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Autore: HarleyQ_91    26/01/2012    1 recensioni
“Ehm… credo che dovremmo fare l’esercizio”. Mi azzardai a dire.
Lui rilassò la fronte e assunse un’espressione più serena. La pelle bianca gli dava uno strano fascino. Era bello, ma sembrava finto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Wow... già al capitolo 10... come vola il tempo!^^
Vabbè... nn vi tolgo altro tempo.. ci si risente a fine capitolo!^^

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CAPITOLO 10
- Ibrido -


Quella mattina decisi di andare a scuola con la Volvo insieme ad Edward e Bella.
Non avendo ancora una macchina mia – dovevo fare un bel discorso con Carlisle al riguardo – scroccavo passaggi un po’ ovunque e, se ero fortunato, mi facevano addirittura guidare.
“Che macchina vorresti chiedere a Carlisle?”
Mi chiese Edward guardandomi dallo specchietto retrovisore.
“Mercedes nera SLK”. Risposi deciso.
“Wow, ti accontenti di poco”. Intervenne sarcastica Bella.
Sbuffai leggermente. Che c’era di tanto strano a desiderare una bella macchina? La mia intenzione non era certo quella di andare da Carlisle e costringerlo a comprarmela, solo che mi sarei sentito più libero, più… indipendente.
“Non lo metto in dubbio”. Intervenne Edward interrompendo, come sempre, i miei pensieri. “La userai anche per portarci in giro Jodi?”
Per fortuna nello stesso istante entrammo nel parcheggio della scuola ed io scesi dalla macchina prima ancora che le ruote si fermassero completamente. Non mi andava di rispondergli, così mi precipitai nell’edificio scolastico senza aspettare – come era consuetudine – che arrivassero anche gli altri.
Edward sapeva cosa era successo – o meglio cosa sarebbe successo se non ci avessero interrotto – tra me e Jodi e, sebbene non lo avesse detto a nessuno – tranne che a Bella, ovviamente – ogni tanto se ne usciva con battute che mi facevano irrigidire ed incuriosivano tutti.
Non volevo che gli altri Cullen sapessero della mia debolezza verso quella ragazza, sarei diventato lo zimbello della famiglia – mi veniva la nausea solo al pensiero delle battutine di Emmett –.
Il vampiro che si innamora di una mezza licantropo che altri non è che la nipote di Edward e Bella. Era una situazione troppo strana e sinceramente avrei preferito metter chiarezza dentro di me prima di allarmare il resto dei Cullen.
Non ricordavo nemmeno io con esattezza ciò che avevo provato quel pomeriggio, quando lei venne nella mia stanza. Le uniche cose che mi rimasero bene impresse furono i battiti del suo cuore che cominciarono ad accelerare e l’immagine delle sue labbra rosee e carnose semidischiuse che attendevano immobili, come il resto del suo corpo.
Sebbene l’ordine provenisse da me, fui io stesso ad avvicinarmi a lei. Anche se l’ordine prevedeva che lei baciasse me, ero io che stavo per baciare lei!
Scossi la testa arrendendomi ormai all’evidenza ed entrai nell’aula di biologia.
Lei era già lì, seduta al banco da sola, attendendo che qualcuno le si sedesse accanto. Appena i nostri sguardi si incrociarono sorrise e tolse il suo zaino da sopra la sedia su cui mi sedetti io. Si era anche preoccupata di tenermi il posto nel caso qualche altro studente si fosse voluto sedere, la cosa mi provocò un delicato piacere.
“Come va?” Mi chiese mentre poggiava i libri di biologia sul banco.
“Bene!”
In quel momento ci passarono accanto Edward e Bella. Forse Jodi non li aveva percepiti, ma io avevo visto benissimo i loro sguardi. Speravo che Edward avesse pensato bene di chiudere la ricetrasmittente – come chiamavo di solito la sua abilità di leggere nel pensiero – almeno durante il tempo che passavo con Jodi. Non mi piaceva l’idea di essere costantemente controllato a vista.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Tanto verrei a sapere tutto comunque”.
Sbuffai e non risposi. Era inutile parlare con lui, alla fine me la faceva sempre.
Bella si mise a ridere. “Dai amore, lasciali stare”. Poi guardò verso Jodi. “Ci vediamo alla fine della lezione. Mangi con noi, vero?”
La ragazza annuì senza esitare, dopodiché i miei “fratelli” si andarono a sedere nel loro solito posto in fondo all’aula.
“Che voleva Edward?”
Guardai Jodi con sguardo scocciato e scossi la testa per lasciare la risposta in sospeso. Non volevo parlare di Edward. Adesso eravamo io e lei, gli altri Cullen non dovevano far parte delle nostre conversazioni.
“Jacob si è arrabbiato quando sei tornata a casa?” Chiesi iniziando un discorso basato solo sulla mia voglia di parlare con lei. Se fossi rimasto in silenzio troppo a lungo avrei cominciato a far vagare i pensieri e, con Edward in ascolto, non mi sembrava proprio il caso.
“Non più di quanto immaginassi”. Mi rispose sorridendo e mettendo entrambe le mani sotto il mento. “La sua paura era quella che non mi avreste accettato, ma quando gli ho detto della vostra reazione si è tranquillizzato”.
“Ha davvero così poca fiducia nei Cullen?” Chiesi inarcando le sopracciglia.
“Evidentemente sì. Mio padre è sempre stato un uomo diffidente, poi vista la mia natura credeva proprio che fosse impossibile per voi accettarmi”.
Vista la sua natura? Parlava come se si considerasse un esperimento di laboratorio riuscito male.
“Ma perché, scusa? Che c’è che non va in te?”
Jodi aprì le braccia e si strinse nelle spalle, come se io da un gesto del genere avessi potuto capire la sua risposta. Scossi la testa confuso.
“Andiamo Daniel. Non sono un vampiro, non sono un licantropo e non sono un’umana. Però al tempo stesso sono tutti e tre”.
Sorrisi leggermente. “Sei speciale!”
“No, sono un’insalata russa, Daniel.”
Mi sfuggì una risata. Sarà anche stata un'insalata russa, come si definiva lei, ma a me piaceva proprio per questo.
“Diciamo piuttosto che sei un ibrido”. La corressi dandole un vocabolo più appropriato.
Lei annuì dolcemente e mi sorrise.
In quell’istante entrò il professore e cominciò la lezione. Io tuttavia non gli prestai molta attenzione e continuai a parlare.
“Anche tua madre comunque non è un essere completo, eppure non mi sembra che se la passi tanto male”.
“Mia madre è un caso a parte”. Rispose mentre tentava di prendere appunti sulla lezione. Non era facile per lei stare attenta e, allo stesso tempo, tenere una conversazione con me. “Appena nata ha avuto l’imprinting, quindi ha trovato subito il suo posto in questo mondo. Il suo posto era con mio padre”.
E con questo cosa voleva dire? Che lei non aveva ancora trovato il suo? All’improvviso mi parve come se solo io potessi comprenderla veramente. Anch’io mi sentivo fuori posto, sebbene i Cullen facessero di tutto per farmi sentire a mio agio. Io non ero un Cullen. E non ero certo che lo sarei mai diventato.
“E se il tuo posto fosse con me?”
Jodi alzò la testa dal quaderno dove stava scrivendo gli appunti e mi guardò spalancando gli occhi. La riconobbi, era la stessa espressione di quando le ordinai di baciarmi in camera mia. Il suo cuore aveva cominciato ad aumentare i battiti e per qualche secondo le si bloccò il respiro.
Rimanemmo così, immobili a guardarci, finché lei non partì in una leggera risata.
“Di’ la verità, tu mi vuoi morta”. Disse continuando a sogghignare.
“Cosa?” Perché se ne era uscita con una frase del genere? Come potevo volere io la sua morte?
“Se ogni volta che parliamo te ne esci con frasi del genere, prima o poi mi verrà un infarto. So che è impercettibile, ma ho anche una parte umana, sai?”
Cominciai a ridere anch’io. “Vedrò di moderarmi, allora. Se tu dovessi morire, Edward e Bella non me lo perdonerebbero mai”. Istintivamente mi voltai verso l’ultimo banco. Stavano mano nella mano a sghignazzare tra di loro. Sembrava che non gli importasse nulla di noi, ma tanto era inutile pensare che non ci stessero ascoltando. Ero convinto che Edward avesse lasciato la ricetrasmittente sempre in funzione.
“Senti… volevo chiederti una cosa”. Jodi attirò di nuovo la mia attenzione – che in verità non si era mai distolta totalmente da lei – e tornò a parlarmi con tono serio. “Volevo chiedertela l’altro giorno a casa tua, ma poi… beh, diciamo che non c’è stata l’occasione”.
Sorrisi d’istinto nel vederla arrossire. Mi divertiva la sua espressione imbarazzata. Benché sembrasse una ragazza determinata e sicura, davanti a me si mostrava sempre un po’ impacciata.
Evidente segno che non le ero indifferente. La cosa mi inorgogliva parecchio.
“E’ vero che, quando hai morso Michelle, Edward si è infuriato con te?” Chiese spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Perché vuoi sapere una cosa del genere?”
“Beh, perché non riesco ad immaginarmi Edward arrabbiato e poi, da come mi ha detto Rosalie, pare che tu te la sia vista davvero brutta con lui”.
Sorrisi. Si stava preoccupando?
“Rosalie esagera. Sì, Edward si è arrabbiato, ma nulla di allarmante”. La vidi rilassarsi. “Ha urlato un po’ qua e là per casa, dicendo che non avrei dovuto più avvicinarmi ad un umano prima di essere completamente sicuro di poter resistere alla tentazione di morderlo. Però in fondo come biasimarlo? Anche se mi avevano perdonato, li avevo comunque messi in pericolo. Lui cercava solo di prendere precauzioni”.
“Beh, però non c’è riuscito. Altrimenti non ti avrebbero fatto uscire di casa, giusto?” Poi si bloccò per qualche secondo ed aggrottò le sopracciglia. “Non è che per caso c’è di mezzo il tuo potere? Gli hai ordinato di farsi gli affari suoi o roba del genere?”
Non riuscii a trattenere una leggera risata. Man mano che passavo del tempo con lei mi rendevo conto che stavo cominciando a sorridere sempre più spesso.
“No, il mio potere non c’entra. Anche se ammetto che il pensiero di usarlo mi aveva sfiorato. Comunque è tutto merito di Jasper”.
“Jasper?”
“Sì. Ha preso le mie parti contro Edward. Si è messo a difendermi. Sinceramente non me lo aspettavo. Credo lo abbia fatto perché gli ricordo quando anche lui, i primi tempi con i Cullen, si trovava in difficoltà con lo stile vegetariano. È stato bello, per una volta, avere qualcuno dalla mia parte”.
D’un tratto Jodi posò la sua mano sulla mia e, benché la differenza di temperatura fosse evidente, non si scompose. “Io sono sempre dalla tua parte!” Mi disse fissandomi negli occhi.
Mi irrigidii di colpo.
“Wow, e poi sarei io quello che fa prendere gli infarti? Se avessi avuto un cuore a quest’ora si sarebbe fermato da un pezzo”.
Jodi scoppiò in una risata che investì completamente l’aula. Ci fu qualche attimo di imbarazzo e lei si tappò immediatamente la bocca con la mano. Poi, grazie ad un mio ordine, tutti tornarono a far lezione come se non fosse successo nulla.
“Ogni minuto che passa sono sempre più convinta che il tuo potere sia una bomba”. Mi disse mentre tentava di sopprimere ancora qualche risatina.
“Sì, beh… ammetto che mi facilita parecchio le cose, a volte”.
Volevo far cadere il discorso il più presto possibile. Non mi stava piacendo la piega che stava prendendo la conversazione.
“Ti facilita parecchio le cose?” Mi fece eco lei. In quel momento capii che il mio desiderio di cambiare argomento non sarebbe stato esaudito. Perché diavolo il mio potere con lei non funzionava? “Insomma, puoi far fare alla gente tutto ciò che vuoi. Potresti essere il padrone di tutto, te ne rendi conto?”
“Possiamo parlare d’altro, per favore?” Chiesi sfrontatamente ed alzando forse un po’ troppo la voce. Ordinai a tutti i presenti di non girarsi verso di me – i loro sguardi non mi avrebbero di certo fatto sentire meglio – naturalmente Jodi era un’eccezione.
“S-scusami, non… non volevo offenderti”. Mi disse guardandomi con sguardo rammaricato.
“Su, non fare quella faccia”. Le dissi cercando di risollevarla. Quell’espressione mi stava facendo sentire uno schifo. “Non mi hai offeso. Solo che… preferisco non parlare di alcune cose, tutto qui”.
Jodi abbassò lo sguardo sul suo quaderno e riprese a scrivere appunti. Non parlammo per tutto il resto dell’ora.
Avevo rovinato tutto, me ne rendevo conto benissimo. Eravamo finalmente entrati in confidenza, potevo starle accanto senza problemi… ma quella frase… potresti essere il padrone di tutto, te ne rendi conto… mi aveva fatto tornare in mente delle cose che avevo deciso di lasciarmi alle spalle.
Sapevo di poter mettere tutti ai miei piedi se solo lo avessi voluto e ci fu un periodo del mio passato in cui credevo di poter conquistare il mondo, ma, mio malgrado, fu proprio in quel periodo che il mondo mi crollò addosso.

******

ZAN ZAN ZAN... io l'avevo detto che su Daniel c'era ancora parecchio da scoprire!! Uhuhuh...
Beh... ringrazio tutti quelli che leggono la mia fanfiction, la seguono o l'anno messa tra le preferite e ricordate!^^
Un ringraziamento speciale a Nico Blair e a DeAnna, che mi hanno fatto sapere che cosa ne pensavano dell'ultimo capitolo e natuiralmente grazie anche a tutti gli altri che hanno recensito la mia storia!^^
Aggiornerò il prima possibile, lo prometto!^^
Un bacione

*HarleyQ_91*
  
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