Capitolo
5
Quando
Peter si svegliò, la mattina, notò immediatamente
che splendeva il
sole.
Non aveva messo la sveglia, ma, esattamente come ogni fine settimana, la forza dell’abitudine aveva fatto si che si svegliasse prestissimo. Si alzò, infilò velocemente la vestaglia e andò alla finestra.
La strada,le auto, gli alberi ... Tutto era coperto da una quantità impressionante di neve.
Alcuni dei suoi vicini avevano già liberato le loro scale, ma per il resto il paesaggio, era una distesa immacolata.
Le principali aree della città erano, probabilmente, già state liberate, ma per le vie periferiche e meno trafficate, come quella in cui viveva, sicuramente avrebbero dovuto attendere almeno un paio d'ore.
Pensò di chiamare Elizabeth, ma ricordò che era sabato mattina e, magari, lei avrebbe voluto dormire un po' più del solito.....Accantonò l'idea e decise di andare, invece, a vedere come stava Neal.
Aprì la porta della camera , facendo più piano
possibile, non volendo
rischiare di svegliarlo nel caso stesse dormendo.
Ma Neal era perfettamente immobile, disteso sul fianco, le braccia conserte intorno alla testa.
Peter
avanzò in punta di piedi e sussurrò:
“Neal...”
Non ci fu nessuna risposta e Peter colse l'occasione di mettergli una mano sulla fronte sperando che non si svegliasse. Nonostante non fosse un esperto in materia capì, senza alcun dubbio, che Neal aveva ancora la febbre alta.
Si fermò solo pochi momenti lì, guardarlo dormire, chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare..... Svegliarlo? Chiamare il medico? Lasciarlo dormire, aspettare e vedere?
Alla fine optò per la terza idea e lasciò la stanza.
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Dopo
aver fatto la doccia, essersi rasato, pettinato
e cambiato,
Peter posò una vestaglia sul letto di Neal e scese in
cucina.
Satchmo
lo accolse con entusiasmo. Peter gli mise il guinzaglio, per
portarlo a fare una passeggiata ed il cane iniziò ad
uggiolare di
gioia.
“Ehi! Non così forte o sveglierai
Neal..” borbottò Peter, afferrando il
cappotto.
Indossò anche la sciarpa ed i guanti e, armandosi di coraggio, aprì la porta.
Il freddo pungente lo colpì, come uno schiaffo, sul viso.
Socchiuse
gli occhi, per abituarsi all'aria gelida e alla luminosità
del sole
che si rifletteva sulla neve.
La passeggiata fu piuttosto
breve.
Dieci minuti dopo essere uscito,Peter sentiva già troppo freddo. Aveva la sensazione che avrebbe perso un dito del piede se fosse rimasto fuori, al gelo, per un altro minuto!
Arrivati a casa Satchmo corse direttamente alla cucina e fece capire al suo padrone che aveva bisogno di mangiare abbaiando furiosamente.
Peter
corse dietro di lui
“Shhhh....Stai
zitto! Ecco, ecco! “ disse, riempiendogli
la ciotola di
crocchette.
Satchmo non era l'unico ad avere fame.
Peter
si lavò le mani con l'acqua calda che usciva dal lavandino e
poi
esaminò il contenuto del frigorifero in cerca di qualcosa da
mangiare a colazione.
Era completamente occupato nella
preparazione di frittelle quando ha sentì un rumore
proveniente dal
salotto. Non aspettandosi di vederla tornare a casa in
così
breve tempo, fu sinceramente sorpreso quando Elizabeth fece irruzione
in cucina e lo abbracciò teneramente. Le sue guance
e le sue
mani erano ghiacciate e aveva i pantaloni coperti di neve fino a
metà
polpaccio.
“Ciao caro” lo salutò, con un sorriso
radioso.
“Tesoro? Ma come hai fatto a tornare così
in
fretta?”
“Come? Non
sei contento di vedermi?”
“Assolutamente no!” scherzò,
prima di baciarla.
“Le strade principali sono libere. Ho
preso un taxi e ho fatto il resto a piedi. E i miei piedi sono
congelati! Ma sono sicuro che possiamo risolvere il
problema”
gli rispose, maliziosamente.
“Oh, oh, oh! Tesoro, non
siamo soli in casa....”
“Neal è ancora qui?”
“Nella
stanza degli ospiti”
“Dorme ancora?” Elizabeth era
chiaramente sorpresa.
“L'ultima volta che ho controllato
si....”
“Non sapevo che fosse un dormiglione”
“Non
lo è. Ma non è al massimo della
forma...”
“Come
sta?”
“Ha la febbre da ieri...”
“Oh no! E
come ti sembra?”
“Stanco, febbricitante, con il mal di
testa....”
Vedendo gli occhi ansiosi di Elizabeth, Peter
avrebbe voluto aggiungere che sarebbe sopravvissuto, ma lei era
già
a metà delle scale, prima che avesse il tempo di aprire la
bocca di
nuovo.
“Vado a vedere come sta” gli gridò
“Ok. Bene
bene, io sono in cucina.....”
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Elizabeth
passò prima nella sua stanza per indossare dei vestiti
asciutti ,
poi bussò piano alla porta della stanza degli ospiti. Dato
che Neal
non rispondeva, provò di nuovo, ancora senza successo.
Socchiuse la porta e diede un'occhiata alla stanza. Neal stava dormendo.
Elizabeth
entrò e si sedette, delicatamente, sul letto. Come aveva
fatto suo
marito prima di lei, toccò la fronte di Neal e
scoprì che Peter
aveva ragione.
Scostò una ciocca di capelli dagli occhi del
ragazzo che sospirò nel sonno e si voltò verso di
lei.
Neal aprì gli occhi.
Per
alcuni secondi distinse solo una figura sul letto. Socchiuse
gli
occhi, sbattendo le ciglia e mise a fuoco il volto sorridente di
Elizabeth.
“Ehi!” gli sussurrò lei.
Neal si
schiarì la gola prima di salutare, ma, deglutendo, il suo
mal di
gola si manifestò immediatamente e , tutto quello che
riuscì a
borbottare fu un rauco “Ehi!”
Elizabeth si sporse per
afferrare la bottiglia d'acqua sul comodino e gliela porse.
Neal
si sedette sul letto,accettò, con gratitudine, la bottiglia
che Elizabeth gli porgeva e ne ingoiò qualche sorso, quindi
sorrise.
“Come ti senti?”
“Bene!” mentì
Neal.
Elizabeth alzò le sopracciglia e lo invitò ad
essere
sincero con uno sguardo scettico,quasi minaccioso.
Consapevole che la sua faccia diceva, probabilmente, più delle parole Neal optò, infine, per la verità.
Sospirò,
sconfitto.
“Ok. Sono stanco, ho mal di gola, mal di
testa, mal di tutto....”.
“Forse dovremmo chiamare un
medico...”
“No! No, no. Passerà....
é solo un
raffreddore....”
“Sei sicuro?”
“Assolutamente
si!”
“Beh, se preferisci...... Ma mi prometti che se
domani starai ancora male, ti farai vedere da un medico!”
Neal
alzò la mano destra, mettendo la sinistro sul cuore.
“Giuro”
giurò solennemente inclinando il mento e chiudendo gli
occhi.
Soddisfatta, Elizabeth ha prese la vestaglia di Peter e
gliela mise fra le braccia.
“La colazione è quasi pronta”
“Arrivo
fra un minuto”
Neal aspettò che Elizabeth uscisse dalla
stanza per alzarsi dal letto.
Quando lo fece una vertigine lo colse di sorpresa.
Afferrò la testata del letto e aspettò che la camera si fermasse prima di indossare la vestaglia e percorrere i pochi metri che lo separavano dal bagno.
N.D.A:
Salveeee!!!!
Ancora una volta non posso (anke a nome dell'aut.) che ringraziare tutti coloro che leggono questa storia, che l'hanno inserita fra le preferite e le seguite e chi ha commentato anche il 4° capitolo ( Camilla L, margheritanicolaevna, Icegirl46, SpencerTita e Melmon). Thanksssssssssssssss!!!!!
Devo dirvi che questo è, ahimè, il penultimo capitolo della FF !!
A presto, Dee