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Autore: cheekbones    23/01/2012    7 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 21
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Ziva: ... Like it was meant to be
Tony: If you believe in that kind of thing.

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# Ziva e il Ballo


Ziva sapeva e non se ne vergognava.
Non essere esattamente femminile, nel senso poetico del termine, non le aveva mai granchè pesato. Certo, aveva altre cose a cui pensare - tipo sopravvivere. Però non aveva mai avuto grandi problemi col suo corpo, a parte i lividi e i calli spuntati troppo presto per una ragazza così giovane. Neanche vestirsi aveva mai rappresentato un punto di domanda, visto che infilava quello che le capitava a tiro.
Un ballo, però, metteva in gioco tutto.
Per la prima volta in vita sua, Ziva si sentiva una ragazza. Accarezzava lentamente l'abito che Abby le aveva fatto comprare con la forza, dopo averne misurati circa una trentina - senza esagerare. Era molto simile al suo, ma più elegante e svasato, proprio come piaceva a lei.
E l'aveva trovato blu, esattamente come aveva chiesto, senza saperlo, tra l'altro. Le aveva fatto prendere scarpe altissime che costavano una barca di soldi, su cui sicuramente non sapeva camminare. Si era lamentata, Ziva, ma non si era mai sentita così eccitata.
Abby le aveva fatto promettere di andare a casa sua solo col vestito, a trucco e parrucco ci avrebbe pensato lei. Ziva non le aveva mai fatte queste cose, a stento riusciva a truccarsi vagamente la mattina. Però, quel vestito abbandonato sul suo letto, sapeva di rivincita.
Con grande rammarico di Tony, Eli David si era fatto dimettere, così che potesse tornare a casa sua; quando aveva visto il vestito era quasi svenuto, ma non le aveva detto niente, solo una leggera smorfia che pareva un sorriso.
Leni, invece, si era vivamente congratulata e, almeno così le parve, si era anche commossa un pò. Ma Ziva non la potè vedere, perchè era scappata via in tutta fretta. Lei non riusciva a commuoversi, perchè era troppo contenta, anche se evitava accuratamente di darlo a vedere per non apparire ridicola agli occhi degli altri. Chiusa in camera sua, col vestito abbandonato sul piumino, doveva decidersi ad indossarlo per correre a casa di Abby, finire il lavoro e, infine, McGee e Tony sarebbero passati a prenderla con la limousine.
Sorrise.
Mentre suo padre e Leni erano in ospedale, Ziva aveva anche provveduto a dare un pò di colore alla sua nuova stanza: Abby, nei pomeriggi in cui erano state in giro, aveva scattato molte foto; la ragazza aveva anche comprato una lavagnetta di cartone, dove le aveva appese con delle puntine colorate: c'era Abby che sorrideva, loro due insieme con finti sguardi sconvolti, McGee sporco di gelato alla crema, Tony che faceva una smorfia esagerata verso l'obiettivo, Ziva beccata mentre si soffiava il naso e un'altra, scattata a tradimento, di Tony che si chinava a baciarla. Ci aveva messo un pomeriggio intero per scegliere le foto adatte.
Poi aveva svuotato gli scatoloni dei libri che aveva a Tel Aviv, sistemandoli sulle mensole in camera sua. Ci aveva trovato dentro appunti, dediche e ricordi dei pochi amici che aveva in Israele, perfino scarabocchi di Tali da piccola.
Era molto più difficile, quindi, uscire da quella stanza che era diventata, stavolta, davvero sua.
Ma erano le sei e doveva scappare.
C'era qualcuno che la stava aspettando.


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# Abby e il Ballo


Quando erano andate in giro per i vestiti, Abby aveva scelto di dedicarsi al colore rosso ("Non trovi che mi faccia apparire più formosa, Zee?"), anche se alla sua amica le sembrava che le stesse bene un pò tutto. Il suo tocco goth non era andato perso, con gran divertimento di Ziva: gli accessori e le scarpe non lasciavano spazio a dubbi. Ziva era, più che altro, curiosa di come le avrebbe acconciato il tutto.
Suo padre l'aveva accompagnata a casa dell'amica facendole mille raccomandazioni, che lei ascoltò vagamente.
Arrivati, scese velocemente dall'auto, ma Eli la bloccò con un leggero colpo di tosse. Ziva si sentiva un pò ridicola in vestito elegante e scarpe da ginnastica, così spronò suo padre a parlare in fretta - anche perchè la busta di cose che aveva portato con sè pesava parecchio.
"Divertiti!" accennò un sorriso, che per Ziva contava più di mille parole.
"Grazie, papà" rispose al sorriso e corse verso l'entrata, dove Abby la aspettava in accappatoio, bigodini e sguardo terrorizzato. Salutò velocemente Eli da lontano, per poi afferrarla per il gomito e trascinarla su per le scale, diretta verso camera sua.
"ZivaZivaZivaZiva" piagnucolava. "Non so cosa... cosa..." si chiuse la porta alle spalle, per cadere a peso morto sul letto.
"Abbs... stai bene?" ridacchiò Ziva, sedendosi accanto a lei. "Sembri una di quelle spose in crisi prima di andare all'altare!"
Abby si voltò a guardarla malissimo: "Non sei divertente, Ziva! E' l'ultimo Ballo del nostro ultimo anno di liceo e io sto per andarci con Timothy McGee" si tastò le guance infuocate. "Sono così nervosa!"
"Tranquilla!" Ziva alzò le spalle. "E' solo un ballo!"
"Si, certo. Come si vede che non sei americana!" la ragazza prese un respiro profondo, cercando di calmarsi. "Allora... io ora mi infilo il vestito e, prima di levarmi i bigodini, ti trucco e ti sistemo i capelli!" afferrò la custodia nera del vestito e corse in bagno. "Tu comincia a decidere se li vuoi giù o su"
Ziva alzò un sopracciglio e si guardò allo specchio che Abby aveva in camera sua: giù o su? Non aveva mai fatto caso al cambiamento del suo viso, quando li aveva sciolti o alti. Cominciò a giocare con i suoi capelli, cercando di capire quale andava meglio.
Si arrese dopo cinque minuti, con le braccia che le dolevano. Avrebbe lasciato fare ad Abby. Notò il computer acceso e la pagina di Facebook aperta. Sorrise e si sedette alla scrivania: aprì la schermata della chat e vide che c'era Tony in linea.
- Indovina chi sono!
- Hai una pistola e tanta voglia di baciarmi?
- Ho una pistola :)
- Argh! Ciao piccola ninja :* Sei da Abby?
- Già! Mi sta mettendo sotto torchio :( Dramma del Momento: Capelli giù o su?
- Per me sei bellissima sempre, anche col pigiamone :D Mi manca il tuo pigiamone! :( Io invece sono da Tim... HELP.
- ... non credo dobbiate prepararvi come noi!
- No, ma Tim si sta rodendo perchè non sa come comportarsi... è una checca isterica!
- Aiutalo!
- Chi?! Io?! Nooooooooooo!! Ho da fare... devo sistemarmi i capelli!
- LOL
"Che stai facendo?!" strillò Abby, entrando di corsa in camera sua.
"Sto parlando con Tony..." sorrise. La ragazza le strappò la tastiera di mano.
- Sono Abby e tu mi stai distraendo Ziva! CIAO.
- Mi ha contattato lei!
- Sisisisisisisi, come ti pare. Ci vediamo dopo!
- Ok :(
"Poveretto" Ziva alzò gli occhi al cielo. "Abby, ti devi calmare, va bene?! Non capisco cosa avete tu e McGee "
"McGee?! Che c'entra lui?!" chiese, con sguardo infuocato.
"Tony dice che è molto nervoso!" ridacchiò l'altra.
"Oh, andiamo bene!" piagnucolò Abby. "Ci manca solo questo!"
Ziva la afferrò per le spalle, bloccandola. "Andrà bene. Va sempre bene!"
Abby prese un altro respiro. "Certo. Si. Hai scelto, per i capelli?" la fece sedere su una sedia, guardandola di sbieco.
"No, lascio a te la scelta!"





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McGee: ... but it's good to see you, Tony.
Tony: I miss you too, Probie.

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"McGee!" urlò Tony, per la cinquantesima volta. Tim continuava a torturarsi le mani e a girare per la stanza, in senso antiorario.
"Non ce la farò mai, lo so. Appena tenterò di baciarla vomiterò" Tony alzò gli occhi al cielo.
"McGee!" ritentò.
"E quando la inviterò a ballare, le pesterò in piedi. Anzi cadrò, ne sono sicuro"
"McGee!"
"Per non parlare di quando..."
Tony si alzò e lo abbracciò. Tim rimase pietrificato. "Che... che... che stai facendo?"
"Ti sto trasmettendo affetto e comprensione, per darti un pò di fiducia!" sorrise Tony, dandogli anche una pacca dietro la schiena.
"E... come... ?"
"Ho cercato su Google!"
McGee grugnì e lo stacco da sè. "Ma ti pare?!"
"Non sapevo come calmarti!" si difese Tony, estremamente divertito.
"Torna a parlare con Ziva, và!" borbottò McGee, tornando a girare in tondo.
"Ehi, mi stai facendo una scenata di gelosia, Tim?" Tony alzò un sopracciglio, divertito. McGee lo guardò male, di nuovo. "Ok, ho capito l'antifona! Ma senti, se Abby avesse avuto davvero paura di tutte queste cose, di certo non ti avrebbe detto si. Quindi tranquillo!" alzò le spalle e sorrise. "Ti starò attaccato come un francobollo" gli diede uno schiaffo sulla fronte. "... ed eviterò che tu combini casini!"
"Grazie, ma non voglio rovinarti la serata con Ziva!"
"Lo faccio volentieri!"
"Tony..." gli spuntò un sorrisino sulla faccia. "Non è che hai paura di rimanere da solo con Ziva, vero?"
"Certo che no, cosa vai a dire?!" si difese, arrossendo però sulle guance.

"Può fermarsi qui, grazie!" esclamò Tony, arrivati a casa Sciuto. L'autista della limousine aveva rallentato, per poi fermare la macchina. Tony deglutì, nervoso. McGee, invece, sembrava mortalmente pallido e l'amico si preoccupò di farlo scendere subito dall'auto, prima che vi vomitasse dentro. "Andiamo, McGalante" scese dalla vettura e si sistemò il colletto dello smoking che aveva acquistato qualche mese prima.
Visto che Tim tremava dietro di lui, col fiore da polso in mano per la sua dama, si incaricò di bussare.
Ad aprirgli fu la signora Sciuto, munita di macchina fotografica e un sorriso quasi terrificante, tanto era luminoso e largo. Con un gesto li invitò ad entrare e Tony ricordò l'handicap di cui era affetta: preso dalla foga del ballo se ne era scordato.
La signora Sciuto li spinse fino in cucina; Tony non si aspettava di vedere ancora nessuna delle due ragazze: dovevano scendere dalle scale con lo strascico del vestito, arrossire e prendere le mani dei loro cavalieri.
Si doveva fare così. Almeno poteva prepararsi psicologicamente all'idea di Ziva in abito da sera.
E, invece, la sua ragazza si trovava in cucina, vestita di tutto punto, a chicchierare col fratello di Abby e, tra le mani, un pacco enorme di biscotti al cioccolato. "Ciao!" trillò all'indirizzo dei due ragazzi.
McGee non aveva la forza di dire alcunchè, si limitò a guardarla ammirato. Tony, semplicemente, sentì la bocca secca e il calore farsi strada lungo il collo: era stupenda - ma Stupenda non rende nemmeno l'idea.
Il vestito non era casto come aveva immaginato, ma lasciava vedere le gambe sode e lucide di Ziva, un autentico colpo al cuore - per non dire qualcos'altro. Era ben truccata di blu, come i toni del vestito, e tacchi vertiginosi che le fasciavano le caviglie. Si era piastrata e i capelli erano tirati su in una coda elegante, che la facevano sembrare più alta di quel che era.
Anche lei non era rimasta indifferente alla mise del suo ragazzo in smoking: sorrise, osservando i capelli non impomatati, ma piegati da un semplice colpo di spazzola, che lo rendeva decisamente sexy. Ziva non ci era abituata.
Si fissarono tutti e due abbastanza sconvolti e rossi, prima che lei si ricordasse di avere tra le mani dei biscotti al cioccolato.
"Oh, ehm... Abby mi ha proibito di mangiare a mezzogiorno e... avevo fame, così..." tossicchiò e il fratello di Abby, divertito, li afferrò per riporli nel mobile. "Non è bellissima?" sorrise, ammiccando verso Tony. "Mia sorella sta per scendere"
McGee annuì, la gola in fiamme.
"State... mh... bene!" sorrise ad entrambi, alzandosi in piedi. Ci sapeva fare sui tacchi, anche se gli facevano un male cane.
"Anche tu" McGee sorrise lievemente. Notò che Tony non diceva niente, così gli tirò una gomitata, facendo ridere tutti.
"Scusa" sfiatò. "E' che... non... ci sono... abituato" arrossì e si avvicinò a lei, per darle il fiore da polso. "Sei una favola!" sorrise. "Posso baciarti o ti levo il trucco?"
Ziva ridacchiò: "Mi sono già tolta il pasticcio che Abby mi aveva fatto sulle labbra mangiando i biscotti!"
"Sei previdente, brava!" rise e si sporse a baciarla. Ziva, divertita, gli morse il labbro inferiore.
"Mia sorella sta scendendo!"
Tutti e tre corsero alla scale dove, come nei migliori film, Abby stava lentamente scendendo. Era bellissima e Tony le fece l'occhiolino, così come Ziva. McGee, invece, parve stranamente riacquistare colore e le andò velocemente incontro, per darle il suo fiore da polso.
"Sei bellissima, Abby!"
"Hai capito, il McFarfallone... !" sussurrò Tony all'orecchio di Ziva, che rise.
"Grazie, Tim" arrossì la ragazza. "Oh, mia madre vuole farci una foto" alzò gli occhi al cielo e tutti e tre videro la madre di Abby mettersi in posa con la macchina fotografica.
"Dite: Ballo!" strillò Tony.

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"Bello!" si entusiasmò Ziva, stringendo per qualche minuto la mano di Tony.
La Woodrow High School sembrava totalmente diversa di sera, addobbata per il Ballo, e con tutti gli studenti muniti di vistosi sorrisi gioiosi. I ragazzi scelti per addobbare la palestra, in particolare, aveva scelto colori caldi e luci bianche sfavillanti, oltre che un numero enorme di palloncini colorati. Ziva sembrava una bambina in mezzo a tutti quei colori e Tony non potè evitare di sorridere divertito, vedendola afferrare un palloncino giallo per giocarci. "Vero, eh?" sussurrò Abby, felice.
"Si sono dati da fare!" osservò McGee, con la sua dama sottobraccio.
"Non mi stupisco" Tony sorrise. "Il preside li avrebbe fatti fuori se... Ziva dov'è?!" il tempo di voltarsi e lei non c'era più. Si guardò in giro, mentre McGee ed Abby prendevano un tavolino per quattro persone. La cercò in lungo e in largo, finchè non la vide di fianco al professor Gibbs, intenta a parlare fitta fitta.
"Prof! Sta benissimo in abito da sera" si complimentò, baciando la nuca di Ziva.
"Glielo stavo dicendo anche io" annuì la ragazza. "Sicuramente anche la dottoressa Stevens gliel'avrà fatto notare..." i due studenti scoppiarono a ridere, ignorando il borbottio contrariato di Gibbs: non lo prendevano più molto sul serio da quando stava con Shannon.
"A proposito, dov'è? Vorrei... ringraziarla" balbettò Ziva.
"Oh, dovrebbe essere in bagno, per controllare le ultime cose. Appena torno te la chiamo, ora pensate a divertirvi!"
"Ci penso io, prof!" Tony afferrò Ziva per i fianchi e la trascinò con sè verso la pista di ballo.
"Non so ballare, Tony!"
"Perchè, secondo te io so ballare?!"
Le circondò la vita con un braccio ed inspirò il suo profumo: Ziva sapeva di buono, non aveva un odore particolare. Se ne era accorto quando ancora dormiva con lui - Bei tempi, quelli!, e non riusciva a non notarlo ogni volta che le stava vicino. Ziva gli circordò il collo con le braccia, sorridente, ignorando la musica di sottofondo e gli sguardi di Jeanne Benoit poco lontano.
"Sono così..." cominciò.
"Felice?" la aiutò Tony, sorridendo.
"Si. Si, sono felice" gli sorrise anche lei e si alzò sulle punte per baciarlo. Tony socchiuse la bocca e la lasciò fare, per una volta. Lasciò che fosse lei a condurre, ad essere irruenta, a dirgli quello che non riusciva a dire a parole.
"Ti amo, Zee" le sussurrò, ad un passo dalla sua bocca: non si aspettava che lei rispondesse, sentiva solo il bisogno di dirglielo. Sorprendentemente non la vide arrossire, nè farsi pallida, nè fare alcuna smorfia. Si limitò a scuotere la testa divertita.
"Anche io ti amo, Tony"


ghfhfgh


"Ti va di ballare?"
"Oh, non penso sia una buona idea!"
Abby mise il broncio, tirando la manica dello smoking del suo accompagnatore. "Dai, Tim! Guarda Tony e Ziva!" e indicò un punto della sala, dove la coppia si stava muovendo a ritmo di una canzone latina che lei non aveva mai sentito. Ziva era brava - il che era stupefacente, non le aveva detto di saper ballare!, invece Tony inciampava ogni tre per quattro, ma non sembrava un problema per nessuno dei due.
Ogni tanto ci scappava un bacio e la scena aveva intenerito talmente tanto Abby, da volerli raggiungere.
"Ti prego!" piagnucolò.
"Ecco... io... prima..." si schiarì la voce e si voltò meglio verso di lei. "C'è qualcosa di cui ti vorrei parlare Abby"
La ragazza lo guardò dubbiosa ed annuì.
"Io... Abby, tu mi piaci da un sacco di tempo" confessò. "Solo che non ho mai avuto il coraggio di dirtelo perchè era troppo difficile e noi eravamo amici. Sarebbe stato stupido rovinare il nostro rapporto e io non volevo in nessun modo allontanarti da me. Lo so, ho sbagliato, avrei dovuto parlartene prima ma non trovavo le parole! E poi Tony mi ha messo tutte quelle storie in testa, ho dovuto sopportare di vederti con altri che non erano me e... Dio. Poi c'è stata questa cosa del Ballo e quando mi hai detto si... io volevo solo dirti che non... non ti ho invitata da amica, Abby. Certo, ti voglio bene, ma non voglio la tua amicizia. E se dicendolo sto rovinando tutto lo accetterò..."
"Verresti a ballare?" ripetè Abby, stranamente seria.
Tim la guardò accigliato: "Bè... per te, lo farei"
"Non avevo bisogno di altro" gli sorrise e lo attirò a sè per baciarlo.

"Shannon? Shannon? Dove sei?" urlava Gibbs per i corridoi della Woodrow.
"Jethro! Sono qui!" il professore deviò per il bagno delle donne ed entrò senza bussare. Shannon, col suo adorabile vestito verde a pieghe, guardava preoccupata una chiazza color oro sul pavimento.
"Qualcuno ha messo alcool nel ponch" sospirò il professore, grattandosi la fronte.
"Direi proprio di si" Shannon si tappò il naso con due dita. "Non ho il coraggio" e indicò con la testa una scopa e un panno umido.
Gibbs sospirò: "Faccio io" prese la scopa, che avvolse nel panno, e cominciò a pulire lo scempio sul pavimento, gettando tutto il vomito catturato dal panno in un secchio mezzo pieno d'acqua.
"Che serataccia" sillabò Shannon, poggiandosi ad uno dei lavandini. "Però... stai bene in smoking" inclinò la testa, per guardargli il sedere senza che se ne accorgesse. Ma Jethro scoppiò a ridere e la guardò con la coda dell'occhio.
La donna arrossì: "Scusa. Il bagno non mi funge da doccia fredda"
"Vuoi sposarmi, Shannon?"

"E' orribile. E' davvero, davvero orribile" Abby fece una smorfia, accavallando le gambe. Molti ragazzi si voltarono a guardarla ammirati per quello stacchetto involontario. McGee si spostò lievemente per coprirla, senza dare nell'occhio.
"Il color borgogna le sta malissimo, in effetti" annuì Ziva, affondando il cucchiaino nel suo gelato. Tony aprì la bocca e Ziva gli diede il suo boccone. "Poteva anche usare l'argento. La sua pelle è perfetta per quel colore!" annuì.
"La smettete?" ridacchiò Tim, circondando le spalle di Abby con un braccio. "Non è carino!"
"Oh, andiamo!" Ziva fece una smorfia. "Jeanne Benoit è tutta la sera che cerca di fulminarmi con lo sguardo..."
"E' gelosa" Tony le morse il lobo dell'orecchio, facendola ridere.
"Forse. Il mio cavaliere è più bello del suo!" si vantò Ziva, finendo velocemente il suo gelato.
"Vincent non è mai stato un gran pezzo di ragazzo" scosse la testa Abby. "Ziva, non dovresti mangiare così tanto! Sarai incinta?" la prese in giro. Tony soffocò con l'ennesimo cucchiaino di gelato, offertogli dalla sua ragazza.
"Si e come? Per opera dello spirito santo come la Madonna?" alzò gli occhi al cielo. "Sono solo affamata, per colpa tua sono ventiquattro ore che non tocco cibo... e poi lo stress mi fa mangiare" si grattò il naso, sovrappensiero. "Devo fare la pipì!" si illuminò. "Abby mi accompagni?"
"Con tutto quello che hai bevuto, ci credo" la goth scoppiò a ridere. "Si, vengo!"
Lungo il corridoio, Ziva si tolse le scarpe, sospirando beata: "Finalmente!"
"Quasi, quasi..." Abby la imitò, saltellando su un piede solo. "Spero che il bagno sia..."
"Vuoi sposarmi, Shannon?" le ragazze deglutirono e si guardarono eccitate. Ziva sillabò qualcosa, che Abby interpretò come un: è Gibbs!
"Stai... dici sul serio?"
"Si!"
"E me lo chiedi mentre spazzi via del vomito?!"
"Effettivamente..." dissero in coro Ziva e Abby, per poi tapparsi la bocca a vicenda.
"Non è molto elegante, forse!"
"Forse?! E' sicuramente non elegante...! Però... non vedo perchè dovrei dirti di no..."
Sentirono un singhiozzo dall'interno e poi della stoffa che svolazzava. Abby teneva la mano sulla bocca per evitare di dire altro, mentre Ziva sorrideva con gli occhi lucidi alla porta socchiusa del bagno.
"Io..." sussurrò. "Vado a dirlo a Tony!"
"Io a Tim!"
Corsero di nuovo verso l'interno della sala, a piedi nudi.

Questo è l'anno migliore che mi potesse capitare!


















The End.
(?)










Maia says:

E' stato straziante scrivere questo capitolo finale :')
Avviso però che MANCA L'EPILOGO, che sarà... uhm... un pò speciale, quindi non ve lo perdete.
Mi sa che non scrivo nient'altro, perchè se no scoppio a piangere e voi non volete che Maia pianga, vero? :')
Bene.
Troppo tardi, mi sono commossa.

CATTIVI!






 
  
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