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Autore: Beapot    23/01/2012    4 recensioni
Ci sono 19 anni da riempire tra la fine della guerra e l'epilogo scritto dalla Rowling. Un dopoguerra non è facile neanche per i vincitori, forse soprattutto per loro. Dove si trova la forza per rinascere dalle proprie ceneri, come le fenici?
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NdA: secondo capitolo in due giorni, ma vi avevo anticipato che ci sarebbe stato :)
So che avevo detto che sarebbe stato dal punto di vista di George, ma al momento della scrittura si è praticamente steso da solo.
Beh, che dire... spero che non vi deluda ^^
Enjoy it! 
Bea


Come le Fenici

 

 

CAPITOLO XII

 

 

POV Fred

 

 

Aspettavo questo momento.
Forse un po' lo temevo, ma sapevo che sarebbe arrivato.
Sapevo che non mi avrebbe lasciato andare tanto facilmente.
Il mio gemello è in piedi davanti a me e mi guarda con gli occhi sbarrati.
Io sapevo che sarebbe successo, ma lui?
Come poteva pensare di rivedermi così presto?
Non sono che un'ombra, ora.

«Fred»

Il mio nome.
Pronuncia solo il mio nome e mi fa venire voglia di urlare.
Non ha fatto male morire.
Non ho sofferto lasciando questa vita.
Quello che mi distrugge è sapere che loro continuano a soffrire ogni giorno.
Sapere che lui continua a soffrire ogni giorno.

«Sei... un fantasma?»

È confuso.
È spaventato.
Mi guarda come non ha mai fatto prima.
Ha paura di me.

«Non esattamente»

Cerco di sorridere.
Vorrei sbeffeggiarlo come al solito, ma come faccio?
Non so nemmeno io cosa sono.
Cosa dovrei fare?
Non sono che un'ombra.
Più di un fantasma e meno di un uomo.
E se adesso scappasse da me?
Cerco di non esternare la mia paura mentre lo vedo irrigidirsi.
Non si muove, non si allontana.

«Noi non volevamo diventare fantasmi»

Lo sguardo vuoto davanti a sé.
Non riesce a capacitarsi di vedermi così.
Non sono più niente.
Annuisco.

«Lo so»

So che avevamo detto che non saremo stati fantasmi.
Eravamo troppo forti per scegliere quella via.
Fred e George se ne sarebbero andati in grande stile.
Lo avevamo deciso insieme.
Quando facevamo programmi sul nostro futuro insieme.
Il nostro negozio, i nostri matrimoni, i nostri figli che avrebbero seguito le nostre orme.
Dovevamo invecchiare insieme.
Non sarei dovuto essere un'ombra indefinita.
Un'anima perduta che non sa a quale mondo appartiene.
Sarei dovuto essere al suo fianco.

«Non tornerai, vero?»

La voce incrinata, consapevole.
Ha capito che non sono più.
Sa che niente sarà più come prima.
Perché io non tornerò.
Perché non posso farlo, anche se vorrei.
Vorrei tornare per lui, perché non sopporto di vederlo spegnersi ogni giorno di più.
Vorrei tornare per lui, perché Ginny è forte e si riprenderà.
Ron si farà una famiglia e andrà avanti.
Mamma e papà ce la faranno, ma lui no.

«Non posso, lo sai. Ma tu devi andare avanti»

Dirlo ad alta voce mi distrugge.
Leggo il dolore nei suoi occhi.
Il suo viso si irrigidisce e le sopracciglia si aggrottano.
Rabbia.
Frustrazione.
Lacrime che si affacciano da quegli occhi troppo simili ai miei.

«Non doveva andare così! Non puoi lasciarmi solo!»

Inizia a urlare.
Le sue mani fremono e il viso si arrossa.
Non si rassegna.
Non l'ho mai visto perdere il controllo a questo modo.

«Perdonami»

Non odiarmi per davvero.

Non ho scelta.
Nessuno ne ha in questa situazione.
Se avessi potuto scegliere, avrei sofferto al posto suo.
Anche se avrebbe voluto dire farlo morire al posto mio.

Perché sai, George, la morte non è così terribile.

Non c'è niente che faccia male qui.
Non c'è sofferenza, se non quella che viene dalle persone che abbiamo lasciato su questo mondo.
Ma mi hanno detto che dopo qualche anno non c'è più nemmeno quella, perché anche chi ci ha pianto fino allo sfinimento finirà per lasciarci andare.

«Avevamo promesso che saremo stati sempre insieme»

Siamo stati ingenui, George.

Non si fanno promesse che non si possono mantenere.
Siamo stati incauti e lui soffre anche per questo.

Ti piacerebbe qui, George, ma non è ancora arrivato il momento di raggiungermi.

«Sono vuoto senza di te»

Abbassa la voce.
Abbassa lo sguardo.
Non mi guarda più e lo ammette piano.
Lente lacrime silenziose gli rigano il volto.

«Chi vuoi che lo noti? Sono tutti troppo impegnati a guardare il tuo orecchio mancante»

Un sorriso gli increspa le labbra.
Siamo sempre stati bravi a ridere insieme.
È più facile, quando si ride.
Alza di nuovo lo sguardo su di me e continua a sorridere scuotendo lentamente la testa.
Rassegnato.
In fondo lo sa da quando mi ha visto apparire.
Sa che non posso tornare.
Con una risata è tutto più facile, ma dentro di me so che ha ragione.
Sarà vuoto, come lo sono io.

«Abbiamo sempre mantenuto le promesse»

Si rabbuia di nuovo.
Continua a soffrire.
Non vuole lasciarmi andare.
Sembra un bambino capriccioso.
Solo.
Facevamo insieme anche i capricci, niente ci ha mai diviso.
Abbiamo riso e pianto per gli stessi motivi.
Insieme.
E ora siamo soli.

«Non ti lascerò solo. Anche se sarò da quest'altra parte io sarò con te. Manterrò la mia promessa»

Sono sicuro di poterlo fare.
Io non lo lascerò solo.
Non posso farlo.
Non lui, non mio fratello.
Non l'altra metà di me.
Sarò sempre al suo fianco, e lui deve saperlo.
Deve sentirlo.

«Ma devi andare avanti»

Ho davvero bisogno che lo faccia.
Lui ne ha bisogno.
Deve continuare a vivere e farlo per me.
Per sé stesso.
Per la nostra famiglia.
Deve continuare a vivere, e deve farlo ridendo.
Deve essere forte, perché io manterrò la mia promessa.
È difficile, lo so.
Lo leggo nel suo sguardo insicuro e spento.
Non sarà affatto facile per lui.
Ma non sarà solo.
I nostri sguardi si incrociano.
Immagine speculare gli uni degli altri.
Sorride, si sforza.
Sorride e annuisce.
Anche lui manterrà la sua promessa, perché sa che rimarrò al suo fianco.

«Addio, Forge»

Finalmente sereno.
Finalmente leggero.
Ha capito, ha accettato.
Può lasciarmi andare.

«Arrivederci, Gred»

Mi sovrappongo alla sua ombra mentre il sole la proietta su un tronco.
Gli passo affianco e gli lancio un ultimo sguardo complice prima che lasci andare la pietra.
Lo vedo sorridere prima di svanire di nuovo, e so che mi ha lasciato andare.
So che ora avrà la forza di andare avanti.
E la avrò anche io.

   
 
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