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Autore: Lisbeth17    25/01/2012    5 recensioni
Una preparazione fuori dall’ordinario, e un cognome scomodo, una ragazza entra nella squadra.
“Zio, vorrei davvero provare ad entrare al FBI, sai quanto mi interessi e quanto fin da piccola volessi farlo..”
“E’ pericoloso però, e poi hai una brillante carriera accademica davanti, perché privartene, per fare un lavoro sottopagato e raramente apprezzato?"
“Dici così solo perché sei preoccupato, comunque io non sono venuta qui per chiederti il permesso.”
"La metti su questo piano, signorina? Sai, se volessi potrei farti entrare oppure non farti entrare mai, neanche in accademia.”
“Io vorrei che tu non interferissi in alcun modo.”
“Sei testarda. Allora che cosa dovrei fare io?”
“Dimmi in bocca al lupo e non interferire in alcun modo con me, facciamo finta che io non sia tua nipote.”
“Potrei aprirti un sacco di porte però.. Un lavoro al FBI, magari amministrativo di livello..”
“Ed io mi sarei laureata in Neurochirurgia, con una specializzazione in Neuropsichiatria e con un master in Neuroscienze per una vita da ufficio dietro una scrivania?”
Scandì il suo nome per intero con pronuncia italiana: “Caterina Elettra Rossi Parker dove vorresti arrivare?”
“Se ci riesco da sola, all’Unità di Analisi Comportamentale.” Disse tutto di un fiato.
“Ed io che cosa dovrei fare?”
“Fare finta che io non esista, fai come se non mi conoscessi.
Voglio riuscirci da sola, non perché sono la nipote di David Rossi.”
Alla fine acconsentì e disse “Va bene.” E l’abbracciò forte, fiero di lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Copertina




Mick e Kat entrarono nell'ufficio dell'agente Hotch che fece loro cenno di accomodarsi per poi cominciare subito a parlare:
“Agente Rawson, so che lei è un abile cecchino, vorrei sapere se potrebbe insegnare anche all’agente Parker,
sono già d’accordo con Cooper, e per lui non ci sono problemi, quando siamo qui, tu addestrerai Parker.”
Rivolto verso Kat disse:
“Sei un eccellente tiratore la possibilità che tu diventa un cecchino non è poi così remota e potrebbe rivelarsi molto utile,
il fatto che tu sia un chirurgo evidenzia una dose notevole di sangue freddo.”
Mick aggiunse
“Dote indispensabile per un cecchino..”
Kat decisa e contenta disse: “Si per me va benissimo.”
“Rawson che hai fatto alla spalla, potete già iniziare vero?” disse Hotch.
Mick sorrise e disse: “La spalla sta bene, possiamo iniziare subito signore.”
“Perfetto andate” disse Hotch congedandoli.

Quando furono fuori dalla stanza di Hotch, Mick si guardò attorno poi disse
“Ti aspetto di sotto prendi le tue cose, e vedi che devi guidare tu perché il dottore ha detto che mi devo riposare..”
Kat sorrise mentre si dirigeva alla sua scrivania per prendere le sue cose.
Spencer la fermò e le disse “Possiamo parlare un momento?”
Le tremava la voce “Di cosa? Sono di fretta..”
Spencer la prese per il braccio e la portò nella stanzetta del caffè, lei non oppose resistenza,
si sentiva ferita e offesa, ma non le piaceva quella sensazione di assenza che le dava l’aver litigato con lui.

Spencer chiuse la porta e la guardò: “Io credo che tu sia un ottimo medico, non volevo metterlo in discussione ero solo..”
Kat lo guardava con le lacrime agli occhi
“Cosa? Eri solo cosa? Per la prima volta da quando sono un dottore oggi ho avuto paura di toccare un paziente, di poter ferire invece che guarire.”
Il volto rigato dalle lacrime, le mani strette a pugno
Spencer senza sapere cosa lo spinse a farlo, l’abbracciò, la strinse forte a se e mentre era inebriato nel suo odore le diceva
”Scusami, ti prego scusami.”
“Non lo fare più, per me è importante quello che tu pensi di me.” Disse Kat stringendosi a lui, perdendosi nel suo profumo.

Spencer la strinse ancora di più a se, non avrebbe voluto separarsi da lei, ma le chiese ”Dove devi andare con Rawson?”
Kat si scostò contro voglia e disse
”Deve insegnarmi a sparare, d’ora in poi quando non staremo in giro per il paese, dovrò esercitarmi con lui.”
“Ma tu sei un ottima tiratrice, non ne hai bisogno…” disse Spencer un po’ infastidito.
“Come cecchino, Hotch crede che possa essere utile e naturalmente portata.” Disse lei con tono dolce.
“Ah..” disse Spencer rattristandosi, poi notò che Kat stava diventando rossa e accarezzandole il viso le chiese “Che c’è?”
“Niente io.. mi chiedevo.. se..”balbettava, era imbarazzata, non riuscì a finire la frase.
“Vuoi venire a cena con me?” disse Spencer guardandola negli occhi, stupendosi di se stesso e della sicurezza che aveva quando era accanto a lei.
“Si” rispose senza esitare e con gli occhi che le brillavano.
Spencer le sorrise felice “Mi chiami quando hai finito?”
“Certo” disse lei accarezzandogli il viso.
Spencer non voleva lasciarla andare, ma sapeva che non poteva trattenerla ancora,
almeno per il momento e disse a malincuore “Mi sa che devi andare”
“Già” disse lei con un po’ di tristezza nella voce.

L’accompagnò alla scrivania, lei prese le sue cose, e il suo sguardo la seguì fino a che le porte dell’ascensore non si chiusero.
JJ ferma alle porte dell’open space guardava Spencer mentre fissava la ragazza che stava uscendo. Spencer non distolse mai lo sguardo da lei.

Arrivata al garage vide Mick, aspettarla vicino al Suv con le chiavi in mano, con il suo strano accento le disse “Fatto pace?”
Lei con tono minaccioso, mentre arrossiva vistosamente disse: “Non ci provare, non farmi il profilo.”
Sorrisero e salirono in macchina.

Erano le 7, temeva che fosse tardi, o che lui avesse cambiato idea, si sentiva una ragazzina insicura, poi compose il numero e sentì squillare il telefono.. era libero..
“Pronto, Reid.” Disse la voce all’altro capo del telefono.
Spiazzata dal tono professionale disse “Sono Kat.”
“Mamma sono in ufficio ti richiamo dopo.” Il tono era professionale, forse era con Hotch o David, pensò Kat.
“Ti aspetto a casa mia.” Disse lei senza capire davvero cosa aveva appena detto, “Ti mando l’indirizzo per messaggio.”
Attaccò, spedì il messaggio prima di tornare in sé e darsi della sgualdrina.

Era arrivata a casa, si era fatta una doccia al volo, aveva smontato l’armadio cercando un vestito decente,
e benedicendo Rosa, che quel giorno era passata a fare le pulizie, i capelli erano ancora bagnati quando suonò il campanello,
aveva lasciato detto al portiere che aspettava visite e di far salire il Dottor Reid.

Quando lei aprì la porta, era splendida, aveva un vestito nero corto, con una bella scollatura e le maniche lunghe e larghe,
i capelli bagnati le scendevano sulla schiena, era abbagliato da tanta bellezza, lei lo fece accomodare e mise la sua giacca sull’appendiabiti,
gli fece strada fino alla cucina, poi guardandolo e arrossendo leggermente disse:
“Sono appena arrivata e non c’è nulla di pronto, ma se hai un po’ di pazienza posso prepararti una cena italiana..”
Spencer le sorrise e disse rapito “Non vado da nessuna parte.”
Si sedette su uno sgabello, mentre lei tirava fuori, cose dal frigo
“Ma tu i capelli non te li asciughi mai?” disse Spencer curioso.
“Di rado, non sopporto il phon, e poi sono sempre di corsa..” disse lei voltandosi e guardandolo.
“Ti fa male dottoressa, che non lo sai?” proseguì Spencer con tono divertito.
“I dottori si sa sono pessimi pazienti.” Rispose Kat e si aprirono entrambi in una splendida risata.
“Com’è andata con Rawson?” chiese lui, cercando di nascondere la gelosia, il dottor Reid si scoprì ad ammettere di essere geloso.
“Mick è un insegnate severo, sembra carino e simpatico, ma nel suo campo diventa intransigente e ipercritico.
Però dice che ho del potenziale, il fatto che sono ambidestra mi potrebbe aiutare.”
“Sei ambidestra?” chiese lui perso a guardarla.
“Si, l’ho scoperto a medicina, opero con la destra ma ricucio con la sinistra e poi sparo con la sinistra..”
Lui le si avvicinò lentamente mentre lei stava per tagliare della cipolla “Fammi vedere allora?”
Kat sorrise, spostò il coltello sulla mano sinistra e sminuzzò la cipolla, si voltò verso di lui e disse: “Promossa?”
Erano tremendamente vicini, lui sentiva solo il suo profumo e non smetteva di guardarla disse “Perfetta!” mentre si chinò su di lei e poggiò le sue labbra sulle sue.
Kat sentì quelle labbra morbide sulle sue, si schiuse a quel contatto lasciando cadere il coltello, si strinse a lui mentre le loro lingue si incontravano e giocavano a rincorrersi.
Spencer la strinse a se ancora di più, non voleva assolutamente allontanarsi da lei.

Si staccarono un momento per prendere fiato, lei si perdeva nello sguardo di lui “Sei splendido..” gli disse rapita ancora con il fiatone.
Lui la guardò intensamente “Tu sei bellissima, quando sono con te, io mi sento un altro e ..”
“Cosa?” chiese lei maliziosa, mentre poggiava le mani sul suo petto e cominciava a baciargli il collo..
Lui fece un gemito di piacere poi cercò di continuare a parlare
“Ero geloso, sono geloso di Mick, io non sono quel tipo ragazzo, io sono diverso.”
Lei si allontanò da lui “Tu sei perfetto, mi hai fatto impazzire dalla prima volta che ti ho visto..”
“Cosa? Con Morgan nella stanza?” chiese lui stupito.
“Morgan è indubbiamente un bel ragazzo, ma il tuo sguardo mi ha rapito.. a proposito con chi eri quando ti ho chiamato?” chiese con uno strano tono nella voce
Lui si irrigidì un momento, poi disse “Con JJ e Rossi.”
Lei si ritrovò infastidita, quella ragazza non la convinceva. “Che mi sono persa tra te e JJ?” chiese all’improvviso.
Lui senza abbassare lo sguardo disse “Sono stato innamorato di lei ed ora è una mia grande amica”
Lei aggiunse stizzita “Gelosa, una tua amica gelosa di te. Comunque perché hai detto che ero tua madre?”
Spencer scoppiò a ridere, non credeva di certo a quello che stava accadendo, una dea gli stava facendo una scenata di gelosia per JJ.
“Cosa c’è da ridere?” Chiese lei stizzita.
“Ma dai, tu che sei semplicemente bellissima stai facendo una scenata di gelosia a me” disse Spencer continuando a ridere.
“Tu non sai quanto sei bello e sexy dottor Reid.” disse lei avvicinandosi a lui e cercando avidamente le sue labbra.
Le loro labbra si incontrarono di nuovo, e in quell’incontro c’era passione, desiderio.
Lei lo allontanò dicendo “Non mi hai ancora risposto.”
Lui scuotendo la testa, ancora perso nel suo sapore disse solo: “La domanda?”
“Perché hai detto che ero tua madre?”
“Ok ok,” disse alzando le mani in segno di resa
“i motivi erano diversi perché c’era tuo zio davanti a me, perché in effetti JJ mi sembra strana quando si parla di te,
e poi perché c’è un protocollo che vieta le relazioni tra colleghi. Devo dire che da quando sto con te sto imparando a dire le bugie..” Disse lui sereno e sorridente.
Lei preoccupata chiese “Quindi?”
“Quindi cosa?”
“Che succede, dico, che cos’è questo..” disse indicando se stessa e Spencer.

Kat era scossa da mille pensieri forse lui non era interessato a lei, voleva solo andarci a letto e togliersi lo sfizio, diventò tremendamente insicura ed andò in iperventilazione.
Spencer la prese per le spalle e preoccupato disse:
“Kat guardami, che succede? Che cos’hai? Stai male?”
Lei si aggrappò alle sue braccia, lo spinse su uno sgabello e si sedette di fronte a lui, sul tavolo.
“Forse prima di spingerci oltre dovremmo parlare” disse lei seria “che cosa vuoi tu da me?”
“Kat non ti capisco e mi stai spaventando sei sicura di stare bene?” disse con tono preoccupato.
Lei lo guardò gli occhi erano pieni di lacrime
“Vuoi venire a letto con me per toglierti uno sfizio? Per vedere com’è? Che cosa vuoi tu da me?”
Spencer si alzò e le prese il viso tra le mani
“Kat guardami” lei lo guardò “posso assicurarti che non mi sono mai sentito così, non ho mai sentito nulla di simile al caos calmo che crei tu dentro di me,
ti prego credimi, il sesso non è importante ora, non è necessario, mi riempi solo standomi vicino.”
Calde lacrime le rigarono il viso, buttò la testa sul petto di lui
“Scusami, io mi sento una ragazzina quando si parla di te, mi piaci molto Spencer” alzò il viso per guardarlo “ci tengo davvero molto a te.”
Lui le prese il viso tra le mani e disse “Anche io” e le diede una bacio dolce sulle labbra.
“Teniamo per noi la nostra storia, per il momento, non deve entrare in ufficio. Anche se..”disse Kat esitando.
“Anche se cosa?” chiese Spencer curioso.
“Forse Mick sospetta qualcosa..” disse lei d’un fiato
“Come?” Spencer preoccupato
“Quando sono andata via oggi per la lezione, quando sono arrivata nel parcheggio mi ha chiesto con un ghigno sulle labbra ‘fatto pace?’..”
“E’ bravo però..” disse Spencer tornando a sorridere.
Lei avvicinandosi “Mi fido di lui..”
Spencer le accarezzò le braccia e disse “Va bene. Hai fame?”
Lei con la voce bassa disse “Si… di te” tornando a cercare le sue labbra, mentre cercava i bottoni della sua camicia.
Scostandola leggermente Spencer le chiese piano “Sicura?”
Kat mentre si riprendeva avidamente le sue labbra, disse “Certo..”

Senza staccarsi l’uno dall’altro, si spostarono nella camera da letto, le loro labbra erano unite,
i loro corpi sempre più vicini, la camicia di Spencer era sul pavimento, il vestito di Kat la raggiunse velocemente,
quando Spencer, si scostò da lei e cominciò a fissarla, Kat arrossì e disse “Che c’è? che succede?”
Spencer con la sguardo preoccupato, cominciò ad accarezzarla: “Ma .. ti fa male?” disse mentre le sfiorava un livido enorme che aveva sotto il seno.
Kat seguì lo sguardo  di Spencer fino a vedere che si stava posando su un suo livido, scosse leggermente la testa
“No non molto, veramente non ci stavo pensando..” disse mentre cominciava a baciargli il collo..
Spencer era troppo preoccupato per lei: “Ma come te lo sai fatto? A Seattle?”
Disse lei con tono sereno, cercando di tranquillizzarlo:
“No, no con la squadra di Sam è stato Mick con il suo placcaggio. Però di lividi sono piena, Seattle me ne ha lasciati alcuni sulla schiena” voltandosi.
Spencer l’accarezzò dolcemente, facendole venire la pelle d’oca “Sembri così fragile..”
“In realtà ho la pelle dura” disse Kat voltandosi di nuovo per guardarlo.
“Lo vedo lo vedo è che sei così bella, sembri una dea..” disse Spencer mentre si perdeva nel guardarla.
Kat arrossì e istintivamente abbassò lo sguardo.
Spencer le prese dolcemente il mento e riprese il contatto con i suoi occhi.

Quel momento perfetto fu interrotto dallo squillare insistente di un telefono, seguito subito da un altro,
i ragazzi si alzarono di scatto, cercando i cellulari, Kat andò a rispondere in cucina, Spencer nel salotto, si ritrovarono a metà strada dopo aver riattaccato.
“JJ” disse Spencer
“Hotch” disse Kat
“Dobbiamo andare..” disse Spencer con la voce dispiaciuta, mentre la stringeva di nuovo a se.
Si persero in un bacio, quando Kat si scostò controvoglia:  “Dammi un secondo che usciamo insieme..” disse Kat correndo verso la camera da letto.
Spencer la seguì andando a recuperare la sua camicia, Kat si infilò un paio di pantaloni e una maglietta.
Presero i cappotti e uscirono di casa.
Arrivarono a Quantico con due auto separate.

Spencer si sentiva l’uomo più felice del mondo, Kat era entrata nella sua vita per caso e l’aveva travolto come un ciclone,
era felice e sereno come non mai, con lei si sentiva sicuro. Non aveva avuto molte storie e sicuramente non se le andava a cercare,
non era come Morgan che se la godeva alla grande, lui si dedicava al suo lavoro e allo studio, ma l’amore l’aveva trovato nonostante lui cercasse di nascondersi.

Kat era al settimo cielo, era arrivata al BAU per perseguire un sogno ed aveva trovato molto più di quello che cercava,
era felice come una ragazzina, non aveva mai dato troppo peso all’amore, si era sempre concentrata sul suo lavoro e nel perseguimento dei suoi obiettivi,
finche l’amore non l’aveva trovata nell’ultimo posto che lei si aspettava.

Entrambi pensarono, che ormai la miccia era stata accesa, e sarebbe stato complicato stare lontani l’uno dall’altra,
ma ora dovevano vedere se erano in grado di gestire la cosa sul lavoro.



Chiedo perdono per l'attesa e per il corto capitolo 
   
 
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