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Autore: Alice Black    26/01/2012    1 recensioni
La protagonista di questi racconti si chiama Alice ed è una vampira. Si troverà ad affrontare una bella squadra di lupi pronti a metterla in grande difficoltà e a farla ricredere sulle sue capacità vampiresche. Inoltre ci sarà molta adrenalina e ci saranno vicende avvolte nel mistero. Non voglio dirvi altro buona lettura :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luna d’Inverno
Era una notte gelida di febbraio e il cielo nero aveva nuvole grigiastre sparse qua e là. La luna era piena, posizionata sul basso monte come se fosse appoggiata, era luminosa e grande, bellissima e io passavo tanto tempo ad osservarla la notte.
Una brezza di vento secco mi spostò i capelli, neri come l’oscurità e i miei occhi smeraldo illuminati dalla luce lunare splendevano riflessi nel ruscello che scorreva accanto ai miei piedi.
Incantata come sempre dalla sua luce mi distesi sul prato e la guardai da un’altra prospettiva giocando con i miei capelli lunghi e ricci, di un riccio ampio ed ondulato, delicato e allo stesso tempo aggressivo.
Quella notte mi trovavo lì ad attendere la mia amica Julienne per andare a caccia.
Erano passate tre notti prima che mi nutrissi e sentivo un leggero tremolio agli arti, indice di debolezza. Julienne stava tardando ad arrivare, e infatti era già da una buona mezz’ora che l’aspettavo.
Mi decisi a farle una chiamata per velocizzare i tempi siccome l’alba non sarebbe tardata ad arrivare e io avevo bisogno di tempo per giungere ad un nutrimento completo.
Il telefono fece cinque squilli senza ottenere risposta. “Ma cosa diavolo starà facendo?” pensai. Riprovai. Ma niente non rispondeva.
Mi alzai in un attimo e raggiunsi la mia auto al margine della strada. Avevo una fuori serie rossa, che non passava per niente inosservata. Entrata nell’abitacolo feci un’ultima chiamata dopo di che sarei andata a caccia da sola. Al terzo squillo la chiamata partì, ma nessuno rispose quando pronunciai il nome di Julienne. Iniziai a gridare ed imprecare. Silenzio dall’altro capo. Gemetti furiosa. La mia pazienza era finita. Riagganciai.
Misi in moto l’auto. Suonò la spia della riserva. “Oddio e che serata!!!” Partì e andai a fare carburante.
Giunta lì, spensi il motore, scesi dall’auto e feci benzina. Con l’abituale velocità con cui faccio tutto ripartì sgommando. Il rumore dei miei pneumatici riecheggiò nella valle di Herewood. Non mi preoccupai di Julie ma andai in cerca di una preda da prosciugare.
Dopo un’ora di viaggio mi fermai in una campagna. Parcheggiai e chiusi l’auto con il pulsante. Proseguii a piedi, prima a passo normale poi sprigionando tutto il mio potere. Fiutai un umano alla mia sinistra e mi diressi lì, silenziosa. Poco prima di giungere vicino all’essere mi nascosi dietro un albero e osservai i suoi movimenti. Era un uomo, o meglio un ragazzo. Era moro e alto dal fisico palestrato e robusto, non di quelli imponenti che ti mettono in ombra ma di quelli dalla corporatura media, con corpo accuratamente scolpito. Si avvicinava a passo svelto con un jeans nero e felpa marrone scuro. “Niente cappotto? E’ di temperatura alta il tipo!” pensai.
Nello stesso istante in cui pensai, lui si bloccò, fiutando l’aria. Colsi quest’attimo per aggredirlo. Ma lui fu veloce, in modo pazzesco. Indietreggiò e mi guardò dritto negli occhi. Mi trovavo davanti a lui, non vicina ma neanche tanto lontana, fiutai finalmente cos’era, un lupo.
Delusa scaricai la tensione e cercai di parlare. Prima che dicessi qualcosa, si sentì in lontananza un ululato e il ragazzo reagì ad esso correndo via, verso il richiamo.
Rimasi per qualche minuto a pensare a ciò che era successo. “Lupi mannari in questa zona? Molto insolito. Non vorrei ci sia qualcosa in atto.”
Mi venne in mente l’assenza della mia amica, che era diventata irraggiungibile da qualche ora. Avrei dovuto accertarmi che stesse bene. La mano destra iniziò a tremare, violentemente. “Forse sarà meglio, cercare prima qualcosa che mi metta in forze”. Fiutai un altro umano più avanti. Ripresi a correre e lo raggiunsi. Era una donna, giovane che passeggiava nel suo giardino. Non persi tempo: la raggiusi, l’afferrai e mi nutrì. La carotide pulsava debolmente prima che la lasciai in erme. Si sarebbe ripresa. L’accomodai davanti la porta di casa e bussai. Fuggì verso l’auto, digitando il numero di William, marito di Julienne.
Rispose subito:
<< Ciao Will, dove è tua moglie? >> dissi affannata durante la corsa.
<< Non è con te dolcezza? >> disse
<< No. >>
<< Provo a chiamarla >>
<< Doveva venire a caccia, possibile si sia dimenticata? >>
<< Tutto è possibile, Alice >> e mise giù.
Raggiunta l’auto partì per Lake Sell la città in cui abitavano Will e Julie. “Questa vampira mi farà perdere la pazienza un giorno e anche l’altro si caccia nei guai”.pensai.
Alle cinque giunsi a casa loro e bussai al portone.
William mi aprì, invitandomi ad entrare.
Era un vampiro antico, di circa ottocento anni, con gli occhi rossi e la carnagione bruna. Portava i capelli lisci castani lunghi, fino alle spalle sciolti e aveva dei lineamenti mascolini. Dal suo modo di parlare capivi subito che era un uomo di altri tempi. Si era innamorato di Julienne quando lei aveva diciotto anni e siccome anche lei era innamorata persa di lui aveva acconsentito a legarsi per l’eternità. Indossava un completo blu scuro con una camicia di una sfumatura più chiara, mocassini panna e un orologio d’oro molto appariscente.
Entrammo nel salotto. E ci sedemmo sulle poltrone poste davanti al camino. La loro era una casa stile antico ed elegante, come si poteva pensare visti i modi di Will, solitamente sono le donne a scegliere l’arredamento e invece Julie aveva lasciato tutto al gusto del suo amato marito. Le poltrone erano tre, di colore avorio, riprendendo il colore delle pareti della stanza, alcuni tappeti bianchi, lampade dorate e bianche e dei centrini ricamati sull’imponente tavolo posto ad un lato della stanza, infine un grosso lampadario placcato in oro e un quadro raffigurante l’oceano pacifico.
Will si chiarì la voce e disse:
<< Non la trovo Alice, ho chiamato anche Axel e Sarah >> Mi alzai ed iniziai a passeggiare per la stanza. Riflettendo.
<< In che guaio si è messa? >>
<< Non né so niente… >>
<< Da quando non la vedi? >> dissi con fare irritato, molto irritato.
Quanto non sopporto le sparizioni. Mia madre aveva fatto così quando ero bambina e poi sono venuta a sapere che se ne stava bella e felice in un altro Stato con i suoi nuovi figli e il suo nuovo marito.
<< Dalle nove di ieri sera.. >> disse
<< Io le ho parlato alle undici, e mi ha detto che ci saremo incontrate alle due e mezza al solito posto. Era da Greg e Mia >>
<< Si. Sapevo doveva andare lì. I due stregoni forse hanno trovato una gemma che può proteggerci dai raggi solari ma solo da quelli più deboli. >>
<< Grande cosa.. Quindi dobbiamo parlare con Mia e sapere a che ora è andata via da casa sua. >>
Digitai il numero di casa di Mia e Greg e aspettai.
<< Pronto? >> rispose una voce maschile
<< Ciao Greg… come va? Senti hai visto Julienne? >>
<< Si. E’ stata da me. >>
<< Ma fino a che ora? >>
<< Fino alle due circa.. Perché? >>
Rimasi in silenzio qualche secondo.
<< Cosa dicevi Greg? >>
<< Come mai la cerchi? >>
<< E’ sparita. >>
<< Caspita. Ti faccio parlare con Mia >>
Si sentirono dei passi, Mia stava raggiungendo il ricevitore.
<< Ciao Alice >> disse con voce stanca
<< Ciao a te.. che mi dici di Julie? >>
<< Farò un incantesimo di localizzazione e ti richiamo >>
Senza dire altro misi giù e mi accomodai di nuovo sulla poltrona.


Nota dell'autrice: Sono alle prime armi e mi scuso in anticipo per i miei errori... Spero vi piaccia :) lasciate recensioni ^^ Alice
  
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