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Autore: Arya__    26/01/2012    4 recensioni
Matilde è una studentessa liceale che viene considerata la secchiona e la sfigata di turno e, nonostante non sia vero, non ritiene importante smentire quelle voci. I suoi veri amici sono quelli del mare, quelli che la conoscono sotto tutti i punti di visti e che lei ogni anno incontra in vacanza. Loro sanno quanto lei ami studiare, ma sanno anche del suo amore per il ballo e per le scarpe alte. Loro la conoscono per davvero ma non riescono a capire perchè lei mantenga la maschera della secchiona sfigata a scuola. E se intervenisse qualcun altro? Se qualcuno riunisse le due Matilde e riuscisse a mostrare la bellezza della ragazza anche a scuola? Come la prenderebbero i suoi compagni di classe? E lei?
Dal Capitolo 3: Brutta. Con gli occhiali. Non ride mai. Sempre vestita informe e non so nemmeno se le abbia le forme a dire il vero. Non vuole mai fare sport con la classe. Non credo abbia amici, è così asociale. Mostro.
Questa non sei tu Matty. Non sei così. Come sei veramente? Cosa nascondi ancora?

Dal capitolo 6: Piacevo a Cristian. Lo avevo baciato. Mi aveva baciata. Quindi gli piacevo ancora
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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La festa in maschera

Non sono mai stata abituata a passare ore davanti allo specchio. Di solito mi preparavo velocemente e senza troppi problemi. Andando a scuola non avevo mai fatto troppo caso a cosa indossassi o a come lo indossassi. L’importante era essere civilmente vestita, ma non ho mai amato “ammirarmi” ore ed ore davanti allo specchio. Che inutile perdita di tempo!

Bene, ogni tipo di pensiero simile a quello NON passava in quel momento nel mio cervello. Sarei potuta rimanere ore a guardarmi. Ore ed ore a rimirare che splendido lavoro avesse fatto Ilaria. Già. Era stata lei a pensare a tutto, a sistemare ogni cosa e a trovare i vestiti adatti. Ed era stato un capolavoro! Cioè, non che io fossi un capolavoro, ma Ila aveva fatto un capolavoro su di me!

Per iniziare, quel pomeriggio mi aveva costretta ad andare dal parrucchiere! No, ma io dico! Dal parrucchiere! Non ci si va l’estate: i capelli con la salsedine si rovinano ed è meglio tagliarli a fine vacanza! Invece lei aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto ed ero uscita da quel posto infernale con un caschetto! Un caschetto! Un C-A-S-C-H-E-T-T-O! C’è poco da ridere… Non era male! Era di quelli scalati, più lunghi davanti e più corti dietro! Sì mi donava, ma soprattutto mi faceva sembrare più grande!

Dopo il taglio alla Rhona Mitra di Doomsday (perché era a questa attrice che Ilaria aveva detto di essersi ispirata), mi aveva riportata in campeggio come fossi stata una diplomatica che deve essere protetta o un’attrice che non vuole essere vista dai paparazzi! Occhialoni scuri, fazzoletto in testa e comportamento furtivo! E tutto semplicemente perché non voleva che i boyz ci vedessero! Per il suo piano malefico!

Lei voleva che nessuno ci riconoscesse e quindi aveva optato per un taglio drastico di capelli! Voleva farmeli tingere di biondo, ma mi ero categoricamente rifiutata! Non sarei diventata bionda platino per niente al mondo!

Adesso, dopo 3 ore di preparazione nella sua stanza al residence del campeggio, non mi sembravo nemmeno io!

Le sarebbe piaciuto farmi indossare qualcosa di stupido come un vestito alla Sailor Moon con tanto di scettro del potere e guanti bianchi (in modo che lei potesse vestirsi simili a me, tipo Sailor Venus o Sailor Mars) ma glielo avevo impedito per il nostro bene. Aveva pensato di farmi fare Catwoman per essere sexy, ma mi ero nuovamente rifiutata! Sì che era sera, ma vestita in una tutina di pelle nera avrei avuto un caldo infernale! Questa era la scusa che le avevo rifilato pur sapendo che non mi avrebbe creduto, ma lei, da ottima amica, aveva accettato la scusa: in realtà non sarei andata in giro vestita di pelle per niente al mondo! E quindi aveva ceduto a farmi vestire quasi normale, ma con una maschera a forma di farfalla che non mi avrebbe fatta riconoscere. Poi avevo semplicemente una camicetta azzurro pastello e una gonna nera a pieghe che era semi-svolazzante. Ridicola. Ero ridicola. Ma Ilaria mi aveva convinto. E poi ovviamente scarpe alte! Quelle non potevano mancare! E sì che la discoteca si chiamava Palma Beach, ma non era mica su una spiaggia (peccato avrei osato dire, così almeno costume e infradito e via in acqua).

Lei si era vestita con un paio di short e una canottiera, anche lei semplice ma sobria e poi con una maschera come la mia. Trucco accennato sugli occhi e lucidalabbra a iosa. Eravamo pronte!

La mia amica mi affiancò davanti allo specchio “Matty tutto bene?” mi chiese vedendo che ero un tantino agitata.

“Sì tutto bene.. Notavo che non mi si riconosce ad un primo sguardo, ma mi sa che loro ci sgameranno subito!” le dissi quasi fiduciosa che il suo piano non funzionasse.

“Figurati! Tra la calca di persone, l’alcool in circolo, la musica assordante e le luci psichedeliche sarà già tanto se riusciranno a riconoscersi tra di loro!” civettò lei.

“Non sono sicura di voler fare questa cosa, non potremmo semplicemente andare lì da loro e dirgli che siamo noi? Almeno non passerò la serata da sola mentre te ti fai distrarre da qualche aitante sconosciuto!” le proposi speranzosa.

“Stronzate!” mi disse lei “Starò con te fino a quando sarà necessario e poi sarai te a non volermi più tra le scatole, te l’assicuro!” mi rispose ammiccando. Io?

“Ila non credo succederà, sai? Non vedo cosa dovrebbe succedere di così particolare da obbligarti a lasciarmi da sola!” le chiesi non capendo. Speravo che non intendesse fare casini o farmi fare dei casini.

“Oh ma tu non sarai sola! Comunque non voglio dirti niente di più, goditi la serata e quel che sarà sarà!” mi disse la mia amica sorridendo.

Quel che sarà sarà! Mi ripetevo nella mia testa mentre i genitori della mia amica ci accompagnavano alla tanto attesa serata.

Ci fecero scendere davanti all’ingresso, ci fecero le solite raccomandazioni da genitori e poi se ne andarono. Non avevamo problemi per l’orario di ritorno, il campeggio aveva messo a disposizione un pulmino in modo che i genitori non si dovessero preoccupare.

La discoteca si presentava luminosa: era l’unica parola che mi veniva in mente in quel momento. Era tutta completamente all’aperto e le luci venivano sparate anche in aria: era uno spettacolo incredibile, sembrava il faro con cui il poliziotto James Gordon chiamava Batman lasciando che si vedesse una luce in cielo coperta dal suo simbolo del pipistrello. Batman era la mia ossessione. Era incredibile! Io e Ila rimanemmo davanti all’ingresso ad ammirare il tutto finché lei non mi trascinò all’entrata euforica al massimo.

“Ci divertiremo tantissimo me lo sento!” disse lei oltrepassando il cancello all’entrata e lasciando nome e cognome al buttafuori. “Vedrai che non te ne pentirai” mi disse facendomi l’occhiolino.

La discoteca era già abbastanza piena, qua e là erano sistemati gazebi molto illuminati e spaziosi, sotto i quali diverse persone si erano già lanciate a ballare. Dopo un giro iniziale di ricognizione, io e la mia amica ci eravamo sedute su due sedie intorno al gazebo in cui si ballavano le musiche degli anni ‘80 e ’90. Ci sembrava un buon posto da cui iniziare a scatenarci. Stavano passando gli Eiffel 65 con Blue e ci lanciammo in mezzo alla pista! Adoravo quella canzone.

I'm blue daba dee daba dy 
aba dee daba dy
 
aba dee daba dy aba dee daba dy
 
aba dee daba dy
 
aba dee daba dy aba dee daba dy
 

Io e la mia amica ballavamo insieme divinamente e lei sapeva muovere in maniera così sexy che quasi la invidiavo. Intanto, mentre noi ballavano nella nostra bolla di divertimento, iniziava ad arrivare gente, ragazze mascherate nei modi più impensabili (avevo visto Lady Gaga e Puffetta guardandomi in giro) mentre i maschi erano a volto scoperto come da regolamento.

We're leaving together, 
But still it's farewell
 
And maybe we'll come back,
 
To earth, who can tell?
 
I guess there is no one to blame
 
We're leaving ground
 
Will things ever be the same again?
 
It's the final countdown... 

Era un anno che non andavo a ballare e mi stavo divertendo davvero una marea. Ilaria ballava scatenata davanti a me e, finita la canzone, mi propose di cambiare genere. Ci dirigemmo nella sezione commerciale: era il genere che preferivo, conoscevo le canzoni e spesso anche i testi.

I wanna make up right now na na
I wanna make up right now na na
Wish we never broke up right now na na
we need to link up right now na na

“Ila ti va se rimaniamo qui?” le urlai in un orecchio per non essere coperta dalla musica alta. Lei mi fece segno ok e così ci lanciammo in pista carichissime. Mentre ballavamo mi guardavo in giro per vedere di trovare i ragazzi. Volevo sapere cosa avrebbero fatto senza di noi e se ci avrebbero riconosciute così vestite.

Dopo aver ballato altre due canzoni, decisi di spostarmi un po’ verso l’esterno del gazebo per prendere un po’ di aria. Era diventata pesante vista la quantità di gente e nonostante fossimo all’aperto. Mi appoggiai a una staccionata continuando a guardare la mia amica che ballava circondata da ragazzi ma a cui non prestava la minima attenzione.

Everybody is livin it up (Uh)
All the fellas keep lookin' at us (cuz)
Me and my girls on the floor like what
While the DJ keeps on spinnin the cut

“Ehi ciao ragazza!” sentii una voce chiamarmi dietro di me e mi girai per vedere da chi provenisse. Ero riuscita a sentirla senza troppa fatica perché la musica in quel punto non arrivava così assordante. Merda.

“C-ciao” gli dissi riconoscendolo all’istante. Cristian. Era bellissimo. Mi avrà riconosciuta?

“Sei qui da sola?” mi chiese. Non ci stava provando con me, vero? Sì direi di sì. Ma mi aveva riconosciuta?

“No, c’è la mia amica lì in mezzo a ballare, ma mi sono presa una pausa..” gli risposi incerta indicando un punto a caso in mezzo alla pista.

“Allora non verrò picchiato da nessuno se ti offro qualcosa, vero?” mi chiese speranzoso e sorridendo. Da quando aveva un sorriso così?

“N-no figurati..” continuai a rispondergli in maniera titubante. Non pensavo mi avesse riconosciuta. Tanto valeva vedere come si sarebbe comportato.

Ci dirigemmo insieme al bar. Il barista mi sorrise smagliante e io contraccambiai, poi mi chiese “Cosa prendi dolcezza?” Ma tutti stasera ci dovevano provare? Ilaria aveva davvero fatto un ottimo lavoro.

“Prendo uno spr--“ mi fermai giusto in tempo prima di dire spritz. Se avessi detto spritz, Cristian avrebbe potuto fare 1+1 e mi avrebbe riconosciuta dopo poco. Lui sapeva che l’unica cosa alcolica che bevevo era lo spritz, mi piaceva perché era amaro. Per non smascherarmi subito dissi la prima cosa che mi venne in mente “Un sex on the beach” mi sembrava che Ilaria me ne avesse parlato. Lei era un’intenditrice, beveva poco ma sapeva scegliere bene. Il barista mi porse il mio bicchiere e passò a Cristian il suo contenente Caipiroska. Ci allontanammo dal bar e lui iniziò a farmi domande.

“Come ti chiami?” mi chiese guardandomi dritta negli occhi.

“Ma--“ mi fermai appena in tempo. Stavo per commettere l’errore numero due. Se avessi detto Matilde, sarebbe stato come dirgli sono io, Matty! Optai per una mezza verità. Ok era una bugia. “Per stasera sono Martina” gli risposi alla fine.

“Per stasera?” mi guardò curioso. Sì, per stasera.

“Sì! Le conosci le regole della serata, no? Le ragazze non devono farsi riconoscere..” gli dissi cercando di sembrare velatamente sexy.

“Uhm, va bene hai ragione. Comunque io sono Cristian, piacere!” mi rispose smagliante.

Strinsi la mia mano nella sua “Piacere” Che mano calda che aveva. Piacere.

“Che belle mani che hai!” mi disse di getto continuando a stringere la mia. Brivido.

“Uh g-grazie” gli risposi mentre la mia mano si beava di quel contatto.

Restammo qualche minuto in silenzio a guardarci negli occhi e poi a spostare lo sguardo intorno a noi. Silenzio imbarazzante. Chissà cosa stava pensando lui. Mi aveva riconosciuta?

“Quanti anni hai?” ci chiedemmo nello stesso istante. E scoppiammo a ridere.

“16” gli risposi. Era la verità, era inutile mentire su quel punto.

“Io 17” mi disse lui. Iniziammo un po’ a parlare di sport, di amici, di scuola. Evitavo di dirgli frasi o di descrivere situazioni che sapevo di avergli già raccontato come Matilde, e lui sembrava sinceramente curioso. Parlare con lui era piacevole come era sempre stato e anche lui se ne accorse. Non si crearono più momenti imbarazzanti fin quando non decisi di chiedergli un fatto molto privato, giusto per farmi del male da sola.

“Sei fidanzato?” Sei una stupida! Che razza di domanda idiota. Lo sapevo che non era fidanzato, ma la Martina che impersonavo non poteva saperlo. Sarebbe stata una domanda logica, no? Ma secondo te se ci prova con te è fidanzato? Magari è uno di quelli che nelle vacanze si diverte mentre la fidanzatina è a casa che si dispera per la sua assenza. Ma io lo conosco e lui non è così. Ma Martina non lo sa! Quello sdoppiamento mi mandava fuori di testa. No, non ero matta. Semplicemente sembrava che lo fossi.

Mi guardò un po’ sorridendo e poi mi disse “No, non sono fidanzato..” e lasciò la frase in sospeso. Cos’è quello sguardo che vedo?

“Sembra che ti dispiaccia parecchio..” gli dissi cercando di orientare il discorso su possibili ragazze. Dopotutto ero una donna (quasi donna) ed ero per natura curiosa, quale miglior modo per mettere a tacere la mia curiosità se non quello di farla soddisfare dalle sue parole?

“In effetti sì. La conosco da un po’, ma lei mi reputa un amico e non voglio che mi allontani..” Oddio gli piacevo ancora! “E non so nemmeno perché sto qui a parlare a te di lei, anzi scusa! Anche perché sto cercando di togliermela dalla testa..”

Decisi di buttarmi. Col senno di poi mi resi conto che in quel momento avevo fatto la più grande cazzata che potessi fare “Se vuoi ti aiuto io…” non so cosa diavolo mi fosse passato per la mente. Ma almeno lo vidi sorridere malizioso, mi prese la mano e mi portò in pista a ballare.

Pictures of last night
Ended up online
I’m screwed
Oh well
It’s a black top blur
But I’m pretty sure it ruled

Last Friday night
Yeah we danced on tabletops
And we took too many shots
Think we kissed but I forgot

Iniziammo a ballare insieme. Non avevo mai ballato in questo modo con lui. Le sue mani erano sui miei fianchi e non sembrava intenzionato a levarle da lì. E a me stava bene dove fossero. La musica ci trascinava in pista e non ero intenzionata più a muovermi da lì. C’era armonia nel modo in cui ballavamo insieme. Andavamo a ritmo e sentire i suoi pettorali contro la mia schiena non andava affatto bene. Non avrei dovuto ballare così con lui. Non sapeva che ero io. Non gli lasciavo scelta in questo modo. Ma stavo troppo bene con lui e non avevo la forza per distaccarmi. Decisi di non muovermi. Non avevo voglia di pensare. Le conseguenze le avrei pagate dopo. Ero così completa. Finalmente stavo capendo cosa mi suscitava la sua presenza.

Cambiarono nuovamente canzone ma noi continuavamo a ballare, finché mi ritrovai faccia a faccia con lui. Mi guardava e sorrideva. Era così bello. E mi sorrideva. Non sapeva chi fossi realmente ma mi sorrideva. Lo vidi avvicinarsi piano piano a me. Sapevo come andavano queste cose. Mi avrebbe baciata. Ma lui pensava di baciare un’altra. Questa fatidica Martina. Non Matilde. Non Matty. Non sarebbe stato giusto baciarlo così. Prima di permettere alle sue labbra di baciarmi, lo allontanai posando le mie mani sul suo petto. OMIODIO! Dovevo rimanere lucida e tranquilla. Non dovevo fare casini. O Merlino che spalle! Matty, concentrati per la miseria.

“N-no fermo. No ti prego scusa” e scappai via senza dargli tempo di rispondere. Non mi venne dietro, non mi chiamò, non urlò il mio nome. Semplicemente rimase lì. Fermo. Mentre io scappavo da lui e dalle menzogne che gli avevo raccontato. Mi fermai vicina al gazebo dove passavano la musica house. Era un genere che non mi entusiasmava, ma meglio di niente. La testa scoppiava. Mi veniva da piangere. Non doveva accadere così. Ero stata una stupida a non dirgli subito chi fossi. Appoggiata su una staccionata guardavo le persone ballare e divertirsi a tempo di quella musica semi-metallica.

Persa nei miei pensieri, non vidi un ragazzo che si avvicinava. Simone. Ma che diavolo avevano tutti quella sera? O ero riconoscibilissima o Ilaria mi aveva reso uno schianto.

“Ciao bellezza!” mi salutò lui ammiccando. Per Merlino!

“Ti ho visto e non ho saputo resistere. Io sono Simone, ti va di ballare con me?” mi disse porgendomi la mano.

Razionalmente non avevo molta voglia di rilanciarmi in pista e quella musica non era il massimo. Ma tra l’alcool in circolo e la poca voglia di rimanere da sola (Ilaria era sparita) accettai la sua offerta. “Piacere Martina. Sì andiamo” e lo seguii mentre mi portava al centro della pista.

Non avevo mai fatto una cosa del genere. Stavo ballando con il secondo ragazzo in quella serata. Di solito non ballavo mai con nessuno, ma quella sera era successo. Non che avessi fatto qualcosa di male, ma non era da me comportarmi così. Anche ballare con lui non era male. E poi sorrideva sempre. Non mi stava troppo appiccicato e mi lasciava libertà di movimento. Alcune volte avevo visto ragazzi attaccarsi come cozze ai fondoschiena delle ragazze con cui ballavano, e non capivo come le suddette ragazze facessero a sopportare un contatto così da quello che, probabilmente, era poco meno che uno sconosciuto. Ballammo insieme per un po’, quando anche luì iniziò ad avvicinare il suo viso al mio. Mi guardava le labbra e poi mi guardava gli occhi. Faceva la spola tra occhi e labbra e sorrideva. Non volevo che mi baciasse nemmeno lui. Ma lui aveva tutta l’intenzione di farlo. Quando lo vidi avvicinarsi lo fermai. Senza scappare come avevo fatto prima. Lo fermai e basta. Poi gli dissi nell’orecchio “Non mi sembra il caso, ti conosco appena” non so come feci a rimanere calma e a non scappare. Era la seconda volta che quella sera qualcuno provava a baciarmi.

Lui mi rispose “Hai ragione scusa, ma sei così bella che non ho saputo resistere. Scusa” e abbassò lo sguardo. Mi aveva chiesto scusa? Sembrava anche dispiaciuto. Ma mi aveva riconosciuta?

“Fa niente ma ora è meglio che vada” e me ne andai. Non scappai. Me ne andai e basta. Ma lui non era della stessa idea e mi prese una mano raggiungendomi. Io mi bloccai e lo guardai male. “Lasciami” gli dissi alterata. Mi lasciò la mano e feci per andarmene quando mi disse “Avrai anche una maschera, ma non ho bevuto così tanto da non riconoscerti Matilde” Merda mi aveva riconosciuta! Mi bloccai sul posto sentendo quelle parole. Mi aveva riconosciuta!

“Non capisco perché tu abbia voluto ballare con me visto che sapevi chi ero” continuò lui “Non ti ho riconosciuta subito, ma poi ho visto i tuoi occhi. Truccàti e con una maschera quasi a coprirli, ma sono quelli.” Lo guardai non sapendo cosa rispondere.

“Non voglio sapere cosa tu abbia in testa e nemmeno perché tu abbia ballato così con me. Ma pensaci. Ti chiedo solo quello” e se ne andò sparendo tra la folla. Rimasi lì  a guardarlo andare via. La serata stava andando sempre peggio. Prima Cristian, ora Simone. Il primo che non aveva capito chi fossi, nonostante ci conoscessimo da anni e fosse il mio migliore amico. Il secondo che conoscevo da pochi giorni, ma che mi aveva riconosciuto. Non sapevo cosa pensare. Era tutto così assurdo. Erano così diversi.

Assorta tra i pensieri, mi ritrovai distante dal gazebo della house e mi accorsi di essere in una zona della discoteca in cui c’era poca gente. Meglio così. Sarei stata bene un po’ da sola. Dovevo chiarire tutto quello che avevo in mente. Dovevo sistemare questa situazione con Simone. Dovevo parlare con Cristian. Dovevo, dovevo, dovevo, dovevo. Dovevo fare un sacco di cose.

Mi risvegliò la voce di un DJ “Ragazzi! Tra poco inizierà lo schiuma party! La pista è quella ancora semi-vuota in fondo alla discoteca! Forza gente ci sarà da divertirsi” e fece ripartire la musica alta. Uno schiuma party nella zona in fondo alla discoteca. Dove ero io in pratica. Vidi un sacco di giovani raggiungere la postazione per quella speciale festa. Non avevo mai partecipato ad uno schiuma party, ma sembrava divertente.

Tra le persone vidi la mia amica Ilaria correre verso di me e mi diressi verso di lei.

“Matty tu lo sapevi?” mi chiese lei abbracciandomi e quasi in lacrime. Che diavolo era successo?

“Ila che cosa? Ehi ma perché piangi?” le chiesi stringendola.

“Lu-Luca. Ho visto Luca..” mi disse lei non fermando le lacrime. Luca? Cavolo.

“Ila ma perché piangi?”mi stavo preoccupando davvero tanto e la mia amica non riusciva a parlare da quante lacrime versava. “Ila cavolo dimmi, mi sto preoccupando! Ti ha fatto male? Lo picchio quello scemo..” dissi pensando a come fare per vendicarmi delle lacrime che stava facendo versare alla mia amica.

“N-no no ferma” mi disse tra i singhiozzi “Non ha fatto niente di male. L’ho visto e sono andata da lui” Iniziò a raccontarmi “Volevo ballare con qualcuno che conoscevo. Pensavo non mi avesse riconosciuto, visto che abbiamo iniziato a ballare insieme non proprio come amici. Pensavo all’imbarazzo che avremmo provato dopo, ma stavo bene. A un certo punto ha provato a baciarmi. E non l’ho respinto! Non l’ho respinto, capito???” mi chiese lei infervorata. Non l’ha respinto.

“Capito cosa? Che non l’hai respinto?” le chiesi ridacchiando.

“C’è poco da ridere Matty! Ci siamo baciati e poi mi ha sussurrato “Era da così tanto che volevo farlo..” e io lì mi sono pietrificata! L’ho guardato e sono scappata! Sono scappata! Io non scappo! Mai! Sono scappata!” continuava a ripetere Ilaria shockata.

“Sei scappata! Sì ho capito! Stasera è la serata delle fughe” dissi con una risatina isterica.

“Perché?” mi chiese lei non capendo.

“Perché sono scappata prima da Cristian e poi da Simone” le accennai, sapendo che poi avrei dovuto farle un resoconto dettagliato al massimo. Sono scappata.

Lei mi guardò e scoppiò a ridere e mi disse “Adesso distraiamoci e andiamo a ballare, domani mi racconterai tutto, ma ora ho bisogno di distrarmi” e ci fiondammo in pista a ballare. Dall’alto stava iniziando a cadere dell’acqua e dai lati la schiuma veniva fuori da dei tubicini sul muro. Il pavimento si riempì velocemente e ormai tutti quelli in pista erano bagnati. Eravamo io e la mia amica. E stavamo ballando. Ci stavamo scatenando insieme. Eravamo circondati da ragazzi ma non li degnavamo di uno sguardo ridendo tra noi. Un po’ della malinconia che mi aveva riempito la serata fino a quel momento, se ne stava andando. Pensavo solo a muovermi e alla musica che mi rimbombava nelle orecchie. A un certo punto Lo vidi. Stava ballando da solo. Aveva una ragazza lì vicino che lo guardava estasiata, ma Lui sembrava non accorgersene. Era bello. Continuavo a ripetermi che fosse bello. Non mi ero resa conto di essermi fermata a guardarlo finché Ila non mi disse “Va’ da lui” e mi diede una spinta per incoraggiarmi.

Mi avvicinai a Lui continuando a fissarlo. Era bello. Mi avvicinai ancora. Poi Lui mi vide. Passò da uno sguardo incerto,poi a uno sereno e infine a uno sorridente. Mi porse la sua mano e io la presi e ricominciammo a ballare insieme. Le stesse emozioni di prima tornarono fuori prepotentemente e non riuscii a fare a meno di sorridere. Esattamente come prima, vidi il suo viso avvicinarsi al mio ma questa volta non lo fermai. Mi baciò delicatamente. Ci baciammo delicatamente. Niente più di uno sfioramento di labbra. Poi ci staccammo e rimanemmo a guardarci sorridendo per un po’, finché lui non avvicinò le mani al mio volto. Alla maschera. Alla maschera che celava la mia identità. Lo lasciai fare. Non potei fare altrimenti. Volevo sapesse. Prima però di lasciargli scoprire la mia identità, gli dissi “Cristian non mi odiare..” lui mi guardò non capendo e scrollò la testa. Io lo guardai sorridendo. Lui iniziò a levarmi la maschera, mentre io tenevo gli occhi chiusi. Stava per scoprire tutto. Stava per scoprire Me.

La levò. Lo guardai. “Matty..”

 

 

****************************************************************************************************************

Fine! Lo so lo so sono una stronza a fermare qua il capitolo! Ho già scritto tantissimo e infatti è un po’ lunghetto, ma oggi ero ispirata e dopo la mia soddisfazione di ieri in ambito scolastico ero pure positiva. Non mi odiate!

Devo chiarire un paio di citazioni

-         Rhona Mitra è l’attrice principale di Doomsday, un film cruento su un virus mortale. La solita roba che guardo con mio padre. Ma il suo taglio è davvero very cool. Mi sono ispirata a quello anche per il mio!

-         Nel sito dell’Accademia della Crusca (a cui sono iscritta xD), viene detto che nonostante sia grammaticalmente sbagliato dire gazebi, il plurale viene ugualmente usato ed è accettato. Pertanto dico gazebi.

-         We're leaving together, 
But still it's farewell
 
And maybe we'll come back,
 
To earth, who can tell?
 
I guess there is no one to blame
 
We're leaving ground
 
Will things ever be the same again?
 
It's the final countdown... 

È “The final countdown” degli Europe

-         I wanna make up right now na na
I wanna make up right now na na
Wish we never broke up right now na na
we need to link up right now na na

È “Right now” di Akon

-         Everybody is livin it up (Uh)
All the fellas keep lookin' at us (cuz)
Me and my girls on the floor like what
While the DJ keeps on spinnin the cut

È “It’s like that” di Mariah Carey

-         Pictures of last night
Ended up online
I’m screwed
Oh well
It’s a black top blur
But I’m pretty sure it ruled

Last Friday night
Yeah we danced on tabletops
And we took too many shots
Think we kissed but I forgot

È “Last Friday Night” di Katy Perry

 

Se avete piacere, lasciatemi una recensioncina!

Alla prossima!

Dafne

  
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