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Autore: Willow Whisper    24/01/2012    1 recensioni
Questa ff é arrivata seconda al contest "Di pasticci e capricci" indetto dal CoS.
"Amava correre scalza sul prato fuori casa, inventare storie e filastrocche per i fratelli minori, Malcolm e Robert Jr., leggere libri col suo gatto nero e grasso sistemato sulle gambe e, per finire, amava cercare tesori sepolti."
Minerva McGranitt é uno di quei personaggi che non si possono non amare, credo. Ci si affeziona a lei anche se ci viene presentata come una donna austera, poiché nasconde un animo gentile ma al tempo stesso deciso.
Della sua infanzia sappiamo che é nata da madre strega e da padre babbano, che ha due fratelli minori e che la diversa natura dei suoi genitori ha portato a delle profonde rotture e ad una serie di sacrifici verso l'età adolescenziale.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Fatto il Misfatto'
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Che pasticcio, Minerva
Questa ff ha partecipato al contest "Di pasticci e capricci" indetto dal Collection of Starlight conquistandosi un secondo posto ad ex aequo.
Note personali: Minerva McGranitt é uno di quei personaggi che non si possono non amare, credo. Ci si affeziona a lei anche se ci viene presentata come una donna austera, poiché nasconde un animo gentile ma al tempo stesso deciso.
Della sua infanzia sappiamo che é nata da madre strega e da padre babbano, che ha due fratelli minori e che la diversa natura dei suoi genitori ha portato a delle profonde rotture e ad una serie di sacrifici verso l'età adolescenziale (click Wikipedia). Grazie ad alcune di queste informazioni ho trovato l'ispirazione per scrivere su di lei.

Dopo questo, auguro a tutti una buona lettura :)

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Che pasticcio, Minerva!

Isobel Ross e il pastore Robert McGranitt non potevano certo ritenersi una coppia priva di fortuna: avevano una modesta casetta nella contea di Caithness, in Scozia, tre splendidi figli, un gatto grasso e nero che riempiva di peli la poltrona preferita di lui e gli eleganti abitini a fiori di lei e, per finire, un segreto con cui convivere.
Isobel Ross era una strega, una "non babbana", insomma; una di quelle donne raffigurate con strani cappelli a punta sulla testa e una scopa volante con cui spostarsi da un luogo a un altro.
Questa scoperta per il povero pastore era stata un duro colpo, dato che essendo un uomo di fede aveva dovuto mettere in dubbio ogni cosa in cui aveva creduto fino ad allora...figuriamoci se di streghe in famiglia ce c'erano due.
Minerva McGranitt era nata il 4 ottobre del 1925, lì dove i suoi genitori erano fuggiti per coronare il loro triste e combattuto sogno d'amore, che s'era andato a disfare pian piano come una barchetta di carta messa a galleggiare su un rigagnolo d'acqua.
Amava correre scalza sul prato fuori casa, inventare storie e filastrocche per i fratelli minori, Malcolm e Robert Jr., leggere libri col suo gatto nero e grasso sistemato sulle gambe e, per finire, amava cercare tesori sepolti.
Fu grazie a quest'ultima passione se, in un pomeriggio del lontano 1931, all'età di sei anni, Minerva scavando ai piedi del salice accanto alla sua abitazione trovò una piccola scatoletta di legno, abbastanza lunga da contenere un bastoncino, si disse.
La aprì e, con sua grande sorpresa, all'interno c'era davvero una specie di ramo appuntito, di colore chiaro, che sembrava simile a una di quelle bacchette magiche raffigurate sui libri di favole che la madre le leggeva ogni sera per farla addormentare coi suoi fratelli.
Titubante lo strinse con una mano e dopo qualche istante sfruttato per un'attenta osservazione, si lasciò andare ad uno di quei sorrisi che é facile veder comparire sul viso di un bambino che ha appena trovato qualcosa di strano e inaspettato.
Si diede un'occhiata attenta intorno e poi riempì di nuovo la buca con la terra umida, correndo in casa e nascondendo il suo nuovo tesoro sotto il letto, assieme ad un barattolo di sassolini tutti perfettamente circolari e piatti che si divertiva a far ribalzare sulla superficie del lago poco distante, alle foglie essiccate dei fiori che emanavano ancora fragranze delicate e ad alcuni libri che non voleva restituire alla biblioteca del paese pur sotto le continue insistenze di suo padre.

Quella sera aspettò che la madre mettesse a dormire Malcolm e Robert e le raccontasse una delle storie che le piacevano tanto, poi prima che Isobel la lasciasse sola sussurrò il suo nome, per richiamarla vicino. La donna si voltò, sorrise dolcemente e si inginocchiò accanto al letto, accarezzandole i capelli scuri e chiedendole cosa non andasse. La bambina arrossì, fissandola, poi le indicò di sbirciare sotto al suo letto.
Isobel ci mise qualche secondo a trovare la scatola, ma non appena ne sfiorò la superficie con le dita ebbe un sussulto. Che ci faceva lì quella custodia? Come aveva fatto Minerva a...?
La aprì, con mani tremanti, e riconobbe subito la sua amata bacchetta magica: legno di salice, venti pollici, acquistata da Olivander all'età di dodici anni.
Intanto Minerva si stava torcendo le sue, di mani, pensando che forse non avrebbe dovuto tirarla fuori da lì sotto. Non voleva dir nulla fino a che non avesse parlato prima sua madre, che non sembrava minimamente intenzionata a farlo, così dopo qualche attimo di indecisione bisbigliò 
« Papà si arrabbierà, non é vero?-.
Suo padre Robert amava davvero la moglie, così come sembrava provare una completa devozione per la figlia, ma quel segreto... quella diversità, sembrava spaventarlo, e per questo Isobel aveva deciso di abbandonare la magia e aveva nascosto la cosa a cui teneva di più al mondo.
La donna di rigirò la bacchetta tra le mani, poi sospirò e disse, riponendola nell'apposita scatolina 
« Non se non lo verrà a sapere, Minerva».
« Ma é solo un...bastoncino» mugugnò la piccola, fissando il suo tesoro. Isobel rise e le baciò la fronte, mormorando « Facciamo così...ti affido questo bastoncino a patto che tu non lo tenga mai pensando a intensamente a qualcosa, promesso?».
« Promesso» Minerva incrociò due piccole dita dietro la schiena.

I bambini promettono sempre che faranno come gli si é detto, ma sappiamo bene che di solito accade l'esatto contrario. Così avvenne che Minerva durante una delle sue solite giornate trascorse in giardino decise di portare con sè Lancelot, il gatto, ed il suo strano bastoncino magico.
Suo padre Robert stava per andare in chiesa, a recitare il proprio sermone,  e sua madre in casa cercava di acciuffare i due gemelli che non volevano saperne di farsi il bagno.
Quando Malcolm riuscì a sgattaiolare fuori, completamente nudo, Minerva si alzò per gridargli, col tono severo di una perfetta signorina 
« Malcolm, torna subito dentro!» ma quello ridendo le fece una smorfia e scese giu dal porticato della villetta.
La bambina si era sempre sentita responsabile verso i suoi due fratelli -sempre-, quindi sentir mancare la propria autorità in quel modo le smosse qualcosa dentro che la portò a impugnare con più forza la bacchetta di Isobel e a puntarla verso Malcolm, che sparì di colpo, proprio mentre suo padre Robert usciva di casa.
Non vedendo più il fratello Minerva si sentì mancare e lasciò cadere la bacchetta sull'erba umida, mentre Robert paonazzo correva a prenderla in braccio e a raccogliere quell'affare da terra, gridando 
« ISOBEL! IL BAMBINO! IL BAMBINO E' SPARITO!».
La moglie aveva sceso di corsa le scale ed era uscita, osservando l'agitazione sul volto dell'uomo e gli occhi pieni di lacrime di sua figlia, che continuava a chiamare il fratello.
Già immaginava chissà quale disastro: Malcolm trasformato in formica, in un pesce finito nel ruscello lì vicino in qualcosa di perfino peggiore...
Ma le grida e le risate divertite dei due gemelli -di entrambi i gemelli- giunse acuta come il suono di mille campanellini da dentro la casa, così il resto della famiglia rientrò e corse di sopra, fino alla stanza da bagno, dove i due bambini se ne stavano immersi fino alle spalle nell'acqua della vasca.
Isobel si posò automaticamente una mano sul cuore, rasserenata, scivolando a terra con le spalle al muro e poi guardando la bambina, che se ne stava a bocca aperta assieme a suo padre, bisbigliò senza essere sentita 
« Che pasticcio, Minerva!».





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vvAmava correre scalza sul prato fuori casa, inventare storie e filastrocche per i fratelli minori, Malcolm e Robert Jr., leggere libri col suo gatto nero e grasso sistemato sulle gambe e, per finire, amava cercare tesori sepolti.vv-2

A Minerva piace cercare oggetti; è perennemente occupata a curiosare in ogni angolo della casa e del cortile. Ed è proprio sotto alle radici del salice di casa sua che rinviene una piccola scatola contente la bacchetta magica di sua madre Isobel. La donna gliela lascia in cambio di una promessa solenne: Minerva non dovrà mai desiderare qualcosa intensamente mentre stringe la bacchetta. Da che mondo è mondo, comunque, i bambini non fanno mai ciò che gli viene detto – e Minerva è particolarmente decisa a voler porre rimedio a un guaio del fratellino.
Mi è piaciuta l’idea di utilizzare la McGranitt come personaggio. In un certo senso (come suggerito anche dal cognome) Minerva è una donna granitica, ferma nelle sue convinzioni come un pilastro di pietra. Sembra quasi che sia sempre stata così. Dunque riscoprirla in questa veste di bambina ha piacevolmente sorpreso (e fatto piacere). Anche la situazione in cui viene inserita è interessante e ben tratteggiata.
Il periodare è ben armonizzato nella struttura della storia e si sposa facilmente ai dialoghi. Si potrebbe forse osare qualcosa di più in certi momenti per lasciare il lettore maggiormente spiazzato: la maggior pecca del testo risulta essere la tranquillizzante monotonia. Il lettore si sente troppo rassicurato, quasi coccolato. Attenzione ad alcune cadute nel registro del lessico e alle "d" eufoniche.
Ci sono un paio di virgole non ben armonizzate alla struttura del testo, a causa delle quali il ritmo si ferma ed esita a ripartire con scorrevolezza.
È molto interessante l’ambiente in cui l’intera storia viene inserita: la religione e la mentalità del padre che difficilmente si piegano di fronte alle abilità magiche della moglie, le difficoltà di un matrimonio.
Piuttosto, le prime righe lasciano intuire una situazione comunque rosea – il gatto, i figli, gli abitini a fiori – mentre poi viene detto che: “Il sogno d’amore s’era andato a disfare”, quasi come se il divorzio fosse ad un passo. Il tono è nettamente diverso e il lettore ne esce confuso.


2ylw9vs s’era andato a disfare: è una forma che viene dal francese, non accettata dall’italiano.
2ylw9vs ad uno: d eufonica errata.
2ylw9vs Minarva: errore di battitura.
2ylw9vs scatolina: colloquiale.2ylw9vs ed il: d eufonica errata.
2ylw9vs giu: manca l’accento.
2ylw9vs Ma le grida e le risate divertite dei due gemelli –di entrambi i gemelli- giunse: è sbagliata la concordanza tra soggetto e verbo.

1. Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura (7.75)
2. Trama e originalità (9)
3. Rispetto e utilizzo degli obblighi (9.5)

Totale: 26,5/30
Media: 8,75






















   
 
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