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Autore: Molly182    23/01/2012    2 recensioni
Prendere un aereo non era mai stato così difficile come in quell’istante! C’era in gioco tutta la mia vita, i miei sogni e la speranza di stare bene, una volta atterrata.
P.s. La maggior parte dei capitoli sono accompagnati da delle canzoni che si trovano linkate nella storia :)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap 5
Le mostrai il piano terra, guardava la casa attentamente.
“Certo, la casa non sta cadendo a pezzi anzi è in ottime condizioni solo che ha bisogno di un’imbiancata alle pareti”, mi giustificai.
“Non è un problema, è davvero stupenda!”, mi sorrise.
“Vieni, ti mostro quale sarebbe la tua stanza”.
Salimmo le scale fino al piano superiore e percorrendo il corridoio mi fermai davanti a una porta, esattamente di fronte alla mia camera.
“Mi hai lasciato la camera col balcone?”, mi chiese impressionata.
“Sì, ehm io preferivo quella che affacciava sulla strada, spero che non sia un problema?”
“È perfetta!”, disse realmente felice. “Davvero, quando posso portare le mie robe?”
“Per me anche subito”, le risposi ridendo. “Vieni”, le dissi scendendo giù per le scale ed entrando in cucina.
“Davvero, mi farebbe piacere se fossi te la mia coinquilina”, le sorrisi. “Sono nuova di qui quindi non conosco molta gente e visto che mi sembri un tipo a posto, non credo che mi strangolerai con delle calze a rete durante la notte, giusto?”, le chiesi sempre col sorriso stampato sul volto ma che pian piano svaniva a una sua non risposta. “Vero?”, richiesi preoccupata.
“Certo”, disse lei pochi secondi dopo scoppiando a ridere. “Non per vantarmi, ma non canadesi non abbiamo la minima capacità di fare male nemmeno a una povera e indifesa mosca”.
“Meno male”, mi lasciai scappare insieme a un sospiro di sollievo. “Beh, come puoi vedere, la stanza è libera da subito e come dicevo prima, ci terrei davvero che tu venissi a stare qui, so che posso sembrare disperata e questa può sembrare una supplica ma davvero…”, m’interruppe.
“Non saprei, la tua proposta è allettante ma sai, ho visto molte altre case e ce n’era una in particolare che mi ha attirato, è di una ragazza non so se la conosci, si è trasferita da poco, quindi...”.
“Quindi è un si?”
“Solo per la stanza”, disse ridendo.
“Ah beh, se è così, allora... ” risi insieme a lei.
“Comunque non mi hai ancora detto quanti anni hai”.
“Ne ho ventuno”
“Non c’è così tanta differenza tra di noi, io ho solo tre anni più di te”.
“Beh, potresti farmi da sorella maggiore”
“In teoria, ma penso che sia un ruolo più appropriato a te, senza offesa”.
“Credo che tu abbia ragione, per la mia età mi definisco piuttosto noiosa”.
“Suvvia, stando con me cambierai radicalmente”.
“Dovrei preoccuparmi?”
“Fidati di me”, mi rassicurò. “Sai, ci vedo già le domeniche mattine a preparare pancake caldi e tazze di caffè bollenti”, disse sedendosi al tavolo insieme a me.
“Mi hai proprio letto nel pensiero”, le sorrisi. “Comunque, vuoi una mano per portare qui le tue cose?”
“Mi saresti d’aiuto”
Era fatto! Avevo trovato una coinquilina e ora stavamo portando i suoi oggetti in casa mia, anzi, nella nostra casa.
Ero rinchiusa nella mia stanza a sistemare i vestiti, che avevo rimandato, mettendoli nell’armadio. Sbirciando nella mia borsa ritrovai il volantino che quel ragazzo mi aveva dato e mi venne un’idea.
“Nicole?”, la chiamai scendendo le scale.
“Si?”
“Ti andrebbe di andare a uno show?”
“Che tipo di spettacolo?”
“Non saprei, oggi un ragazzo mi ha dato questo”, le porsi il volantino. Lesse attentamente e non  disse niente, sembrava quasi impietrita. “Ehi”
“Come hai avuto questo foglio?”
“Me l’ha dato un ragazzo stamattina”.
“Devi assolutamente dirmi chi era questo ragazzo, davvero come sei riuscita ad averlo?”, stava camminando avanti e indietro per la stanza.
“L’altra sera un ragazzo, un certo Thomas, mi ha dato un passaggio dall’aeroporto e stamattina l’ho incontrato al negozio di CD e mi ha dato questo volantino, penso che l’abbia fatto per gentilezza”.
“Sai il cognome del ragazzo?”
“Non credo che me l’abbia detto, indossava un berretto che li copriva metà volto e poi aveva una strana voce irritante”.
“Oddio, davvero non ci credo!”
“Cosa?”
“Hai conosciuto Thomas DeLonge e non hai la più pallida idea di chi lui sia”.
“Lo conosci anche te?”, chiesi come se fosse una cosa normale. “È per caso un atleta?”
  “Atleta? Ah, ti riferisci per la sua altezza! No, niente del genere e poi con i piedi che ha farebbe solo casini”.
“Molti giocatori di basket hanno i piedi lunghi”, le feci notare.
“Davvero, ma da dove arrivi? Sei sicura di essere di New York?”
“Sì, credo di si”
“Beh, lo avresti scoperto ugualmente vendendo quel ragazzo sul palco e non sul pubblico”, sembrava che si fosse calmata. Si sedette sul divano e iniziò a spiegarmi la situazione. “Allora, Thomas suona la chitarra e canta in una famosa band chiamata Blink-182 e quello che ti ha dato è uno dei rarissimi volantini per accedere allo show privato che terranno prima di pubblicare il loro album così da far sentire qualche nuova canzone”“.
“Capisco”
“Ti prego, ti prego, ti prego, ci andiamo?”
“Sai, non pensavo che ti piacessero”
“Spero che tu sia sarcastica”, le sorrisi.
“Tu sei pazza”
“Su questo ho i miei dubbi su chi delle due sia quella pazza”, ridemmo entrambe e mi sedetti sul divano di fianco a lei.
“Mi spieghi cosa ci trovi di straordinario in Thomas?”
“Tom è un bel ragazzo, anzi è così sexy, e anche Travis non è un brutto ragazzo, però secondo me è un po’ troppo magro ma il mio preferito è Mark. Dio! Mark ha dei buffi capelli che battono la forza di gravità e poi è così bello e ha due occhi magnifici azzurri, dove riesci ad affogarci dentro e il suo sorriso... penso di essermi innamorata di lui”.
“Beh, spero vivamente che tu possa diventare la moglie di questo Mork ma... “.
“Mark” mi corresse.
“Sì, Mark ma non so se sarebbe il caso di andarci, cioè se vuoi puoi andarci te io preferisco stare a casa, finisco di sistemare delle cose e magari mi leggo un libro”.
“Stai scherzando spero!”, mi disse. “Tu vieni a questo concerto eccome, crollasse il mondo. Devi far sapere a Thomas che sei venuta ad ascoltarlo e indi per cui andremo sotto il palco”.
“Questo piano ha un secondo fine, vero?”, dissi un po’ scettica ma comunque ridendo. “ E comunque perché mai dovrebbe volerlo sapere”.
“Lo so io il perché... ”, rise.
“Va bene”, mi arresi. “Ci andiamo ma sappi che lo faccio per te e solo perché non mi rifiuto mai di andare a qualche concerto”.
“Grazie”, mi saltò addosso. “Già mi stavi simpatica prima ma ora che so che conosci Thomas DeLonge ti adoro”.
“Approfittatrice”, risi.
   
 
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