Libri > Il diario del vampiro
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Autore: freiii91    27/01/2012    2 recensioni
Questa storia è il mio personale proseguimento all'ultimo libro della saga del diario del vampiro (l'alba). Visto che i prossimi libri saranno scritti da un autore diverso ho deciso di provare a creare un finale alternativo a quello che ci sarà. La storia si basa sui giovani ragazzi che sono ritornati a Fell's Church dopo aver passato dieci mesi strazianti lontano dalla vita normale, per poi ritornare ad affrontare nuove avventure negli anni del college.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il primo capitolo è veramente noioso! Lo so, ma non potevo tralasciare nulla, nel caso qualcuno non avesse letto tutti i libri fino all’ultimo doveva essere informato, quello era un bel riassunto che Elena ha scritto sul suo diario segreto. Adesso inizia la vera storia…


 

 

Quella mattina era iniziata nel peggiore dei modi, Elena si era alzata e si era messa sul letto in camera a piangere e a scrivere tutto sul suo diario perché aveva paura di dimenticare, aveva il terrore che le guardiane le formattassero la memoria e le mettessero qualche stupidaggine nel cervello per colmare il vuoto.

Ora, se l’avessero fatto lei avrebbe potuto rileggere il suo diario nascosto e ricordare in un modo o nell’altro.

Non poteva dimenticare, non doveva perché aveva promesso a Damon che lo avrebbe portato per sempre con se, però era così doloroso, era difficile pensarlo morto su quella luna grigia da cui cadeva solo cenere!

Almeno Bonnie aveva lasciato le loro ciocche di capelli sul petto di quel corpo, visto che non aveva avuto una degna sepoltura!

Non si sentiva così vuota dentro da quando le erano morti i genitori in quell’incidente maledetto…se fosse stata meno sveglia, se non avesse distratto suo padre, cosa sarebbe successo?

Forse sarebbe stata una guardiana senza cuore a quest’ora e non avrebbe conosciuto i due vampiri che l’avevano cambiata così tanto… No!

Non doveva pensarci perché in qualche modo sentiva che era nel posto giusto, lì sulla terra per salvare chi amava e non poteva stare in un castello dorato fuori dal mondo a giudicare chi poteva essere aiutato e chi no.

Lei era Elena Gilbert, aveva 18 anni ed era nata con quei geni che le facevano pianificare tutto per aiutare il genere umano, perché lei era umana e nessuno avrebbe dovuto metterlo in discussione!

Decise che era ora di scendere al piano inferiore, doveva vedere la sua famiglia, doveva sapere come stavano la zia Judith e la sua sorellina Margaret.

< Buon giorno zietta, ciao piccolina! > disse appena intravide le due figure in cucina e poi le abbracciò con così tanto furore da stritolarle quasi.

< Tesoro, non pensavo che un’intera notte senza di noi ti facesse questo effetto! Ci siamo lasciate solo poche ore fa. >

< Lo so, ma è come se fosse passata un’eternità! Oh, non ve lo dico mai, ma vi voglio così bene! > tornò a stritolarle un’ultima volta e poi si diresse a fare colazione con loro.

In quel momento si accorse che non sapeva nemmeno in che mese si trovava, se doveva andare a scuola, se era in vacanza o… beh bastava chiederlo no?

< Zia, non prendermi per pazza, ma non mi ricordo proprio che giorno sia oggi. >

< è venerdì. >

< venerdì?! >

< venerdì 29 luglio! Hai finito due settimane fa gli esami e lunedì c’è la cerimonia della consegna del diploma! >  le rispose brusca la zia.

Elena si trovò scaraventata con forza nella sua nuova vecchia vita che iniziò ad esultare dalla gioia, aveva già dato gli esami e non avrebbe dovuto studiare per un po’ perché era in vacanza! Quella notizia aveva reso la sua giornata migliore!

Finì di bere la sua tazza di latte e si alzò dal tavolo per prepararsi, Stefan sarebbe passato in mattinata da lei per portarla a casa della signora Flowers e ritrovarsi con gli altri ragazzi.

Durante la doccia si costrinse a pensare a cose belle e divertenti, non poteva essere triste, non in quel momento. Aveva passato gli esami e questa sì che era una bella notizia.

Finita la doccia passò una spudorata mezz’ora a pettinarsi i riccioli dorati e a provare un sacco di vestiti, era così tanto tempo che non indossava i suoi!

Finalmente sentì un rumore provenire dalla finestra, era Stefan che le aveva lanciato qualche sassolino. Lei aprì la finestra e poi furono uno accanto all’altra.

< Buongiorno Elena >

< Ancora con questa storia? Stefan i miei sentimenti per te non sono cambiati, semplicemente devi capire che io amo entrambi… ho amato entrambi > disse con voce rotta.

< Sono un tale stupido! Oh amore non piangere, ti prego. >

Ma ormai era troppo tardi, le lacrime avevano rincominciato a scendere dal suo viso, ma lei sorrideva perché finalmente quel testardo aveva capito che lo amava.

Stefan le asciugò delicatamente e le disse: < I ragazzi ci aspettano alla pensione, appena sei pronta andiamo. >

< Allora andiamo! >

Si ritrovarono in macchina, nella vecchia Fell’s Church che era rinata, tutti i bimbi erano a casa e giocavano in cortile con le mamme che li sgridavano o chiacchieravano tra loro.

Tutto era tornato normale, la gente non sapeva che lei fosse morta e nemmeno che la città era stata quasi distrutta.

Quando entrarono nell’Old Wood ebbe quasi paura di rincontrare quei Malach che avevano posseduto i bambini, l’intero bosco e perfino Damon.

Ma quello che successe fu veramente strano, dalla paura aveva inspiegabilmente incanalato il potere, rimasto in piccola quantità dopo il taglio delle ali, negli occhi e aveva intravisto le famose linee energetiche che attraversavano l’intera cittadina.

E se si stesse ritrasformando in vampiro? Non doveva succedere, non in quel momento… però non capiva come poteva avere ancora tutto quel potere visto che le era stato tolto.

Arrivati alla pensione doveva togliersi quel dubbio…

< Stefan, guardami bene, sto diventando di nuovo un vampiro? I miei sensi sono troppo vigili, qualcosa non va, oh amore dimmelo! Devo saperlo!>

Stefan la scrutò con attenzione: i suoi capelli erano ancora dorati e luminosi, la carnagione era chiara, ma non troppo e non aveva nessun tipo di aura vampiresca.

< No, tesoro. Rilassati, magari il potere delle ali non ti è stato tolto del tutto. Ricordati che il tuo sangue è ancora diverso da quello umano, potrebbe essere quello. > le sorrise e lei si calmò subito. Entrarono così alla pensione.

 

 

Nel frattempo sulla luna più piccola del mondo sotterraneo qualcosa si stava risvegliando, o meglio qualcuno. Era rimasto in posizione supina per diverse ore, non era morto, era semplicemente spento.

L’enorme sfera stellata aveva un potere immenso ed era stata cancellata proprio su quella piccola luna, il contenitore si era distrutto, ma delle gocce di potere non possono distruggersi, semplicemente ricadono lì, dal luogo in cui sono state lanciate.

Il destino vuole che il corpo fosse proprio sotto al punto in cui prima era la sfera stellata e le gocce opalescenti ricadevano proprio su di lui e, poco alla volta, lo stavano rianimando.

Avevano già apportato i primi cambiamenti, quel corpo senza vita aveva ripreso a pensare incessantemente a due angeli dai quali doveva tornare, non ricordava molto, solo che loro lo stavano aspettando.

Aveva capito chi era in quelle ore: lui era Damon, un vampiro centenario! Oltre a quello non riuscivano a tornare alla mente altri ricordi.

Appoggiò al petto le proprie mani e sentì qualcosa di soffice, diverso dalla cenere che cadeva incessantemente, diverso da quelle strane goccioline d’acqua che lo stavano rinvigorendo, era qualcosa che conosceva, ma non riusciva proprio a ricordare e aprire gli occhi era troppo difficile, troppo in quel momento.

Decise che era più sensato rimanere lì sdraiato e usufruire di quello strano potere, forse con un po’ di tempo avrebbe ricordato tutto…

 

 

 #continua

   
 
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