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Autore: Flavie    22/01/2012    0 recensioni
Una Dramione scritta a 4 mani con Anonymi. Il rating è proprio per frivolezze,ma meglio non rischiare.
Hermione sarà costretta a stare accanto a Draco per forza maggiore per un mese...riusciranno a superare tutte le loro "incomprensioni? E chi è che vuole mettere Draco nei guai?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Perdonateci l’abnorme ritardo…si lo so esattamente quanto tempo è passato purtroppo,abbiate pietà. Vi lasciamo alla lettura,sperando vi piaccia. Gin Armstrong & Veritaseum.
 
Ancora non riusciva a capire quale arcana forza l'avesse condotta lì fuori. Hermione, in pigiama e pronta per andare a dormire, sostava da ormai cinque minuti buoni davanti alla porta lucida della stanza del giovane Malfoy. Ed erano cinque minuti buoni che stava pensando e ripensando a tutti i buoni propositi che l'avevano condotta lì, a quell'ora, solo che in quel momento non le sembravano più tanto buoni; anzi! Aveva la certezza che non appena avesse messo piede nella stanza del ragazzo e avesse iniziato a parlare, magari per provare a consolarlo, lui l'avrebbe cacciata fuori senza tanta gentilezza, magari le avrebbe anche riso in faccia.
Proprio per questo motivo la sua mano proprio non ne voleva sapere di bussare a quella famigerata porta. Si morse nervosamente l'angolo della bocca. Sconsolata, sospirò e diede le spalle alla porta, ma proprio quando ormai stava per fare il primo passo, ci ripenso e vi si rimise davanti:- Coraggio!- si disse e, facendo un bel respiro profondo, alzò la mano chiusa a pugno per bussare. Aspettò una paio di secondi ma dall'interno della stanza non provenne nessun suono. -Forse si sarà addormentato- pensò lei. Provò a bussare un'altra volta, senza alcun esito,nuovamente. Decise di aprire piano la porta per sbirciare dentro e controllare se il ragazzo si fosse effettivamente addormentato. Senza fare il minimo rumore aprì di un minuscolo spiraglio la porta: la stanza era rischiarata dalla luce tenue di qualche candela, e con suo stupore, vide che il letto era sfatto ma completamente vuoto. Stupita aprì del tutto la porta, cercando con lo sguardo il ragazzo. Eppure lui non c'era, la stanza era totalmente vuota. Stava per andarsene quando rigettando uno sguardo al letto notò che su di esso c'era un libro a cui non aveva fatto caso prima. Incuriosita si avvicinò per leggerne il titolo. “Malleus maleficarum. Martello delle streghe” lesse ad alta voce. Era leggermente basita e osservava il libro con un sopracciglio leggermente alzato quando sentì una porta aprirsi.
:- Granger?!- esclamò Malfoy sulla porta, leggermente stupito. Lei si girò nella sua direzione, con la mani dietro la schiena :-Che ci fai nella mia camera?-
:-Scusa. Ho bussato ma nessuno mi ha risposto, così sono entrata- spiegò tutto d'un fiato lei.
:-Ok.. hai bisogno di me?- chiese lui dopo un attimo di silenzio, in cui nessuno dei due sapeva cosa dire.
Hermione scosse la testa :-No, avevo solo voglia di parlare un pò con te. Ti dispiace se resto?-
Draco scosse la testa, leggermente sconsolato :-Senti, mettiamo le cose in chiaro, ora non ho proprio voglia di discutere-
:-Nemmeno io. Ti ho detto che  volevo solo parlare,infatti- lo corresse ma,vedendo che  lui non accennava a rispondere continuò :-Se a te non va me ne vado-
Lui parve pensarci una paio di minuti :-No, va bene. Rimani- E così dicendo chiuse la porta e si andò a sedere al centro del letto. Con la schiena poggiata ai cuscini. :-Posso?- chiese Hermione timidamente, indicando il letto :-Prego- biascicò lui facendole un cenno con il braccio, al quale Hermione si accomodò a gambe incrociate nella parte opposta rispetto a dove si trovava Draco, in modo da averlo esattamente di fronte.
-Senti io…– iniziò titubante lei, non sapendo con esattezza quale reazione aspettarsi dal biondo ma, lanciandogli un'occhiata di sbieco e vedendolo assorto a guardare fuori dalla finestra, decise di optare per la via meno pericolosa :- Sai, sono davvero preoccupata per domani,quando arriveranno quegli Auror…-Lui si passò stancamente una mano sul volto :- Si anche io sono lo sono-ammise.
:- Secondo te ci daranno problemi?- chiese lei, appoggiandosi ad una delle colonne del letto.
:- Ovvio!- rispose seccamente Malfoy,sdraiandosi del tutto sul letto e mettendosi un braccio di traverso sulla fronte a comprargli gli occhi.:-Sai, dovremmo inventarci qualcosa di convincente riguardo la nostra “relazione”, nel caso in cui dovessero chiederci qualcosa-
:-Va bene, ma non ti aspettare che davanti a quegli Auror mi comporti in maniera melensa, scodinzolandoti dietrocon gli occhi a cuoricino!-
Hermione rise :- Se lo avessi fatto avrei pensato che fossi sotto Imperius!- anche Draco si lasciò sfuggire un sorriso:- Comunque dovremmo smetterla di litigare- aggiunse lui-:- Già,credo ne sentirò la mancanza…-
:- Del litigare con me?-
:- Perché no? A volte è quasi divertente!-
Lui sollevò un attimo il braccio dagli occhi ed inarcò un sopracciglio,guadandola per capire se stesse scherzando o meno :- Tu sei tutta matta- sentenziò infine,tornando alla posizione originale. Hermione, giocosamente, si allungò per prendere un cuscino da una sedia vicino il letto e tirarglielo addosso
:- Hey!- strillò il ragazzo,facendola scoppiare a ridere.
:-Sicura di voler continuare con questa farsa Granger?- chiese a bruciapelo lui, non appena lei si fu calmata. Guardandolo vide che non accennava a spostarsi dalla posizione che aveva prima.:-Cosa  intendi?- domandò serafica lei.
:-Tutta questa storia… è iniziata come una specie di gioco; tu hai mentito,  i giudici ti hanno creduto… ti giuro, ancora stento a credere come abbiano fatto: sei una pessima bugiarda- Hermione sorrise, sapendo che diceva la verità.
:-Poi sei dovuta venire qui,  con me, per dare alla storia un tocco di verità. E va bene, questa poteva essere considerata anche come una specie di vacanza da parte tua no? Ci sono io certo, ma so essere autosufficiente, non ti avrei dato troppo disturbo se mi evitavi a dovere, ora però' c’è  tutta questa storia degli Auror quindi non mi puoi evitare. Non possiamo neanche litigare senza che quelli si insospettiscano!-
Hermione si strinse nelle spalle :-Me la caverò- rispose semplicemente.
 :-Dio Granger, ma ti senti? Non riesci a mentire decentemente per dieci minuti figuriamoci per giorni interi!-
:-Aspetta Malfoy, al tuo processo ero davanti a tutta la giuria del Wizengamot ,qui parliamo solo di due Auror, e poi - aggiunse ripensando all'intero discorso che lui le aveva fatto poco prima,leggermente minacciosa :-Dimmi, ho mai davvero provato ad evitarti negli ultimi giorni?-
Lui non rispose e lei decise che poteva prendere il suo silenzio come un diniego, sarebbe stato troppo chiedergli di darle ragione, le andava bene, per ora.
:-Come faremo con questi Auror?” chiese di nuovo lui lamentosamente.
:-Non ti pare di iniziare ad essere un pò melodrammatico Malfoy? È la terza volta che ripeti questa frase-
Lui sbuffo scocciato :-Non intendevo “come faremo a fingere” secchiona, intendevo dire come faremo a continuare a studiare i fascicoli del caso senza dare nell'occhio-
 La ragazza rimase un po’ sorpresa dal cambiamento del discorso…se n’era quasi dimenticata! Pogiò la testa alla colonnina del letto, facendo scivolare i lunghi capelli dietro le spalle :-Potremmo continuare a studiare i fascicoli quando siamo da soli. Insomma…- tentennò e  si morse un labbro lievemente imbarazzata :- Oh insomma, ci fingiamo... coinvolti sentimentalmente, non credo ci troveranno qualcosa di strano se qualche volta ci appartiamo per conto nostro no?-
 Draco sorrise :-Va bene- soggiunse accomodandosi meglio sul letto :-Allora non ci resta altro da fare che aspettare domani-
 
 
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I due ragazzi,seduti sul divano,fissavano ansiosi il camino,in attesa dei due Auror.
I minuti scorrevano lenti :- Non sarebbero dovuti già essere qui?- mugolò Hermione.
Draco,per tutta risposta,sbuffò.
Un attimo dopo dal camino sbucarono due figure impolverate: gli Auror,anzi LE  Auror. Erano due ragazze,entrambe alte intorno al metro e settanta,magre e dal fisico atletico. Una aveva i capelli cortissimi e neri,l’altra lunghissimi e biondi. Sembravano l’una la nemesi dell’altra.
Hermione subitò si alzò,andando loro incontro :- Salve! Io sono Hermione Granger. Piacere. Lui è- fu interrotta prima ancora di terminare.
:-Draco Malfoy. Attaccapanni?- completò quella con i capelli corti.
I primi minuti si svolsero così: chi andava in bagno,chi si spazzolava la giacca,chi l’appendeva…il tutto in un totale imbarazzo.
L’Auror bionda si presentò :- Ciao,io sono Cheryl. Vengo dall’Oklahoma,forse si sente il mio accento…sarà un piacere passare un po’ di tempo con voi!- squittì tutta allegra,dondolandosi nel suo orribile abitino rosa,come il cappotto. Alla riccia ricordò spaventosamente la Umbridge.
:- Io sono Joan. Vengo anche io dall’Oklahoma,ma è un caso. Sono di Nowhere- Draco trattenne una risatina,che fu notata :- Non vi sarò d’intralcio.- schioccando un’occhiata raggelante alla collega e a Draco,si diresse in cucina.
I due giovani rimasero qualche secondo immobili in salotto,indecisi sul da farsi,osservando distrattamente Cheryl leggere i titoli dei libri sulla libreria.
:- Certo che è strana,QUELLA!- esordì in tono confidenziale,lasciando perdere i libri.
:- Sempre in nero,e poi non è acida? Ah,sarà lo stress del lavoro…- continuò,parlando più con se stessa che con loro.
Arrivata la cena mangiarono tutti insieme e mostrarono alle due ragazze le loro stanze.
:- Ora che si fa Granger?- sussurrò Draco.
:- Andiamo a dormire,perché?- rispose lei con ovvietà.
Lui inclinò un po’ la testa :- Sto seriamente cercando di capire se mi stai prendendo in giro o meno… dove vorresti dormire,di grazia,se l’unica stanza rimasta è la matrimoniale?-
Lei rimase a bocca aperta :- Non ci avevo pensato- ammise.
:- Lo so- rise lui.
:- Ed ora?-
 
 
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Era intento ad infilare la maglietta verde a mezze maniche del pigiama, sbuffando ad intervalli regolari: non aveva mai amato avere compagnia quando dormiva, era un po' una specie di fissazione la sua. Si vergognava a farsi vedere dormire da altri, si sentiva esposto, vulnerabile, e ora, come se non bastasse, avrebbe dovuto dividere il letto con la Granger. Per l'ennesima volta sbuffò, guardandosi allo specchio e portandosi indietro i capelli con una mano, mentre con l'altra prendeva lo spazzolino.
Non vedeva l'ora che quella notte finisse, pensò, apprendo la porta del bagno ed entrando nella camera matrimoniale.
Quella era stata arredata per essere la stanza dei suoi genitori, quelle rare volte che si recavano alla villa. Era arredata piuttosto semplicemente. Torreggiavano un lettone bianco a due piazze e mezzo, che gli faceva tornare in mente quando da piccolo, approfittando dell'assenza dei genitori, si divertiva a saltarci sopra, provando ad andare sempre più in alto obbligando poi un elfo a riordinare tutto senza dire niente al padre. Subito dopo il letto catturava l'attenzione, per le sue notevoli dimensioni, una finestra: alta fino al soffitto faceva entrare la luce lunare illuminando in maniera tenue la stanza. Forse era a causa della finestra troppo grande che la stanza era leggermente più fresca del resto della casa.
Ed ecco lì, immobile al lato del letto, con una rughetta che le compariva sempre in mezzo alla fronte quando succedeva qualcosa che non le andava a genio: Hermione Granger. Fissava il letto come se tra le lenzuola ci fosse un pazzo intenzionato ad avadakedavrizzarla alla prima occasione. Draco poteva quasi immaginare cosa stesse pensando il suo cervellino: “oddio, guarda tu che mi tocca fare! Devo dividere il letto con Malfoy!|
 :-Tranquilla Granger, non faccio i salti di gioia neanche io-
 Come se niente fosse si diresse dall'altro lato del letto rispetto a dove stava ferma lei e si infilò sotto le lenzuola fresche.
 :-Malfoy- lo chiamò lei :-Sei il solito viziato: possibile che ti sia dovuto far incidere le iniziali anche sul pigiama?!- esclamò sbigottita.
 Per un istante lui prese seriamente in considerazione l'idea di mettersi a ridere a quell'affermazione così fuori luogo, ma rispose solo, leggermente acido :-Che c'è che non va nel mio pigiama Granger?-
 :- Troppo... verde, e grigio- mugolò lei.
:-Verde smeraldo e argento mia cara- la corresse sornione lui -sono i colori della mia casata-
La ragazza fece un’espressione leggermente schifata.
 :-Tu invece! Sei molto poco Griffyindor... sembri quasi una bambina- ribatté osservando con occhio critico i pantaloni a pinocchietto e la camiciola rosa che portava. La Granger abbassò il capo portando la sua attenzione alle sue mani che stava sapientemente torturando.
 :-Dimmi- continuò il ragazzo -hai intenzione di restare tutta la notte lì oppure hai intenzione di entrare nel letto prima o poi? Ti assicuro che non ho nascosto nessuna vipera sotto il tuo cuscino- non con il rischio che mordessero anche me, avrebbe voluto aggiungere, ma ritenne più saggio stare zitto, mentre la ragazza, cautamente, scostava in lembo di lenzuolo e si infilava sotto, augurandogli a mezzavoce la buonanotte.
 :-‘Notte Granger-
Nel frattempo Cheryl era davanti lo specchio della sua camera,finendo di darsi le famose cento spazzolate prima di dormire quando un rumore un po’ ovattato la distrasse.
Velocissima afferrò la bacchetta,abbandono la spazzola a malincuore ( era arrivata a 90!) e scese le scale in fretta,cercando di fare meno rumore possibile.
La luce della cucina era accesa,notò,così con cautela vi sgattaiolò dentro,rimanendo però delusa: non c’era nessuno.
Guardinga continuò l’ispezione del pian terreno: prima il salone,poi il salotto,l’entrata ed una stanza simile ad un grande ripostiglio ed ogni volta l’esito era lo stesso: non c’era nessuno.
Scosse la testa un po’ per riprendersi dallo spavento un po’ per quanto era stata sciocca ed ansiosa
:- Cheryl Cheryl…sei troppo nervosa. Probabilmente è l’effetto della presenza di quell’altra…con tutto quel nero..emana pessimismo.- parlando ancora da sola e sghignazzando scioccamente cominciò a riavviarsi verso le scale e la sua camera,più rilassata.
Passando però davanti la cucina si rese conto che non aveva più tanto sonno e decise di prendersi qualcosa da mangiare.
Optò per una bella tazzona di gelato di Ben and Jerry’s,nota marca americana che era solita mangiare a casa. Vi aggiunse un po’ di gocce al cacao sopra e si diresse verso la veranda.
:- Cosa ci fai tu qui?- squittì improvvisamente sorpresa: l’altra Auror,Joan,era in piedi in veranda a trangugiare anche lei un gelato,ormai mezzo sciolto.
L’altra si voltò lentamente e,sollevando un sopracciglio rispose :- Lo stesso che fai tu- accennando allo spuntino di mezzanotte.
:- Non trovi sia stato maleducato da parte tua prendere senza chiedere?- azzardò Cheryl gaia.
:- Non è esattamente quello che hai fatto tu?-  la bionda arrossì per la prima volta.
Rimasero per un po’ in un silenzio imbarazzante.
:- Ehm,come mai non dormi?- ritentò poco dopo.
Joan scrollò le spalle,posando la tazza ormai vuota sul tavolinetto piccolo lì accanto :- Soffro d’insonnia,per quello sono una delle migliori nei casi notturni- accennò una smorfia che somigliava vagamente ad un sorriso :- Tu invece?-
:- Oh io? No nulla,avevo sentito dei rumori ed ero scesa a controllare-
:- Per quello bastavo io- commentò gelida,poi aggiunse in tono meno polemico- Comunque il rumore era dovuto alla tazza che mi era caduta-
La bionda non sapeva cosa dire,non le era mai capitato di avere una compagna di lavoro così difficile :- Parlami un po’ di te- le suggerì- se vuoi- si affrettò a specificare.
Questa volta Joan sorrise sul serio,ed era un bel sorriso,forse per i tentativi di fare amicizia dell’altra:- Di me? Non c’è molto da dire. Sono nata in una famiglia mediamente numerosa,quinta di tutti figli maschi. Nonostante tutto i soldi non scarseggiavano,i miei lavoravano per alte cariche politiche babbane. Loro sono babbani,solo io ed un mio fratello non lo siamo…strano verò?- sentenziò più a se stessa che alla sua ascoltatrice :- Amo la musica ed il buon cibo. E la privacy- sorrise di nuovo.
:- Io sono figlia unica. I miei sono maghi e adoro ballare e comprare abiti. Il mio colore preferito è il rosa-
:- Non mi dire!- la derise Joan.
:- Ti giuro!-
Risero insieme.
:- Torniamo dentro?- propose Cheryl.
L’altra annuì e le porse la mano per aiutarla a rialzarsi dalla pericolosissima sedia a dondolo dove si era seduta.
Con un sorriso stampato in faccia si recarono nelle rispettive camere. 
  
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