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Autore: Pix27    25/01/2012    1 recensioni
Ricordo ancora quando ci siamo salutati per l' ultima volta, all'aeroporto mentre te ne andavi improvvisamente dalla mia vita, così come eri arrivato tanto tempo fa. Forse ti amavo già a quel tempo quando tu, prima di andartene, mi hai guardato con quegli occhi misteriosi, con uno sguardo pieno di sottintesi che io non riuscivo ad afferrare appieno, mi hai baciato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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terzo capitolo Terzo Capitolo
~Bugie e Incontri~

Tornò a casa distrutta. Dopo l'inspiegabile sparizione aveva dovuto rassicurare tutti dicendo che era -scappata- a cercare un bagno “che scusa patetica!” pensò Amu, ma non aveva scelta, non voleva dire a nessuno quello che era successo, ma quando al punto di partenza Utau era sparita da suo posto sulla panchina aveva mandato un messaggio a Kuukai per chiedere scusa -solo a lui- per essere scappata in quel modo in quanto al motivo neanche Kuukai sapeva dire il motivo. Il resto della serata era passato tranquillamente. Amu era sdraiata sul letto con addosso solo la vestaglia e l'asciugamano annodato in testa a mò di turbante “Miki, facciamo un chara-change per favore?” “certo Amu, ma perché?” rispose, era curiosa della risposta, “devo scegliere qualcosa da mettermi per un …” cos'è di preciso che stava andando a fare al parco-giochi non lo sapeva bene neanche lei “... incontro galante” disse “deve essere piuttosto elegante ma che mi consenta di muovermi come voglio...” alla fine decise per una camicia a maniche corte bianca con i bordi delle maniche blu a scacchi con un cravattino e una cintura con gli stessi motivi del bordino e gonna blu scuro calze blu e le scarpe bianche “non mi sembra un completo elegante, però ti sta davvero bene Amu” disse Miki una volta sciolto il chara-change “va bè non fa niente” rispose Amu ostentando una finta calma si sistemò i capelli con due fermagli blu “sono pronta ora posso andare” guardò le chara “ragazze i miei genitori non devono assolutamente sapere che sono uscita. Intesi?. "Ecco spiegato il motivo per cui uscirò dalla finestra” prese la borsa e tirò fuori la scatola l' aprì e si mise l' anello nell'anulare a quella vista le chara la guardarono shoccate urlando “E QUELLO DA DOVE L' HAI PRESO?
” Amu tappò loro la bocca “shh parlate piano non vorrete svegliare Ami?” si fermò un secondo, non era certa che era lui, tanto valeva aspettare fino alla fine “ve lo dico quando torno, a dopo” grazie al chara-change con Ran riusci a saltare fuori dalla finestra quindi si avvio verso il luna-park. 
Camminando pensò a tutto quello che aveva vissuto con Ikuto, momenti belli e momenti brutti. C'era stato un tempo in cui lo aveva odiato tanto, perché lui poco prima di partire, subito dopo la battaglia finale durante la trasformazione in Amulet Fortune l'aveva guardata negli occhi e le aveva detto che la amava tanto fin dalla prima volta che si erano incontrati e che ogni volta che si trasformava la trovava grande e bellissima, ma (aveva detto), la trasformazione in Amulet Fortune la rendeva particolarmente bella e particolarmente speciale perché la rendeva “La mia sposa”, poi le aveva giurato amore eterno, però Amu non avrebbe mai voluto vederlo andare via il giorno dopo all' improvviso, se Tadase non l'avesse avvertita, non l'avrebbe visto partire. Arrivata all'aeroporto lo aveva guardato negli occhi si era avvicinata e prima che potesse ricoprirlo sul perché se ne stesse andando l'aveva baciata e le aveva detto “mi raccomando cresci mentre sono via! Cresci più che puoi, proprio come ha fatto Alice, ma ti prego non piangere” inutile perché stava già piangendo, in quell'occasione pianse di più di quanto non avrebbe mai fatto nella sua vita. Pensando col senno, poi Amu si rese conto che quello che aveva fatto Ikuto non era poi tanto sbagliato (infondo doveva andare a cercare suo padre) ma lei non era riuscita a perdonarlo, aveva cercato di capire la citazione di “cresci come Alice” ma non ci era riuscita poi aveva scoperto il libro. Lo aveva finito di leggere quella mattina durante la pausa pranzo a scuola e aveva capito, ma non era bastato. Il fatto che avesse urlato quelle parole, neanche un paio d' ore dopo, era una prova. Ora mentre finalmente arrivava al parco-giochi si sentiva vulnerabile e scoperta, di recente non riusciva più a nascondere i suoi sentimenti bene come una volta, soprattutto se stava male per colpa di Ikuto, la cosa la fece arrabbiare più del previsto “sono una stupida, dov'è finita la Amu cool and spicy?” pensava mentre spingeva il grande cancello ed entrava. Se qualcuno fosse passato, da fuori non avrebbe visto nulla, ma dentro era spettacolare. Mai aveva visto qualcosa di così bello. Tutti i cespugli e gli alberi erano addobbati con piccole lampadine azzurre e bianche ed al centro c'era un sentiero segnato da delle candele che portava fino alla serra. Ogni cosa sembrava risplendere di luce propria. Amu camminò sul sentiero rimanendo sempre più incantata dal paesaggio finché non si trovò di fronte alla serra. Dall'interno della costruzione proveniva una melodia per violino, quando aprì la porta senti una voce che la chiamava “Amu grazie per essere venuta, mi sei mancata” disse Ikuto venendole incontro e senza darle il tempo di fare nulla la spinse a se tirandola delicatamente per un braccio e la baciò. Un bacio dolce ma allo stesso tempo carico di passione e di tutti quei sentimenti inespressi che aveva sigillato nel cuore fino al momento di rivederla. Amu non reagì molto bene a quel bacio: primo, perché non se lo aspettava, secondo, perché stava ancora pensando al modo in cui se ne era andato tre anni prima, terzo, “ma che cavolo, è sparito per tre anni e ora si permette di baciarmi???” pensò Amu cercando di divincolarsi e spingerlo lontano, senza riuscirci. L'unica cosa che ottenne fu che Ikuto smise di baciarla e che iniziò a guardarla improvvisamente serio ed anche abbastanza preoccupato “ei, guardami, sono venuto per rimanere... con te” disse sussurrando cercando di guardarla negli occhi, ma Amu evitava il suo sguardo “bugiardo” diceva piano mentre piangeva. Non voleva che lui la vedesse piangere, anzi non voleva piangere per lui, non ne valeva la pena, e quindi si arrabbiò “che faccia tosta! Mi menti dicendomi che mi ami e te ne vai senza neanche avvertire, lasciando un libro, e poi dopo tre anni spunti dal nulla come un fantasma e mi baci! Dopo tutto questo io ti dovrei credere? Non sono ingenua come una volta, non ci casco più!” disse seria. “A quanto pare lasciare a te il mio libro preferito non è servito a niente...” disse Ikuto sciogliendo l'abbraccio ma tenendole stretta la mano destra guidandola verso il cento della serra. “Se non credi a me, credi a quel libro, alice nella storia cresce molto e velocemente, avrei voluto che succedesse anche a te, ma purtroppo era impossibile” sorrise amaramente guardandola “inoltre in quella storia il gatto del Cheshire non dice da che parte andare ma le dà la possibilità di scegliere. Io volevo fare la stessa cosa, per questo me ne sono andato, volevo darti la possibilità di scegliere un'alternativa diversa da me. Nel frattempo tu potevi crescere e scegliere con chi stare senza che io potessi interferire, anche solo involontariamente, con la tua vita.” mentre parlava la portava verso la zona delle piante acquatiche dove c'era un'enorme fontana. Lì appoggiato sul bordo c'era il suo violino. Mentre aspettava la risposta di Amu, tendeva l'archetto e ci passava con cura la pece e pizzicando le corde, accordava il violino, avrebbe suonato qualcosa, questo era certo.
  
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