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Autore: Sailor Saturn    26/01/2012    2 recensioni
La trama di questa storia ha partecipato al concorso "Sarete Scrittori" ma, non essendosi classificata, ho deciso di allungarla un po' e pubblicarla. Che altro dire, buona lettura!
Sarah Jane e Mirko si conoscono da sempre, sono migliori amici e si considerano fratelli. Condividono tutto, in particolare il sogno di partecipare alle Olimpiadi... La vita dei due ragazzi sembra perfetta finchè la realtà non decide di bussare alla loro porta, facendo crollare i loro sogni...
Dalla storia "(...) Per quanto tempo passasse, non si sarebbe mai abituata all'esuberanza e all'allegria di Mirko. Lo conosceva da sempre, visto che le loro madri erano amiche, ed era l'unica persona che riuscisse a strapparla alla monotonia. Con lui parlava di tutto: della scuola, dei ragazzi che le interessavano e, sopratutto, del suo sogno di diventare campionessa olimpica di nuoto (...).
(...)Conosceva S.J. da quanto, quindici anni? Erano talmente uniti che il ragazzo sospettava fossero gemelli separati alla nascita e, se non fosse stato assolutamente certo della sua discendenza e di quella della ragazza, probabilmente avrebbe indagato. Sarah Jane era incredibile: agli occhi degli altri appariva timida e insicura ma lui sapeva bene che non era così (...)".
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 * * *

Non ci credo! Non voglio e non posso crederci!”. Questi erano gli unici pensieri che passavano per la mente di Sarah Jane mentre, seduta sul suo letto, nella sua camera totalmente lasciata al buio, lasciava che le lacrime le scorressero libere sulle guance. Né sua madre, né suo padre, nemmeno suo fratello erano stati in grado di calmarla. Eppure nessuno capiva che lei non voleva affatto calmarsi: l'unica cosa che Sarah Jane avrebbe voluto fare nelle ultime quattro ore (interamente passate a piangere) era prendere a pugni il medico che l'aveva visitata quel pomeriggio.


Inizio Flashback
S.J. e l'intera squadra di nuoto della scuola si erano recati al centro medico dove avrebbero affrontato la consueta visita annuale di idoneità allo sport. I ragazzi e le ragazze della squadra ridevano e scherzavano, totalmente a loro agio in quell'edificio. Pochi minuti dopo il loro arrivo, quattro medici divisero i ragazzi in tre gruppi da quattro componenti ciascuno, per poi condurre ciascun gruppo nelle stanze in cui avrebbero avuto luogo le visite. S.J. e altre tre ragazze si accomodarono sulle sedie indicate dal medico per poi aspettare pazientemente di essere chiamate nello studio del dottore per essere visitate. Sarah Jane si muoveva inquieta sulla sedia: non riusciva a capire il motivo ma si sentiva strana, come se dovesse accaderle qualcosa di particolare... Qualcosa di brutto. Scuotendo vigorosamente la testa, la ragazza prese a guardarsi intorno, cercando la possibile fonte della sua irrequietezza. Il suo sguardo si posò su un piccolo orologio da muro, a forma di broccoletto. Sorridendo, Sarah Jane ricordò la prima volta in cui lei e Mirko lo avevano visto, cominciando a ridere come matti, semplicemente perché entrambi odiavano i broccoli: da quel giorno, quell'orologio diventò il simbolo del centro medico. Guardandolo più attentamente, la ragazza si accorse che le lancette erano ferme: l'orologio si era rotto. Reprimendo uno strano brivido, S.J. si alzò e si recò dal medico che l'aveva appena invitata ad entrare nel suo studio. Di certo la ragazza non avrebbe mai pensato che le cose, da quel momento, sarebbero precipitate...
Fine Flashback


La visita aveva richiesto più tempo del normale: il medico aveva diagnosticato una leggera differenza di altezza tra l'anca destra e l'anca sinistra. S.J. l'aveva avvertito che quella differenza l'aveva sempre avuta, fin da piccola, e che non le aveva mai causato problemi. Il medico non aveva commentato e aveva chiesto alla ragazza di poter chiamare i suoi genitori. Sarah Jane rimase stupita ma fece quello che le era stato chiesto: in mezz'ora i suoi genitori giunsero al centro medico e furono informati dal dottore che la ragazza sarebbe stata sottoposta ad una lastra alla schiena e alle anche.

:<< Dalla visita che ho fatto su vostra figlia ho notato una lieve differenza di altezza tra le due anche. Probabilmente non ci sono problemi ma, essendo vostra figlia una sportiva e avendo questo... Chiamiamolo problema... Dalla nascita, preferisco controllare che non ci sia una scoliosi, in qualche modo nascosta, proprio dalla differenza tra le due anche >>.

Il respiro di Sarah Jane si bloccò: scoliosi. Significava ginnastica correttiva, tempo sottratto al nuoto e lei questo non poteva permetterselo.

:<< Mi scusi dottore- chiese la madre della ragazza- ma le lastre saranno fatte in giornata? Normalmente ci vogliono giorni, prima che si possano ritirare! >>

:<< Normalmente è così- rispose il medico- ma, dato che questa è una visita per idoneità sportiva, faremo in fretta >>.

Così iniziò l'attesa. Sarah Jane fece le lastre poi, seduta con i suoi genitori in sala d'attesa, aspettò. L'ansia era alle stelle e, benché la madre le dicesse di stare tranquilla, la ragazza non riusciva a calmarsi: quella brutta sensazione non ne voleva sapere di lasciarla in pace.
Dopo tre estenuanti ore di attesa, alle sette e mezza di sera, giunsero le lastre: dalla sala d'aspetto la famiglia Destefano si spostò nello studio del medico dove vennero analizzati i referti. Appena il medico prese la lastra della schiena di Sarah Jane e la appese alla lavagna luminoso, la ragazza sgranò gli occhi: alla base delle schiena era presente una vistosa curva a forma di “c”. S.J. cercò di inghiottire la saliva, ma la sua bocca divenne improvvisamente secca. Sentiva a malapena le parole del medico che spiegava il motivo per cui la scoliosi non era mai stata diagnosticata: la curva era rivolta verso l'anca destra, quella alta “normale”. La differenza di altezza con l'anca sinistra, quindi, compensava la curva, rendendola pressoché invisibile ad occhio nudo. La madre della ragazza chiese come mai nessun medico prima d'ora fosse stato sfiorato dal dubbio che, a causa della differenza di altezza tra le due anche, fosse presente una forma di scoliosi. La voce della donna era alterata anche perché sua figlia aveva affrontato visite di idoneità sportiva ogni anno negli ultimi nove anni. Il medico rispose che, probabilmente, questo era stato causato dal fatto che, normalmente, chi ha problemi di scoliosi e una differenza di altezza tra le anche, ha mal di schiena e altre problematiche che, invece, non hanno colpito Sarah Jane.

S.J., però, non capiva e non ascoltava quei discorsi, aveva solo una domanda :<< Cosa devo fare, adesso? Come guarisco? Ho i campionati interscolastici di nuoto, tra tre settimane e verranno dei visionatori. Potrebbe darmi della ginnastica correttiva che non mi tolga molto tempo al nuoto, per favore? >> la voce della ragazza era poco più di un sussurro, velato di speranza. Speranza che vacillò in maniera tremenda quando lo sguardo della ragazza incontrò gli occhi del medico, velati di compassione. Sgranando gli occhi e trattenendo il respiro, Sarah Jane si preparò a sentire la risposta del medico che sentiva non sarebbe stata positiva.

:<< Voglio essere franco, Sarah Jane: la tua scoliosi è abbastanza grave. Non tanto da dover essere corretta con un'operazione, ma abbastanza per far sì che non basti della semplice ginnastica per correggerla >>.

Il mondo della ragazza divenne improvvisamente ovattato: le sembrò di sentire sua madre chiedere al medico cosa bisognava fare, ma l'unico suono che le arrivò chiaro e forte fu la risposta di quest'ultimo :<< Dal punto di vista osseo, vostra figlia è una “vecchietta”, passatemi il termine, in quanto è ormai formata da cinque anni, quasi sei. Le ossa sono molto calcificate e non è possibile, a questo punto, correggere 42° di scoliosi totalmente. Con un busto di gesso e successivamente uno mobile, però, il problema verrà contenuto >>.

A quel punto, S.J. era balzata in piedi: un busto, anzi due, significavano la totale distanza dalla piscina per parecchi mesi... Per parecchi anni... E questo significava dire addio alle Olimpiadi.

Il medico dovette intuire la protesta focosa che stava per nascere dalle labbra della ragazza perché, con voce dolce, le disse :<< Capisco che adesso tutto questo ti sembri ingiusto, sbagliato ma devi prendere in considerazione il fatto che, se adesso rifiuti di curarti, tra qualche anno ti ritroverai con la gobba e con gravi problemi di artrite. Pensaci >>.

A quel punto, lacrime silenziose solcarono il viso della ragazza, e non smisero per molto tempo.
Non sentiva i discorsi dei suoi genitori, che discutevano sul consultare o no un altro medico, concedendo a questo solo il beneficio del dubbio.

Arrivata a casa, S.J. si chiuse in camera sua e vi rimase l'intero week-end. Mirko venne a cercarla preoccupato la domenica mattina, dopo aver passato il sabato a mandarle messaggi e non ricevendo risposta. La madre di S.J. disse a Mirko che la sua amica non stava bene e che si sarebbero rivisti il lunedì a scuola. La ragazza, che aveva ascoltato la conversazione dalla sua camera, fu grata a sua madre per non aver detto nulla al suo migliore amico: contro ogni logica, ogni razionalità, Sarah Jane in quell'ultimo giorno si era ritrovata ad odiare ed invidiare Mirko.

Lo odiava perché lui aveva passato la visita e lei no.
Lo invidiava perché lui avrebbe potuto continuare a vivere il suo sogno mentre lei non poteva più farlo.
Sopratutto, però, Sarah Jane odiava sé stessa perché provava quei sentimenti nei confronti del suo migliore amico, l'unica persona che le era sempre stata vicina, senza chiederle niente.

Mirko c'era stato quando, all'asilo, i loro compagni la prendevano in giro perché con le trecce sembrava Pippi Calze Lunghe. Mentre Sarah Jane era in bagno a piangere lui aveva ricoperto di fango tutti quelli che avevano preso in giro la sua migliore amica.

Mirko c'era stato quando, alle elementari, S.J. veniva criticata perché studiava troppo: davanti a tutte le maestre, aveva detto ai loro compagni che erano dei caproni invidiosi di qualcuno diecimila volte migliore di tutti loro.

Mirko c'era stato alle medie quando Sarah Jane aveva avuto paura di essere bocciata, a causa dei suoi brutti voti: era stato con lei ogni pomeriggio e ogni sera dopo pranzo per mesi interi per permettere alla ragazza di colmare le sue lacune.

Mirko c'era sempre stato e c'era tutt'ora, in ogni singolo momento della vita di Sarah Jane... E lei? Come lo ricambiava? Invidiandolo e odiandolo? Piangendo un po' più forte e nascondendo i singhiozzi con il viso affondato nel cuscino, S.J. desiderò che il lunedì non arrivasse mai.


* * *





















Angoletto:
Buonasera! Ecco qui il secondo capitoletto di questa mini-long.
Da questo capitolo si capisce il titolo della storia. Spero di riuscire a trasmettere qualcosa, dato che questa storia è molto importante per me.
In ogni caso, auguro a tutti buona lettura :)
Vi ricordo che ogni consiglio è bene accetto!
Sailor ^-^


  
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