Jude corse fuori dalla porta, senza ricordarsi di prendere con sé il cellulare ed il portafoglio, lasciando la porta aperta ed iniziando a chiamare Robert, pur sapendo che non avrebbe ottenuto né riconoscimento né risposte. Corse tutto attorno all'isolato, pensando che dato che ragionava come un cane, Robert si sarebbe mantenuto nei dintorni, rimanendo in luoghi familiari. Si ritrovò a camminare velocemente per le stradine ciottolate di un parco, guardandosi attorno attentamente e sperando di non trovare Robert che espletava bisogni fisiologici sull'erba. Al pensiero rabbrividì e si mise a correre, continuando a guardarsi attorno ossessivamente.
Quando finalmente lo trovò, Robert stava fissando la chioma di un albero, ringhiando.
- Robert! - Chiamò cautamente, cercando di avvicinarsi senza spaventarlo. Robert sobbalzò, mettendosi di nuovo a quattro zampe ed ostentando aggressività. - Robert--Kozak - Si corresse Jude, sospirando e cedendo un'altra volta alla tentazione di assecondarlo nelle proprie illusioni. Robert continuò a ringhiare, ma in modo più pacato.
- Cosa vuoi? Perché continui a seguirmi? - Abbaiò, rabbrividendo.
Jude si passò una mano sul viso e continuò a guardarlo per qualche secondo prima di rispondere.
- Sono un tuo assistente, volevo dirti che... Abbiamo trovato una cura al tuo esperimento.
Robert sembrò rilassarsi, ma rimase vigile. - Una cura? Cioè per farmi smettere di essere... così?
Jude impiegò dei minuti a convincere Robert della propria sincerità, ma quando ci riuscì si mise persino a grattargli la pancia per un po', ottenendo qualche risatina ed uno sguardo più umano, più caldo, più da Robert.

Quando tornarono a casa, Robert si mise a gironzolare curiosamente, infilando la testa in tutte le stanze, esplorandone qualcuna, ma specialmente annusando qualsiasi cosa. - Questa casa ha il tuo odore - Commentò, accigliandosi. - Non sembrerebbe un laboratorio.
Jude sospirò, grattandosi la fronte. - Il laboratorio è... In cantina. Ma penso che tu abbia bisogno di mangiare qualcosa. O di bere...
Sapeva che ormai aveva somministrato una quantità onestamente esagerata di sonniferi in quei giorni, ma non avrebbe potuto reggere Robert in quelle condizioni molto a lungo. Non per quello che faceva, ma perché vederlo girare come un cane... Non gli piaceva. Per niente. Almeno quando era Harry o Kirk o Tony si comportava da essere umano - per quanto stupido o fuori luogo fosse - mentre ora stava addirittura... Stava mordendo il divano! Scosse la testa, afferrando Robert per il colletto e tirandolo via. L'altro ringhiò, per poi arrendersi e sedersi sul divano, fissandolo. - Se hai qualcosa da bere portamelo adesso, ho sete. Niente cose alcoliche.
Jude sbuffò, andando verso la cucina e prendendo una confezione di Lunesta, estraendo una pillola e rompendola, facendone una polverina da mischiare poi nel succo d'arancia. Osservò il bicchiere ed improvvisamente realizzò, al contrario di quello che aveva sussurrato il giorno prima, che questa situazione si doveva risolvere il prima possibile. Immaginò di vivere il resto della propria vita - o per il resto della propria relazione con Robert - così, con un uomo che si svegliava ogni giorno con una personalità diversa, con una decina o forse più di versioni diverse della stessa storia. Si fece prendere dall'ansia per qualche minuto, poi scosse la testa, lasciando perdere quei pensieri. Aveva tutto il resto della giornata per angosciarsi. Lesse le istruzioni: il Lunesta andava preso se si era certi di poter avere un ciclo completo di sonno. Fece spallucce, pensando che per quello non c'era problema. Portò il bicchiere a Robert, che si stava leccando una mano seduto sul divano e che piegò la testa, intuendo lo stato d'animo di Jude. - Che c'è?
- Niente - Rispose Jude, sorridendo appena. - Ecco qui. Bevi, poi... Ti mostro l'esperimento. Robert lo guardò un po' sospettoso, prima di osservare il bicchiere ed annusarlo. Sapeva che c'era qualcos'altro nel succo, ma qualcosa gli disse di bere lo stesso. Jude accese la televisione, occhieggiando nella sua direzione per poi osservarlo mentre, lentamente, iniziava a perdere contatto con la realtà. Bofonchiò qualcosa, guaendo sommesso, per poi crollare di lato, gli occhi chiusi ed il respiro regolare. Jude sedette nel piccolo spazio lasciato libero dalle gambe di Robert, e prese ad accarezzargli i capelli piano, riprendendo a pensare ai vari e francamente spaventosi scenari che si sarebbero potuti srotolare nel suo futuro.
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Jude era rimasto in casa tutto il tempo, gironzolando senza uno scopo preciso, guardando la televisione mentre accarezzava i capelli di Robert, cercando di ritrovare un po' di normalità in quello scenario, almeno mentre lui dormiva. Dopo qualche ora, quando ormai Jude iniziava ad avere sonno, Robert si agitò appena, parlando con la sua solita voce, il solito tono affettuoso anche se impastato.
- Mh Jude? Piccolo?
Jude sorrise appena, triste, passandogli le dita sulla guancia in un soffio. - Sono qui.
- Abbassa la tv, ho mal di testa.
Jude annuì, prendendo il telecomando ed ammutolendo un giornalista che borbottava le notizie con aria neutra. - Fatto.
- Grazie - Disse Robert. - Ti amo.
Jude rimase in silenzio, continuando ad accarezzargli il capo, avvertendo una presa calda nel petto. Si ricordò che anche solo per quei brevi sprazzi di Robert valeva la pena subirsi un'intera giornata di stramberie da parte di personaggi assurdi.
- Ti amo anch'io - Rispose, sussurrando, rassegnato all'idea che non avrebbe rivisto il suo vero fidanzato almeno fino alla notte seguente.
- Mi dispiace per tutto questo. Se lo avessi saputo l'avrei fatto fare ad uno stuntman. - Aggiunse invece Robert.
Jude sorrise appena, sorpreso, continuando a passare le dita fra i capelli scuri.
- Non ti preoccupare. Ne usciremo, okay? In qualche modo... - Rispose, non realmente sicuro di ciò che stava dicendo. E se Robert fosse rimasto così? Se avesse subito un danno irreparabile? Non voleva crederlo davvero, ma sapeva che c'era la possibilità che non si potesse tornare indietro. Deglutì a vuoto, nell'ansia.
- Quando torno io, ti regalerò un cavallo.
Jude ridacchiò, sporgendosi su di lui per lasciargli un bacio sulla fronte. - Va bene, ci conto. Buonanotte - Aggiunse dopo qualche secondo di silenzio, osservando il viso del suo uomo e sentendo il cuore battere per qualche secondo più forte all'idea di svegliarsi la mattina, un giorno, e trovarlo lì, in sé stesso, che prendeva a parlare di cose completamente a caso e che lo pregava di portargli la colazione a letto. Come sempre, come nella normalità.
- Notte - Sussurrò Robert, ricadendo di nuovo nel completo sonno indotto.

NdA: E qui inizia la parte mia, che comunque penso non durerà molto. Ho intenzione di iniziare a risolvere il problema dal prossimo capitolo, quindi... Boh, ne prevedo altri due o tre. E lasciatemelo dire, sarà un sollievo archiviare sta storia x'D  Grazie mille a chi ha commentato il capitolo precedente, lo apprezzo davvero tanto :') al prossimo! :*