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Autore: Lily BlackRose    25/01/2012    2 recensioni
I compagni di squadra di Taro erano sorpresi e basiti, non si aspettavano di certo che avesse una sorella, figuriamoci gemella. Ed infatti solo in quel momento si resero conto della somiglianza sorprendete che li accomunava.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Jun Misugi/Julian Ross, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...Febbre & Riconciliazione...

Aprendo gl’occhi al dolce sole, che faceva capolino dalla tenda mal tirata, Lily sorrise. La settimana che aveva appena passato con Jun le era sembrata un bellissimo sogno, da quando erano tornati assieme avevano fatto un sacco di cose, anche se molte delle quali accompagnati dagli onnipresenti Taro & Co. Stiracchiandosi appena la ragazza si mise di lato godendosi il dolce tepore del sole mattutino. Avevano fatto praticamente di tutto, dall’andare al mare, al centro commerciale, al cinema, a prendere il gelato al parco. Jun era stato il ragazzo dolce e perfetto che ricordava. Sospirando felice, Lily decise di alzarsi e di andare così a svegliare il suo dolce gemellino che aveva visto ben poco in quei giorni così freneticamente perfetti.
“Ehi dormiglione! Svegliati o farai tardi all’allenamento!” disse con gentilezza Lily entrando in camera di Taro e scostando le tende della finestra così da far entrare la luce del mattino a dar calore alla stanza. Un mugolio indefinito e sofferente provenne da sotto le lenzuola ed il viso della ragazza s’incupì di colpo. In pochi passi fu accanto al gemello e gli posò la mano sulla fronte.
“Ma scotti!” urlò togliendo la mano dalla fronte di Taro e rimboccandogli prontamente le coperte “Perché non mi hai chiamata prima?”
“Volevo farti riposare...” fu la docile risposta, mentre si girava su di un fianco per guardarla meglio. Le sopracciglia di Lily a quella risposta s’inarcarono di colpo. Il suo riposo non era importante quanto la salute del suo amato fratellino.
“Sciocco! Era meglio se mi chiamavi! Adesso vado a prendere il termometro e tutto il resto... faccio presto!” lo rassicurò dandogli un bacio sulla fronte per poi correre fuori dalla stanza e prendere tutto quello che le occorreva. Ci mise poco a tornare da Taro. In una mano reggeva la medicina, mentre nell’altra una bacinella d’acqua fresca, posò tutto sul comodino e intinse un fazzoletto nell’acqua, posandoglielo poi sulla fronte, procurando nel gemello qualche brivido ed anche un mezzo sospiro di sollievo. Gli tolse il termometro.
“40 e mezzo! Taro ma è altissima!” prese immediatamente la tachipirina e dopo averne versata la giusta quantità nel misurino aiutò Taro a berla ”Adesso cerca di riposare. Vado di sotto a prepararti una spremuta e ti porto qualche biscotto.”
“No... qui...” mormorò il gemello, tendendo una mano ed afferrandole il pigiama così da non farla andare via, mentre la guardava da sotto le palpebre pesanti. Era davvero tanto tenero ed il cuore di Lily si sciolse. Ricordava ancora molto bene quando da piccoli erano ammalati e dormivano solo se erano assieme.
“Faccio presto tesoro... poi mi metto sotto le coperte assieme a te.” Gentilmente gli tolse la mano rimettendogliela sotto le coperte uscendo poi dalla porta in silenzio. Giunta di sotto prese il cellulare e scrisse una mail a Tsubasa:

Ciao! Oggi Taro non può venire
agli allenamenti perché ha la
febbre molto alta. Fate i bravi!

Giunta in cucina cercò qualche frutto con cui potergli fare una spremuta, ma siccome era ancora estate le arance non vi erano in casa e così Lily optò per una limonata. Siccome non voleva fare nessun rumore che potesse disturbare il gemello prese lo spremi agrumi manuale e la fece con quello. Prese i biscotti preferiti di Taro dalla credenza e risalì in di sopra. Non prima di essere passata dalla sua stanza a prendere il libro che stava leggendo. Posò tutto sul comodino ormai ingombro ed il suo cellulare s’illuminò.

Aspettami che arrivo subito!
Che ha esattamente?
Mi devo preoccupare?

Ha la febbre molto alta, oltre i
40 gradi. E sarebbe meglio
se venissi nel pomeriggio, siccome
adesso ha bisogno di riposare e con te
so che non lo farebbe... scusa...

“Chi è?” chiese Taro socchiudendo gl’occhi, mentre il viso di Lily si contraeva in una smorfia contrariata.
“Il tuo caro Tsubasa!” rispose un poco scocciata.

Giuro che non lo disturbo,
voglio solo vederlo,
vado via subito poi...

Fa come ti pare!

“Cosa dice?” chiese ansiose il ragazzo, alzandosi su di un gomito, così da cercare di leggere quello che la gemella aveva appena scritto, ma il dolore alla testa lo costrinse a distendersi di nuovo.
“Vuole passare a trovarti, ma sarebbe meglio se tu riposassi.” Rispose cercando di celare il nervoso che provava per via del fatto che l’amico non avesse capito niente. Seduta sul letto accanto al gemello Lily sorrise, aiutandolo a bere la limonata e gli diede qualche biscotto. Ogni piccolo boccone che mandava giù gli procurava una smorfia dolorosa.
“Spero tu non abbia le placche...” mormorò Lily carezzandogli i capelli con la dolcezza di una madre premurosa, cosa che la loro non era mai stata. Un velo di tristezza calò sul viso di lei e fortunatamente gl’occhi di Taro erano chiusi e quindi non se ne accorse. Quanti pianti avevano fatto a causa della loro madre? Separarli era stata la cosa peggiore che potesse fare, eppure lo aveva fatto. Immersa in quei tristi ricordi del passato non si rese conto dell’arrivo di Tsubasa. Fu solo quando lui le posò una mano sulla spalla che lei si riscosse “Oh Tsubasa... sei tu...”.
“Come sta Taro?” le chiese premuroso, guardando il compagno con tutta la dolcezza che il suo sguardo poteva donargli.
“Ha ancora la febbre molto alta, se quando si sveglia non si è abbassata chiamo il medico.” Rispose con la consuete semplicità di cui era capace “Puoi dire a Jun che oggi non posso uscire?” gli chiese dopo una piccola pausa silenziosa in cui l’amico aveva annuito.
“Va bene, allora ripasso nel pomeriggio, ma se peggiora chiamami!”
“Tranquillo.”, lo rassicurò lei, mentre lui lasciava la stanza, non prima di aver dato un dolce bacio sulle labbra a Taro, il quale sorrise felice nel sonno. Quando Tsubasa uscì dalla stanza, Lily si mise sotto le coperte ed in un attimo il gemello se si accoccolò addosso. Sorridendo la giovane prese ad accarezzargli i capelli, mentre il corpo del ragazzo si rilassava ancora di più. Lily voleva bene a Taro, gli voleva bene come a nessun altro, forse nemmeno a Jun voleva così tanto bene, solo che, dopo che si erano ritrovati non riusciva più a trovare la complicità che li univa quando erano piccoli. Forse era stata la lontananza o forse era stato il crescere che li aveva cambiati, ma il vuoto dentro al cuore di lei faticava a rimarginarsi, anche se sapeva fingere molto bene che non le interessasse. Con un piccolo sospiro si sistemò meglio e quel gesto fece aprire un’occhi a Taro.
“Scusa tesoro, non volevo svegliarti, vuoi bere?” chiese lei dolcemente scostandogli i capelli dalla fronte, mentre lui annuiva impercettibilmente. Allungando una mano prese il bicchiere e l’aiutò, quindi lo fece sistemare nuovamente sul suo petto e lo strinse forte in un abbraccio, cantando appena la canzoncina che da bambini li faceva addormentare, ed infatti pochi attimi dopo entrambi dormivano dolcemente. Fu solo verso le dieci che Lily si svegliò e, cercando di fare meno rumore possibile, scese in cucina a preparare il pranzo. Avrebbe fatto un buonissimo brodo di verdure, aveva già iniziato a tirare fuori le pentole e messo l’acqua a scaldare, quando qualcuno bussò alla porta e lei corse ad aprire ritrovandosi dinnanzi a madre di Tsubasa.
“Buon giorno signora.” Salutò allegramente la ragazza lasciandola entrare.
“Ciao Lily, Tsubasa mi ha detto che Taro non stava bene e così ho pensato di portarvi qualcosa dal mercato.” Sorrise la donna allungando la busta da cui sbucava fuori un profumatissimo gambo di sedano e delle carote, mentre il viso della ragazza arrossiva di colpo.
“La ringrazio Signora, ma non era necessario che si disturbasse tanto!” mormorò Lily andando verso la cucina dove depose la spesa sul tavolo.
“Nessun disturbo! Per il ragazzo di mio figlio e sua sorella questo ed altro!” ammiccò la donna ridacchiando appena lasciando la ragazza ammutolita e sorpresa.
“Quindi lei lo sa?” riuscì poi a chiedere, mentre lavava le verdure e successivamente le tagliava per metterle nelle pentola.
“Si, e se mio figlio è felice lo sono anche io! Taro è un ragazzo dolcissimo e molto bravo, sono contenta che sia lui.” rimase per un attimo in silenzio la signora Ozora guardando la giovane lavorare poi aggiunse “adesso aspetto solo che me lo dicano loro!” quindi ridacchiò.
“Non credo che tarderanno molto a farlo.” Aggiunse Lily volgendosi poi a guardare la donna seduta al tavolo “Oh che cafona che sono! Non le ho chiesto se le andasse qualcosa... che ne dice di un thè? Lo faccio volentieri e poi lo porto anche a Taro.”
“Ma si, ad un thè non si dice mai di no!”
Le due donne rimasero in cucina a chiacchierare per ancora circa un’oretta prima che la madre di Tsubasa si avviasse verso casa per preparare il pranzo al figlio. Quando tutto fu pronto Lily si diresse nuovamente di sopra svegliando dolcemente il fratellino addormentato.
“Ciao Lily...” mormorò guardandola con gl’occhi lucidi per la febbre “Hai fatto il brodo per me? Grazie... non dovevi!” aggiunse poi sistemandosi meglio fra i cuscini.
Ahh! Non dire sciocchezze Taro! Avanti, ora ti provo la febbre poi mangi.” Gli sorrise dolce, mettendogli il termometro freddo sotto all’ascella, provocandogli un brivido “E comunque dovresti ringraziare la mamma di Tsubasa che mi ha portato le verdure fresche...”
“Ringraziala da parte mia allora! Quanto ho?” chiese curioso siccome il termometro aveva preso a suonare.
“Hai ancora 40...” la voce della ragazza era alquanto preoccupata mentre prendeva il piatto fra le mani ed iniziava ad imboccarlo “Dopo chiamo il medico... adesso però mangia senza fare storie... il brodo è fatto come piace a te.”
“Sai che sono un bravo bambino e non faccio i capricci!” la rimbeccò lui sorridendo e cercando di prenderle il cucchiaio dalle mani “So mangiare anche da solo...”
“Va bene, va bene!” ridacchiò lei, lasciandolo fare ed alzandosi dal letto, apprestandosi ad arieggiare un poco la stanza “Ti ho fatto anche il tuo thè preferito.”
“Il thè verde? Grazie mille!” rispose fra un boccone e l’altro, mentre Lily smistava i vestiti sulla sedia, piegando quelli puliti e riponendoli, lanciando gl’altri in corridoio da lavare.
“Prima è venuto il tuo amore...”
“Davvero? Perché non lo hai fatto restare?” chiedesse smettendo immediatamente di mangiare e fissando la sorella come se fosse un cucciolo.
“Perché adesso hai bisogno di riposo... e con lui non avresti certo riposato...” ammiccò, scompigliandogli i capelli e facendolo arrossire. Per un po’ regnò il silenzio fra i due, ma ad un tratto Taro se ne uscì con una domanda del tutto inaspettata:
“Tu... Non sei arrabbiata con me vero?”
“Perché dovrei esserlo?” chiese indietro, iniziando a pensare che la febbre alta lo stesse facendo delirare.
“Non lo so... non mi hai parlato delle selezioni della nazionale...” mormorò il ragazzo, poggiando il piatto vuoto sul comodino, mentre lei chiudeva la finestra. ‘Ed ecco che tutti i nodi vengono al pettine’ pensò Lily volgendosi poi verso di lui.
“Beh... non ero sicura di farcela... e piuttosto di vedere la delusione e la compassione nei tuoi occhi, preferivo soffrire in silenzio...” rispose sinceramente la ragazza tornando a sedersi sul letto accanto a lui.
“Sai che non potresti mai deludermi sorellina...” sorrise dolcemente per poi farsi scuro in viso “Non ti starai mica ancora considerando l’eterna seconda vero? So che i gesti di mamma ti hanno portato a crederlo, ma non lo sei! Non lo sei mai stata!” inizia ad agitarsi Taro, mentre Lily volse il viso triste a fissare fuori dalla finestra. Un piccolo sospiro le increspò le labbra, un sospiro di ricordi lontani che vorrebbe solo dimenticare.
“Ci provo, ma non è sempre facile non pensarlo... infondo sei sempre stato tu il campione in casa!” sorrise sospingendolo di nuovo contro i cuscini e cercando di calmarlo “E poi non si sa mai... potrei sempre deluderti ora...”
“Quindi non sei più arrabbiata perché non ci siamo visti per un sacco di tempo?” chiese ancora il gemello senza smettere di guardarla, anche se si stava inabissando sotto le coperte.
“Ormai la rabbia se ne è andata da tempo... credo che in me sia rimasto solo un vago senso di vuoto che non riesco a colmare...” mormorò infine Lily sedendosi ancora una volta accanto a lui.
“...Sorellina...ci sono io per colmare quel vuoto...” la voce dolce ed ingenua di Taro la fece sorridere.
“Lo spero tesoro mio, perché è il vuoto che hai lasciato quando sei andato via...”
“Resterò con te per sempre... te lo prometto!” aggiunse poi con foga il gemello, afferrandole la mano e guardandola con occhi febbricitanti, mentre lei socchiudeva i suoi e scuoteva il capo, certe volte Taro poteva avere la dolcezza e gl’atteggiamenti di un bambino, ma infondo era il suo bambino speciale, il suo fratellino.
“Non fare queste promesse piccino, anche se questa volta ti credo un po’ di più.” Con dolcezza sottrasse la mano e dopo avergli scostato i capelli e messo la pezza umida si alzò dal letto.
“E se andrò a giocare fuori Tokio mi comprerò in jet privato per tornare sempre da te... Ti voglio bene!” Taro non demordeva e la sua tenacia aprì il cuore titubante di Lily, ora davvero sentiva che le cose potevano tornare come prima, sentiva di nuovo che la parte della sua anima che manca era a solo una mano da lei.
“Ti voglio bene... adesso riposa che dovrebbe arrivare il medico.” Tirò appena la tenda per evitare che il sole cadesse direttamente in faccio al gemello, quindi scese di sotto a lavare i piatti e dopo circa una mezz’ora il campanello della porta suonò annunciando l’arrivo del Dr. Bagnoli, che venne immediatamente accompagnato in camera del ragazzo.

“Ha solo un po’ di placche batteriche, gli dia un po’ di antibiotico e lo faccia stare al caldo! Se per caso la febbre gli aumenta troppo, oltre i 40°, gli dia del paracetamolo e gli faccia fare una bella doccia” disse il dottore consegnando la ricetta nelle mani di Lily per poi prendere la sua roba ed avviarsi verso la porta.
“Grazie mille dottore...” aggiunse la ragazza, aprendo la porta per fare uscire l’uomo, e ritrovandosi dinnanzi Jun e Tsubasa che lesti si spostarono per farlo passare.
“Di niente signorina e mi raccomando se ha bisogno chiami!”, salutò i ragazzi e si avviò lungo la strada. Non appena la porta di casa fu chiusa, Lily abbracciò di slancio Tsubasa stringendolo forte, forte e mormorandogli all’orecchio “Non farlo soffrire mai... e non ci allontanare... ti prego!” la tono era quello di una velata supplica che intenerì il cuore del capitano della Nankatsu che la stava abbracciando forte.
“Non lo farò mai!” rispose carezzandole i capelli per poi staccarsi da lei.
“Vieni con me in farmacia Jun? Così li lasciamo un po’ soli?” chiese Lily prendendo la borsa, mentre il suo ragazzo annuiva con un sorriso e si dirigevano alla porta “Tsubasa... deve riposare!” lo ammonì lei facendogli l’occhiolino, segno chiaro che le cosacce erano bandite sino a nuovo ordine. Uscendo di casa i due ragazzi si presero per mano ed un largo sorriso colorò le labbra di entrambi. ‘La vita è bella!’ pensò dolcemente Lily, ora era davvero felice, aveva finalmente perdonato il gemello per averla lasciata sola ed aveva ritrovato il ragazzo che amava, niente poteva andare storto. Finalmente la vita le sorrideva.

 

Eccomi qui di nuovo a pubblicare... giuro che prima o poi la finisco  di rompervi le scatole...XD
Alla prossima!
Baci!

   
 
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