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Autore: pandamito    24/01/2012    5 recensioni
« Cazzo ti guardi? » grida.
« Mi piacciono i tuoi leggins! » urlo di risposta.
« Ma vaffanculo, frocio! » mi insulta, andandosene.
Ho trovato la mia preda.
[...]
« Tu devi essere Zanno, Zeta, Zorro… » [...] Ma vaffanculo! Tutti, sono tutti degli stronzi, a cominciare dalla signorina del colloquio che ha abbindolato mio padre, convincendolo ad iscrivermi qui, passando poi a quelle facce del cazzo degli studenti di questa scuola che mi osservavano mentre arrivavo manco fossi Gesù Cristo risorto. [...] 1. Ho sbagliato stanza? No, è la mia, ho controllato il numero, non sono ancora cieco, anche se questo spiegherebbe il perché la porta non si aprisse. 2. Se questa è la mia stanza, loro cosa ci fanno qui? 3. E perché giocano a carte? 4. Ma specialmente, perché mezzi nudi?

Fanfiction AU che vede come protagonisti sempre i soliti cinque ragazzi ango-irlandesi, ma stavolta non come band, ambientata in un college al tempo moderno. Una storia che si concentra principalmente sui temi della droga, del sesso e dell'alcool.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Triangolo
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Perry.
 
Sento il tepore della sua lingua e quel piacevole aroma alla menta che si diffonde nella sua bocca, mischiato alla sensazione delle sue mani incredibilmente morbide che sfiorano il mio corpo, come se sapessero precisamente dove andare o avessero Google Maps incorporato. Continuo ad aggrapparmi alla folta chioma di ricci sulla sua testa, cercando di non dar a vedere quanto provi piacere nello stare con lui, mi ripugna persino il fatto che non mi dispiaccia che i nostri corpi possano essere così tanto vicini da non riconoscere più nessun’altro odore se non il suo profumo. Muschio bianco, se non ergo, anche se forse leggermente più dolce, una fragola o una ciliegia di bosco caduta a terra dalla sua pianta ed abbandonata al suo destino.
Ma io, fino a questo punto, come ci sono finita?
 
Conquistami.
Così c’era scritto sul biglietto passato furtivamente nella mano di Zayn Malik mentre me ne andavo e lui rimaneva appoggiato al mio armadietto, con uno sguardo determinato e sicuro di sé. 
Erano oramai giorni e giorni che cercava di fare colpo su di me, escogitando i piani migliori, magari, solo per sedersi vicino a me ed era disposto a tutto purché essi riuscissero. Ne avevo visti di ragazzi accanirsi per uscire con me, ragazzi che non mi conoscevano realmente, ragazzi che volevano frequentarmi solo perché sono sempre stata “quella tosta”, altri per proteggersi, altri perché puntavano addirittura ad Amélie e mi volevano solo sfruttare, altri invece non si avvicinavano proprio a me per la troppa paura; ma lui è diverso, fa di tutto per dimostrare quanto ci tenga, eppure io gli ho risposto sempre di no.
Io, Perry Holmes, non mi faccio abbindolare da un ragazzo così.
Io non mi innamoro tanto facilmente.
Se proprio questo pakistano vuole avere una possibilità con me dovrà sudarsela duramente, oramai l’ho messo alla prova e tutto ciò che farà da ora in poi può essere valutato da me.
Però ci tengo, a lui intendo, che non abbandoni le speranze, che continui a lottare per avermi, pensare a ciò mi fa quasi sentir bene, essere desiderata per un buon motivo per una volta. E’ speciale, l’ho capito, la sua carnagione dorata, le sue labbra carnose anche se quasi sempre spaccate per i morsi, i suoi occhi che al buio paiono neri e alla luce possono addirittura avere la stessa tonalità della sabbia, la sua capacità di stare in silenzio quando serve e di intervenire solo quando è opportuno. Forse lui è proprio quel ragazzo che aspettavo da tempo.
Solo che, se qualche giorno fa pensavo questo, non avevo ancora fatto i conti con un bel problema.
 
Perry Holmes si era ripromessa di stare in guardia e di tenere d’occhio Harry Styles. E’ solo colpa sua se ora sono in questa fottutissima classe speciale per psicopatici. Ma quel coglione non poteva decidere di farsi quell’idiota col prosciutto davanti agli occhi di Amélie un altro giorno? Se non fosse stato per Louis io sarei entrata con una balestra e mi sarei divertita a fare il tiro al bersaglio con il suo Edward là in basso. Invece no! Sono rimasta senza una stanza, senza un letto, senza un posto dove andare a dormire e sono dovuta proprio uscire dal dormitorio per andare a cercare riparo nella vecchia casa abbandonata dietro il cortile, ho passato una notte di merda e la cosa che c’era di più carina lì dentro era un’intera famiglia di topi e mi sembra di aver detto tutto.
Quando sono tornata e Amélie non si era manco scusata per non avermi avvertito, è stato lì che ho perso il controllo, scaraventando - anche se per sbaglio - l’estintore sull’allarme antincendio mentre con la mia solita sfiga proprio in quel momento passava il professor Pym. Io a quello là la matematica non gliela metto nei piani ortogonali, poi vediamo se fa tanto il saputello, come se non sapessi che mi ha fatto spostare di classe solo per farmi bocciare e sbarazzarsi di me. 
Ma ora sono in questa merda e purtroppo non posso manco uscirne. Perry, devo dire che sei la ragazza più fortunata di questo mondo e con un alto senso dell’ironia. 
Mi reggo la testa sulle mani mentre il libro di filosofia è aperto sul letto davanti a me, una delle poche volte che lo sfoglio e di fatti non è nemmeno tanto distrutto come tutti gli altri miei libri che sono piedi di scritte e sembrano aver combattuto la Seconda Guerra Mondiale; intanto nella stanza c’è solo Louis che come un coglione si diverte a girare sulla sedia con le rotelle.
« Ti sta solo usando. » se ne esce all’improvviso il castano.
Alzo il viso e vedo che sta ancora giocando cercando di tenere una matita in equilibrio sul naso.
« Chi? » faccio finta di niente, tornando a sottolineare qualcosa che sembra apparire importante nel libro.
« Harry Edward Styles, l‘avete fatto e poco prima che arrivassi se n‘è andato e tu hai finto di metterti a studiare. » afferma convinto come se fosse un investigatore. Mi fermo e lui smette di giocare, rivolgendomi un sorriso alquanto furbo e puntando quegli occhi incredibilmente chiari nei miei. « Mi fai un baffo, Holmes. »
A parte la battuta pessima direi che odio ufficialmente questo ragazzo.
« Vaffanculo! » scandisco bene la parola in modo da fargli arrivare chiaro il concetto.
Ciò non fa alto che aumentare la sua ilarità. Quanto lo odio. Ma come fa? Riesce sempre a capire gli altri fino in fondo, persino solo guardandoli, non immagino come faccia la cugina a sopportarlo, non gli si può proprio mentile a quel maledetto!
« Ti sei messo a spiarmi ora, Tomlinson? » domando, cercando di allontanare pian piano il discorso dall’oggetto principale, anche se so che con lui è tutto inutile.
Fa spallucce. « Ammetti che sto diventando bravo a risolvere gli enigmi. »
« Oh, certamente, quasi potrei darti l‘incarico di mio Watson personale. »
Ci scambiamo un sorriso divertito, solito quando ci prendiamo in giro a vicenda, poi si alza dalla sedia e viene a sedersi sul letto, vicino a me. Questo è il segno che la sua infantilità ora si è spenta e sta cacciando la sua parte seria che di solito viene rinchiusa nelle profondità del suo essere, lo conosco troppo bene e quando fa così non è buon segno, quando fa così vuol dire che c’è veramente da preoccuparci.
« Sul serio, Perry. Lui non ti merita, tu sei superiore e non devi cadere nella sua trappola. »
Lo so, dannazione, lo so. 
« E che ne sai? Forse con me è cambiato. » cerco di resistere, non voglio cedere ed ammettere che Lou ha ragione, anche se so che lo ha, sempre. Anche perché se non l’avesse non mi ritroverei ad andare da lui ogni volta che succede qualcosa, però mi scoccia essere consapevole che lui ad aiutarmi c’è ogni volta, senza che io gli chieda nulla. Devo riuscire a cavarmela da sola, ce la posso fare, non mi servono i suoi consigli.
« Harry è così, trova sempre qualche nuova preda e quando questa lo annoia non ci mette molto a trovarsene un‘altra. »
Anche se in cuor mio non mi serve sapere ciò che Louis mi sta dicendo perché ne sono già al corrente, in fin dei conti sentirselo finalmente dire fa male… Terribilmente male, sono così confusa da non capire se il mio cervello non arriva ad avere un’intelligenza capace di ragionare ed arrivare a capire pienamente la situazione, oppure se sono proprio io che non voglio ammettere la realtà dei fatti.
Abbasso la testa, con la paura di incrociare lo sguardo paterno di Louis, iniziando a giocare con i laccetti della felpa, ma poco dopo sento un dolce tocco che mi avvolge ed il calore delle braccia di Louis che mi infondono sicurezza e tranquillità. Rispondo all’abbraccio stringendolo e nascondendo la testa nell’incavo fra il suo collo e la sua spalla, mentre sento che ridacchia a causa dei miei capelli raccolti nella coda di cavallo che gli fanno solletico sotto il naso. Abbozzo anch’io un sorriso perché so che è proprio in questi momenti che Louis c’è sempre anche quando io non gli chiedo niente, lui è lì pronto ad aiutarmi ed a proteggermi qualsiasi cosa accada, senza che chieda nulla in cambio. Louis Tomlinson è il mio compagno di stanza, Louis Tomlinson è il mio migliore amico, Louis Tomlinson è il padre che a casa non è stato mai presente e che preferiva andarsi ad ubriacare ed a giocare d’azzardo nei casinò anche se non gli rimaneva più nulla piuttosto che badare a me. Louis Tomlinson è il mio tutto, non vorrei cambiarlo mai ed è la cosa di cui ho più bisogno ora… o quasi?
Mi appoggio col mento al suo petto, assumendo una faccia buffa e gonfiando le guance, guardandolo nei suoi occhi, non staccandoci, mentre lui mi regala un altro dei suoi meravigliosi sorrisi che mi fanno sempre sentir meglio.
« Grazie, Lou. » dico sincera, a bassa voce per la vergogna.
« Grazie al cazzo, Perry. » sbotta. « Come pensi di fare con Zayn? » mi domanda ed io mi blocco.
Mi ero completamente scordata di Zayn, dannazione.
Nascondo la testa nel suo petto, stringendomi ancor più forte a lui e biascicando.
Sospira, baciandomi la testa ed appoggiandoci sopra il mento. « Va bene, non preoccuparti, dopo ci penseremo e vedrai che una soluzione la troviamo. »
 
« Dov‘è Harry? » chiede ingenuamente Niall, guardandosi attorno dopo essersi seduto al tavolo col secondo vassoio pieno.
In realtà la sua domanda è: dov’è Amélie?
Non lo so e sinceramente non m’interessa, con quanti problemi ho in testa ci manca solo lei, anche se in fondo non sto mai sicura quando non la vedo, mi preoccupo che potrebbe fare chissà cosa per quanto si faccia condizionare così facilmente.
Riceve risposta solo da Liam che si limita semplicemente ad alzare le spalle per dire che non ne ha la minima idea, continuando a mangiare silenziosamente, come suo solito quando si sofferma a riflettere, sulla sua vita, sulle cazzate che fa e tutti quegli altri problemi complessi che ha.
« Puttana! » sento una voce che urla verso di me e che si avvicina ad alta velocità, attirando l’attenzione di tutti in mensa. « Come ti sei permessa? » 
Amélie non fa altro che sbraitare ed io la guardo innervosita. « Che vuoi? » Odio quando fa così, mi incolpa per ogni minima cosa, anche se non ho fatto niente. Poi però quando ha bisogno di me fa gli occhi dolci e mi sta appiccicata come una sanguisuga.
« Sei andata a letto con Harry! » 
Il mondo sembra essersi improvvisamente bloccato ed il suo di questa frase piena di ripugnanza è come un eco che rimbalza impazzito nella mia mente. Sembra che mi stia per crollare tutto addosso. Non so cosa devo fare. Vedo i volti delle persone che mi guardano sorpresi o riluttanti e tutti gli occhi della gente presente in sala sono rivolti verso di me. Mi sento cadere, forse non respiro più e non sento i muscoli che rispondono ai miei comandi, anzi in realtà non sento proprio un bel niente, l’unica cosa che riesco a fare è guardarmi attorno, notando che anche le facce dei miei “amici” - o meglio quelli con cui condivido il tavolo - sono abbastanza meravigliate o addirittura schifate; fino a che i miei occhi diventano severi nel guardare quelli di Louis, che però scuote la testa. Solo lui lo sapeva, ma lui non ha parlato.
« E te che ne sai? Tutte cazzate. » 
Il mondo sembra riprendere a scorrere e tiro fuori tutto il coraggio e la faccia tosta che ho.
« Me l‘ha detto lui. » afferma l’altra bionda, convinta. « Prima, nel suo letto. » Quanto vorrei spaccare la faccia proprio nel punto esatto dove compare quel sorrisino.
Figlio di puttana.
Ma a me che me ne frega di lui? Un bel niente. Che facesse quello che mi pare, che andasse con chi gli pare. Ma allora perché non mi va proprio giù che sia stato con Amélie?
« Tu… » la minaccio, digrignando i denti.
« Sei veramente andata a letto con lui? »
Una voce interrompe tutto, attirando la mia attenzione.
Zayn. Cazzo, Zayn! Come diavolo ho fatto a scordarmi completamente di lui?
Posa la posata sul vassoio e vedo visibilmente le sue vene in evidenza e le sue nocche che sporgono mentre le dita si stringono di più l’una all’altra. Mi mordo un labbro non avendo la minima idea di cosa fare; mi volto verso di Louis per cercare un consiglio, ma perfino la sua espressione sembra smarrita.
Aiuto.
« Zayn… » cerco di prendere tempo.
« No! » grida, alzandosi di scatto e con furia dalla sedia. « Pensavo fossi diversa, invece sei come tutte le altre puttanelle qui dentro. Mi fai schifo. »
« Zayn. » lo chiama Louis, ma il moro non l’ascolta e a gran velocità esce dalla sala prima che possa sfondare qualcosa a suon di pugni.
« Zayn! » lo chiama ancora Niall, preoccupato.
« Lascia stare, vedrai che poi si calmerà da solo. » lo rassicura Liam, facendo rigirare il biondo che ritorna a testa bassa sul suo vassoio, quasi come se avesse perso l’appetito. E ciò è grave, molto.
Mi sento morire, il peso delle sue parole sono come una lancia che mi trafigge da una parte all’altra il cuore. Avete mai provato a chiedere a vostra madre come si cucina il pollo e sentirvi rispondere che prima gli hanno tirato il collo per ucciderlo e poi l’hanno tagliato per cucinarlo, realizzando per la prima volta che avete sempre mangiato un animale morto e che per colpa vostre è stato ucciso? Ecco, la sensazione di disgusto verso sé stessi più o meno è quella, solamente triplicata.
« Mi fai schifo, l‘hai solo usato. » mi volto e vedo il volto di Mia forse più carico di rabbia di quello che aveva prima Zayn. « Ti annoiavi e volevi divertirti un po‘ o cosa? Lo sapevo che eri solamente una stronza. » la mano di Niall prende la sua per farla calmare mentre i suoi occhi neri mi fissano intensamente e non mi stupirei se da un momento all’altro cacciasse una pistola e tentasse di uccidermi.
Vorrei dirle che non è vero, che io non volevo, che… Non ci riesco, sono paralizzata e sento solo il terrore che mi pervade.
« Tu! » grido verso Amélie appena riesco a muovermi e spiccicar parola, stringendo i denti fino a farmi male, coi pugni chiusi e le unghie che mi trafiggono la pelle per quanto forte sia la morsa.
Sento che la vista mi si sta appannando.
« Beh, che c‘è? Non volevi Harry? Ti ho fatto un favore, ora non hai il problema di trovare un modo per sbarazzarti di Pakistan. » fa spallucce lei, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Menefreghista che pensa solo a sé stessa, una viziata che sfrutta gli altri solo per i suoi scopi, una bambina infantile che è disposta a tutte le lagne del mondo pur di aver il giocattolo che vuole tutto per sé. Ti odio. Ti odio. Ti odio e te la farò pagare, fosse l’ultima volta che faccio, Amélie.
Il suo sorrisino cambia quando vede che mi lancio addosso a lei, spingendola e facendola finire a terra, mentre l’irlandese si alza subito di scatto ad aiutarla e una presa familiare e forte, ma allo stesso tempo dolce e protettiva, mi avvolge per tenermi ferma.
« Lasciami, lasciami Louis! » grido con le lacrime che premono sempre di più ai bordi.
« Calmati, per favore Perry, calmati. » mi sussurra all’orecchio, ma io non sto ferma.
« Lasciami ti ho detto! »
Vengo trascinata con la forza fuori dalla mensa e solamente quando il castano chiude la porta della nostra stanza, io mi lascio sfogare libera abbracciata stretta a lui. 
Passano minuti e minuti sempre nella stessa identica posizione ed il ragazzo non smette per un attimo di accarezzarmi i capelli, sapendo che mi rilassa; solamente un quarto o addirittura mezz’ora dopo, sento che pian piano mi conduce a sdraiarmi sul letto e lui fa lo stesso accanto a me, non lasciandomi mai nemmeno per un secondo. Oramai la sua maglia è completamente bagnata dalle mie lacrime ed i singhiozzi non danno segno di cessare. Solo quando a volte me ne lascio sfuggire qualcuno più acuto, allora lì Louis mi sussurra di stare calma e che va tutto bene.
Non va bene un cazzo.
Sono nella merda più totale e tutto per uno stupido coglione.
« Io lo odio! » grido fra un singhiozzo ed un altro.
Lou non fiata, si limita solo di più a stringermi per poi aggiungere un « Lo so. » alla fine.
Mi scordo che lui sa sempre tutto. 
« Ed Amélie è una puttana, per una volta che io potevo avere qualcosa. Perché devo essere sempre dopo di lei? Perché devo sempre accontentarla in tutto? » Sono arrabbiata, non so di preciso per cosa, forse un po’ per tutto, ma sta di fatto che mi odio, odio lui, odio tutto. « Odio anche lei! » sbraito non curando manco il fatto che le lacrime piene di mascara stanno tingendo di nero la maglia bianca del mio amico. 
« Non è vero. » obietta lui, sicuro di ciò che dice.
« E che ne sai? » oramai non controllo più il mio tono di voce che ha continui sbalzi. « Lo so io chi odio o no e se ho detto che la odio vuol dire che la odio!»
Scuote il capo, cercando di asciugarmi le lacrime prendendomi il mento e passando il pollice sotto i miei occhi.
« Se la odiassi veramente l‘avresti lasciata perdere molto tempo fa, non sei tipo da tenerti stretta i nemici, quasi non lo fai manco per gli amici, figurati. » mi abbozza un sorriso che proprio non riesco a ricambiare. « Ci tieni a lei, lo so e ti prometto che presto si risolverà tutto. »
Fanculo, odio pure lui. Come fa a capire sempre cosa penso, cosa voglio e come mi sento? Louis Tomlinson, un giorno dovrai dirmi il tuo segreto perché non vale che solo tu porta il peso del fardello che contiene il saper sempre tutto degli altri, perché a volte capirli può fare solo ancor più male e tu lo sai bene.









fuckin' panda's place. ♥
No ma infatti non aggiorno dall'era dei dinosauri. *fischietta* Ok, sono tipo troppo impegnata ed invece di stare a cazzeggiare e scrivere io ora dovrei fare una cosa di grafica per la scuola che non so manco fare quindi sto nella merda più totale anche perchè domani non posso farla visto che devo fare la tavola di geometrico, anzi in realtà dovrei fare tipo 2-3 tavolte di geometrico e se non ne consegno almeno una diciamo che la mia media calerà di molto.
Ah mi sono scordata che cosa dovevo dire quindi passerò al momento fomento. (?) Ovvero che finalmente ho trovato uno street team dell'Abruzzo, cioè tipo che io ed una mia amica pensavamo di essere le uniche directioners abruzzesi. *___* Sono veramente felice e poi lì sono tutte così dolci e bla bla bla. 

Inoltre non so manco se continuare le ff girejiferjfiue cioè ho tanti impegni e le posto lentamente, però almeno gradirei che qualche gatto mi cagasse. GottaBeYou o almeno recensite, che mi fate sentire veramente... Oggi c'era geometrico e il mio prof fa battute spettacolari, lo amo ma odio geometrico. *-*
Vaaaaaabbèèè. Salto varie cose tipo tutto ciò che succede nella mia vita per andare all'angolo di... di queste cose qua.
1. Mi piace a To prove I'm right I put it in a song.
2. Followa @pandamito.
3. Inserisci una recensione a qualsiasi mia ff. <3
4. Leggi le fanfiction di musichildBecky_Horan, Ari_1D e itsandreea.
Ehm... tipo che amo queste quattro ragazze?
No, sul serio, leggete le loro ff perchè oltre ad essere le uniche scleropatiche con un po' di gelato in testa (WTF???) sono anche le migliori in circolazioni a scrivere e questo mi solleva visto che essere seguita da bimbominchia non mi farebbe molto piacere.
Ehm... e con questo vi dico bao perchè OMMIODIO SONO GIA' LE CINQUE ED IO NON HO FATTO UN PLATANO.
Veramente scappo, ultima cosa vi chiedo di leggere questo. :3
Baci e panda, Mito. xxx

   
 
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