...Febbre &
Riconciliazione...
Aprendo gl’occhi al dolce sole, che faceva capolino dalla
tenda mal tirata, Lily sorrise. La settimana che aveva appena passato con Jun
le era sembrata un bellissimo sogno, da quando erano tornati assieme avevano
fatto un sacco di cose, anche se molte delle quali accompagnati dagli
onnipresenti Taro & Co. Stiracchiandosi appena la ragazza si mise di lato
godendosi il dolce tepore del sole mattutino. Avevano fatto praticamente di
tutto, dall’andare al mare, al centro commerciale, al cinema, a prendere il
gelato al parco. Jun era stato il ragazzo dolce e perfetto che ricordava. Sospirando
felice, Lily decise di alzarsi e di andare così a svegliare il suo dolce
gemellino che aveva visto ben poco in quei giorni così freneticamente perfetti.
“Ehi dormiglione! Svegliati o farai tardi all’allenamento!” disse con
gentilezza Lily entrando in camera di Taro e scostando le tende della finestra
così da far entrare la luce del mattino a dar calore alla stanza. Un mugolio
indefinito e sofferente provenne da sotto le lenzuola ed il viso della ragazza
s’incupì di colpo. In pochi passi fu accanto al gemello e gli posò la mano
sulla fronte.
“Ma scotti!” urlò togliendo la mano dalla fronte di Taro e rimboccandogli
prontamente le coperte “Perché non mi hai chiamata prima?”
“Volevo farti riposare...” fu la docile risposta, mentre si girava su di un
fianco per guardarla meglio. Le sopracciglia di Lily a quella risposta
s’inarcarono di colpo. Il suo riposo non era importante quanto la salute del
suo amato fratellino.
“Sciocco! Era meglio se mi chiamavi! Adesso vado a prendere il termometro e
tutto il resto... faccio presto!” lo rassicurò dandogli un bacio sulla fronte
per poi correre fuori dalla stanza e prendere tutto quello che le occorreva. Ci
mise poco a tornare da Taro. In una mano reggeva la medicina, mentre nell’altra
una bacinella d’acqua fresca, posò tutto sul comodino e intinse un fazzoletto
nell’acqua, posandoglielo poi sulla fronte, procurando nel gemello qualche
brivido ed anche un mezzo sospiro di sollievo. Gli tolse il termometro.
“40 e mezzo! Taro ma è altissima!” prese immediatamente la tachipirina e dopo
averne versata la giusta quantità nel misurino aiutò Taro a berla ”Adesso cerca
di riposare. Vado di sotto a prepararti una spremuta e ti porto qualche
biscotto.”
“No... qui...” mormorò il gemello, tendendo una mano ed afferrandole il pigiama
così da non farla andare via, mentre la guardava da sotto le palpebre pesanti.
Era davvero tanto tenero ed il cuore di Lily si sciolse. Ricordava ancora molto
bene quando da piccoli erano ammalati e dormivano solo se erano assieme.
“Faccio presto tesoro... poi mi metto sotto le coperte assieme a te.”
Gentilmente gli tolse la mano rimettendogliela sotto le coperte uscendo poi
dalla porta in silenzio. Giunta di sotto prese il cellulare e scrisse una mail
a Tsubasa:
Ciao! Oggi Taro non può venire
agli allenamenti perché ha la
febbre molto alta. Fate i bravi!
Giunta in cucina cercò qualche frutto con cui potergli fare
una spremuta, ma siccome era ancora estate le arance non vi erano in casa e
così Lily optò per una limonata. Siccome non voleva fare nessun rumore che
potesse disturbare il gemello prese lo spremi agrumi manuale e la fece con
quello. Prese i biscotti preferiti di Taro dalla credenza e risalì in di sopra.
Non prima di essere passata dalla sua stanza a prendere il libro che stava
leggendo. Posò tutto sul comodino ormai ingombro ed il suo cellulare
s’illuminò.
Aspettami che arrivo
subito!
Che ha esattamente?
Mi devo preoccupare?
Ha la febbre molto alta, oltre i
40 gradi. E sarebbe meglio
se venissi nel pomeriggio, siccome
adesso ha bisogno di riposare e con te
so che non lo farebbe... scusa...
“Chi è?” chiese Taro socchiudendo gl’occhi, mentre il viso
di Lily si contraeva in una smorfia contrariata.
“Il tuo caro Tsubasa!” rispose un poco scocciata.
Giuro che non lo
disturbo,
voglio solo vederlo,
vado via subito poi...
Fa come ti pare!
“Cosa dice?” chiese ansiose il ragazzo, alzandosi su di un
gomito, così da cercare di leggere quello che la gemella aveva appena scritto,
ma il dolore alla testa lo costrinse a distendersi di nuovo.
“Vuole passare a trovarti, ma sarebbe meglio se tu riposassi.” Rispose cercando
di celare il nervoso che provava per via del fatto che l’amico non avesse
capito niente. Seduta sul letto accanto al gemello Lily sorrise, aiutandolo a
bere la limonata e gli diede qualche biscotto. Ogni piccolo boccone che mandava
giù gli procurava una smorfia dolorosa.
“Spero tu non abbia le placche...” mormorò Lily carezzandogli i capelli con la
dolcezza di una madre premurosa, cosa che la loro non era mai stata. Un velo di
tristezza calò sul viso di lei e fortunatamente gl’occhi di Taro erano chiusi e
quindi non se ne accorse. Quanti pianti avevano fatto a causa della loro madre?
Separarli era stata la cosa peggiore che potesse fare, eppure lo aveva fatto.
Immersa in quei tristi ricordi del passato non si rese conto dell’arrivo di
Tsubasa. Fu solo quando lui le posò una mano sulla spalla che lei si riscosse
“Oh Tsubasa... sei tu...”.
“Come sta Taro?” le chiese premuroso, guardando il compagno con tutta la
dolcezza che il suo sguardo poteva donargli.
“Ha ancora la febbre molto alta, se quando si sveglia non si è abbassata chiamo
il medico.” Rispose con la consuete semplicità di cui era capace “Puoi dire a
Jun che oggi non posso uscire?” gli chiese dopo una piccola pausa silenziosa in
cui l’amico aveva annuito.
“Va bene, allora ripasso nel pomeriggio, ma se peggiora chiamami!”
“Tranquillo.”, lo rassicurò lei, mentre lui lasciava la stanza, non prima di
aver dato un dolce bacio sulle labbra a Taro, il quale sorrise felice nel
sonno. Quando Tsubasa uscì dalla stanza, Lily si mise sotto le coperte ed in un
attimo il gemello se si accoccolò addosso. Sorridendo la giovane prese ad
accarezzargli i capelli, mentre il corpo del ragazzo si rilassava ancora di
più. Lily voleva bene a Taro, gli voleva bene come a nessun altro, forse
nemmeno a Jun voleva così tanto bene, solo che, dopo che si erano ritrovati non
riusciva più a trovare la complicità che li univa quando erano piccoli. Forse
era stata la lontananza o forse era stato il crescere che li aveva cambiati, ma
il vuoto dentro al cuore di lei faticava a rimarginarsi, anche se sapeva
fingere molto bene che non le interessasse. Con un piccolo sospiro si sistemò
meglio e quel gesto fece aprire un’occhi a Taro.
“Scusa tesoro, non volevo svegliarti, vuoi bere?” chiese lei dolcemente
scostandogli i capelli dalla fronte, mentre lui annuiva impercettibilmente.
Allungando una mano prese il bicchiere e l’aiutò, quindi lo fece sistemare
nuovamente sul suo petto e lo strinse forte in un abbraccio, cantando appena la
canzoncina che da bambini li faceva addormentare, ed infatti pochi attimi dopo
entrambi dormivano dolcemente. Fu solo verso le dieci che Lily si svegliò e,
cercando di fare meno rumore possibile, scese in cucina a preparare il pranzo.
Avrebbe fatto un buonissimo brodo di verdure, aveva già iniziato a tirare fuori
le pentole e messo l’acqua a scaldare, quando qualcuno bussò alla porta e lei
corse ad aprire ritrovandosi dinnanzi a madre di Tsubasa.
“Buon giorno signora.” Salutò allegramente la ragazza lasciandola entrare.
“Ciao Lily, Tsubasa mi ha detto che Taro non stava bene e così ho pensato di
portarvi qualcosa dal mercato.” Sorrise la donna allungando la busta da cui
sbucava fuori un profumatissimo gambo di sedano e delle carote, mentre il viso
della ragazza arrossiva di colpo.
“La ringrazio Signora, ma non era necessario che si disturbasse tanto!” mormorò
Lily andando verso la cucina dove depose la spesa sul tavolo.
“Nessun disturbo! Per il ragazzo di mio figlio e sua sorella questo ed altro!”
ammiccò la donna ridacchiando appena lasciando la ragazza ammutolita e
sorpresa.
“Quindi lei lo sa?” riuscì poi a chiedere, mentre lavava le verdure e
successivamente le tagliava per metterle nelle pentola.
“Si, e se mio figlio è felice lo sono anche io! Taro è un ragazzo dolcissimo e
molto bravo, sono contenta che sia lui.” rimase per un attimo in silenzio la
signora Ozora guardando la giovane lavorare poi aggiunse “adesso aspetto solo
che me lo dicano loro!” quindi ridacchiò.
“Non credo che tarderanno molto a farlo.” Aggiunse Lily volgendosi poi a
guardare la donna seduta al tavolo “Oh che cafona che sono! Non le ho chiesto
se le andasse qualcosa... che ne dice di un thè? Lo
faccio volentieri e poi lo porto anche a Taro.”
“Ma si, ad un thè non si dice mai di no!”
Le due donne rimasero in cucina a chiacchierare per ancora circa un’oretta
prima che la madre di Tsubasa si avviasse verso casa per preparare il pranzo al
figlio. Quando tutto fu pronto Lily si diresse nuovamente di sopra svegliando
dolcemente il fratellino addormentato.
“Ciao Lily...” mormorò guardandola con gl’occhi lucidi per la febbre “Hai fatto
il brodo per me? Grazie... non dovevi!” aggiunse poi sistemandosi meglio fra i
cuscini.
“Ahh! Non dire sciocchezze Taro! Avanti, ora ti provo
la febbre poi mangi.” Gli sorrise dolce, mettendogli il termometro freddo sotto
all’ascella, provocandogli un brivido “E comunque dovresti ringraziare la mamma
di Tsubasa che mi ha portato le verdure fresche...”
“Ringraziala da parte mia allora! Quanto ho?” chiese curioso siccome il
termometro aveva preso a suonare.
“Hai ancora 40...” la voce della ragazza era alquanto preoccupata mentre prendeva
il piatto fra le mani ed iniziava ad imboccarlo “Dopo chiamo il medico...
adesso però mangia senza fare storie... il brodo è fatto come piace a te.”
“Sai che sono un bravo bambino e non faccio i capricci!” la rimbeccò lui
sorridendo e cercando di prenderle il cucchiaio dalle mani “So mangiare anche
da solo...”
“Va bene, va bene!” ridacchiò lei, lasciandolo fare ed alzandosi dal letto,
apprestandosi ad arieggiare un poco la stanza “Ti ho fatto anche il tuo thè preferito.”
“Il thè verde? Grazie mille!” rispose fra un boccone
e l’altro, mentre Lily smistava i vestiti sulla sedia, piegando quelli puliti e
riponendoli, lanciando gl’altri in corridoio da lavare.
“Prima è venuto il tuo amore...”
“Davvero? Perché non lo hai fatto restare?” chiedesse smettendo immediatamente
di mangiare e fissando la sorella come se fosse un cucciolo.
“Perché adesso hai bisogno di riposo... e con lui non avresti certo
riposato...” ammiccò, scompigliandogli i capelli e facendolo arrossire. Per un
po’ regnò il silenzio fra i due, ma ad un tratto Taro se ne uscì con una
domanda del tutto inaspettata:
“Tu... Non sei arrabbiata con me vero?”
“Perché dovrei esserlo?” chiese indietro, iniziando a pensare che la febbre
alta lo stesse facendo delirare.
“Non lo so... non mi hai parlato delle selezioni della nazionale...” mormorò il
ragazzo, poggiando il piatto vuoto sul comodino, mentre lei chiudeva la
finestra. ‘Ed ecco che tutti i nodi vengono al pettine’ pensò Lily volgendosi
poi verso di lui.
“Beh... non ero sicura di farcela... e piuttosto di vedere la delusione e la
compassione nei tuoi occhi, preferivo soffrire in silenzio...” rispose
sinceramente la ragazza tornando a sedersi sul letto accanto a lui.
“Sai che non potresti mai deludermi sorellina...” sorrise dolcemente per poi
farsi scuro in viso “Non ti starai mica ancora considerando l’eterna seconda
vero? So che i gesti di mamma ti hanno portato a crederlo, ma non lo sei! Non
lo sei mai stata!” inizia ad agitarsi Taro, mentre Lily volse il viso triste a
fissare fuori dalla finestra. Un piccolo sospiro le increspò le labbra, un
sospiro di ricordi lontani che vorrebbe solo dimenticare.
“Ci provo, ma non è sempre facile non pensarlo... infondo sei sempre stato tu
il campione in casa!” sorrise sospingendolo di nuovo contro i cuscini e
cercando di calmarlo “E poi non si sa mai... potrei sempre deluderti ora...”
“Quindi non sei più arrabbiata perché non ci siamo visti per un sacco di
tempo?” chiese ancora il gemello senza smettere di guardarla, anche se si stava
inabissando sotto le coperte.
“Ormai la rabbia se ne è andata da tempo... credo che in me sia rimasto solo un
vago senso di vuoto che non riesco a colmare...” mormorò infine Lily sedendosi
ancora una volta accanto a lui.
“...Sorellina...ci sono io per colmare quel vuoto...” la voce dolce ed ingenua
di Taro la fece sorridere.
“Lo spero tesoro mio, perché è il vuoto che hai lasciato quando sei andato
via...”
“Resterò con te per sempre... te lo prometto!” aggiunse poi con foga il gemello,
afferrandole la mano e guardandola con occhi febbricitanti, mentre lei socchiudeva
i suoi e scuoteva il capo, certe volte Taro poteva avere la dolcezza e
gl’atteggiamenti di un bambino, ma infondo era il suo bambino speciale, il suo
fratellino.
“Non fare queste promesse piccino, anche se questa volta ti credo un po’ di
più.” Con dolcezza sottrasse la mano e dopo avergli scostato i capelli e messo
la pezza umida si alzò dal letto.
“E se andrò a giocare fuori Tokio mi comprerò in jet privato per tornare sempre
da te... Ti voglio bene!” Taro non demordeva e la sua tenacia aprì il cuore titubante
di Lily, ora davvero sentiva che le cose potevano tornare come prima, sentiva
di nuovo che la parte della sua anima che manca era a solo una mano da lei.
“Ti voglio bene... adesso riposa che dovrebbe arrivare il medico.” Tirò appena
la tenda per evitare che il sole cadesse direttamente in faccio al gemello,
quindi scese di sotto a lavare i piatti e dopo circa una mezz’ora il campanello
della porta suonò annunciando l’arrivo del Dr. Bagnoli, che venne
immediatamente accompagnato in camera del ragazzo.
“Ha solo un po’ di placche batteriche, gli dia un po’ di antibiotico e
lo faccia stare al caldo! Se per caso la febbre gli aumenta troppo, oltre i
40°, gli dia del paracetamolo e gli faccia fare una bella doccia” disse il
dottore consegnando la ricetta nelle mani di Lily per poi prendere la sua roba
ed avviarsi verso la porta.
“Grazie mille dottore...” aggiunse la ragazza, aprendo la porta per fare uscire
l’uomo, e ritrovandosi dinnanzi Jun e Tsubasa che lesti si spostarono per farlo
passare.
“Di niente signorina e mi raccomando se ha bisogno chiami!”, salutò i ragazzi e
si avviò lungo la strada. Non appena la porta di casa fu chiusa, Lily abbracciò
di slancio Tsubasa stringendolo forte, forte e mormorandogli all’orecchio “Non
farlo soffrire mai... e non ci allontanare... ti prego!” la tono era quello di
una velata supplica che intenerì il cuore del capitano della Nankatsu che la
stava abbracciando forte.
“Non lo farò mai!” rispose carezzandole i capelli per poi staccarsi da lei.
“Vieni con me in farmacia Jun? Così li lasciamo un po’ soli?” chiese Lily
prendendo la borsa, mentre il suo ragazzo annuiva con un sorriso e si
dirigevano alla porta “Tsubasa... deve riposare!” lo ammonì lei facendogli
l’occhiolino, segno chiaro che le cosacce erano bandite sino a nuovo ordine.
Uscendo di casa i due ragazzi si presero per mano ed un largo sorriso colorò le
labbra di entrambi. ‘La vita è bella!’ pensò dolcemente Lily, ora era davvero
felice, aveva finalmente perdonato il gemello per averla lasciata sola ed aveva
ritrovato il ragazzo che amava, niente poteva andare storto. Finalmente la vita
le sorrideva.
Eccomi
qui di nuovo a pubblicare... giuro che prima o poi la finisco di rompervi le scatole...XD
Alla prossima!
Baci!