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Autore: tartufo    26/01/2012    1 recensioni
La storia prende spunto dal protagonista di The dead zone di stephen king.
Voleva richiamare l'attenzione di quella donna, ma la voce non ne voleva sapere di uscire, nessun suono riuscì a trovare una via di fuga dalle sue labbra.
L'unica cosa che poteva fare, era sperare che la donna alzasse gli occhi e incontrasse i suoi, che lo sapeva, erano pieni di domande e paura.
Attese un tempo che gli parve infinito, quando quell'estranea si spostò ancora più vicina ed iniziò a dedicarsi al suo braccio, iniziava davvero a spazientirsi,
possibile che non si accorgesse che era sveglio.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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E in quell'istante l'unico rumore nella stanza, era quello dei loro cuori che battevano, cuori che si erano lasciati
cullare in un freddo intenso e senza via d'uscita, e ora la porta era spalancata, il calore entrava e si diffondeva
nei loro corpi, come per risvegliarli da un brutto sogno.
Era come se il tempo scorresse più lentamente, per far assimilare ai ragazzi ogni gesto, ogni sguardo, ogni respiro,
Blaine e David lo guardavano, come se avessero di fronte un tesoro perso da sempre e riportato in superficie dal
suo nascondiglio, e ora quel tesoro risplendeva, come per recuperare il tempo perso, perchè Kurt era bellissimo, era
il ragazzo più bello su cui i loro occhi si fossero mai posati.
Anche Kurt li osservava, una volta guardava l'uno e poi il suo sguardo si posava sull'altro, avido, in cerca di
cambiamenti, in cerca di quel qualcosa che rivelasse effettivamente lo scorrere del tempo.
"Visto, non ho dovuto scegliere, l'ha fatto qualcun altro per me..." disse, sembrava quasi sollevato.
"Kurt... è tutta colpa mia...".
"Non è colpa tua Dave, e se te lo stai chiedendo, non è nemmeno tua Blaine, solo di chi mi ha ridotto in queste
condizioni... Allora, cosa avete combinato durante la mia assenza? Non mi aspetto certo che mi abbiate aspettato,
sono passati dieci anni, insomma lo capisco dopotutto...".
Il suo sguardo vagava dall'uno all'altro, in cerca di risposte, ma i due erano visibilmente in imbarazzo e non riuscivano
a guardarlo in viso.
Uno strano silenzio si stava diffondendo fra i tre, e insieme all'imbarazzo si percepiva rimpianto? senso di colpa?
"State insieme?".
"No!!!", gridarono i due contemporaneamente.
"Allora perchè non parlate?".
Niente, non avevano intenzione di proferire parola, erano stati sicuri delle scelte che stavano facendo, eppure
era bastato sapere che forse c'era un'altra strada, e tutte le loro convinzioni avevano iniziato a crollare.
Quella situazione iniziava veramente ad infastidirlo.
"Dave, mi verseresti un bicchiere d'acqua per favore?".
Senza dire nulla il ragazzo prese una delle bottiglie messe a disposizione per Kurt e ne versò il contenuto cristallino
in un bicchiere di carta, poi si avvicinò al letto e glielo porse delicatamente, in quel momento le loro dita si
sfiorarono, e come una scossa la mente di Kurt fù investita da ricordi.
Dave che lo minacciava, il pugno pronto a colpirlo, poi le sue labbra che lo baciavano con rabbia, poteva sentirne
il sapore, sapevano di paura e speranza, e occhi che chiedevano aiuto in silenzio, ma come poteva aiutarlo se lui
per primo ne aveva bisogno.
Dave era seduto in sala d'aspetto, la testa tra le mani, lacrime rigavano il suo viso e bassi singhiozzi scuotevano
il suo corpo che in quel momento sembrava piccolo e fragile.
"Mi dispiace per il tuo amico..." una mano tesa con un fazzoletto, una ragazza dal viso dolce, dispiaciuta per qualcuno
che non conosceva, dispiaciuta perchè David sembrava perso, alla deriva, senza sporgenze a cui aggrapparsi.
"David, guarda che buffa..." quella stessa ragazza che rideva, indicando una scimmietta allo zoo, lui le sorrideva,
le voleva bene, si era affezionato a lei, era diventata la sua ancora.
"Ti amo..." silenzio.
Fai la tua scelta, cosa scegli Dave, testa o croce? Vuoi rimanere solo per sempre? Nessuno ti vorrà mai per come sei.
"Anche io...".
15 febbraio segnato sul calendario.
"Ti piace questo tesoro?" chiedeva lei volteggiando nel suo abito bianco.
Kurt perse la presa sul bicchiere che caddè rovinosamente a terra, iniziò a boccheggiare, come se tutta l'aria del
mondo non fosse abbastanza per riempire i suoi polmoni, era entrato nel panico, non riusciva a ragionare.
Blaine era corso al suo fianco, vedendo Kurt in quello stato prese le sue mani.
"Kurt calmati, non è nulla, possiamo asciugare il pavimento...".
Blaine era di fronte ad una vasca colma d'acqua calda, il vapore saliva pigro verso l'alto appannando il vetro e
le finestre.
Un sussurro.
"Kurt...", poi il sangue aveva iniziato a sgorgare da i suoi polsi, ne sentiva l'odore, il sapore si insinuava nella
sua bocca, sapeva di ruggine. Lo vedeva immergere i polsi nell'acqua, da cristallina diventava rosa e man mano che il
tempo passava il colore diventava sempre più intenso e la vita lasciava il suo corpo.
Una porta sbatteva forte, una donna urlava, un uomo prendeva tra le braccia Blaine, e poi era li, in un letto
d'ospedale, i polsi fasciati e lo sguardo perso nel vuoto.
"Figliolo, la vita è un bene prezioso, sappi che non sei solo, Dio è sempre con noi...".
"Dio...".
"Puoi contare anche su di me, sono un bravo ascoltatore...".
Quell'uomo tendeva un amano verso di lui, doveva solo afferrarla.
"Forse potrei intraprendere il seminario...".
"E' davvero quello che vuoi figliolo?".
Fai la tua scelta, cosa scegli Blaine, testa o croce? Vuoi rimanere solo epr sempre? Nessuno ti vorrà mai per come sei.
"Si...".
6 giugno segnato sul calendario.
"Ancora qualche mese e sarai nelle schiere del Signore" diceva il prete con un sorriso bonario.
Kurt strattonò con forza le mani dalla presa di Blaine.
"Questo è un incubo, non è possibile...".
 
  
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