la señora Susan, era mucho interesada en mi lavoro.- rispose Jorge dopo averci pensato su.

-Ha solamente riparato il sistema di riscaldamento dell’acqua?- domandò Kate.

-No, ho recargado el cloro porque era finito.- replicò Velaquez.

-Il guasto al sistema di riscaldamento, di che tipo era?- chiese Tony scambiando un’occhiata consapevole con la Todd.

-Era mucho strano. Como si qualcuno avesse tagliato los hilos…i fili.- rispose Jorge senza ormai il suo sorriso gioviale. -¿E’ sucedido qualcosa al señor y a la señora? ¿Como estas la señorita Patricia?- domandò improvvisamente preoccupato.

-Il signor Donovan è stato ucciso questa mattina purtroppo, la signora Donovan è in ospedale ma si rimetterà. Patricia sta bene.- rispose Kate apprensiva.

-¡Madre del Dios!- mormorò incredulo. -¿Chi puede aver fatto una cosa como esa a loro? Son buena gente, siempre gentili!- aggiunse scuotendo la testa.

-Li conosce da molto tempo?-

-Yo soy anche su jardinero…il loro giardiniere. Trabajo en su casa en los fines de semana…nei fine settimana. - l’uomo continuava a parlare spagnolo e correggersi, era piuttosto sconvolto dalla notizia. -No puedo credere que el señor Donovan es muerto!- mormorò tristemente.

-Siamo spiacenti di averle dato questa brutta notizia, e la ringraziamo per averci dedicato il suo tempo.- gli rispose Kate, mettendogli una mano sulla spalla.

-Por favor, dite a la señora que soy muy addolorato!- si raccomandò l’uomo congedandosi e tornando verso la propria famiglia festante.

La Todd e DiNozzo si avviarono verso il centro della città.

-Non è stato del tutto inutile essere venuti fino qui, infondo.- commentò Tony.

-Di certo quell’uomo non è coinvolto, era quasi più sconvolto della vicina.- osservò Kate. -E visto cosa abbiamo scoperto non c’è da meravigliarsi.- aggiunse scuotendo il capo.

-Che ne dici di bere qualcosa di fresco e poi trovarci un passaggio per l’aeroporto? Non voglio camminare di nuovo sotto questo sole!- propose il ragazzo.

-Ottima idea, intanto avvisa Gibbs e informalo di cosa abbiamo scoperto.- replicò sicura Kate, con un sorriso rivolto al collega.

 

 

-Signora Donovan, io sono l’agente speciale Jethro Gibbs e lui è l’agente speciale Timothy McGee, siamo dell’NCIS. Come si sente?- domandò Gibbs cauto quando lui e McGee arrivarono di fronte al letto della donna.

-Mi hanno detto che Grant è morto, è la verità?- ribatté lei con voce tremante. Era seduta nel letto di ospedale, con le braccia fasciate.

-Temo di sì, signora.- rispose McGee piano.

-Dovremmo farle qualche domanda, se la sente?- chiese Jethro un paio di secondi dopo.

Lei annuì semplicemente, chiudendo gli occhi.

-Lei, suo marito e sua figlia siete tornati ieri sera da San Diego?- domandò serio l’uomo.

-Sì, eravamo andati a trovare i miei genitori e avevamo deciso di andarci in macchina.- rispose Lucille piano.

-Come mai?- chiese perplesso Tim.

-Patricia aveva visto uno di quei film on the road e voleva che anche noi tre facessimo un lungo viaggio in macchina come quello.- spiegò con un sorriso triste. -Grant ne era entusiasta, amava guidare; e soprattutto amava Patricia, non le avrebbe mai detto di no.- aggiunse mentre una lacrima gli sfuggiva da gli occhi chiusi.

-Di Susan Torn cosa può dirci?- domandò Gibbs calmo.

-Susan? E’ la mia migliore amica, lo è sempre stata fin dai tempi del liceo. E’ stata lei a trovarci quella casa sei anni fa quando cercavamo un posto tranquillo dove trasferirci una volta nata la bambina.- rispose aprendo gli occhi. -Ma perché me lo chiedete, le è successo qualcosa? Sta bene?- chiese preoccupata.

-Stia tranquilla, Susan sta bene, si sta occupando di Patricia.- la rassicurò McGee.

-Come mai non ci ha domandato di Patricia?- domandò Jethro osservandola attentamente.

La donna fece un cenno col capo ed indicò il telefono. -L’assistente sociale mi ha fatto parlare con lei appena mi sono svegliata.- spiegò calma.

-E non le avevano detto che l’avrebbero affidata a Susan?- chiese Tim.

-No, mi ha detto che dovevano prendere delle decisioni ma che non poteva dirmi nulla, per la privacy o una cosa simile.- rispose lei con un piccolo sospiro.

-I rapporti tra suo marito e Susan com’erano?- domandò Gibbs.

-Sono sempre andati abbastanza d’accordo.- replicò con una piccola alzata di spalle.

-Abbastanza?- chiese McGee.

-Susan è vegetariana e animalista convinta, Grant ha…aveva la passione per la caccia. Potevano discuterne anche per un pomeriggio intero, ma questa era l’unica cosa su cui li abbia mai visti litigare.- rispose Lucille socchiudendo di nuovo gli occhi. -Ma come mai queste domande? Non starete sospettando di Susan!?- chiese scioccata.

-Stiamo solamente facendo il nostro lavoro. Non dobbiamo tralasciare nulla.- rispose cortesemente Tim.

-Ieri sera a che ora siete arrivati?- domandò Jethro.

-Mezzanotte circa. Grant aveva guidato tutto il giorno e quindi è andato immediatamente a dormire, io ho disfatto immediatamente i bagagli e poi l’ho raggiunto a letto. Patricia si era addormentata in auto, Grant l’ha messa a letto appena arrivati.- replicò pensierosa. -Avete idea di cosa sia successo? Di chi sia stato?- chiese preoccupata.

-Ci stiamo lavorando.- rispose Gibbs calmo, osservandola attentamente. -A che ora esattamente è andata a dormire?- aggiunse curioso.

-Credo fossero le due, o le due e mezza.- ribatté Lucille.

-Ha sentito dei rumori in giardino, o notato qualcosa di strano?- domandò l’uomo.

-No, nulla di insolito.- negò lei con un piccolo sospiro.

-Un’ultima domanda, questa mattina, quanto tempo è rimasto in acqua il corpo di suo marito?- chiese Jethro cauto.

-Cinque minuti, forse anche meno.- rispose la donna dopo averci pensato un paio di secondi.

-E le sue braccia?- domandò McGee

-Nemmeno dieci secondi, il tempo di tirare fuori il corpo dall’acqua. Susan le ha sciacquate con la canna dell’acqua dopo aver chiamato il 911 e i paramedici li hanno subito medicati. Le ustioni sono minime, con dei piccoli ritocchi non si vedranno nemmeno più le cicatrici.- spiegò lei con un piccolo sorriso triste.

-Siamo felici che la sua situazione sia meno grave di quanto sembrasse.- commentò con un piccolo sorriso Tim.

-Per ora è tutto, signora Donovan. Nel caso le venga in mente qualcosa ci faccia chiamare.- disse Gibbs avviandosi verso la porta.

McGee lo raggiunse poco prima che salisse in ascensore e sospirò.

-Non perdere obbiettività solo perché provi pena per quella poveretta, è una possibile sospettata.- lo rimproverò Gibbs.

-Ha immerso le braccia nella piscina, non lo avrebbe fatto se avesse saputo che c’era dell’acido.- obiettò Tim.

-Ha visto come era ridotto il corpo del marito, sapeva che c’era dell’acido e ha immerso comunque le braccia.- spiegò Jethro. -Se non lo avesse saputo si sarebbe tuffata per recuperarlo, non lo avrebbe riportato verso il bordo e poi tirato fuori.- continuò calmo. -Sapeva che non avrebbe subito danni se non qualche lieve cicatrice facilmente eliminabile. Questo tipo di chirurgia non costa un granché e  scommetto che il marito aveva un’assicurazione sulla vita.- concluse deciso.

-Ma è stata la vicina ad attirarlo vicino con il rastrello, non lei.- precisò McGee.

-E’ per questo che sono entrambe sulla lista dei sospetti. Hanno mentito entrambe riguardo al tempo in cui è stato in acqua il corpo, e sicuramente non solo su quello.- commentò Jethro. In quel momento il suo cellulare squillò.

-Gibbs.- rispose senza guardare il numero.

Ascoltò attentamente e annuì silenziosamente.

-Perfetto, sbrigatevi a tornare. Ci vediamo in ufficio tra un paio d’ore.- replicò alla voce che McGee riconobbe come quella di Tony. Chiuse lo sportello e si voltò verso il collega.

-Stanno tornando, hanno scoperto che la vicina era piuttosto interessata nel lavoro del manutentore.- spiegò riponendo il cellulare. -Andiamo a farci due chiacchiere.- commentò uscendo dall’ascensore e osservando il cielo prossimo al tramonto.

 

 

-Di nuovo qui Gibbs?- chiese Susan con un piccolo sorriso mentre si accomodavano in salotto. -La ringrazio per l’agente, tenere sotto protezione Patricia è gentile da parte vostra.- aggiunse riconoscente.

-Dovere signora. Finché non avremo il colpevole, la famiglia Donovan è in pericolo, non sappiamo chi fosse il bersaglio.- rispose Gibbs con un piccolo sorriso. Quella donna non gli piaceva, sapeva che i suoi modi, le sue parole erano falsi, ma non aveva alcuna prova tangibile di ciò.

-Mi dica, che altro ha bisogno?- chiese lei gentilmente.

-Lei ci ha detto che una settimana fa il manutentore è venuto a controllare la piscina dei Donovan per un problema con il filtro, non è così?- domandò calmo l’agente.

-Sì, credo di sì. Non so se fosse il filtro o cos’altro, non me ne intendo molto.- replicò lei perplessa.

-Ricorda chi è venuto a fare manutenzione?- chiese Gibbs.

-Sì, Jorge Velaquez. E’ anche il giardiniere di Lucille e Grant. Pensate che possa essere stato lui?- domandò scioccata.

-Stiamo cercando di fare chiarezza signora, per ora non possiamo dirle nulla.- rispose McGee spiacente.

-Abbiamo parlato con lui, dice che era piuttosto interessata nel suo lavoro sul sistema di riscaldamento e sulla riserva del cloro.- informò Gibbs osservando a reazione della donna.

Lei fece una piccola alzata di spalle. -E’ vero, l’ho osservato lavorare. Mio marito era un meccanico, mi è sempre piaciuto osservarlo lavorare, anche se non ci capivo nulla. Perché mi fate questa domanda?- ribatté perplessa.

-La piscina dei Donovan era manomessa. Il sistema di riscaldamento dell’acqua era disattivato e il contenitore del cloro era stato riempito di acido. E’ una strana coincidenza, non le pare?- domandò Gibbs osservandola.

-Cosa!? Pensate che sia stata io?- chiese esterrefatta. -Non farei mai nulla del genere, conosco Lucille da una vita! Io e Grant eravamo amici!- insorse indignata.

-Spiacente signora, le circostanze sono sospette, non possiamo escluderla dalle indagini.- ripose calmo Gibbs.

-E quando lo avrei fatto?- domandò lei con sfida.

-Questa notte.- rispose Tim cauto.

-Allora potete anche escludermi.- replicò lei decisa. -Sono stata a Quantico per tre giorni per il matrimonio di mia sorella, sono tornata questa mattina alle sette e trenta.- aggiunse lievemente seccata. -Controllate se non mi credete, ho viaggiato in autobus.- concluse guardando male Gibbs.

-Lo faremo.- confermò impassibile Jethro. -Per ora abbiamo finito, resti a nostra disposizione.- aggiunse avviandosi verso la porta seguito da McGee.

 

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Hcn: i tuoi commenti non mi stanno stufando affatto!! ^____^ Anzi, approfitto per ringraziarti qui per quelli che hai scritto anche per le altre fanfiction, li apprezzo davvero!! ^___^ E poi sono felicissima di scoprire che non sono la sola Gibbs/Tony su questo sito!!^^  Riguardo a DiNozzo...beh, sì, non è per niente male!! Però te lo cedo volentieri, io sono persa per Gibbs! Lo adoro alla follia! XDDDD

Ti ringrazio per i complimenti e spero che la storia ti piaccia!^^

 

  
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