XV
Due anni dopo
“E’ arrivata questa per lei, signora…”
Pattie appoggio’ la fetta di pane spalmata di miele sul piatto per prendere la lettera:
“Grazie Sur…” la ringrazio’ inghiottendo il boccone “Credevo fossi andata a portare Loo a scuola!”
“Non piu’!” spiego’ sorridendo “Ha finalmente preso la patente e ha insistito per andare da sola” si allontano’ quindi con un cenno troppo affettuoso nei confronti di George e spari’.
La busta era leggermente stropicciata, di carta ocra, senza mittente; comunque non riconobbe la piccola grafia di chi aveva scritto l’indirizzo. Accanto all’unico francobollo pero’ due timbri di due colori diversi recavano le note dell’ufficio postale ESPRESSO e URGENTE. L’apri’ con il retro della lama del coltello ancora inutilizzato che aveva in mano e vi trovo’ un foglio troppo piccolo e bianchissimo, un biglietto di cartoncino recante un messaggio senza data nella medesima grafia osservata sulla busta: piccola, immacolata, in inchiostro nero.
cara piu’ che a me,
come probabilmente le tue, anche le mie questioni famigliari ti prego, ricominciamo, qualunque cosa accada, la mia idea di te resterà la stessa.
con tutto il mio amore |
Pattie tacque a lungo rileggendo piu’ volte quelle poche righe senza capire, osservata sempre piu’ seriamente dagli invitati e da George.
“Brutte notizie?” chiese preoccupandosi visibilmente Linda McCartney stringendo la mano di Paul. Anche loro avevano dormito li’ dopo aver esagerato la sera prima con l’ottimo vino che pure gli Harrison non avevano toccato affatto.
Sorrise passandole il biglietto prima di ridere irresistibilmente:
“Leggetelo!” disse alla coppia e invitando con un gesto della mano a condividerlo con gli altri “Capirete quanti squilibrati ci sono al mondo!”
“E questo chi sarebbe?” chiese Paul alzando il sopracciglio mentre sbirciava lo scritto in mano alla moglie “Un tuo ex amante o qualcosa del genere?” azzardo’ facendo un occhiolino volutamente esagerato.
Linda gli tiro’ uno scappellotto sulla nuca prima di ridere e scusarsi con un bacio sulla guancia; lui continuo’ a lamentarsi del colpo tastandoselo con la sinistra per tutto il resto della colazione.
“Non ne ho idea!” tossicchio’ Pattie mentre tutti leggevano e cominciavano a ridacchiare progressivamente, sincera ma turbata da quella battuta. Aveva volutamente evitato di parlare di Ron raccontando della vacanza alle Bahamas. In ogni caso quella E. non poteva significare né Ron, né Wood, né nessuno pseudonimo dell’ex amante.
Ringo colse lo spirito dell’affermazione di Pattie e rise di gusto leggendo:
“Favoloso Patricia!” disse con un enorme sorriso “Ormai hai piu’ fans di George!”
Pattie arrossi’ un po’ mentre George le chiedeva serio:
“Probabilmente è qualche fan squilibrato e basta… ma se ti preoccupa possiamo avvisare le autorità e fare presente che ricevi lettere da un pazzo…”
“George, George, George!” Paul si era alzato in piedi e si era messo alle spalle di Pattie, poggiandole le mani sulle spalle “La nostra Pattie è una fotomodella da panico, ok?” disse pacato mentre si spostava alle spalle dell’amico “Quante lettere di pazze isteriche, quante pazze isteriche abbiamo avuto fuori dalla nostra porta, quante frasi pazze ed isteriche abbiamo letto?” tutti risero, tranne Linda che si era portata una mano alla fronte esasperata “Hai una moglie immensamente piu’ bella di quanto fossimo noi e pretendi che non abbia neppure uno spasimante pazzo isterico?”
Pattie, riavuta la lettera, la strappo’ in quattro pezzi e si alzo’ per gettarla nel camino.
***
Tutti erano già tornati a casa, quella sera, e Pattie si trovo’ dopo cena a sorseggiare una tisana davanti al grande fuoco della sala da pranzo. Lontano senti’ squillare un telefono, ma non se ne curo’: avrebbe risposto una delle ragazze.
Lo squillo’ continuo’, insistente.
“Surya?” grido’.
Nessuna risposta.
“Emma?” strillo’, ma si ricordo’ che era il suo giorno libero.
Niente.
“Marie!?”
Sbuffando appoggio’ la tazza fumante e si alzo’ lei stessa e corse pesantemente a rispondere. Le pagava, quelle tre, piuttosto bene, e non si smuovevano neppure per rispondere ad uno stupido telefono; le maledisse mentalmente mentre impugnava con veemenza la cornetta.
“Pronto?”
“Sono io”
Un tuffo al cuore. Quella voce smorzata, quell tono pacato… Eric.
“C-ciao…” bisbiglio’ in risposta.
“Allora, l’hai ricevuta la mia lettera?”
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Detto questo in realtà non ho molto da dire se non ringraziare tutti i recensori di tutto cuore, spero continuiate a leggermi fino alla fine della fic e oltre questa per ben piu' di altri quindici. Per la gioia di alcuni ho fatto riapparire Surya e Loona, anche se per un ruolo marginale. Buona lettura.
Kei, che finalmente ha scoperto perchè era sempre malata.