Un'altra
noiosa
giornata lavorativa.
Sospirai
quando vidi entrare la segretaria portando con se una pila di fogli
gigantesca.
L' osservai con aria speranzosa, insomma, non era possibile che avesse
sbagliato a portare i fogli nel mio ufficio?
Ovviamente
no, quella in cui lavoravo era l'azienda più importante del
paese, la più
avanzata al mondo, certamente non ci potevano essere sbagli di nessun
genere.
Spostai lo sguardo sulla mia penna, quanto avrei voluto che cominciasse
a
scrivere da sola permettendomi di uscire.
-Signor
Brief?- la segretaria mi guardava con aria trasognata e quando le
risposi
cercai di essere il più glaciale possibile
-Si?-
-Questi
documenti-, cominciò, indicandoli come se fossero pochissimi
-Li dovrà
consegnare entro un paio d'ore agli scienziati del settore B, sono
progetti
ideati da sua madre e ha detto che erano molto importanti.- Detto
questo se ne
uscì dalla stanza augurandomi un "buon lavoro".
Inarcai
le
sopracciglia. In rari casi mia mamma usava la parola importante,
solitamente usava
quella parola in azienda solo per farmi intendere che si trattava di
prototipi
che servivano a sostituire quelli che papà distruggeva
durante i suoi
allenamenti. Diedi un'occhiata al loro contenuto, ci avevo visto giusto
anche
questa volta.
Il
mio lavoro
consisteva solo nell'apportare modifiche minime ai macchinari, tanto
per farli
più adatti agli allenamenti del principe, mia madre non si
interessava molto
delle tecniche di lotta di mio padre quindi l'aiutavo e le
spiegavo come
impostare le macchine.
Guardai
il
paesaggio che s'intravedeva dalla piccola finestra del mio ufficio il
sole si
levava alto sul mare e La vita procedeva frenetica nonostante il caldo.
Quanto
mi
mancava Goten che ogni giorno bussava alla mia finestra per farmi
prendere una
pausa dai miei compiti lavorativi. Anche da adulto possedeva ancora
quella
voglia di vivere di un bambino mentre io a ventisette anni sembravo un
vecchio
di novant'anni, non fisicamente, (fisicamente sembravo ancora un
ragazzo di
diciannove anni, i Saiyan invecchiano molto più
lentamente dei terrestri)
ma il troppo lavoro mi aveva reso austero ad ogni minima
possibilità di
divertimento, avevo sempre la paura di arrivare in ritardo ad un
appuntamento
importante o stavo sveglio fino a tardi cercando di finire pratiche su
pratiche. Dalla morte della madre, due mesi circa, non si faceva
più vedere
molto in città. Quanto avrei voluto fare qualcosa per lui,
ma non potevo,
persino il suo eterno sorriso da bambino si era spento.
-Toc,
Toc,Toc-
Mi
voltai
di scatto in direzione della finestra aperta.
-Goten!-
urlai
-Hey
topo
da laboratorio!- sorrise lui, non il suo solito sorriso ma meglio di
niente
-Ammettilo, aspettavi che spuntassi fuori da un momento all'altro per
tirarti
fuori da questa scatola-
Non
avrei
mai ammesso quanto lui avesse ragione, mi limitai a biascicare qualcosa
che
risultò incomprensibile anche a me e ci lanciammo fuori
dalla finestra.
Arrivammo
su un isoletta ad un paio di chilometri dal mio ufficio.
-Come
stai?- mi ritrovai a chiedergli pentendomene all'istante, che domanda
stupida
-Come
vuoi
che stia? Mia madre è morta mio padre è sparito
nel nulla abbandonandoci
nuovamente ed è da due giorni che non riesco a contattare
mio fratello e mia
nipote-
Lo
lascia
sfogare stando attento a non porgli più domande ma lasciando
a lui il modo di
sfogarsi più semplice.
-So
quello
che provi,anche mio padre era morto durante lo scontro con Majin Bu,
non sai
quanto mi dispiace-
Ci
guardammo a lungo negli occhi in un segno che per lui era di conforto
mentre
per me era di comprensione.
Spiccammo
il volo in silenzio ma ci fermammo a metà strada. Un uomo
dall'aria severa mi
guardava come se avrebbe voluto uccidermi
-Scendiamo
a terra, c'è tua sorella che ci sta aspettando-
Obbedì immediatamente a
mio padre e resta i sorpreso quando disse a Goten di venire con noi.
Atterrammo
in un parco non molto lontano dai monti Paoz, la vista era bellissima e
l'aria
era pura. Aguzzai la vista e scorsi mia sorella che saltellava come una
deficiente sul posto cercando di farsi vedere.
-Trunks,
sono venuto a chiamarti perché, perché- mio padre
balbettava? Sicuramente era
successo qualcosa di molto grave, odi molto imbarazzante e conoscendo
Vegeta
sicuramente era sicuramente la seconda -Voglio che tu impartisca a Bra
un paio
di lezioni di autodifesa -Come??????-
-Hai
capito
bene e non te lo ripeterò un'altra volta, resterò
qui un paio d'ore ad
allenarmi con- le sue labbra si trasformarono in un ghigno -Goten-
Vidi
il mio
amico indietreggiare di una decina di passi -Io? Perché io?-
-Punto
uno.
Hai disturbato mio figlio mentre era al lavoro e mi hai fatto perdere
un buon
quarto d'ora per cercarlo, punto due hai battuto molto la fiacca in
questi
ultimi anni insieme a mio figlio e punto terzo ho rotto buona parte dei
macchinari costruiti da Bulma e devo continuare ad allenarmi, quindi in
guardia-
Passammo
tutto il pomeriggio così io ad allenare mia sorella, che
stranamente non era
impedita come pensavo, sicuramente per via del suo sangue Saiyan, e mio
padre a
distruggere Goten. Tre ore e mezza di allenamento più tardi
sentimmo qualcosa
muoversi nell'aria, inizialmente pensai ad un animale ma era troppo
strano.
C'era qualcosa nell'aria, non era più pura come prima, ci
mettemmo in guardia
quando Bra cominciò a tossire cadendo in ginocchi, presto fu
imitata da me e
Goten, persi i sensi prima di poter vedere lo sviluppo della
situazione. Sentì
solo una flebile voce dire -Questi sono gli ultimi-
Angolo
dell'autrice
Questo
è il secondo capitolo, spero vi piaccia, qual è
secondo
voi il motivo per cui Vegeta fa allenare Bra? Ma soprattutto
cosa
succederà agli ultimi esponenti della razza Saiyan?