Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |       
Autore: Sailor Saturn    22/01/2012    2 recensioni
La trama di questa storia ha partecipato al concorso "Sarete Scrittori" ma, non essendosi classificata, ho deciso di allungarla un po' e pubblicarla. Che altro dire, buona lettura!
Sarah Jane e Mirko si conoscono da sempre, sono migliori amici e si considerano fratelli. Condividono tutto, in particolare il sogno di partecipare alle Olimpiadi... La vita dei due ragazzi sembra perfetta finchè la realtà non decide di bussare alla loro porta, facendo crollare i loro sogni...
Dalla storia "(...) Per quanto tempo passasse, non si sarebbe mai abituata all'esuberanza e all'allegria di Mirko. Lo conosceva da sempre, visto che le loro madri erano amiche, ed era l'unica persona che riuscisse a strapparla alla monotonia. Con lui parlava di tutto: della scuola, dei ragazzi che le interessavano e, sopratutto, del suo sogno di diventare campionessa olimpica di nuoto (...).
(...)Conosceva S.J. da quanto, quindici anni? Erano talmente uniti che il ragazzo sospettava fossero gemelli separati alla nascita e, se non fosse stato assolutamente certo della sua discendenza e di quella della ragazza, probabilmente avrebbe indagato. Sarah Jane era incredibile: agli occhi degli altri appariva timida e insicura ma lui sapeva bene che non era così (...)".
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

SCONTRO TRA SOGNI E REALTA'

 

Era da poco suonata la campanella che segnalava l'inizio dell'intervallo nell'Istituto di Istruzione Superiore Bachelet- Pascal, scuola pubblica milanese. Per “vivere” appieno la vita di una scuola superiore non c'è niente di meglio che osservare i ragazzi durante l'intervallo: gli studenti si riversano nei corridoi, scartando le loro merende, magari prese al bar della scuola. Discutono di ogni cosa: dalla verifica appena conclusa al film fantasy da poco uscito al cinema.

I ragazzi parlano di sport, improvvisando una partita di calcio con una pallina di stagnola nei corridoi; le ragazze li guardano e scuotono la testa, in cuor loro ammirando proprio quel ragazzo che in classe non le vede nemmeno.

In mezzo a questo mondo quasi estraneo alla vita che si vive fuori dalla scuola, si nota una ragazzina di non più di 15 anni, con i capelli a caschetto neri, seduta con le spalle poggiate al muro, vicino alla porta della sua aula. Ha un libro posato sulle gambe, che tiene incrociate. I suoi occhi azzurri scattano da una pagina all'altra, assaporando ogni parola, gustandone appieno il significato. È appena arrivata alla parte più interessante: il mago si sta avvicinando alla porta di cristallo, dietro alla quale è nascosto il segreto stesso della magia. Mancano solo pochi passi e il mago potrà scoprire perché la congrega di Stregoni vuole mantenere il segreto sulle origini del mondo magico. La ragazza trattiene il respiro, pronta a girare la pagina per svelare il mistero quando... Il libro le scompare da sotto il naso!

Lei sbatte le palpebre, confusa. Si guarda intorno, fino a che il suo sguardo non è attratto da una voce divertita che proviene da davanti a lei.

:<< Eh no S.J. così non va! L'intervallo è fatto per rilassarsi e non per ammuffire con il naso chino sui libri! Ma come devo fare con te? >>.

Sarah Jane alza il viso, rassegnata. Davanti a lei un ragazzo con corti capelli biondi e occhi castani che scintillano divertiti, la guarda sorridendo: tiene in mano il suo libro e non sembra intenzionato a lasciarlo.

:<< Ciao Mirko. Giusto per curiosità ma non hai niente di meglio da fare che venire a scocciare me? >> chiese Sarah Jane, con voce divertita e annoiata al tempo stesso.

Mirko fece una giravolta in mezzo al corridoio e, stringendosi teatralmente il libro al petto, esclamò con tono melodrammatico :<< Mi ferisci, bionda! Come puoi anche solo pensare che io mi diverta a scocciarti! Il mio cuore non può reggere a una simile accusa! >>. Concluso il piccolo monologo, il ragazzo si accasciò a terra, fingendosi morto. S.J. lo guardò per qualche secondo stralunata, poi scoppiò a ridere. Rideva talmente tanto che aveva le lacrime agli occhi e le faceva male la pancia. Per quanto tempo passasse, non si sarebbe mai abituata all'esuberanza e all'allegria di Mirko. Lo conosceva da sempre, visto che le loro madri erano amiche, ed era l'unica persona che riuscisse a strapparla alla monotonia. Con lui parlava di tutto: della scuola, dei ragazzi che le interessavano e, sopratutto, del suo sogno di diventare campionessa olimpica di nuoto. Era un ragazzo meraviglioso: divertente e con la battuta sempre pronta ma, in fondo, S.J. sapeva che aveva un animo dolce e disponibile verso il prossimo.

Non sapeva quanto tempo aveva passato a ridere ma smise solo perché le venne il singhiozzo. Mirko, intanto, si era alzato da terra e guardava la sua migliore amica divertito. Non gli piaceva trovarla sempre a leggere perché aveva paura che, a causa di questa sua passione, si ritrovasse sola. Conosceva S.J. da quanto, quindici anni? Erano talmente uniti che il ragazzo sospettava fossero gemelli separati alla nascita e, se non fosse stato assolutamente certo della sua discendenza e di quella della ragazza, probabilmente avrebbe indagato. Sarah Jane era incredibile: agli occhi degli altri appariva timida e insicura ma lui sapeva bene che non era così. La ragazza era una vera e propria forza della natura e lui se ne rendeva conto specialmente quando la vedeva nuotare: in un'altra vita, doveva essere stata un delfino non c'erano altre spiegazioni. Con lei si sentiva totalmente a suo agio: le parlava della sue varie “conquiste”, si faceva aiutare con i compiti e le confessava i suoi dubbi di non riuscire a sfondare nel basket.

Sarah Jane e Mirko erano due ragazzi molto diversi tra di loro ma erano legati da un sentimento di amicizia molto forte che gli aveva sempre aiutati a superare le difficoltà.

Quando Mirko si accorse che il singhiozzo di S.J. si era calmato le porse la mano, invitandola ad alzarsi, e le disse :<< Allora bionda, come è andata la verifica di matematica? >>.

La ragazza prese la mano che l'amico le porgeva e, una volta in piedi, rispose :<< Bene, non era difficile, c'erano... Un momento! Tu hai la verifica di inglese alla prossima ora, perché non sei in classe a ripassare? >> esclamò S.J.

Mirko sorrise, con quel sorriso malandrino che lo aiutava a conquistare le ragazze, e le disse

:<< Perché ripassare, quando la mia bionda preferita terrà il cellulare acceso e mi suggerirà le risposte? >>

:<< Ah no, non ci contare! Non ti aiuto, non stavolta! E' la verifica più importante dell'anno! >> Sarah Jane scosse la testa risoluta e incrociò le braccia. Mirko le mise una mano sulla spalla e, usando il tono che le mamme riservano ai bambini per spiegare loro qualcosa, le disse con voce accondiscendente :<< Certo, bionda, l'importante è crederci. Comunque, onde evitare errori, ripassa bene il capitolo sei >>

:<< Non ti aiuto, ho detto! >>. Mirko fece un sorrisino poco raccomandabile e le rispose :<< Ok. Non c'è problema. Ci vediamo oggi pomeriggio in palestra, va bene? >> e, con un cenno del capo, il ragazzo si avviò lungo il corridoio, diretto nella sua classe.

S.J. era basita. Era stato troppo facile. Normalmente, se a Mirko serviva un favore, continuava ad insistere finché Sarah Jane non acconsentiva ad aiutarlo. Perché questa volta non era andata così? La ragazza ci mise un secondo a capire cosa c'era di strano, poi urlò :<< IL MIO LIBRO! >> e si lanciò all'inseguimento di Mirko che, ridendo, aveva iniziato a correre.

I due ragazzi si inseguirono per i corridoi della scuola anche quando suonò la campanella che segnava la fine dell'intervallo. Probabilmente sarebbero andati avanti per giorni se, passando davanti alle porte che conducevano in palestra una voce seccata non li fermò :<< Signor Rigoni, signorina Destefano non dovreste avere lezione al momento? >>.

Sarah Jane e Mirko si fermarono di botto, tanto che la ragazza andò a sbattere contro la schiena del ragazzo. Voltandosi nella direzione da cui proveniva la voce i due centometristi improvvisati videro la conferma dei loro sospetti: sulla porta della palestra era fermo con le braccia incrociate e un'aria palesemente seccata, Vincenzo Trezzi, professore di educazione fisica e allenatore delle squadre di basket e di nuoto della scuola. Vincenzo Trezzi era un uomo di circa cinquant'anni, con i capelli neri leggermente brizzolati. Insegnava in quella scuola da vent'anni e, benché fosse un professore severo, stravedeva per i suoi ragazzi e cercava in ogni modo di aiutarli a realizzare i loro sogni.

In quel preciso momento, Trezzi guardava i suoi allievi preferiti torcersi le mani e poteva quasi sentire i pensieri che stavano elaborando le loro menti, alla ricerca di una possibile spiegazione che spiegasse la loro presenza lì. Inarcò un sopracciglio, facendo capire chiaramente ai due ragazzi che voleva una spiegazione.

Dopo un interminabile minuto di silenzio, Mirko esclamò :<< Accidenti prof, con lei trovare delle scuse è impossibile! Ho sgraffignato il libro che S.J. stava leggendo e lei mi ha rincorso fino qui per riprenderselo >>. Sarah Jane guardava il suo amico con gli occhi fuori dalle orbite. Era indecisa se prenderlo a pugni o sospirare davanti alla sua faccia tosta.

Il professor Trezzi scosse la testa e sospirò rassegnato :<< Credetemi ragazzi, se non foste indispensabili per le squadre di nuoto e basket, sarei il primo a sospendervi >>.

A quelle parole, S.J. sbiancò. Mirko, notandolo, mise un braccio attorno alle spalle della ragazza e disse :<< Dai bionda, hai sentito il prof! Ha usato il condizionale, non ci sospenderebbe mai! >> e si voltò verso il professore, cercando un consenso da parte sua. Trezzi sorrise a fior di labbra. Quel ragazzo era decisamente vivace, per non usare altri termini.

Avvicinandosi ai ragazzi, il professore disse :<< Vi è andata decisamente bene perché vi cercavo. Ma che non si ripeta più questa corsa non autorizzata! >> concluse con voce dura.

Sarah Jane si riscosse sentendo quelle parole e sussurrò :<< Certo mister >> mentre Mirko sorrideva apertamente. Entrambi adoravano il professor Trezzi e, anche se non lo ammettevano, gli dispiaceva essere sgridati da lui. Era un allenatore molto valido, anche se pretendeva il centodieci percento da ognuno dei suoi allievi.

:<< Ci dica mister, come mai ci cercava? >> chiese Mirko, mettendosi le mani in tasca e lanciando al professor Trezzi uno sguardo curioso, gemello di quello presente sul viso di Sarah Jane. Il professore fece cenno ai ragazzi di seguirlo nel loro ufficio ma S.J. esitò a muoversi. Quando il professore la guardò, in cerca di spiegazioni, la ragazza si scambiò uno sguardo incerto con Mirko. Lui, capendo cosa turbava la sua amica, sbuffò e rispose alla muta domanda del professore :<< La bionda è preoccupata perché io, tecnicamente, dovrei essere in classe ad affrontare un pericolosissimo compito di letteratura inglese >>

:<< Questo non lo sapevo >> disse Trezzi :<< ma non è un problema: la professoressa Toccaceli non farà storie una volta saputo il motivo della vostra convocazione >>.

I due ragazzi rimasero molto sorpresi sentendo quelle parole dato che, normalmente, il professor Trezzi non era così accomodante nei confronti di studenti che saltavano le ore di lezione, specialmente se durante queste ore erano in corso verifiche o interrogazioni. Entrambi basiti, seguirono il professore all'interno del suo ufficio. Una volta sedutosi alla scrivania, l'uomo fece una breve telefonata, chiedendo alla bidella del secondo piano di avvisare la professoressa Toccaceli che l'alunno Rigoni si trovava con lui. Dopo aver riattaccato il ricevitore, non prima di aver ringraziato sentitamente Antonietta, la bidella del piano, rivolse il suo sguardo ai due ragazzi seduti difronte a lui. Così diversi, sia nell'aspetto fisico che nel carattere, eppure accomunati dalla stessa passione per lo sport. In quel preciso momento, anche se non era palese ad un occhio poco esperto, Vincenzo Trezzi era l'uomo più felice sulla faccia della terra. Stava per dare ai suoi pupilli una notizia che, sperava, avrebbe cambiato le loro vite.

:<< Bene ragazzi- cominciò il professore, incrociando le dita della mani- Come sapete, tra tre settimane ci saranno i campionati sportivi interscolastici >>

:<< Certo che lo sappiamo! >> esclamò Mirko :<< Ci sta facendo allenare come disperati! >>

:<< Mirko! >> esclamò Sarah Jane, con un tono a metà tra l'esasperato e lo scandalizzato.

:<< Nessun problema, signorina Destefano, per questa volta passa >>. I due ragazzi guardarono il professore spalancando gli occhi: c'era qualcosa che non andava, decisamente. Da che lo conoscevano, il professor Trezzi non aveva mai permesso a nessuno di interrompere i suoi discorsi, neanche se questo nessuno era la preside in persona.

:<< Non fate quelle facce! Passa solo perché ha ragione: ultimamente vi sto facendo allenare davvero molto. C'è un motivo, però, e questo motivo non sono solo i campionati scolastici >>. Il professor Trezzi si alzò e voltò le spalle ai ragazzi, volgendo lo sguardo alla finestra. Mirko e Sarah Jane si scambiarono uno sguardo preoccupato: cosa stava succedendo?

Vincenzo Trezzi prese un profondo respiro e, giratosi a guardare i ragazzi, disse sorridendo apertamente :<< Tra tre settimane, ai campionati scolastici, ci saranno i visionatori delle migliori squadre sportive in circolazione >>. A sentire quelle parole Mirko balzò in piedi e S.J. si paralizzò sulla sedia. Era un sogno, il loro sogno, poter essere visionati da qualcuno.

:<< E questo non è tutto- continuò il professore, con la voce incrinata da un'emozione impossibile da nascondere- Le due migliori squadre di nuoto e basket di tutto il territorio milanese mi hanno chiesto se avessi qualche alunno da segnalare... Ho fatto i vostri nomi >>.

Dopo quelle parole, il caos. Mirko cominciò a urlare come un disperato, saltando per l'ufficio e abbracciando il professore che, per la prima volta da quando conosceva i ragazzi, non si sottrasse a quella dimostrazione d'affetto: era fiero dei suoi ragazzi, fiero di aver preparato lui due così grandi campioni. Sarah Jane rimase paralizzata sulla sedia per qualche minuto ma, una volta realizzato quello che le era stato detto, nemmeno lei riuscì a contenersi e si lanciò in una specie di danza tribale, subito raggiunta da Mirko che urlava :<< Ci siamo bionda! Ci siamo! Stiamo per scalare le classifiche, stiamo per diventare i migliori! >>. S.J. piangeva commossa, senza sapere come ringraziare il professore per quella raccomandazione e, sopratutto, per quell'opportunità, più unica che rara.

I festeggiamenti continuarono per un tempo indefinito, tanto nessuna delle tre persone nell'ufficio teneva conto dell'orologio. Una volta fuori, i due ragazzi ascoltarono le raccomandazioni del professore: essendo venerdì, erano liberi dagli allenamenti fino al lunedì, per festeggiare, ma il sabato mattina avrebbero dovuto recarsi al centro medico per le consuete visite annuali di controllo sportivo. La squadra di basket avrebbe avuto appuntamento al mattino, mentre quella di nuoto al pomeriggio. Nessuno, in quel clima di felicità e spensieratezza, avrebbe potuto immaginare che la realtà avrebbe bussato alla porta della vita di uno dei due ragazzi, facendo in modo che la dolcezza dei sogni si scontrasse con la durezza della realtà.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Sailor Saturn