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Autore: Mari24    22/01/2012    8 recensioni
"Neppure Beckett era felice all’idea di passare il Natale con Gina e Castle.
Non voleva assolutamente essere il terzo incomodo. Per un attimo pensò di invitare anche Josh, in fondo Castle aveva esteso l’invito anche a lui, ma poi Kate ci ripensò. Non sapeva perché, ma non voleva avere Josh intorno."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Castle si fece una doccia veloce per poi scendere a controllare la cena.

Forse avrebbe dovuto regolare l’acqua per scendere fredda.

Vedere Kate, nella sua piscina, bagnata e sorridente, lo emozionò a tal punto che avrebbe davvero voluto baciarla.

E poi c’erano i tatuaggi. Era sicuro che non fossero stati fatti insieme, ma non capiva il significato nascosto di quei due disegni.

Perché accostare una farfalla a una rosa?

Forse erano solo due cose che a lei piacevano molto, ma la spiegazione troppo sbrigativa della sua musa non lo convinse per nulla.

Uscì dalla doccia con ancora questi pensieri. Era curioso di sapere.

Si infilò un paio di pantaloni di una tuta blu e un maglia piuttosto pesante. Infondo erano al mare a Natale, la temperatura sarebbe scesa parecchio, anche se aveva il riscaldamento acceso in tutta la casa.

Scese in cucina e controllò il tacchino, ma doveva ancora cuocere un po’.

Da dietro una voce lo chiamò:

-“Ehi! Posso darti una mano?”- chiese Kate, ma quando Castle si voltò e la vide, le sue facoltà mentali raggiunsero le Fiji.

Kate non era vestita per nulla elegante, erano solo loro due, voleva stare comoda. Indossava un paio di leggins neri e un grande maglione bianco che le arrivava fin sotto al sedere. Ai piedi aveva un paio di calze natalizie, rosse e verdi, con delle renne disegnate ai bordi e in punta.

Per Castle era stupenda e mentre lei scendeva le scale gli regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

-“Allora, a che punto siamo?”- chiese avvicinandosi ai fornelli.

Castle non aprì bocca, ma capì che in qualunque veste si trovasse Kate per lui era bellissima.

-“Castle! Sveglia!”- disse Kate schioccando le dita.

-“Oh… si! Ecco… ehm…”-

-“Ho capito controllo da sola!”- disse sorridendo e scuotendo la testa.

Si inchinò per controllare il tacchino ma come vide lei stessa la cena non era ancora pronta.

Castle rimasto qualche passo indietro rispetto a lei, come la vide inchinarsi, i suoi occhi si piantarono sul suo fondoschiena, deglutendo vistosamente.

-“Che facciamo ora?”- chiese la detective, voltandosi velocemente e beccando Castle a fissarle il sedere.

Kate avvampò e abbassò lo sguardo, mentre Castle colto in fragrante provò a smorzare un po’ la tensione, fallendo miseramente.

-“Beh potremmo coccolarci mia musa!”- rispose Castle malizioso. Ogni occasione era buona per provarci con lei.

-“Nei tuoi sogni, Castle!”- rispose Beckett riducendo gli occhi a due fessure.

-“Beh… allora… um… potremmo finire di decorare l’albero e la casa! Che ne dici?”- chiese speranzoso.

-“Certo!”- rispose frettolosamente Kate. Qualunque cosa sarebbe andata bene, pur di uscire dall’imbarazzo del momento.

Castle entrò in uno stanzino vicino l’ingresso e portò fuori 3 scatole sulle quali c’era scritto: ‘decorazioni natalizie’.

Kate aveva iniziato a decorare l’albero insieme a Castle ma ad un certo punto notò che mancava qualcosa.

-“Castle… ma non hai messo le luci!”- esclamò.

Castle osservò l’albero per qualche secondo e poi esclamò:

-“In effetti mi sembrava troppo spento!”-

Kate lo guardò esterrefatta.

Come si era potuto dimenticare delle luci?! Sono la prima cosa da mettere sull’albero di natale.

Kate sospirò scuotendo la testa e porgendogli la scatoletta per riporre tutte le palline e addobbi dell’albero.

-“Forza tieni questa. Io lo disfo!”-

Ad ogni movimento lui la guardava estasiato.

Aveva fatto l’albero con Meredith quando Alexis era piccola, o meglio Meredith aveva il copione in mano e lui aiutava Alexis a sistemare tutto, e anche con Gina ma aveva paura che si rovinasse la sua manicure quindi lui e sua figlia avevano fatto tutto da soli, ma qui, ora, con Kate, era tutto diverso.

Perché lei era speciale.

A ogni pallina che metteva a posto, per qualche secondo si fissavano negli occhi.

-“Castle…”- lo ammonì Beckett.

-“Che c’è?”- chiese con finta aria innocente.

-“Smettila di fissarmi. È inquietante!”- rispose voltandosi verso l’albero e continuando a togliere le decorazioni.

-“Non ci riesco!”- rispose Castle quasi cogliendo di sorpresa anche se stesso.

Beckett spalancò gli occhi. Non si aspettava una risposta così secca da lui. Anche se in effetti dopo l’incidente con la panna e in piscina doveva aspettarsi qualcosa.

-“Beh, renditi utile e passami le luci!”- rispose sistemando le ultime palline.

Rimasero in silenzio mentre posizionavano le lucine colorate sull’albero, quasi avessero fatto un tacito accordo.

Kate sistemava le luci e nel mentre si ritrovò a pensare che erano anni che non faceva un albero di Natale.
Ormai il suo fidato alberello già confezionato con fibre ottiche luminose, era l’unico addobbo natalizio che metteva. Da quando sua madre era morta lei non aveva avuto più voglia di festeggiare.

E poi rientrando quasi tutte le sere tardi da lavoro, l’ultima cosa che aveva voglia di fare, era addobbare per il Natale.

Ma ora addobbando con Castle, si sentiva come se fosse a casa.

Si, forse Castle la stava aiutando a farla uscire dalla sua profonda nicchia, scavata nel corso degli anni.

Iniziarono a rimettere le palline.
Ce n’erano di ogni tipo: blu, rosse, dorate, argentate, ne trovò qualcuna anche viola, e alcune di esse con paesaggi innevati disegnati, per poi passare ai personaggi come i vari babbi natale che portavano regali, chi col sacco sulle spalle, una slitta, e tantissimi angeli.

E poi ad un certo punto Kate si ricordò di una cosa.

Lasciò Castle un momento per salire nella sua stanza.

-“Ehi dove vai?!”- chiese lo scrittore.

-“Torno subito!”- rispose in fretta la sua musa.

Quando ritornò, Castle vide che aveva qualcosa in mano.

-“E’ un regalo per me?”- chiese emozionato.

-“Si e no.”- rispose vaga Beckett, cercando un nastro per poterlo legare all’albero.

Solo allora Castle aveva capito che Kate aveva appeso un piccolo elefantino. Confuso la guardò. Che cosa c’entrava l’elefante nell’albero?

Kate un po’ in imbarazzo, capendo la curiosità dello scrittore mormorò a bassa voce:

-“L’altro giorno, quando ho tirato fuori il mio alberello, in fondo alla scatola c’era questo elefantino. Ho… ho pensato di regalartelo, perché… io lo adoro, e se dovessimo separarci e tu non collaborerai più con me, ho pensato… che avresti avuto qualcosa che ti ricordasse me. E inoltre, in alcune parti del mondo, pensano che gli elefanti portino fortuna.”- disse arrossendo, forse perché la sua, le sembrava un’idea sciocca.

Castle sorrise. Vederla così imbarazzata gli dimostrava il suo lato fanciullesco, quel lato in cui era solo Kate, non Beckett. Questo gli dava modo di conoscerla più a fondo.

Non ottenendo risposta Kate si affrettò a precisare:

-“Ma… se non ti piace, o non lo vuoi lì… lo tolgo e…”- fece per staccarlo dall’albero, ma una mano calda di Castle si appoggiò alla sua.

-“Lo adoro anche io.”- disse con la sua voce profonda avvicinandosi all’orecchio di Kate.

La detective si voltò verso di lui non appena sentì il suo respiro sul collo, ma non immaginava che fosse così vicino, a pochi centimetri dalle sue labbra.

Gli occhi di entrambi si fissavano. Sapevano per certo che una volta iniziata quella danza, sarebbero affogati negli occhi dell’altro.

Castle si fece più vicino, e il suo sguardo scivolò sulle labbra perfette di Kate. Si chiese come fosse stato baciarle, sentirle morbide sotto le sue.

Anche gli occhi di Kate indugiavano sulle labbra di Castle, quasi volesse afferrarlo per il maglione e baciarlo, fin quando non avrebbero sentito la necessità di respirare di nuovo.

Ormai non li separava più nulla.

C’era l’atmosfera natalizia, stavano preparando l’albero come farebbe una normale coppia. E in più si desideravano da morire.

Quando le loro bocche erano a pochi millimetri di distanza, entrambi d’istinto chiusero gli occhi e, Castle, labbra contro labbra, in un sussurro udibile solo a lei disse:

-“E poi nulla mi farebbe dimenticare di te!”-

Avvertirono entrambi il sorriso dell’altro sulla propria bocca.

Le labbra si sfioravano quasi, e quando si stavano per toccare, Castle mise il piede su una pallina natalizia, frantumandola.

Quel rumore li destò.

Kate aprì gli occhi velocemente e così come si erano avvicinati entrambi fecero un balzo indietro prendendo le distanza.

Entrambi si schiarino la voce e Kate si sentì le guancia in fiamme.

Castle guardò per terra e maledì sotto voce quella pallina di vetro che si era ritrovata sotto il suo piede.

-“Hai detto qualcosa?”- chiese Kate speranzosa che si cambiasse radicalmente argomento.

-“Si! Ecco… dicevo che raccolgo questi cocci così li butto via.”- disse lo scrittore.

-“Oh, aspetta, ti do una mano!”- rispose pronta Kate, e nello stesso istante entrambi si inchinarono, raccogliendo lo stesso pezzo di vetro.

Le loro mani si sfiorarono di nuovo, ed tutti e due alzarono lo sguardo, trovando gli occhi dell’altro.

-“Castle… io…”- iniziò Kate in un sussurro.

-“Non ti preoccupare Kate. Sistemo io qui. Tu finisci di addobbare l’albero.”- rispose Castle con un sorriso. Ma Beckett si accorse dai suoi occhi che quel sorriso nascondeva tanta tristezza.

Annuì e alzandosi continuò la sua opera.

Qualche minuto più tardi Castle ritornò da lei, con un dito fra le labbra.

-“Mi sono tagliato!”- disse offeso contro il pezzetto di vetro incriminante.

Kate sorrise. Sembrava un cucciolo bisognoso di affetto.

-“Sei proprio imbranato Castle!”- disse ridendo.

-“Grazie mia musa!”- rispose sarcastico andando verso il bagno per cercare un cerotto.

-“E dai!! Scherzavo!”- disse Kate.

Ma Castle si portò una mano sul cuore e con faccia drammatica rispose:

-“Mi hai ferito detective!”- facendo capire a Kate che scherzava anche lui.

Beckett sorrise e scosse la testa.

L’albero ormai era completamente addobbato, così Kate si dedicò alla decorazione del caminetto.

Frugò nelle scatole e con una faccia confusa tirò fuori un cappello rosso di Babbo Natale. Sorrise e scosse la testa. Probabilmente Castle si era vestito dal ‘simpatico ciccione’ quando Alexis era piccola.

Riponendolo nella scatola, continuò a cercare ciò che le serviva.

Tirò fuori delle ghirlande che sistemò accuratamente nel caminetto. Trovandone una seconda, decise di addobbare anche il corrimano della scala, ed era proprio lì che Castle la trovò, mentre ritornava dal bagno con il dito incerottato.

-“Allora detective! Cosa è rimasto da fare?”- chiese sorridente.

-“Dovresti sistemare l’albero. Non credo che al centro del salotto sia il luogo più adatto.”- esclamò Kate.

-“Agli ordini capo!”- mettendosi sull’attenti.

Kate sorrise e continuò il suo lavoro.

Dalla scatola trovò altri festoni, e numerose candele, quindi sistematele con cura sul caminetto, nei tavolini le accese dando quell’atmosfera di calore e di accoglienza, nel mentre Castle sistemò l’albero proprio di fronte alla grande finestra che dava sul patio, lasciando come paesaggio il mare in lontananza.

-“E’ suggestivo, non trovi?”- chiese Castle alla sua musa.

Kate era incantata dallo spettacolo delle luci di natale e l’albero, mentre dietro esso si affacciava il mare. Era un contrasto, ma a lei piaceva così.

-“Già.”- rispose quasi senza fiato.

-“Ehi dobbiamo metterci i regali sotto l’albero!”-

-“Oh si. Certo! Vado a prenderlo.”-

Kate sgattaiolò in camera sua afferrando il pacchetto che aveva preso per Castle e quando tornò al piano di sotto lo trovò con una grossa busta in stile babbo natale, sistemandoli sotto l’albero.

-“Sai Castle, se ti fossi vestito di rosso ti avrei scambiato per Babbo Natale! Di pancia ci stai tutto!”- disse prendendolo in giro poggiando il suo pacchetto.

-“Non ho la pancia io!!”- esclamò offeso.

-“Wow Castle tutti questi regali! Mi stupisce di come tu abbia aspettato per aprirli.”-

-“Io aspetto sempre. I regali si aprono a Natale. E poi non sono tutti i miei. Ho notato che sotto al tuo alberello a casa tua c’erano alcuni pacchetti e visto che non li avresti presi ci ho pensato io!”- disse con aria saccente.

-“Hai preso i miei regali da casa mia?”- chiese Kate minacciosa riducendo gli occhi a due fessure.

-“S-si… ho pensato che così li avresti potuti aprire a Natale… e… io…”- ma Castle si zittì.

Aveva una così innata paura di far arrabbiare Beckett che non si accorse che lei aveva iniziato a sorridere.

-“Ti ringrazio. È un gesto molto dolce.”-

Castle sorrise, contento di aver fatto una cosa carina per lei e che lei non si fosse arrabbiata.

Sistemò due calze rosse al caminetto e disse a Kate che i loro due regali sarebbero stati messi nelle calze.

-“Perché?”- chiese la detective non capendo che differenza ci fosse.

-“E’ più bello.”- rispose Castle tutto contento.

Kate pensò che in effetti non aveva senso, ma lo accontentò.
Sistemò il regalo che aveva preso a lui dentro la calza e vide lo scrittore fare altrettanto con il suo regalo.

Si sorrisero. Era da tanto che Kate non si sentiva così serena.

Il timer del forno suonò ed entrambi si avvicinarono per controllare il tacchino.

Quel invitante profumino ricordò ad entrambi che avevano fame.

Ma poi Kate vide tutta la cucina sporca. Castle aveva preparato ma non aveva ripulito.

Così Kate afferrò la spugna lì vicino e iniziò a pulire.

-“Che stai facendo?”- chiese Castle.

-“Castle bisogna ripulire. Tu hai cucinato e ora ripulisco io.”-

-“Non se ne parla. Sei un ospite.”-

-“E allora?”- chiese Kate con un’alzata di spalle.

-“Va bene allora lavo i piatti che ho usato prima!”- disse Castle.

Kate scosse la testa, non l’avrebbe fermato con un semplice no.

Quando ormai Kate aveva finito il suo compito si sedette nel bancone vicino al lavandino, osservando Castle a lavoro.

-“Allora… oltre al tacchino cosa c’è per cena?”- chiese curiosa e ormai affamata.

-“Sorpresa detective.”- rispose con un sorriso.

-“Sai che se solo volessi potrei scoprirlo vero?”-

-“Non se ti distraggo in qualche modo.”- disse a bassa voce avvicinando il suo volto a lei, incatenandola con i suoi occhi, tanto che Kate dovette respirare a fondo per non perdere il controllo.

Era così presa a respirare e cercare di non collassare che non si accorse che Castle aveva immerso un dito nella schiuma e gliel’aveva spalmato lungo il suo naso, iniziando a ridere come un bambino.

Kate sbattè le palpebre velocemente come se si fosse svegliata da un sogno.

Si passò la mano sul naso e vide la schiuma mentre Castle che rideva ancora allontanandosi da lei.

-“Oh questa me la paghi Castle!!”- esclamò Kate, scendendo dal bancone e iniziando a rincorrerlo.

Castle si nascose dietro l’albero.

-“Andiamo detective. Vuoi uccidere uno scrittore la notte di Natale? Pensa a tutte le fan a cui spezzerai il cuore.”- disse ancora ridendo, ma Kate lo raggiunse e questa volta l’avrebbe acchiappato.

-“Io dico che a molti non dispiacerà!”- rispose continuando a braccarlo.

-“E non pensi a mia figlia?”- chiese Castle.

-“Oh beh. Se la caverà!”- rispose Kate.

Castle non sapeva come uscirne quindi optò per la scusa più banale:

-“OhGuardaTiStaSquillandoIlTelefono!”- disse velocemente indicando il tavolo dove Beckett aveva lasciato il suo cellulare.

Kate d’istinto si voltò dando quei cinque secondi di vantaggio allo scrittore, che sgattaiolò fuori e si diresse verso il patio, uscendo in spiaggia.

Kate capì immediatamente l’errore appena commesso e lo seguì anche lei.

Castle correva zigzagando per la spiaggia per non farsi prendere, ma non era allenato e a forza di ridere rimase senza fiato, tanto che Kate lo raggiunse e lo buttò per terra, bloccandogli le braccia dietro la schiena.

Avevano entrambi il fiatone.

-“Mele, mele!”- urlava Castle.

Kate pensando di fargli male allentò la presa, ma subito Castle ne approfittò ribaltando la situazione e buttando Kate sulla spiaggia, tenendole fermi i polsi vicino la vita.

-“No Castle!! Mi entrerà tutta la sabbia nei capelli.”- disse scocciata.

Ma a lui non importava.

Le lasciò una mano e con la sua prese ad accarezzarle i capelli. Li sentiva morbidi e soffici sotto il suo tocco.

Piano piano si avvicinò a lei.

Avrebbe davvero voluto baciarla come era successo poco prima mentre facevano l’albero. Inspirò profondamente il suo profumo mischiato ora all’odore dell’oceano

-“Che… che fai, mi annusi?!”- chiese Kate ad un certo punto.

-“Adoro il tuo profumo.”- disse con la sua voce bassa e profonda.

Kate deglutì.

–“E’ inquietante lo sai vero?!”-

Ma Castle non ebbe il tempo di rispondere perché Kate, più veloce e approfittando di quel momento di debolezza dello scrittore, invertì le posizioni, bloccandogli le braccia e sedendosi a cavalcioni su di lui.

-“Allora… come la mettiamo ora Sig. Castle?!”- disse contenta di averlo messo al tappeto.

-“Dovrei urlare mele, ma devo ammettere che questa posizione mi piace parecchio.”- disse malizioso.

Kate solo in quel momento si rese conto della situazione imbarazzante e della posizione precaria in cui si era cacciata.

Le sue guance diventarono rosse pomodoro e  fece per alzarsi ma Castle più svelto le prese delicatamente le braccia.

-“Aspetta!”- disse.

-“Perché? Che… che vuoi fare?”- chiese allarmata da ciò che lui aveva in mente.

Soprattutto se erano gli stessi pensieri che ormai da tempo affollavano la mente di Kate.

Ma lui non rispose.
Si limitò a farla distendere affianco a se, cingendole le spalle con un braccio e facendo in modo che la sua testa poggiasse sul suo petto.

-“Guarda in alto.”- disse Castle indicando il cielo.

Il cielo era completamente coperto dalle nuvole.

La temperatura rispetto a quella mattina, stava scendendo velocemente tanto che entrambi iniziarono ad avere i primi brividi di freddo.

Ma poi Kate capì.

Dal cielo cadevano i primi ma numerosi fiocchi di neve.

Non aveva mai avuto la possibilità di poter osservarli così, sdraiata sulla sabbia, con un uomo che le faceva da cuscino, e che teneramente le accarezzava i capelli, come se ormai fossero una coppia.

Kate aprì la bocca e tirò fuori la lingua proprio quando un fiocco di neve le si stava per poggiare sulle labbra.

Sorridente si voltò da lui e disse:

-“Lo facevo sempre quando ero bambina.”-

-“Si, ed è adorabile.”- rispose guardandola con quello sguardo che solo un uomo innamorato sa fare.

Kate arrossita abbassò lo sguardo.

Le piaceva come lui l’adulava.

Iniziando a tremare si alzò e dopo aver aiutato Castle ad alzarsi, si diressero in casa, con l’unico scopo di riscaldarsi, prima che la neve iniziasse a cadere fitta e li bagnasse.







ANGOLO MIO: Salve popolo di efp!!!

come state?! ecco a voi questo 5 capitolo!! e no, questa ff non è ancora finita!!! purtroppo mi si sta allungando, ma ho promesso a me stessa di non scriverne altre finchè non finisco questa!! -.-'  

che dire?! bo... ditemi voi! xD

vi lascio le foto dell'albero e del salotto di Castle addobbati! U_U   ormai se non vi metto foto non sono contenta! xD

beh al prox capitolo... di questo Natale infinito!! xD

sbaciottiii ;>

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