La festa in maschera
Non sono mai
stata abituata a passare ore davanti allo
specchio. Di solito mi preparavo velocemente e senza troppi problemi.
Andando a
scuola non avevo mai fatto troppo caso a cosa indossassi o a come lo
indossassi. L’importante era essere civilmente vestita, ma
non ho mai amato
“ammirarmi” ore ed ore davanti allo specchio. Che
inutile perdita di tempo!
Bene, ogni
tipo di pensiero simile a quello NON passava in
quel momento nel mio cervello. Sarei potuta rimanere ore a guardarmi.
Ore ed
ore a rimirare che splendido lavoro avesse fatto Ilaria.
Già. Era stata lei a
pensare a tutto, a sistemare ogni cosa e a trovare i vestiti adatti. Ed
era
stato un capolavoro! Cioè, non che io fossi un capolavoro,
ma Ila aveva fatto
un capolavoro su di me!
Per iniziare,
quel pomeriggio mi aveva costretta ad andare
dal parrucchiere! No, ma io dico! Dal parrucchiere! Non ci si va
l’estate: i
capelli con la salsedine si rovinano ed è meglio tagliarli a
fine vacanza!
Invece lei aveva insistito così tanto che alla fine avevo
ceduto ed ero uscita
da quel posto infernale con un caschetto! Un caschetto! Un
C-A-S-C-H-E-T-T-O!
C’è poco da ridere… Non era male! Era
di quelli scalati, più lunghi davanti e
più corti dietro! Sì mi donava, ma soprattutto mi
faceva sembrare più grande!
Dopo il taglio
alla Rhona Mitra di Doomsday (perché era a
questa attrice che Ilaria aveva detto di essersi ispirata), mi aveva
riportata
in campeggio come fossi stata una diplomatica che deve essere protetta
o
un’attrice che non vuole essere vista dai paparazzi!
Occhialoni scuri,
fazzoletto in testa e comportamento furtivo! E tutto semplicemente
perché non
voleva che i boyz ci vedessero! Per il suo piano malefico!
Lei voleva che
nessuno ci riconoscesse e quindi aveva optato
per un taglio drastico di capelli! Voleva farmeli tingere di biondo, ma
mi ero
categoricamente rifiutata! Non sarei diventata bionda platino per
niente al
mondo!
Adesso, dopo 3
ore di preparazione nella sua stanza al
residence del campeggio, non mi sembravo nemmeno io!
Le sarebbe
piaciuto farmi indossare qualcosa di stupido come
un vestito alla Sailor Moon con tanto di scettro del potere e guanti
bianchi
(in modo che lei potesse vestirsi simili a me, tipo Sailor Venus o
Sailor Mars)
ma glielo avevo impedito per il nostro bene. Aveva pensato di farmi
fare
Catwoman per essere sexy, ma mi ero nuovamente rifiutata! Sì
che era sera, ma
vestita in una tutina di pelle nera avrei avuto un caldo infernale!
Questa era
la scusa che le avevo rifilato pur sapendo che non mi avrebbe creduto,
ma lei,
da ottima amica, aveva accettato la scusa: in realtà non
sarei andata in giro
vestita di pelle per niente al mondo! E quindi aveva ceduto a farmi
vestire
quasi normale, ma con una maschera a forma di farfalla che non mi
avrebbe fatta
riconoscere. Poi avevo semplicemente una camicetta azzurro pastello e
una gonna
nera a pieghe che era semi-svolazzante. Ridicola. Ero ridicola. Ma
Ilaria mi
aveva convinto. E poi ovviamente scarpe alte! Quelle non potevano
mancare! E sì
che la discoteca si chiamava Palma Beach, ma non era mica su una
spiaggia
(peccato avrei osato dire, così almeno costume e infradito e
via in acqua).
Lei si era
vestita con un paio di short e una canottiera,
anche lei semplice ma sobria e poi con una maschera come la mia. Trucco
accennato sugli occhi e lucidalabbra a iosa. Eravamo pronte!
La mia amica
mi affiancò davanti allo specchio “Matty tutto
bene?” mi chiese vedendo che ero un tantino agitata.
“Sì
tutto bene.. Notavo che non mi si riconosce ad un primo
sguardo, ma mi sa che loro ci sgameranno subito!” le dissi
quasi fiduciosa che
il suo piano non funzionasse.
“Figurati!
Tra la calca di persone, l’alcool in circolo, la
musica assordante e le luci psichedeliche sarà
già tanto se riusciranno a
riconoscersi tra di loro!” civettò lei.
“Non
sono sicura di voler fare questa cosa, non potremmo
semplicemente andare lì da loro e dirgli che siamo noi?
Almeno non passerò la
serata da sola mentre te ti fai distrarre da qualche aitante
sconosciuto!” le
proposi speranzosa.
“Stronzate!”
mi disse lei “Starò con te fino a quando
sarà
necessario e poi sarai te a non volermi più tra le scatole,
te l’assicuro!” mi
rispose ammiccando. Io?
“Ila
non credo succederà, sai? Non vedo cosa dovrebbe
succedere di così particolare da obbligarti a lasciarmi da
sola!” le chiesi non
capendo. Speravo che non intendesse fare casini o farmi fare dei casini.
“Oh
ma tu non sarai sola! Comunque non voglio dirti niente di
più, goditi la serata e quel che sarà
sarà!” mi disse la mia amica sorridendo.
Quel che
sarà sarà! Mi ripetevo
nella mia testa mentre i
genitori della mia amica ci accompagnavano alla tanto attesa serata.
Ci fecero
scendere davanti all’ingresso, ci fecero le solite
raccomandazioni da genitori e poi se ne andarono. Non avevamo problemi
per l’orario
di ritorno, il campeggio aveva messo a disposizione un pulmino in modo
che i
genitori non si dovessero preoccupare.
La discoteca
si presentava luminosa: era l’unica parola che
mi veniva in mente in quel momento. Era tutta completamente
all’aperto e le
luci venivano sparate anche in aria: era uno spettacolo incredibile,
sembrava
il faro con cui il poliziotto James Gordon chiamava Batman lasciando
che si
vedesse una luce in cielo coperta dal suo simbolo del pipistrello.
Batman era
la mia ossessione. Era incredibile! Io e Ila rimanemmo davanti
all’ingresso ad
ammirare il tutto finché lei non mi trascinò
all’entrata euforica al massimo.
“Ci
divertiremo tantissimo me lo sento!” disse lei
oltrepassando il cancello all’entrata e lasciando nome e
cognome al buttafuori.
“Vedrai che non te ne pentirai” mi disse facendomi
l’occhiolino.
La discoteca
era già abbastanza piena, qua e là erano
sistemati gazebi molto illuminati e spaziosi, sotto i quali diverse
persone si
erano già lanciate a ballare. Dopo un giro iniziale di
ricognizione, io e la
mia amica ci eravamo sedute su due sedie intorno al gazebo in cui si
ballavano
le musiche degli anni ‘80 e ’90. Ci sembrava un
buon posto da cui iniziare a
scatenarci. Stavano passando gli Eiffel 65 con Blue e ci lanciammo in
mezzo
alla pista! Adoravo quella canzone.
I'm
blue daba dee
daba dy
aba
dee daba dy
aba
dee daba dy aba dee daba dy
aba
dee daba dy
aba
dee daba dy aba dee daba dy
Io
e la mia amica ballavamo insieme divinamente e lei sapeva muovere
in maniera così sexy che quasi la invidiavo. Intanto, mentre
noi ballavano
nella nostra bolla di divertimento, iniziava ad arrivare gente, ragazze
mascherate nei modi più impensabili (avevo visto Lady Gaga e
Puffetta
guardandomi in giro) mentre i maschi erano a volto scoperto come da
regolamento.
We're leaving together,
But
still it's farewell
And
maybe we'll come back,
To
earth, who can tell?
I
guess there is no one to blame
We're
leaving ground
Will
things ever be the same again?
It's
the final countdown...
Era
un anno che non andavo a ballare e mi stavo
divertendo davvero una marea. Ilaria ballava scatenata davanti a me e,
finita
la canzone, mi propose di cambiare genere. Ci dirigemmo nella sezione
commerciale: era il genere che preferivo, conoscevo le canzoni e spesso
anche i
testi.
I
wanna make up right now na na
I
wanna make up right now na na
Wish
we never broke up right now na na
we
need to link up right now na na
“Ila
ti va se rimaniamo qui?” le urlai in un
orecchio per non essere coperta dalla musica alta. Lei mi fece segno ok
e così
ci lanciammo in pista carichissime. Mentre ballavamo mi guardavo in
giro per
vedere di trovare i ragazzi. Volevo sapere cosa avrebbero fatto senza
di noi e
se ci avrebbero riconosciute così vestite.
Dopo
aver ballato altre due canzoni, decisi di
spostarmi un po’ verso l’esterno del gazebo per
prendere un po’ di aria. Era
diventata pesante vista la quantità di gente e nonostante
fossimo all’aperto.
Mi appoggiai a una staccionata continuando a guardare la mia amica che
ballava
circondata da ragazzi ma a cui non prestava la minima attenzione.
Everybody is livin it up (Uh)
All
the fellas keep lookin' at us (cuz)
Me
and my girls on the floor like what
While
the DJ keeps on spinnin the cut
“Ehi
ciao ragazza!” sentii una voce
chiamarmi dietro di me e mi girai per vedere da chi provenisse. Ero
riuscita a
sentirla senza troppa fatica perché la musica in quel punto
non arrivava così
assordante. Merda.
“C-ciao”
gli dissi riconoscendolo
all’istante. Cristian.
Era
bellissimo. Mi avrà riconosciuta?
“Sei
qui da sola?” mi chiese. Non ci
stava provando con me, vero? Sì
direi di sì. Ma mi aveva
riconosciuta?
“No,
c’è la mia amica lì in mezzo a ballare,
ma mi sono presa una pausa..” gli risposi incerta indicando
un punto a caso in
mezzo alla pista.
“Allora
non verrò picchiato da nessuno se ti offro qualcosa,
vero?” mi chiese speranzoso e sorridendo. Da
quando aveva un sorriso così?
“N-no
figurati..”
continuai a rispondergli in maniera titubante. Non pensavo mi avesse
riconosciuta. Tanto valeva vedere come si sarebbe comportato.
Ci dirigemmo insieme al
bar. Il barista mi sorrise smagliante e io contraccambiai, poi mi
chiese “Cosa
prendi dolcezza?” Ma tutti stasera
ci
dovevano provare? Ilaria aveva davvero fatto un ottimo lavoro.
“Prendo uno
spr--“ mi
fermai giusto in tempo prima di dire spritz. Se avessi detto spritz,
Cristian
avrebbe potuto fare 1+1 e mi avrebbe riconosciuta dopo poco. Lui sapeva
che
l’unica cosa alcolica che bevevo era lo spritz, mi piaceva
perché era amaro.
Per non smascherarmi subito dissi la prima cosa che mi venne in mente
“Un sex
on the beach” mi sembrava che Ilaria me ne avesse parlato.
Lei era
un’intenditrice, beveva poco ma sapeva scegliere bene. Il
barista mi porse il
mio bicchiere e passò a Cristian il suo contenente
Caipiroska. Ci allontanammo
dal bar e lui iniziò a farmi domande.
“Come ti
chiami?” mi
chiese guardandomi dritta negli occhi.
“Ma--“ mi
fermai appena
in tempo. Stavo per commettere l’errore numero due. Se avessi
detto Matilde,
sarebbe stato come dirgli sono io, Matty! Optai per una mezza
verità. Ok era una bugia.
“Per stasera sono
Martina” gli risposi alla fine.
“Per
stasera?” mi guardò
curioso. Sì, per stasera.
“Sì! Le
conosci le regole
della serata, no? Le ragazze non devono farsi riconoscere..”
gli dissi cercando
di sembrare velatamente sexy.
“Uhm, va bene hai
ragione. Comunque io sono Cristian, piacere!” mi rispose
smagliante.
Strinsi la mia mano nella
sua “Piacere” Che mano
calda che aveva.
Piacere.
“Che belle mani che
hai!”
mi disse di getto continuando a stringere la mia. Brivido.
“Uh g-grazie”
gli risposi
mentre la mia mano si beava di quel contatto.
Restammo qualche minuto
in silenzio a guardarci negli occhi e poi a spostare lo sguardo intorno
a noi.
Silenzio imbarazzante. Chissà cosa stava pensando lui. Mi aveva riconosciuta?
“Quanti anni
hai?” ci
chiedemmo nello stesso istante. E scoppiammo a ridere.
“16” gli
risposi. Era la
verità, era inutile mentire su quel punto.
“Io 17” mi
disse lui.
Iniziammo un po’ a parlare di sport, di amici, di scuola.
Evitavo di dirgli
frasi o di descrivere situazioni che sapevo di avergli già
raccontato come
Matilde, e lui sembrava sinceramente curioso. Parlare con lui era
piacevole
come era sempre stato e anche lui se ne accorse. Non si crearono
più momenti
imbarazzanti fin quando non decisi di chiedergli un fatto molto
privato, giusto
per farmi del male da sola.
“Sei
fidanzato?” Sei una stupida!
Che razza di domanda
idiota. Lo sapevo che non era fidanzato, ma la Martina che impersonavo
non
poteva saperlo. Sarebbe stata una domanda
logica, no? Ma secondo te se ci prova con te è
fidanzato? Magari è uno di
quelli che nelle vacanze si diverte mentre la fidanzatina è
a casa che si
dispera per la sua assenza. Ma io lo
conosco e lui non è così. Ma Martina
non lo sa! Quello sdoppiamento mi
mandava fuori di testa. No, non ero
matta. Semplicemente sembrava che lo fossi.
Mi guardò un
po’ sorridendo
e poi mi disse “No, non sono fidanzato..” e
lasciò la frase in sospeso. Cos’è
quello sguardo che vedo?
“Sembra che ti
dispiaccia
parecchio..” gli dissi cercando di orientare il discorso su
possibili ragazze. Dopotutto ero una donna
(quasi donna) ed ero
per natura curiosa, quale miglior modo per mettere a tacere la mia
curiosità se
non quello di farla soddisfare dalle sue parole?
“In effetti
sì. La
conosco da un po’, ma lei mi reputa un amico e non voglio che
mi allontani..” Oddio gli piacevo
ancora! “E non so
nemmeno perché sto qui a parlare a te di lei, anzi scusa!
Anche perché sto
cercando di togliermela dalla testa..”
Decisi di buttarmi. Col
senno di poi mi resi conto che in quel momento avevo fatto la
più grande
cazzata che potessi fare “Se vuoi ti aiuto
io…” non so cosa diavolo mi fosse passato per la mente. Ma almeno
lo vidi sorridere
malizioso, mi prese la mano e mi portò in pista a ballare.
Pictures
of last night
Ended up online
I’m screwed
Oh well
It’s a black top blur
But I’m pretty sure it ruled
Last
Friday night
Yeah we danced on tabletops
And we took too many shots
Think we kissed but I forgot
Iniziammo a ballare
insieme. Non avevo mai ballato in questo modo
con lui. Le sue mani
erano sui miei fianchi e non sembrava intenzionato a levarle da
lì. E a me
stava bene dove fossero. La musica ci trascinava in pista e non ero
intenzionata più a muovermi da lì.
C’era armonia nel modo in cui ballavamo
insieme. Andavamo a ritmo e sentire i suoi pettorali contro la mia
schiena non
andava affatto bene. Non avrei dovuto ballare così con lui. Non sapeva che ero io. Non gli lasciavo
scelta in questo modo. Ma stavo troppo bene con lui e non avevo la
forza per
distaccarmi. Decisi di non muovermi. Non avevo voglia di pensare. Le
conseguenze le avrei pagate dopo. Ero
così completa. Finalmente stavo capendo cosa mi
suscitava la sua presenza.
Cambiarono
nuovamente canzone ma noi continuavamo a
ballare, finché mi ritrovai faccia a faccia con lui. Mi
guardava e sorrideva. Era così
bello. E mi sorrideva. Non sapeva
chi fossi realmente ma mi
sorrideva. Lo vidi avvicinarsi piano piano a me. Sapevo come
andavano
queste cose. Mi avrebbe baciata. Ma lui pensava di baciare
un’altra. Questa
fatidica Martina. Non Matilde. Non Matty.
Non sarebbe stato giusto baciarlo così. Prima di permettere
alle sue labbra di
baciarmi, lo allontanai posando le mie mani sul suo petto. OMIODIO! Dovevo rimanere lucida e
tranquilla. Non dovevo fare
casini. O Merlino che spalle!
Matty,
concentrati per la miseria.
“N-no
fermo. No ti prego scusa” e scappai via senza
dargli tempo di rispondere. Non mi venne dietro, non mi
chiamò, non urlò il mio
nome. Semplicemente rimase lì. Fermo. Mentre io scappavo da
lui e dalle
menzogne che gli avevo raccontato. Mi fermai vicina al gazebo dove
passavano la
musica house. Era un genere che non mi entusiasmava, ma meglio di
niente. La
testa scoppiava. Mi veniva da piangere. Non doveva accadere
così. Ero stata una
stupida a non dirgli subito chi fossi. Appoggiata su una staccionata
guardavo
le persone ballare e divertirsi a tempo di quella musica semi-metallica.
Persa nei miei
pensieri, non vidi un ragazzo che si
avvicinava. Simone. Ma che diavolo
avevano tutti quella sera? O ero riconoscibilissima o Ilaria mi aveva
reso uno
schianto.
“Ciao
bellezza!” mi salutò lui ammiccando. Per Merlino!
“Ti ho
visto e non ho saputo resistere. Io sono
Simone, ti va di ballare con me?” mi disse porgendomi la mano.
Razionalmente
non avevo molta voglia di rilanciarmi in pista e quella musica non era
il
massimo. Ma tra l’alcool in circolo e la poca voglia di
rimanere da sola
(Ilaria era sparita) accettai la sua offerta. “Piacere
Martina. Sì andiamo” e lo
seguii mentre mi portava al centro della pista.
Non
avevo mai fatto una cosa del genere. Stavo ballando con il secondo
ragazzo in
quella serata. Di solito non ballavo mai con nessuno, ma quella sera
era
successo. Non che avessi fatto qualcosa di male, ma non era da me
comportarmi
così. Anche ballare con lui non era male. E
poi sorrideva sempre. Non mi stava troppo appiccicato e mi
lasciava libertà
di movimento. Alcune volte avevo visto ragazzi attaccarsi come cozze ai
fondoschiena delle ragazze con cui ballavano, e non capivo come le
suddette
ragazze facessero a sopportare un contatto così da quello
che, probabilmente,
era poco meno che uno sconosciuto. Ballammo insieme per un
po’, quando anche
luì iniziò ad avvicinare il suo viso al mio. Mi
guardava le labbra e poi mi
guardava gli occhi. Faceva la spola tra occhi e labbra e sorrideva. Non
volevo
che mi baciasse nemmeno lui. Ma lui aveva tutta l’intenzione
di farlo. Quando
lo vidi avvicinarsi lo fermai. Senza scappare come avevo fatto prima.
Lo fermai
e basta. Poi gli dissi nell’orecchio “Non mi sembra
il caso, ti conosco appena”
non so come feci a rimanere calma e a non scappare. Era la seconda
volta che
quella sera qualcuno provava a baciarmi.
Lui
mi rispose “Hai ragione scusa, ma sei così bella
che non ho saputo resistere.
Scusa” e abbassò lo sguardo. Mi
aveva
chiesto scusa? Sembrava anche dispiaciuto. Ma
mi aveva riconosciuta?
“Fa
niente ma ora è meglio che vada” e me ne andai.
Non scappai. Me ne andai e
basta. Ma lui non era della stessa idea e mi prese una mano
raggiungendomi. Io
mi bloccai e lo guardai male. “Lasciami” gli dissi
alterata. Mi lasciò la mano
e feci per andarmene quando mi disse “Avrai anche una
maschera, ma non ho
bevuto così tanto da non riconoscerti Matilde” Merda mi aveva riconosciuta! Mi bloccai
sul posto sentendo quelle
parole. Mi aveva riconosciuta!
“Non
capisco perché tu abbia voluto ballare con me visto che
sapevi chi ero”
continuò lui “Non ti ho riconosciuta subito, ma
poi ho visto i tuoi occhi.
Truccàti e con una maschera quasi a coprirli, ma sono
quelli.” Lo guardai non
sapendo cosa rispondere.
“Non
voglio sapere cosa tu abbia in testa e nemmeno perché tu
abbia ballato così con
me. Ma pensaci. Ti chiedo solo quello” e se ne
andò sparendo tra la folla.
Rimasi lì a
guardarlo andare via. La
serata stava andando sempre peggio. Prima Cristian, ora Simone. Il
primo che
non aveva capito chi fossi, nonostante ci conoscessimo da anni e fosse
il mio
migliore amico. Il secondo che conoscevo da pochi giorni, ma che mi
aveva
riconosciuto. Non sapevo cosa pensare. Era tutto così
assurdo. Erano così diversi.
Assorta
tra i pensieri, mi ritrovai distante dal gazebo della house e mi
accorsi di
essere in una zona della discoteca in cui c’era poca gente. Meglio così. Sarei stata bene
un po’ da
sola. Dovevo chiarire tutto quello che avevo in mente. Dovevo sistemare
questa situazione
con Simone. Dovevo parlare con Cristian. Dovevo,
dovevo, dovevo, dovevo. Dovevo fare un sacco di cose.
Mi
risvegliò la voce di un DJ “Ragazzi! Tra poco
inizierà lo schiuma party! La
pista è quella ancora semi-vuota in fondo alla discoteca!
Forza gente ci sarà
da divertirsi” e fece ripartire la musica alta. Uno schiuma
party nella zona in
fondo alla discoteca. Dove ero io in pratica. Vidi un sacco di giovani
raggiungere la postazione per quella speciale festa. Non avevo mai
partecipato
ad uno schiuma party, ma sembrava divertente.
Tra
le persone vidi la mia amica Ilaria correre verso di me e mi diressi
verso di
lei.
“Matty
tu lo sapevi?” mi chiese lei abbracciandomi e quasi in
lacrime. Che diavolo era successo?
“Ila
che cosa? Ehi ma perché piangi?” le chiesi
stringendola.
“Lu-Luca.
Ho visto Luca..” mi disse lei non fermando le lacrime. Luca? Cavolo.
“Ila
ma perché piangi?”mi stavo preoccupando davvero
tanto e la mia amica non
riusciva a parlare da quante lacrime versava. “Ila cavolo
dimmi, mi sto
preoccupando! Ti ha fatto male? Lo picchio quello scemo..”
dissi pensando a come
fare per vendicarmi delle lacrime che stava facendo versare alla mia
amica.
“N-no
no ferma” mi disse tra i singhiozzi “Non ha fatto
niente di male. L’ho visto e
sono andata da lui” Iniziò a raccontarmi
“Volevo ballare con qualcuno che
conoscevo. Pensavo non mi avesse riconosciuto, visto che abbiamo
iniziato a
ballare insieme non proprio come amici. Pensavo all’imbarazzo
che avremmo
provato dopo, ma stavo bene. A un certo punto ha provato a baciarmi. E
non l’ho
respinto! Non l’ho respinto, capito???” mi chiese
lei infervorata. Non l’ha respinto.
“Capito
cosa? Che non l’hai respinto?” le chiesi
ridacchiando.
“C’è
poco da ridere Matty! Ci siamo baciati e poi mi ha sussurrato
“Era da così
tanto che volevo farlo..” e io lì mi sono
pietrificata! L’ho guardato e sono
scappata! Sono scappata! Io non scappo! Mai! Sono scappata!”
continuava a
ripetere Ilaria shockata.
“Sei
scappata! Sì ho capito! Stasera è la serata delle
fughe” dissi con una risatina
isterica.
“Perché?”
mi chiese lei non capendo.
“Perché
sono scappata prima da Cristian e poi da Simone” le accennai,
sapendo che poi
avrei dovuto farle un resoconto dettagliato al massimo. Sono
scappata.
Lei
mi guardò e scoppiò a ridere e mi disse
“Adesso distraiamoci e andiamo a
ballare, domani mi racconterai tutto, ma ora ho bisogno di
distrarmi” e ci
fiondammo in pista a ballare. Dall’alto stava iniziando a
cadere dell’acqua e
dai lati la schiuma veniva fuori da dei tubicini sul muro. Il pavimento
si
riempì velocemente e ormai tutti quelli in pista erano
bagnati. Eravamo io e la
mia amica. E stavamo ballando. Ci stavamo scatenando insieme. Eravamo
circondati
da ragazzi ma non li degnavamo di uno sguardo ridendo tra noi. Un
po’ della
malinconia che mi aveva riempito la serata fino a quel momento, se ne
stava
andando. Pensavo solo a muovermi e alla musica che mi rimbombava nelle
orecchie. A un certo punto Lo vidi. Stava ballando da solo. Aveva una
ragazza
lì vicino che lo guardava estasiata, ma Lui sembrava non
accorgersene. Era bello. Continuavo
a ripetermi che
fosse bello. Non mi ero resa conto di essermi fermata a guardarlo
finché Ila
non mi disse “Va’ da lui” e mi diede una
spinta per incoraggiarmi.
Mi
avvicinai a Lui continuando a fissarlo. Era
bello. Mi avvicinai ancora. Poi Lui mi vide. Passò
da uno sguardo incerto,poi
a uno sereno e infine a uno sorridente. Mi porse la sua mano e io la
presi e
ricominciammo a ballare insieme. Le stesse emozioni di prima tornarono
fuori
prepotentemente e non riuscii a fare a meno di sorridere. Esattamente
come
prima, vidi il suo viso avvicinarsi al mio ma questa volta non lo
fermai. Mi
baciò delicatamente. Ci baciammo delicatamente. Niente
più di uno sfioramento
di labbra. Poi ci staccammo e rimanemmo a guardarci sorridendo per un
po’, finché
lui non avvicinò le mani al mio volto. Alla maschera. Alla
maschera che celava
la mia identità. Lo lasciai fare. Non potei fare altrimenti.
Volevo sapesse.
Prima però di lasciargli scoprire la mia
identità, gli dissi “Cristian non mi
odiare..” lui mi guardò non capendo e
scrollò la testa. Io lo guardai
sorridendo. Lui iniziò a levarmi la maschera, mentre io
tenevo gli occhi
chiusi. Stava per scoprire tutto. Stava
per scoprire Me.
La
levò. Lo guardai. “Matty..”
Fine! Lo so lo so
sono una stronza a
fermare qua il capitolo! Ho già scritto tantissimo e infatti
è un po’ lunghetto,
ma oggi ero ispirata e dopo la mia soddisfazione di ieri in ambito
scolastico
ero pure positiva. Non mi odiate!
Devo chiarire un
paio di citazioni
-
Rhona Mitra è
l’attrice
principale di Doomsday, un film cruento su un virus mortale. La solita
roba che
guardo con mio padre. Ma il suo taglio è davvero very cool.
Mi sono ispirata a
quello anche per il mio!
-
Nel sito
dell’Accademia della Crusca (a
cui sono iscritta xD), viene detto che nonostante sia grammaticalmente
sbagliato dire gazebi, il plurale viene ugualmente usato ed
è accettato. Pertanto
dico gazebi.
-
We're leaving together,
But
still it's farewell
And
maybe we'll come back,
To
earth, who can tell?
I
guess there is no one to blame
We're
leaving ground
Will
things ever be the same again?
It's
the final
countdown...
È
“The final countdown” degli Europe
-
I
wanna make up right now na na
I
wanna make up right now na na
Wish
we never broke up right now na na
we
need to link up right now na na
È
“Right
now” di Akon
-
Everybody is livin it up (Uh)
All
the fellas keep lookin' at us (cuz)
Me
and my girls on the floor like what
While
the DJ keeps on spinnin the cut
È
“It’s
like that” di Mariah Carey
-
Pictures
of last night
Ended up online
I’m screwed
Oh well
It’s a black top blur
But I’m pretty sure it ruled
Last Friday night
Yeah we danced on tabletops
And we took too many shots
Think we kissed but I forgot
È
“Last
Friday Night” di Katy Perry
Se
avete
piacere, lasciatemi una recensioncina!
Alla
prossima!
Dafne