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Autore: Shade Owl    26/01/2012    1 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Da questo momento in poi, comincia la seconda parte della storia. Essa conta molti meno capitoli della prima (sono in totale nove, ma potrei doverne spezzare uno o due). Vedremo presto nuovi sviluppi, che spiegheranno come mai questo non era altro che un preludio. Avverto che ci sono alcuni riferimenti geografici e ambientali che qualcuno potrebbe contestare. Questo per un semplice motivo: SONO SEMPRE STATO UNA SEGA IN GEOGRAFIA!! VI PREGO, INVOCO PREVENTIVAMENTE PERDONO!!
Chiusa la pietosa supplica, auguro buona lettura a tutti!


              Parte seconda
Il Seme del Demonio


              
La successiva settimana trascorse in maniera quasi sonnacchiosa, dato che il Sommo Concilio concesse loro di riposare e recuperare le forze. Trys, Darth e Skin rientrarono in servizio dopo un paio di giorni, ma a Timmi fu detto di restare a casa, in previsione di un nuovo possibile incarico entro breve. Tuttavia, quando ricevette la chiamata, varcò la porta della sala riunioni del Sommo Concilio sbadigliando in modo quasi osceno: erano le sei e mezza del mattino, e l’avevano praticamente buttato giù dal letto senza quasi alcun preavviso, inviandogli un’aquila bianca che aveva cominciato a beccare la finestra finché non aveva aperto. La cosa peggiore era che, a causa della sirena, era dovuto rimanere alzato tutta la notte per pulire le macchie di frullato dal soffitto.
Un giorno frullo lei, giuro… Pensò.
- Sonno?- chiese Liz, vedendolo stiracchiarsi.
- Bah…- grugnì lui, massaggiandosi la schiena - Sono le sei, cosa pretendi?-
- Io non ho nemmeno dormito.- osservò la strega.
Il mezzodemone sospirò e guardò Gabriele, che lo osservava in silenzio, attendendo pazientemente che finisse di beccarsi con Liz.
- Allora, cosa c’è di così urgente da svegliare bruscamente un mezzodemone che ha un pessimo carattere?- le chiese.
- La questione barriera.- spiegò l’Arcangelo - Il motivo per cui sta cedendo.-
- Bhè?- sospirò lui - Credevo che aveste già una teoria in merito.-
- Oh, sì, la abbiamo.- annuì Gabriele - Ed è più di una teoria: abbiamo indagato a fondo…-
- Io ho indagato a fondo!- sbottò la strega, irritata.
- Liz ha indagato a fondo…- si corresse l’arcangelo - … con l’aiuto di Daniel, Dante, Kate, Seth e Cannella. Ed hanno scoperto che quanto ha ipotizzato non è solo plausibile, ma anche attendibile. La barriera è stata intaccata dalla magia di scarto della Convergenza.-
Timmi si passò una mano tra i capelli, sospirando; se era così, ecco spiegato il motivo per cui il danno era così esteso: persino oltre i Cancelli del Male veniva praticata la magia, e questo significava che gli scarti premevano anche lì.
- D’accordo…- disse lentamente - Cosa dovrei fare? Non sono in grado di annullare la Convergenza.-
- Nemmeno noi.- ammise Uriel - Non senza pensare a qualcosa. Tu dovrai solo trovare il luogo in cui essa si verificherà.-
Il mezzodemone sgranò gli occhi, mentre il sonno spariva di botto: trovare cosa?
- Ehm… perché, non lo sapete?- chiese.
- No.- rispose Michele - La Convergenza è sempre stato un fenomeno assai comune, e nessuno, prima d’ora, si era mai curato di indagare un po’ più a fondo. Non negli ultimi seicento secoli.- si corresse - Oltretutto, avviene ogni anno in un posto diverso, in maniera casuale e senza quasi nessun preavviso.-
- Ma non avete proprio nessun indizio?-
- Un tempo c’erano dei libri.- ammise Gabriele - Ed erano conservati nella biblioteca reale Elfica.-
- Libri che sono scomparsi qualche decina di anni fa.- aggiunse Liz - Uno stregone fu bandito, all’epoca… non sappiamo chi, persino re Darren non riesce a ricordare il suo nome, sa solo che gli stava davvero sulle scatole… ma ha portato via quei libri, e non si sa che fine abbia fatto. Secondo i nostri calcoli, comunque, ci sono ottime probabilità che il luogo sia da qualche parte nel Nord America.-
- Ma avete idea di quanto sia grande?- sospirò Timmi - Come trovo questo posto, stendo una cartina di tutti gli stati del nord e punto il dito a caso?-
- No, dovrai cercarlo con un po’ di lavoro.- rispose Gabriele - Ciò che sappiamo per certo da quello che ancora rimane è che il luogo si chiama “Seme del Demonio”. È un punto di grande concentrazione magica, così grande che tu, in quanto mezzodemone, potresti sentire assai facilmente.-
- Solo se fossi nelle sue vicinanze.- precisò - Non è che senta qualsiasi cosa, eh? Non sono Nadine, non possiedo poteri sensitivi.-
- Lo sappiamo bene, Timmi.- annuì l’Arcangelo - Ma non è questo che devi fare. Solo qualcuno con la facoltà innata di percepire la magia e i suoi campi di distribuzione può riuscire a seguire la traccia.-
- Che traccia?-
- Il Seme del Demonio emana energia negativa in quantità immense, che un sensitivo può seguire, se è sufficientemente abile o potente nell’usare le sue doti.-
- Quindi qualcuno col potere di percepire la magia può portarmi fino a lì.- concluse - Va bene… butto i ragazzi giù dal letto e…-
- No.- lo interruppe Uriel - Non coinvolgere anche loro.-
Lui lo guardò stupito.
- Cosa?- esclamò - Ma perché? Siamo sempre insieme… sono la mia squadra!-
- E sono anche molto bravi.- annuì Gabriele - Dovresti addestrare più spesso degli apprendisti…-
- Quando mi metterò il tutù, magari!- sbottò - Perché non posso portarli con me?-
- Perché sono ancora stanchi.- disse Raffaele - A differenza di te, sono dei semplici esseri umani. Anche se è passata una settimana, il confronto con l’Alleanza delle Ombre e le creature all’interno della fortezza li ha sfiancati. E non hanno nemmeno le capacità di recupero che hanno gli altri del Pentacolo.-
- D’accordo…- sospirò lui - Ma dovrò inventarmi qualcosa, perché se dico a Nadine che riparto tanto presto e da solo…- scosse la testa - Vabbè… e quei quattro? Trys e gli altri, intendo. Loro non possono venire?-
- Stanno tutti lavorando a pieno ritmo per chiudere le varie brecce che si aprono tutt’ora.- rispose Uriel - Non sono in grado di venire con te, servono a noi. E Raven non è ancora tornata, quindi diamo per scontato che sia sempre in convalescenza.-
- E va bene…- sospirò ancora - Quindi, solo io e questa specie di segugio magico… dove devo andare a prenderlo?-
- Da te.- disse Liz - È a casa tua.-
- L’avete mandato lì?- chiese - Ma… insomma, non mi pare giusto…- disse - Non gli si può chiedere di affrontare da solo la sirena…-
Qualcuno ridacchiò, e lui si sorprese: le sue battute, normalmente, venivano ignorate del tutto dai seriosi membri del Sommo Concilio, se si escludeva Liz. Quindi perché mai, questa volta, qualcuno rideva?
- Noi… dubitiamo che avrà problemi.- rispose esitante Gabriele.
Timmi aggrottò un sopracciglio.
- Perché?-
Ma la faccia dell’Arcangelo era una risposta più che sufficiente.
- N… no…- balbettò inorridito, indietreggiando di un passo - No… non mi fate questo…-
- L’empatia è una dote rara…- si giustificò lei - … e lo è ancora di più quella che percepisce anche la magia. Non abbiamo nessuno a cui chiedere, non tra quelli che conosciamo.-
Lui gemette, prendendosi la testa tra le mani.
Non è possibile! Questo è un incubo!
Con tutti gli empatici di tutti i mondi possibili e immaginabili, andavano ad affibbiargli proprio la sirena!

***

- Ora ascoltami molto attentamente, perché te lo dirò una volta sola…- ringhiò Timmi, sbattendo i palmi delle mani sul tavolo e sporgendosi così tanto che quasi toccava il viso della sirena con il suo, fissandola dritto dritto negli occhi - Io lavoro in un solo modo, il mio, e non cambio facilmente metodo. Quando dico di fare qualcosa, mi aspetto che gli altri lo facciano, specialmente se, come te, hanno l’esperienza di un minipimer! Quindi, se ti dico di tagliarti un braccio dovrai tagliartelo, perché se lo dovessi fare io potrei anche non fermarmi lì! Ci siamo capiti?-
Lei gli restituì uno sguardo ed un sorriso che la rendevano l’immagine della serenità, e lui temette che nemmeno l’avesse ascoltato: si appoggiava mollemente col mento al palmo di una mano, e non sembrava preoccuparsi granché.
- Bah… ma che parlo a fare?- sbuffò.
- Quanto tempo abbiamo?- chiese lei.
- Una settimana, sì e no.- rispose - Forse meno, non ricordo bene.-
- E una volta trovato il posto? Che dobbiamo fare?-
- Dirlo ai pezzi grossi e sperare che abbiano un’idea, per allora, o buona notte a tutti noi.-
Lei continuò a sorridere, quasi non le importasse. Timmi si passò una mano sulla faccia, sfinito ancora prima di cominciare.
- Perché sento che sarà un viaggio interminabile?- grugnì.
- Oh, au contraire, mon amì…- cinguettò allegramente lei, con una pronuncia così impeccabile che Timmi si chiese dove accidenti avesse imparato il francese - Ogni viaggio ha una fine, sempre e comunque. Sia che si tratti di quelli in auto, sia che si tratti di quelli a piedi, sia che si tratti di quelli fatti dai fatti.-
- Ah, ma che ridere…- sbottò Timmi - Comunque, ora metto qualcosa sotto i denti e poi si va. E vedi di non farmi saltare i nervi.- aggiunse, alzandosi - Non posso ucciderti, perché mi servi. Anzi, servi a tutto il mondo. Ma non tirare troppo la corda, o sarò io a tirare te… in un baratro, però!-
Mentre si dirigeva verso il frigorifero, comunque, venne distratto da una rapida serie di colpi alla porta.
- Bussano.- osservò inutilmente la sirena.
- Ma non mi dire…- grugnì lui - Mi chiedo solo chi possa essere a quest’ora…-
Quando andò ad aprire si ritrovò davanti all’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere quel giorno.
Alta forse un paio di centimetri in più di lui, dai capelli nerissimi e gli occhi grigi, infilata in un vestito intero con l’orlo dal taglio diagonale, c’era Raven. E sembrava pure guarita.

- Tu?- esclamò, incredulo.
- Buongiorno, Timmi.- disse lei, con il suo tipico tono misurato e l’espressione piatta - Sono contenta di rivederti. Posso entrare?-
- Eh? Oh, certo… dai, accomodati…-
Raven entrò e lui la fece sedere al tavolo della cucina, ancora stupito di essersela trovata davanti. La sirena la guardò senza fare commenti, con sguardo pensieroso.
- Cosa fai qui?- le chiese - Credevo che fossi ancora in convalescenza.-
- Ne sono uscita ieri.- rispose - Skin non te l’ha detto?-
- E chi l’ha più visto?- disse lui - Non lo sanno nemmeno al Sommo Concilio…-
- Sì, erano sorpresi quanto te, quando sono arrivata.- annuì - Ma hanno detto che, se voglio tornare subito in servizio, allora ho il loro permesso per venire con te e la tua amica.- e accennò alla sirena con la mano - Sempre che per voi vada bene, naturalmente.-
- Ma certo che va bene!- esclamò Timmi, contento: oltre ad essere un’eccezionale combattente, Raven avrebbe portato un minimo di razionalità in quello che si preannunciava come un vero e proprio incubo. Perlomeno, non sarebbero stati solo lui e la sirena - Te l’assicuro, tu mi salvi la vita!-
La sirena lo guardò.
- Se viene con noi, perché non me la presenti?- chiese tranquillamente.
- Ah, sì…- disse - Lei è Raven, la Valchiria … e Raven, lei è la nostra sirena empatica che ci porterà a destinazione… o al manicomio, dipende…-
- Non sembri molto contento.- osservò Raven.
- Aspetta dieci minuti e non lo sarai nemmeno tu.- grugnì lui - Ora fammi mangiare qualcosa, che muoio di fame… poi partiamo.-

Finito finalmente di fare colazione si ritrovarono tutti e tre in cortile, con Timmi che andava avanti e indietro alla maniera dei sergenti dell’esercito. Raven non lo perse di vista mentre camminava ma la sirena, al contrario, sembrava faticare a rimanere ferma: saltellava leggermente sul posto, si molleggiava sulle ginocchia e si guardava attorno come se desiderasse ardentemente di ballare un po’ in giro. Solo le minacce di Timmi l’avevano (momentaneamente) convinta a rimanere lì dov’era.
- Okay.- disse il mezzodemone - Allora, per prima cosa dobbiamo capire dove sta quel dannato coso che è il Seme del Demonio. Sappiamo che si trova da qualche parte qui nel nord, ma nessuno sa dirmi dove di preciso.-
- E da dove cominciamo a cercare?- chiese Raven.
- Dal Nesso Bianco che Daniel mi ha messo sotto casa.- rispose lui - A quanto ho capito, il Seme del Demonio è una specie di antitesi del Nesso Bianco, ed emana molta… mooolta energia negativa. La sirena può usarla per farsi un’idea di ciò che deve cercare.-
E la guardò in attesa mentre lei, dal canto suo, sembrava farsi completamente gli affari suoi, come se non le importasse niente di quella conversazione.
- Lo sento.- disse dopo qualche istante, bloccandosi - Ma è debole. Lo credo che non te ne accorgi.-
- L’importante è che lo percepisca tu.- disse Timmi - A questo punto, è meglio sbrigarsi.-
- Hai idea di quanto ci metteremo?- chiese Raven, preoccupata.
- Sì.- rispose Timmi - Una settimana, non un giorno di più.-
- Sei sicuro?- disse lei, dubbiosa.
- Certo che sì.- annuì il mezzodemone - In caso contrario, moriremo tutti.-
Siccome la Valchiria si limitò a restituirgli un’occhiata impassibile, lui tornò a rivolgersi alla sirena.
- Allora, in che direzione bisogna andare?- chiese.
Lei si guardò attorno per qualche secondo, osservando l’ambiente come in cerca di cartelli indicatori.
- Di là.- annunciò, indicando un punto alla sua destra ed avviandosi.
- E fermati!- sbottò lui, agguantandola con un balzo - Che vuoi, andarci a piedi? Prendiamo la macchina, dannazione!-

***

Un’ora dopo, più o meno, Timmi si trovava al volante della sua vecchia auto blu scolorita e macchiata di fango, con la sirena al lato del passeggero. Raven si era messa dietro, ed ora stavano prendendo la strada statale che li avrebbe condotti fuori dal Montana.
- Per quanto devo continuare?- chiese alla sua navigatrice.
- Non lo so. Chiedilo al navigatore satellitare.-
Il mezzodemone preferì non risponderle. Poi si chiese come facesse a sapere cos’era un navigatore satellitare. Ma dove cavolo le prendeva tutte quelle informazioni?
- I tuoi apprendisti?- chiese Raven, forse per sciogliere la tensione.
- A casa a dormire.- disse lui - Mi hanno espressamente ordinato di tenerli al di fuori di tutta questa storia. Tanto non è nemmeno previsto qualche guaio lungo il tragitto, per cui…-
- Ma li hai avvertiti?-
- O sono a scuola o stanno ancora dormendo.- rispose - Specie Jo e Xander, che credono sempre di poter fare sega senza che io me ne renda conto. È meglio aspettare che mi chiamino loro.-
Come in risposta alle sue parole, il cellulare squillò in quel preciso momento da dentro la sua tasca.
- Ecco, appunto… pronto?- chiese, quando lo ebbe preso - Sì, ciao… lo so, non sono in casa… no, sono in auto. Sto andando in giro… ecco, vedi, Raven è appena tornata e le hanno chiesto di fare una cosa… no, non sono in missione, la sto solo accompagnando. Sì, sì…- rimase un attimo in ascolto - Stai bene?- chiese - Hai una voce…- ascoltò ancora - Certo, quando torno se ne parla… okay, saluta gli altri… sì, d’accordo… no, non ho la maglia di lana!- sbottò - Ma io non ho mai freddo, lo sai!- sbuffò - Okay, sì, me la… che fai, ridi?- grugnì - E piantala di sfottere!- esclamò - Bah… sì, ciao…- e mise giù.
- Tutto bene?- chiese Raven.
- Sì, è solo Nadine che mi prende in giro.- rispose - Scusa se le ho detto che ti sto facendo da babysitter, ma non mi veniva in mente altro.-
- Tranquillo, non mi crei alcun problema.- disse lei - Ma cosa c’è che non va? Insomma, il caposquadra sei tu, no?-
- Sì, ma Nadine è…- si passò una mano tra i capelli - Dove devo girare?- chiese all’improvviso alla sirena, per cambiare argomento.
- Siamo su un rettilineo.- osservò la sirena.
- Ah sì? Scusa… ero distratto…-
Raven tornò a sedersi, prendendo mentalmente nota di non calpestare più quel terreno minato.

E così comincia la nuova parte della storia. Grazie a tutti quelli che mi seguono, ovvero Ely79, NemoTheNameless, _Arse_, Fantasy_40 e RahizelRahtalos.

   
 
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