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Autore: Jane The Angel    05/09/2006    0 recensioni
Una breve storia scritta per il concorso del GTT, parole in corsa, di quest'anno. L'ho spedita ma o scordato di inserire il modulo di iscrizione, quindi non era valida... commentucci?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Oh, andiamo Miriam, non puoi non aiutarmi!-

-Scommettiamo? Eccome se posso, vedi? Ti sto dicendo di no, quindi smettila di…-

-Andiamo, Miriam, non puoi lasciarmi da sola! Ti ho aiutata con quella tua storia dei cartelloni, ora tu devi aiutare me.-

-Chiederti di aiutarmi ad appendere cartelloni per pubblicizzare la mostra fotografica di mio fratello è una cosa, quello che mi chiedi tu è ben diverso!- ribattei, ancora incredula per la proposta di Lisa.

-Fantastico, ti credevo un’amica! Perché non vuoi aiutarmi?-

-Perché è una pazzia, Lisa! Finirà male, non dovresti farlo nemmeno tu!- cercai di convincerla.

Non ha funzionato, non si è convinta. Sono passati quattro giorni da quando Lisa mi ha chiesto di aiutarla e mi trovo seduta su una panchina nel corridoio di questo schifoso ospedale da più di tre ore, maledicendomi per non essere riuscita a fermarla. Lisa, la mia migliore amica, ora si trova dietro la porta che sto fissando da quando sono arrivata. Dalla sala operatoria a intervalli regolari escono medici e infermieri, ma nessuno sembra avere qualcosa da dire a me o ai genitori di Lisa, seduti sulla panca dall’altra parte del corridoio insieme a Luca, il loro bambino di tre anni, il fratellino con cui lei litigava continuamente. Dubito che Luca abbia capito perché si trova qui, ma sia io che i suoi genitori sappiamo benissimo il motivo: loro figlia, la mia migliore amica, si trova su una barella, o su un lettino, circondata da medici e infermieri che cercano di estrarre il proiettile che giace, a quanto o capito, pericolosamente vicino al cuore.

Mi vengono in mente tutte le lezioni di anatomia seguite a scuola: se avesse colpito il cuore? O l’aorta? Se i polmoni fossero danneggiati? Cosa succederebbe allora? Cerco di evitare di pormi questa domanda, o almeno cerco di non pensare alla risposta, ma è impossibile. So bene la risposta, se i danni fossero troppo gravi le conseguenze potrebbero essere dure da sopportare. I sensi di colpa mi fanno compagnia in questo momento, non si staccano da me, e inizio ad odiarli, e contemporaneamente inizio ad odiare me stessa. Lisa mi ha chiesto di non dire niente a nessuno, io l’ho accontentata. Codarda. Sapevo di non dovermi fidare di quelle quattro, che si sarebbero messo nei casini trascinando con loro anche Lisa. Ma non ho detto nulla, ai genitori di Lisa, ai miei, alla polizia.

Quelle pistole giocattolo sembravano troppo vere, troppo realistiche. Il poliziotto che si trovava al supermercato non le ha riconosciute. Sono entrata anche io nel supermercato, ma sono rimasta in disparte, lontana da quelle cinque ragazze che minacciavano la clientela e gli inservienti mentre una di loro costringeva la cassiera a svuotare la cassa. Sono rimasta in disparte e ho visto Lisa mirare a un bambino. La pistola era finta, naturalmente, ma non lo era quella del guardiano del supermercato che, vedendola puntare l’arma contro un bambino, non ha esitato a sparare. Le altre quattro, che si dicevano sue amiche, sono scappate. Io sono salita in ambulanza con Lisa, l’ho accompagnata fino a qui, in ospedale. Ero con lei prima che svenisse, l’ho sentita commentare –Poliziotto schifoso.- e l’ho vista perdere i sensi. Poliziotto schifoso, come se fosse stata colpa sua.

Arrivati all’ospedale hanno subito portato Lisa in sala operatoria per cercare di estrarre il proiettile e bloccare l’emorragia. Io intanto ho telefonato ai suoi genitori. Mi ha risposto la madre, aveva un tono allegro, ma è scoppiata a piangere appena le ho detto ciò che era accaduto. La famiglia le vuole bene, non ha problemi di denaro, ma ha tentato di derubare un supermercato.

È passato un mese da quel giorno Lisa non è morta. Ci ha avvertiti un medico, ricorderò quel momento per sempre. È uscito dalla porta che io stavo ancora fissando. I miei genitori erano arrivati da qualche ora, ormai, e si erano seduti accanto a me dopo aver scambiato qualche parola con i genitori di Lisa. Il medico si è tolto i guanti e la mascherina. I genitori di Lisa si sono precipitati da lui, io sono scattata in piedi.

-È andato tutto bene.- ha detto –Ha lottato finchè non è riuscita a vincere. È una ragazza forte.-

Balle. Lisa era debole, e lo è ancora. Si è lasciata convincere da quattro sbandate a fare una rapina a mano armata, ed ha rischiato di morire a diciassette anni solo per una stupida prova per entrare in uno stupido gruppetto. Lisa era la mia migliore amica, ma non è forte, così come io non lo sono. Mentre ero seduta in ospedale aspettando che ci dicessero qualcosa ho cercato di convincermi di non avere colpe, ma non ci sono riuscita. Non ci sono riuscita perché non è vero. Sono colpevole di ciò che è successo quanto lo è Lisa e quanto lo sono le sue quattro complici. Perché? Perché non ho detto nulla. Ho cercato di convincerla a lasciar perdere ma non ho fatto nulla di concreto.

Le faccenda della rapina è finita su tutti i giornali della città. Gli articoli scritti dai giornalisti di cronaca hanno dipinto Lisa come un’adolescente in crisi, traviata dalle cattive compagnie. Tutti le hanno tolto dalle spalle il peso della responsabilità. Lisa è tornata a scuola da quattro giorni, ma non le ho parlato. La pensa come i giornalisti, come la sua famiglia, come tutti i genitori dei nostri compagni e come tutti gli altri. È convinta di non avere colpa, parla della faccenda dipingendosi come una vittima. Non lo è. Ha sempre avuto la scelta, così come l’ho avuta io. Avrebbe potuto dire di no, non seguire quelle quattro, lasciare perdere l’intera faccenda, ma non l’ha fatto. Ed ora è diventata un’eroina sopravvissuta ad un tragico incidente, mentre io sono segnata a dito per non aver avvertito la polizia. Bene, si tenga la gloria, non mi interessa. Ma se non capisce quanto è sbagliato ciò che ha fatto, cosa le impedirà di farlo di nuovo?

_______Nota di Herm90

Ci tenevo che qualcuno la leggesse anche se non sono riuscita a partecipare al concorso, quindi... ecco qui!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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