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Autore: elixais    26/01/2012    1 recensioni
Non si è mai certi di ciò che si è in realtà, fino a quando non ci si scontra con la verità.
Alex di questo ne era consapevole. Sapeva di non essere completamente un vampiro, ma non poteva immaginare di essere un ibrido. Sarà allora che scoprirà nuovi poteri, nemici che faranno di tutto per impossessarsi di lei e amici che faranno di tutto per proteggerla. Niente è mai semplice come sembra. Alex questo non lo aveva capito.
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie Lilythn e a tutti quelli che leggono.
 
III°capitolo
 
- Maledizione! – mormorò tra i denti Alex.
Si stupì di se stessa. Come mai le importava così tanto di cosa pensava quello stupido umano?
Senza un motivo preciso l’aveva aggredita, anzi, non era stato esattamente così. Lo aveva un po’ preso in giro, ma di certo non si sarebbe aspettata una reazione simile. E poi perché mai si faceva così tanti giri di testa? Non poteva permettersi di provare un sentimento per un essere umano, non era salutare per quelli della sua razza. No, era tecnicamente e praticamente impossibile.
Tutti i suoi vorticosi pensieri furono interrotti da Mina, che le aveva preso il viso fra le mani.
- Bhe, che c’è? – sbottò infastidita Alex. Era importante il suo monologo interiore!
- Mhhh… quel ragazzo ti sta mettendo sotto pressione… e dire che si trova qui solo da poche ore – esclamò maliziosa Mina.
Alex saltò su dal divanetto e spostò altrove lo sguardo fingendo indifferenza.
- Guarda che ti sbagli, io sto benissimo –
La mora incrociò le braccia e sorrise sorniona.
- Alexandra ti conosco troppo bene per crederti sulla parola e noto con estrema chiarezza quando sei nervosa o strapazzata… e adesso lo sei –
Al solo udire quelle parole la bionda si voltò di scatto e nei suoi occhi si poterono intravedere chiare nubi di tempesta, che comprendevano anche grossi fulmini.
- Primo, non mi devi chiamare così. E lo sai! Secondo non sono affatto strapazzata! – esclamò infervorata, incrociando le braccia e mettendo su il broncio.
A Mina sembrò proprio una bambina piccola, intenta a fare i suoi capricci e disturbare i grandi, così le scappò da ridere, ma ad Alex la cosa non sfuggi, vista l’occhiata di fuoco che le aveva appena rivolto.
- E va bene come vuoi… - sospirò teatrale la mora – però strapazzata lo sei! – concluse cominciando a ridere a crepapelle e a scappare, per rifugiarsi dietro al vecchio televisore.
Questo non servì a proteggerla, perché fu subito raggiunta dall’altra che le si arrampicò sulla schiena, effetto koala.
-  Mollami! – esclamò fra le risa Mina, ma la ragazza era discretamente forte.
- Chiedi perdono e forse ti lascio! – replicò la bionda.
Si divertirono in questo modo per tutta la serata, fino a quando non fu il momento per Alex di tornare a controllare che Matt stesse bene.
- Ok, vado a controllare che vada tutto come dovrebbe –
- Mi raccomando, controllalo e basta – esclamò la mora facendole l’occhiolino ed Alex replicò con un’occhiataccia, accompagnata da linguaccia.
 
 
Arrivata alla porta la giovane fece un respiro profondo e cercò di darsi in contegno, sia fisico che mentale. Quando finalmente fu pronta, aprì l’uscio lentamente per non fare rumori molesti e svegliarlo. Come aveva previsto e sperato, dormiva.
Rimase per un po’ sulla soglia, poi con cautela si avvicinò e si sedette sul bordo del letto per poter controllare meglio la ferita. Non c’era nessun tipo di infezione e si stava rimarginando senza alcun tipo di problema.
Grata a se stessa di non averlo svegliato, lentamente come era entrata uscì dalla stanza.
 
 
Mentre la porta si chiudeva, il ragazzo aprì gli occhi.
Aveva sognato gli occhi di Alex, due diamanti che lo fissavano e lo scrutavano dentro, ma non erano caldi e amorevoli, bensì freddi e pungenti.
Leggermente più sveglio si osservò la spalla e notando la fasciatura nuova si maledisse sonoramente per essersi addormentato e non essersi reso conto che lei era entrata.
Si alzò con cautela e quando capì che non avrebbe sentito dolore si sentì estremamente sollevato, così si mise la maglietta e uscì per dirigersi verso la cucina, luogo da cui provenivano delle voci femminili facilmente identificabili.
 
 
Era ora di fare colazione per Alex. Dato che non si nutriva di sangue seguiva il normale ciclo dei pasti.
Proprio mentre stava per addentare la sua fetta biscottata fece la sua apparizione Matt.
Fu Mina la prima ad intervenire.
- Hai fame?
- Sì grazie – rispose cautamente, poi aggiunse – non ti do fastidio se resto qui con te? –
- No, no… mi sono nutrita solo un paio di giorni fa –
Un lampo di terrore passo negli occhi del ragazzo
- Vuoi dire che…- bisbigliò sconvolto ed Alex alzò gli occhi al cielo.
- No! Assolutamente! Ogni tanto faccio un giro per gli ospedali e prendo qualche busta che hanno in scorta – si affrettò a spiegare la mora – nemmeno se ne accorgono –
Il giovane si tranquillizzo e rilassandosi si sedette a tavola, proprio di fronte ad Alex.
Da quando era entrato non aveva ancora proferito parola e le poche volte che lo guardò negli occhi la sua espressione era indecifrabile.
Dopo aver servito la colazione a Matt, anche Mina si sedette e guardò la bionda e l’umano di sottecchi, domandandosi il motivo di tanta freddezza fra i due.
Il silenzio teso fu rotto dalla voce priva di emozioni di Alex.
- La ferita non è più pericolosa per la tua salute, si sta rimarginando alla grande, domani te ne puoi andare –
Detto questo si alzò dalla sedia e si avviò alla porta.
- Maledizione – le urlò dietro Matt sbattendo i pugni sul tavolo – hai intenzione di fare la sostenuta ancora per molto? Sto provando a scusarmi, ma… -
Alex si girò, sembrava che la cosa non la toccasse minimamente.
- Prepara le poche cose che avevi, così domani sarai già pronto –
A quel punto il ragazzo raggiunse il punto di non ritorno e non riuscì più a ragionare coerentemente. Afferrò con foga il braccio della ragazza, la fece voltare e iniziò ad urlarle in faccia.
- Ma è possibile? I tuoi genitori te l’hanno insegnata l’educazione? Tu e la tua razza siete così idioti? Voglio solo chiederti scusa per ieri e…-
Non riuscì a terminare la frase, perché si ritrovò schiacciato contro la parete ad almeno cinquanta centimetri da terra.
- Chi ti credi di essere per poter parlare dei miei genitori o per parlare di noi come fossimo una malattia? Non tutti sono come credi tu!- sibilò mostrandogli i canini, che luccicavano come i suoi occhi di ghiaccio.
Fu Mina a fermare Alex. La prese per le braccia e la scostò delicatamente dal giovane.
- Stai calma… vai sul divano e fa un respiro profondo. Tu, invece, stai fermo li che devo chiarirti due cosette. – concluse rivolgendo uno sguardo assassino a Matt.
Negli occhi del ragazzo era ancora impressa la paura di poco prima e non ci pensò minimamente di disubbidire all’ordine.
Quando la bionda si fu allontanata, Mina parlò trattenendo a stento l’ira.
- Alex ti ha salvato e si è presa cura di te… perché le hai sparato quelle cose? –
A quella voce irata Matt trasalì, però cercò di restare calmo e rispose abbattuto.
- Mi sono arrabbiato e non sono stato più in grado di ragionare… -
- Bhe bello mio, devi cominciare a pensare alle naturali conseguenze delle tue azioni –
Sapendo che la donna di fronte a lui aveva pienamente ragione, abbassò la sguardo digrignando i denti per lo sconforto.
- E’ tardi per scusarmi vero?
La mora incrociò le braccia e fece spallucce.
- Non credo che tu debba chiederlo a me –
Detto questo uscì dalla stanza e si diresse verso Alex.
Le sollevo il mento e nei suoi occhi potè leggero un velo di tristezza, che aveva sperato non vedere più.
- Stai bene? – le mormorò e a risponderle fu solo un leggero cenno del capo.
- Allora vado a fare scorte di provviste… ci vediamo fra un po’ –
Prima di uscire le diede un buffetto sulla guancia e le fece un sorriso pieno di affetto, lasciando in quell’appartamento solo Alex e Matt.
Non sapeva che il pericolo incombeva su di loro, altrimenti non se ne sarebbe andata, anche se per  poco, con il cuore così leggero. 
  
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