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Autore: Jenny_Malfoy    01/09/2006    3 recensioni
Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove minacce.
Gibbs/Tony, PG-13. Che altro dire, finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa sul mio OTP!^^
Genere: Romantico, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Caitlin Todd, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Title: “Stalked”

Author: JM

Rating: PG-13 per slash e...guardate gli avvertimenti!

Genre: azione (molta), caso (ebbene sì, lavorano anche! Ma soprattutto nei primi capitoli), romance (ovviamente), slash (nemmeno a dirlo)

Pairing: Gibbs/Tony

Warnings: violenza (gente uccisa o quasi, cose così... ) e ovviamente slash.

Summary: Un nuovo caso, un uomo ucciso in un modo alquanto singolare. Mentre le indagini procedono qualcosa turba la tranquillità della squadra, facendo riemergere un passato doloroso e portando con sé nuove minacce.

 

 

-- CHAPTER 1 -  Acid and explosive --

 

La polizia circondava la piccola villetta tenendo lontani i passanti e cercando di impedire ai giornalisti di impicciarsi. Gibbs parcheggiò e velocemente scese dalla macchina, subito seguito dai suoi tre sottoposti. Il detective che era accorso dopo la chiamata al 911 li aspettava all’ingresso della casa.

-Davis, piacere di rivederti.- salutò con un piccolo sorriso Jethro in direzione del detective, stupendo i ragazzi.

-Ciao Gibbs!- esclamò l’altro ricambiando il sorriso. Era un uomo sulla quarantina, capelli neri a spazzola e lineamenti vagamente orientali. -Appena ho saputo che le vittime erano due Marines ti ho chiamato.- aggiunse riprendendo un’espressione seria.

In quel momento un furgone dei vigili del fuoco e uno per il trasporto di rifiuti tossici raggiunsero l’edificio.

-Che ci fanno qui?- chiese sospettoso Jethro.

-Lo vedrai.- rispose solamente il detective. -Grant e Lucille Donovan, marito e moglie. Lei ha lasciato i Marines quando hanno avuto la figlia, sei anni fa, lui era in congedo temporaneo per un intervento.- spiegò avviandosi attraverso la casa, verso la cucina.

-Che tipo di intervento?- domandò Tony.

-Trapianto di fegato, doveva donare una parte del suo al cugino.- rispose Davis. -Il congedo sarebbe stato temporaneo o, in caso di complicanze dopo l’intervento, permanente.- aggiunse calmo.

-Che gli è successo?- chiese curiosa Kate.

Il detective non rispose e uscì dalla porta sul retro, facendo loro cenno di seguirli. Davanti a loro videro una piscina di medie dimensioni e a terra accanto il corpo di Grant Donovan. O quello che ne restava.

-Non vi avvicinate alla piscina.- disse Gibbs ai suoi.

-Perché?- domandò perplesso Tony.

Il capo non rispose e si limitò a scoccargli un’occhiataccia.

-E’ piena di acido.- rispose per lui Davis.

DiNozzo lo guardò incredulo e spaventato, poi fece un passo nella direzione opposta.

Raggiunsero il corpo e lo osservarono. La pelle era interamente scomparsa, e in alcune parti l’acido aveva consumato persino i muscoli. Accanto a lui vi era un rastrello corroso, probabilmente anch’esso dall’acido della piscina.

-Dov’è la moglie?- chiese Kate guardandosi intorno.

-L’hanno portata via in ambulanza, è grave ma potrebbe cavarsela.- rispose Davis. -Non si è tuffata, ha solo immerso le braccia.- spiegò serio.

Gibbs si abbassò per osservare il cadavere e poi spostò il viso sull’acqua nella piscina lì accanto.

-Dev’essere stato a mollo parecchio perché l’acido riuscisse a scioglierlo così.- commentò pensieroso, infilandosi i guanti, senza però toccare il corpo.

-La concentrazione dell’acido non può essere molto alta, non con un volume così grande.- concordò McGee.

-Scusate il ritardo, c’era parecchio traffico.- esordì Ducky raggiungendoli con la sua attrezzatura, seguito da Gerald.

-Ciao Ducky.- salutò Gibbs senza alzare lo sguardo dalla vittima. -Voi tre, iniziate a dare un’occhiata in giro. Kate, tu controlla la casa, McGee il giardino e tu, DiNozzo, il bordo della piscina.- ordinò alzandosi.

Tony deglutì a vuoto ma non protestò. -Ok capo…- mormorò avviandosi.

Kate e McGee si diressero verso i loro incarichi e sghignazzarono.

-E DiNozzo..- lo richiamò deciso. Il ragazzo si fermò e si voltò perplesso. -Fa’ attenzione a non caderci.- aggiunse serio, guardandolo in viso.

Tony abbozzò un sorriso e annuì, riprendendo verso la sua meta.

-La figlia dov’è?- chiese Gibbs soffermandosi per un paio di secondi a guardare il ragazzo e poi voltandosi verso il detective.

-E’ in casa con la vicina. Era da lei quando è successo.- rispose Davis.

-Vado a parlarci.- annunciò l’uomo avviandosi in casa.

 

 

La bambina era seduta sul divano, un orsacchiotto in mano e gli occhi rossi di lacrime fissi davanti a sé.

-Lei è la vicina dei Donovan?- chiese Gibbs alla donna accanto alla piccola. Tony e Kate lo raggiunsero in quel momento.

-Sì, sono Susan Torn.- rispose lei tenendo stretta a sé la bambina.

Jethro si abbassò verso di lei e le abbozzò un sorriso. -Tu invece devi essere Patricia, vero?- chiese gentilmente.

La bambina lo guardò e annuì, tirando su col naso. -Tu chi sei?- chiese timidamente.

-Mi chiamo Jethro.- rispose con un sorriso l’uomo. -Posso parlare un pochino con la tua amica Susan?- domandò cauto, senza perdere l’espressione dolce. DiNozzo e Kate lo avevano già visto parlare con i bambini coinvolti nei loro casi, ma ogni volta era incredibile vedere la sua trasformazione. -Intanto questa signorina ti farà compagnia, puoi farle vedere la tua cameretta.- propose indicando Kate.

La bambina osservò l’agente per un po’, poi annuì, scendendo dal divano e avvicinandosi alla ragazza.

-Ci sa fare con i bambini.- commentò Susan quando Kate e la bimba si furono allontanate.

-E questo non è niente.- rispose Tony con un sorrisetto. Gibbs lo fulminò con lo sguardo.

-Scusa capo.- mormorò il ragazzo riprendendo un’espressione seria.

-Può raccontarci cosa è successo?- chiese Jethro riconcentrandosi sulla donna.

-Io e Patricia eravamo in cucina, le stavo preparando uno spuntino, quando ho sentito qualcuno urlare. Mi sono spaventata e sono uscita in giardino. Quando ho visto cos’era successo sono tornata dentro, ho detto a Patricia di rimanere in cucina qualsiasi cosa fosse successa e ho chiamato il 911.- raccontò la donna scuotendo poi il capo lentamente. -Si sa qualcosa di Lucille?- chiese preoccupata.

-Non sappiamo ancora, signora, è in gravi condizioni.- rispose calmo Gibbs. -Ha notato qualcosa di strano negli ultimi giorni? Dei vagabondi, qualcuno che spiava o teneva d’occhio le case?- domandò serio.

-Niente del genere. Questo è sempre stato un quartiere tranquillo…- rispose lei scuotendo di nuovo il capo. -Mio Dio, avrebbe potuto esserci Patricia nella piscina…- mormorò passandosi una mano sul viso.

-Lei sa quando è stata fatta l’ultima manutenzione?- chiese Jethro.

-La settimana scorsa, ricordo che il filtro non funzionava bene e avevano chiamato il tecnico.- informò lei, pensierosa.

-L’hanno usata altre volte prima di oggi, dopo la manutenzione?- continuò Gibbs.

-Non credo, sono stati una settimana a San Diego dai genitori di Lucille, sono tornati ieri sera.- replicò la donna.

-Sembra essere molto in confidenza con loro.- commentò Jethro.

-Io e Lucille siamo andate al liceo insieme, siamo sempre state molto amiche.- rispose lei con un sorriso triste.

-Per ora è tutto Susan, ma rimanga a nostra disposizione. E se le viene in mente qualcosa ce lo faccia sapere immediatamente.- disse l’agente alzandosi e facendo cenno a Tony di avvicinarsi. -Hai preso un campione dalla piscina?- chiese serio.

-Sì, capo. Ho anche detto alla squadra di smaltimento di conservare filtri e non gettare nulla, oltre all’acqua, ovviamente.- rispose subito il ragazzo.

-Ottimo.- commentò semplicemente Gibbs avviandosi di nuovo verso il giardino. -Recupera Kate.- aggiunse dalla soglia.

 

 

-Ciao Abby! Hai avuto i campioni?- domandò Jethro entrando nel laboratorio.

-Ciao Gibbs!- salutò lei seduta al suo pc. -Tony me li ha portati poco fa. Ho sentito che avete un tizio sciolto nell’acido. E’ una cosa disgustosa!- aggiunse con una smorfia.

-Lo è, credimi!- commentò Kate entrando dopo il capo.

-Per quando avrai i risultati?- chiese Gibbs dando un’occhiata allo schermo.

-Ci vorrà qualche ora, sono piena di reperti!- esclamò lei inarcando le sopraciglia.

-Massima priorità a questo caso. La moglie è ancora viva, dobbiamo trovare il colpevole prima che ci riprovi.- replicò l’uomo uscendo velocemente.

-Ehi Kate!- chiamò Abby per fermare la ragazza. -McGee mi ha detto che oggi Gibbs era furioso con Tony per dei fiori, o una cosa così…Tony non mi ha voluto dire niente…- aggiunse abbassando leggermente il tono di voce.

-Guarda che ti sento lo stesso!- intervenne DiNozzo dall’altro ingresso del laboratorio.

-Coraggio Tony, non c’è niente di male a dirle cosa è successo…- ghignò Kate.

Il ragazzo si limitò a guardarla male.

-Gli sono arrivati dei fiori da una delle sue ‘amiche’, e Gibbs non ha gradito che siano arrivati in ufficio.- spiegò l’agente Todd ignorando lo sguardo del collega.

-E chi è questa ragazza?- domandò divertita la specialista di laboratorio.

-Abby, quale parte di ‘non sono affari tuoi’ ti è sfuggita?- ribatté Tony sbuffando.

-Non sa chi è, non si ricorda!- sghignazzò Kate ignorando nuovamente le occhiatacce di DiNozzo.

-Mi sarei aspettata di tutto da te Tony, ma di non ricordarti di una ragazza con cui sei uscito proprio no!- Abby scoppiò a ridere e il ragazzo sbuffò nuovamente, alzandogli occhi al cielo.

-Vado in Autopsie da Gibbs.- brontolò uscendo da dove era arrivato.

Kate e Abby lo osservarono uscire e si scambiarono un’occhiata divertita.

 

-Cosa ci dici del corpo, Ducky?- chiese Gibbs affiancando il medico.

-Non molto finché non avrò il risultato del test tossicologico.- rispose spiacente il collega. -E’ probabile che a causa dell’acido il test sia sfasato, ma in linea di massima potremo avere dei risultati approssimativamente esatti.- aggiunse alzando lo sguardo sull’amico.

Tony entrò nella sala autopsie e entrambi si voltarono a guardarlo.

-Approssimativamente esatti?- ribatté perplesso Jethro risposando la sua attenzione al medico.

Ducky alzò le spalle. -Mi spiace, con un corpo in queste condizioni prima dell’autopsia non posso dirti nulla di certo.- spiegò indicando i muscoli corrosi. -Certo, la causa della morte è quasi sicuramente l’acido. Sai già come ci è finito nella piscina?- domandò curioso.

-No, non ancora.- negò Gibbs.

-Kate sta cercando di risalire a chi è stato a fare la manutenzione.- informò Tony. Gibbs annuì senza rispondere.

-Quanto dev’essere rimasto nella piscina per essersi deteriorato così?- domandò poi al medico.

-Dipende dalla concentrazione. Ad una concentrazione molto alta possono bastare anche dieci secondi, ma questo è da escludere.- rispose Ducky sistemandosi gli occhiali.

-E come mai?- chiese Jethro impaziente.

-Da un esame preliminare sul tessuto ho scoperto che si tratta di acido cloridrico.- replicò il medico tranquillo.

-E…- lo incoraggiò Gibbs.

-E l’acido cloridrico, se è ad una concentrazione superiore al 37% rilascia una notevole quantità di calore oltre che di vapori, la tua vittima se ne sarebbe accorta. E’ già strano che non abbia avvertito l’odore, ma credo sia di nuovo a causa della concentrazione.- spiegò con calma Ducky. -La concentrazione doveva essere attorno al 25% e quindi approssimativamente posso dirti che il corpo è stato in acqua parecchi minuti.- concluse con un sospiro.

-Parecchi quanti?- domandò Gibbs inarcando un sopraciglio.

-Una decina almeno, ma te lo saprò dire con più precisione quando saprò l’esatta concentrazione.- replicò il medico. -Sai, mi ricordo che tempo fa a Salt Lake City ho indagato su un caso in cui il corpo era stato completamente sciolto, però l’assassino, quell’idiota,  aveva dimenticato che…- iniziò a raccontare guardando i due presenti.

-Ducky!- lo bloccò Gibbs spazientito. -Ci serve questa autopsia.- aggiunse calmo.

-Oh, giusto! Certo Jethro, mi metto subito al lavoro.- esclamò il medico come se si fosse appena ricordato che sul tavolo di fronte a sé c’era un cadavere. Gerald entrò in quel momento, e Gibbs e DiNozzo si avviarono all’uscita.

-Chiamaci quando hai qualcosa.- disse il capo.

-Certamente! Oh, bene Gerald, eccoti qui…sai, stavo per raccontare a Jethro e a Tony di quando ho affrontato quel caso in cui…- la voce del medico sfumò fino a scomparire quando i due agenti entrarono in ascensore. Gibbs socchiuse gli occhi mentre le porte si richiudevano, e un sorriso sincero fece capolino sulle sue labbra.

Tony lo guardò decisamente sorpreso, era raro vedere un sorriso sul viso dell’uomo, e solo pochi riuscivano ad apprezzare l’opportunità di vederlo.

-Come mai sorridi capo?- domandò con candida curiosità il ragazzo.

Le porte dell’ascensore si riaprirono mentre il sorriso di Jethro svaniva. -Non sono affari tuoi, DiNozzo.- rispose voltandosi a guardarlo. -Almeno finché non sistemi la storia dei fiori.- aggiunse incamminandosi fuori dall’ascensore e lasciando di stucco il giovane.

-Ma io non so nemmeno chi sia! Non conosco nessuna CJ!- esclamò Tony. -Ma perché te la prendi tanto??- domandò rassegnato.

Gibbs non gli rispose e si diresse alla sua scrivania.

 

 

-Kate, Tony, ora che la piscina è vuota tornate ad esaminarla. McGee, vai a ritirare i reperti dalla squadra di smaltimento e portali immediatamente a Abby.- ordinò il capo alzandosi dalla propria sedia.

-Tu dove vai capo?- chiese DiNozzo.

-A parlare con la vicina, c’è qualcosa che non mi torna.-  rispose l’uomo incamminandosi verso l’ascensore.

-Hai già avuto i risultai da Ducky?- domandò Kate sorpresa.

-Me li ha appena consegnati.- replicò Gibbs prima di scomparire dalla vista.

McGee prese la propria giacca e si diresse nella stessa direzione.

-Ci vediamo dopo, ragazzi.- salutò i due.

-Faremmo meglio a sbrigarci anche noi.- commentò Kate alzandosi.

Una donna giunse nella loro direzione reggendo un pacchetto in mano.

-Agente speciale Anthony DiNozzo?- chiese giungendo davanti alla scrivania del ragazzo.

-Sì, sono io.- rispose lui perplesso, alzandosi.

-E’ arrivato questo per lei, deve firmare qui.- informò la donna gentilmente, porgendogli il pacchetto e un foglio. Tony firmò e la donna si allontanò tranquilla.

-Adesso ti spedisce anche i regali in ufficio?- domandò Kate sorpresa. -Ringrazia che Gibbs non sia qui!- aggiunse con un ghigno.

DiNozzo le rivolse un sorrisetto sarcastico e agitò piano il pacchetto, curioso.

-Coraggio playboy, lo apri quando torniamo.- sorrise la Todd andando verso l’uscita.

Tony lo lasciò cadere sulla scrivania e prese la giacca, seguendola immediatamente.

 

-Susan, ho ancora qualche domanda da farle se non le dispiace.- esordì Gibbs accomodandosi in salotto. -Dov’è Patricia?- chiese guardandosi intorno.

-E’ di sopra, sta dormendo. Poveretta, è ancora sotto shock.- rispose la donna apprensiva. Jethro la osservò attentamente, sulla quarantina, capelli biondi raccolti in una lunga coda, e occhi verdi leggermente arrossati. -Di che domande parlava?- domandò preoccupata.

-Vorrei che mi ripetesse cosa è successo esattamente questa mattina.- replicò l’agente, guardandola attentamente.

-Ero in cucina con Patricia, stavamo chiacchierando mentre le preparavo uno spuntino. Mi stava raccontando della casa dei nonni di San Diego quando abbiamo sentito Lucille urlare. Sono uscita in giardino e ho visto Grant nella piscina e Lucille che mi chiamava. Sono tornata dentro, ho detto a Patricia di non muoversi e sono andata nel loro giardino.- raccontò la donna con la voce tremante. -Ho raggiunto Lucille e ho visto che Grant non si muoveva.- aggiunse chiudendo gli occhi.

-Ha tirato lei fuori il corpo di Grant dalla piscina?- domandò Gibbs.

-L’ho già detto durante la deposizione, ho usato uno dei rastrelli per attirarlo vicino al bordo e poi Lucille ha immerso le braccia per tirarlo fuori mentre io chiamavo il 911. Il rastrello e le braccia di Lucille li avete visti…- rispose guardando in viso Jethro.

-Quanto è rimasto in acqua il corpo di Grant?- chiese l’uomo curioso.

-Non più di cinque minuti.- rispose sicura la donna.

-Bene, era tutto quello che dovevo sapere. La ringrazio Susan.- replicò con un piccolo sorriso Jethro, avviandosi all’uscita.

-Si sa nulla di Lucille?- domandò lei preoccupata.

-E’ in terapia intensiva, le sue condizioni sono piuttosto gravi ma stabili.- rispose Gibbs. -Sono riusciti a salvare entrambe le braccia.- aggiunse sulla soglia.

-Speriamo si riprenda, per Patricia sarebbe dura perdere due genitori in una volta sola…- commentò abbattuta Susan.

-Arrivederci.- salutò Gibbs annuendo.

Appena giunse in macchina prese il proprio cellulare.

-McGee, hai portato i reperti a Abby? Bene. Disponi un agente di guardia nella casa di Susan Torn, dille che temiamo per l’incolumità della bambina.- ordinò richiudendo poi lo sportellino del telefono. Guardò la casa e sospirò, pensieroso.

 

-Temiamo per l’incolumità della bambina?- chiese perplessa Kate quando salì in ascensore con Tony e Gibbs.

-Quella donna potrebbe non essere una testimone ma una sospettata. L’assistente sociale ha affidato a lei la bambina, se gliela facessimo togliere capirebbe che la sospettiamo, ma d’altro canto non possiamo lasciarla sola con lei finché non scopriamo di più…giusto capo?- rispose DiNozzo guardando Gibbs.

L’uomo inarcò un sopraciglio e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.

-Bravo Tony.- commentò uscendo dall’ascensore. Il ragazzo lo seguì a ruota con un sorriso stampato in volto e Kate scosse leggermente la testa. -Che avete scoperto dalla piscina?- chiese poi il capo raggiungendo la sua scrivania.

-Non molto, non vi erano tracce di impronte, l’acqua le ha eliminate dalla scatola di manutenzione. Stavamo andando da Abby per capirne di più.- rispose Kate raggiungendolo.

Tony si fermò alla sua scrivania e prese in mano il pacchetto, sul retro vi erano scritte due lettere, “CJ”. Si avvicinò alla scrivania di Gibbs reggendolo e fece per aprirlo.

-Bene, andiamo allora.- ordinò Jethro appoggiando il fascicolo. -E’ la stessa dei fiori?- domandò seccato guardando il pacchetto nelle mani del ragazzo. DiNozzo annuì.

-Allora lo apri dopo.- decretò prendendolo dalle sue mani e lanciandolo sulla scrivania del suo sottoposto.

-Ehi, ma potrebbe essere…-

Tony non finì la frase perché il pacchetto esplose non appena atterrò sulla superficie, facendo cadere il computer a terra e distruggendo la scrivania. I tre caddero a terra e si portarono le mani sopra la testa.

-…fragile.- concluse il ragazzo esterrefatto dopo alcuni istanti di silenzio.

L’esplosione era stata relativamente contenuta, ma aveva ridotto a pezzi la scrivania dell’agente e tutto ciò che era nelle strette vicinanze.

-State tutti bene?- domandò Gibbs rialzandosi. Aiutò Kate ad alzarsi e fece lo stesso con Tony.

-Sei ancora convinto che sia la mia ragazza?- domandò DiNozzo seccato, guardando il suo capo e tossendo violentemente subito dopo.

-Non me ne stupirei…- borbottò la Todd tossendo a sua volta e ricevendo un sorrisetto sarcastico dall’amico.

Jethro guardò il ragazzo e non disse nulla, spostando invece lo sguardo sulle macerie della scrivania.

 

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