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Autore: Cromatic Angel    26/01/2012    3 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Non le andava di percorrere chissà quanta strada. Dopo quindici minuti si sentì abbastanza lontana da casa. Vide una tavola calda ed entrò. Aveva fame e aveva bisogno della colazione.

Il posto era semi vuoto, se non per qualche operaio sparso ai tavoli a prendere caffè e ciambelle.

Guardò un po' in giro e poi si sedette ad un tavolo vicino alla vetrata, adorava mangiare e vedere la città, le strada e la gente indaffarata che passava svelta. La rendeva spensierata e per qualche minuto l'allontanavano dai suoi problemi.

<< Desidera? >> La voce giovane di un ragazzo la fece voltare

<< Oh...Salve! >> Sorrise dolcemente, come era solita fare.

<< Salve a lei >> Il giovane ragazzo ricambiò il sorriso, mostrando la sua perfetta dentatura.

<< Gradirei un caffè e uova e pancetta.>> Si sentì audace quella mattina. Era stufa mangiare sempre le solite cose genuine, per una volta voleva sentirsi americana a tutti gli effetti.

Il ragazzo scrisse tutto nel suo taccuino. Alex lo osservò per bene. Era alto pressapoco 180 cm, moro, un bel fisico, anche se era coperto da una felpa. Come modello avrebbe fatto faville.

<< Nient'altro?>> Alzò lo sguardo dal taccuino per osservarla.

<< Va bene così, Tyler >> Sorrise.

<< Ma come fa a sap..ah la mia etichetta >> Sorrise sbadato.

<< Ti spiace se ti ho chiamato per nome ? >> Chiese dispiaciuta.

<< No, no si figuri! Mi ha colto solo di sorpresa, devo ancora abituarmi alla targhetta, è da poco che lavoro qui. Diciamo che questo è il mio primo turno di mattina >> Scrollò le spalle.

<< Oh, ma allora farai la gavetta con me >> Gli strizzò l'occhio.

<< Non è male come inizio! Per ora solo operai e pensionate >> Scosse la testa esausto.

<< Ahahahahah! Li disdegni? >> lo punzecchiò

<< No,no! Non fraintenda! Solo che una ventata d'aria fresca fa bene. Adesso vado a prendere le sue ordinazioni >> Goffamente si voltò e andò oltre il bancone, presumibilmente in cucina.

 

 

 

 

<< Alex >> La chiamò Brandy nel corridoio.

<< Si? >> Si voltò verso l'assistente.

<< Ti vogliono al telefono >> Le porse il cellulare.

<< Chi è? >> Aggrottò la fronte.

In risposta Brandy scrollò le spalle.

<< Si? >> Rispose curiosa.

<< Angelo >> Una voce rauca rispose dall'altro lato.

<< Papà!>> Commossa corse verso il suo ufficio chiudendosi dentro << Come stai? >> Gli occhi le si riempirono di lacrime, cercando di mantenere il tono della voce calmo.

<< Sto bene. Mamma mi ha detto che la prossima settimana ci verrai a trovare >> Sembrava felice dal tono di voce.

<< Si, credo che martedì sarò da voi. Non vedo l'ora! >> Si asciugò con le dita le lacrime che scorrevano impertterite.

<< Alessandra non piangere >> L'accento italiano del padre venne fuori.

<< Come faccio a non piangere?? Papà io non ne posso più. Sono stanca e ogni cosa sembra continuare ad andare nel verso sbagliato. >> La sua voce era rotta dal pianto e al quanto disperata.

<< Devi lottare. Ti ho sempre detto che nulla nella vita è facile. Chi ha la strada spianata non arriva alla felicità. Lottare ti porta dove vuoi. Sii serena. Io sono con te, lo è anche mamma. Promettimi che starai tranquilla, pensarti angosciata mi rende agitato >> La sua voce era rigida, come quando da piccola combinava marachelle e lui la rimproverava.

<< Ok... farò del mio meglio >> Tirò su con il naso.

<< Ti voglio bene Alessandra. >> Si ammorbidì.

<< Te ne voglio anche io Papà>> Riagganciò scivolando sul pavimento, stringendosi il telefono al petto.

 

 

 

 

Non aveva voglia di tornare a casa.

Sapeva che Lexi o Jared avrebbero voluto parlarle, proprio per quello non voleva avvicinarsi a casa quella sera. A costo di dormire in un hotel.

Le strade principali erano illuminate. Tutti i negozi erano chiusi e lasciavano spazio ai ristoranti e pub.

Senza nemmeno accorgersene si ritrovò al 'Welcome Breakfast' la tavola calda in cui la stessa mattina aveva fatto colazione.

La sera era un po' piena.

Ma ugualmente trovò posto e il caso volle che il tavolo fosse lo stesso della mattina.

Si perse di nuovo ad osservare la strada, adesso semi vuota.

<< Mi tiene compagnia anche la sera?>> Alex si voltò verso la voce. E incrociò gli occhi marroni intenso di Tyler << Ciao Tyler! >> Gli sorrise << Pensavo non ci fossi la sera. Straordinario? >> Prese a sfogliare il menù.

<< Si, esatto. Due volte a settimana faccio fino a sera, almeno riesco a mantenermi gli studi. >> Accompagnò la frase annuendo con la testa.

<< Oh, e cosa studi? Se posso saperlo >> Continuava a fissare il menù, aveva intuito che il ragazzo fosse timido e non voleva farlo arrossire come accadde la mattina.

<< Studio arte, mi appassiona tutto ciò che è arte. Amo molto creare al computer >> Nella sua voce si sentì una gioia immensa, cosa che fece alzare il volto alla donna.

<< Davvero? Una mia amica cerca degli stagisti, con retribuzione minima. Ti vuoi presentare? >> Inclinò il labbro superiore in un sorrisino furbo.

<< Su-sul serio? >> Spalancò bocca e occhi scioccato.

<< Si, stamattina stesso ha indetto delle selezioni. Mi ha detto di farle pubblicità...se vuoi puoi presentarti al ' The Hive' alle nove. Chiedi di Brandy Davis >> Gli sorrise.

<< Al 'The Hive'?? Dice sul serio? Quel posto è il più ambito di tutta la mia facoltà e non solo...cioè! Oh mio Dio! Comunque O-ok..grazie >> Sorrise imbarazzato e preso dall'euforia.

<< Ma figurati...ora me lo porti un cheeseburger? >> Fece la voce piccina piccina sbattendo le ciglia.

<< Arriva subito! >> Sorrise entusiasta Tyler, correndo o meglio aleggiando verso la cucina.

Rendere felice una persona è molto più semplice di quanto pensasse. O meglio, ciò accade con gente normale.

 

 

 

 

 

 

Gente che andava avanti e indietro.

Telefoni che squillavano.

Uffici super affollati.

Si sentiva confuso solo a vedere, figuriamoci a capirne qualcosa.

Però si trovava lì ed era più che un traguardo! La security all'entrata non l'aveva bloccato e si sentiva importante solo per quello.

Si avvicinò cauto al bancone di metallo e legno vicino l'entrata. Dietro il quale c'era una donna afro-americana che parlava al telefono tramite un'auricolare.

<< Mi scusi? >> Disse imbarazzato.

<< Si? Un attimo Jason c'è un ragazzo qui. Ci sentiamo dopo >> Cliccò un pulsante dell'aggeggio e si concentrò sull'ospite. << Dimmi. >> La sua voce era limpida e molto professionale.

<< Si, salve. Cerco Brandy Davis... >> Era titubante.

<< Tu sei? >> Chiese mentre cliccava dei numeri su una presumibile tastiera anche se non vedeva a causa dell'alto bancone, ma dai movimenti della donna capiva cosa stesse facendo.

<< Io sono Tyler. Tyler Jackson. >> Disse secco.

La donna annuì << Brandy. Sono Caroline. Qui alla reception c'è un certo Tyler Jackson che chiede di te. Ah. Ok, ok! Ciao. >> Cliccò nuovamente l'affare e si rivolse al ragazzo << Sta arrivando >> Gli sorrise. << Puoi accomodarti su quelle sedie >> Gli indicò una fila di sedie rosse in pelle appena dietro di lui.

Tyler annuì e strinse la sua tracolla.

Si sedette e fissò i suoi piedi.

Era nervoso ed eccitato allo stesso tempo. Gli sembrava un sogno.

Chi l'avrebbe mai detto : lui un sempliciotto di provincia al The Hive. Nell'azienda più esclusiva degli Stati Uniti.

Lì dove chiunque può diventare il modello più ambito del mondo.

Lì dove Dior, Gucci, Dolce&Gabbana e altre compagnie di moda andavano reclutando nuovi modelli.

Ed era proprio lì che si trovava lui.

Nell'oasi della moda.

<< Tyler? >> Una voce sottile lo chiamò.

Il ragazzo alzò il viso trovandosi una ragazza bionda dagli occhi smeraldo che lo fissavano sorridenti.

<< Si, sono io... >> Pronunciò quelle tre parole in modo troppo timido.

<< Sono Brandy, seguimi >> Gli sorrise e si diresse verso le porte scorrevoli trasparenti davanti a loro.

Proseguirono per un lungo corridoio di quasi 10 metri, al quale si affacciavano, da entrambi i lati, numerosi uffici.

Brandy aprì una porta. Era un ufficio.

Diverso dagli altri. Molto più grande.

Non c'era nessuno all'interno.

<< Accomodati qui >> Gli indicò una delle due poltrone davanti la scrivania in vetro.

Il ragazzo annuì e si sedette mettendo a terra, accanto alla poltrona, la sua borsa. Poi estrasse il curriculum e lo mise direttamente sulla scrivania.

Sentì la porta chiudersi, Brandy sicuramente aveva abbandonato lo studio.

Per ingannare il tempo giocherellò con le dita. Pensando che Brandy non dovesse essere colei che le avrebbe tenuto il provino.

Sentì di nuovo la porta aprirsi e richiudersi e un rumore di tacchi proseguire verso la scrivania. Non si voltò, era troppo agitato. Fissò l'altra parte della scrivania, da lì a poco sarebbe comparsa la persona che avrebbe deciso la sua sorte.

<< Tyler!>> Una voce troppo familiare. La conosceva. E sapeva a chi appartenesse. Il tutto venne confermato quando la vide sedersi alla poltrona al di là del tavolo.

<< L-lei? >> Chiese sbalordito.

<< Mi scuso. Ma non volevo mettermi a nudo. Chissà che avresti potuto capire. Sono felice che ti sia fidato >> Gli sorrise dolcemente, mentre giocherellava con la lunga collana.

<< Oh, beh, Wow! >> Non sapeva che dire, era stato preso alla sprovvista.

<< Non ti ho nemmeno detto il mio nome... >> Gli disse dispiaciuta.

<< Presumo che se me l'avesse detto, avrebbe pensato che avrei approfittato di lei. Non l'avrei mai fatto. Nemmeno fosse stata Alexandra Caffarel o Jared Leto in persona...beh, forse per loro avrei fatto un'eccezione >> Sorrise goffamente, pensando a quelle due icone di quell'azienda.

<< Ah si? >> Rise << Quindi solo per loro? Wow >> Rise di nuovo.

<< Alex >> Brandy come un uragano entrò nell'ufficio << Jared ti vuole parlare nel suo ufficio >>

<< Che palle! >> Roteò gli occhi << Digli che sono in riunione. Appena mi libero vado >> Sbuffò irritata.

L'assistente annuì pensando all'ira dell'uomo e richiuse la porta.

<< Scusami, dicevamo? Tyler ci sei?>> Chiese scioccata vedendo la faccia da pesce lesso del giovane ragazzo.

<< Tu-Tu s-sei Alexandra Caffarel??>> Gli occhi gli schizzarono fuori dalle orbite.

La donna annui sorridendo appena << Si, in carne ed ossa. E sii fiero di te, non hai approfittato.>> Gli sorrise di nuovo prendendo il curriculum che il ragazzo aveva posto sulla scrivania.


Note Autrice : Ed eccovi la foto di Tyler -> 
http://i42.tinypic.com/rw58nn.jpg

  
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