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Autore: Camilla L    27/01/2012    10 recensioni
E se i Cullen fossero tutti umani? E se Jasper fosse un ragazzino tredicenne bisognoso d'affetto? Ecco cosa succederebbe se un giorno incontrasse chi gli può dare tutto ciò di cui ha bisogno...
Spero di avervi incuriosito almeno un po'.
QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE "IL GIOVANE JASPER"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen, Jasper Hale | Coppie: Carlisle/Esme
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'Il giovane Jasper'
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Finalmente un posto da chiamare casa


Pov Carlisle

Dopo l'ultima fase burocratica siamo pronti per fare ritorno a Forks, piccola città nello stato di Washington dove mia moglie ed io viviamo e lavoriamo nel piccolo ospedale locale.
In aeroporto Jasper sembra un bambino felice di essere al Luna Park (anche se credo che non abbia mai visto nemmeno quello!), si guarda in giro stupito di tutto ciò che vede, ci fa domande a ripetizione e credo che in mezzo a tutto questo trambusto abbia paura di perdere la sua nuova mamma perchè non lascia mai il fianco di Esme, felicissima di questo.
Quando gli abbiamo fatto vedere i suoi nuovi documenti sarebbe rimasto ore a fissare il suo nuovo nome: Jasper Joshua Cullen.Esme ed io ci tenevamo che avesse anche il nome che avevamo scelto nel caso avessimo avuto un figlio maschio, quando ancora non sapevamo di non poterne avere di nostri.
Mentre torno da loro, dopo aver fatto il check-in, noto che Jasper però inizia ad annoiarsi nell’attesa del volo e, nonostante la novità del posto nuovo, l'impazienza che caratterizza ogni tredicenne inizia a farsi sentire.
-Cosa c'è Jasper? Sei stanco di aspettare?-gli chiedo, scompigliandogli i capelli biondi.
-Un po' e poi ho anche fame-dice quasi sbuffando.
-Jasper, ti ho già spiegato che non puoi mangiare prima di partire.E' la prima volta che voli e non sappiamo come potrebbe reagire il tuo stomaco, meglio non rischiare.Quando arriveremo potrai mangiare tutto quello che vorrai, ok?-gli spiega Esme, col suo fare estremamente materno.
-Ok, anche se io ho fame adesso, posso resistere-dice lui, rassegnato.
-Jasper ti va di venire con me?-gli chiedo.
-Dove?-mi chiede lui contento di alzarsi finalmente dalla sedia della sala d'aspetto.
-Da nessuna parte, tra poco dovremmo partire-risponde Esme al mio posto.
-Non preoccuparti Esme, non andremo lontano e appena sentiremo l'annuncio della partenza saremo subito qui-le spiego mentre Jasper la guarda speranzoso.
-E va bene, ma non allontanatevi troppo, altrimenti partirò senza di voi-scherza mia moglie, baciando entrambi prima di darci il permesso di andare.
-Dove andiamo?-mi chiede Jasper, appena ci incamminiamo.
-A vedere gli aerei che decollano attraverso quei vetri laggiù-gli rispondo indicando l'immensa vetrata che abbiamo davanti.
Mentre ci destreggiamo in mezzo ai molti passeggeri in attesa, noto che Jasper cerca sempre di stare a non più di qualche centimetro da me, come faceva prima con Esme.Sembra quasi che abbia paura di perdersi o che io lo lasci solo così, senza pensarci troppo su, cerco la sua mano e la stringo. Inaspettatamente, invece di toglierla, la stringe anche lui fortemente come se non aspettasse altro, come se le nostre mani fossero destinate ad unirsi da sempre.
Un normale tredicenne l'avrebbe tolta all'istante, nessuno a quell'età vuole tenere la mano al proprio padre, ma lui è diverso, per troppo tempo ha dovuto rinunciare a tutto questo ed ora, anche un gesto così semplice come tenerlo per mano in mezzo alla folla, lo fa sentire desiderato e per uno che non ha mai avuto affetto da nessuno per tutta la vita significa moltissimo.
Con la coda dell'occhio vedo che sta sorridendo, lentamente tutta quella tristezza che ho visto nei suoi occhi, la prima volta che li ho incrociati, se ne sta andando.
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Ormai sono sei mesi che Jasper è entrato nella nostra vita e posso dire, senza ombra di dubbio, che da allora è notevolmente migliorata. Non lo dico perchè sto parlando di mio figlio, ma è davvero impossibile non voler bene a questo ragazzino.Non riesco ancora a rendermi conto di come abbiano fatto le altre coppie a non accorgersi di quanto sia straordinario.
E' perfino riuscito a far sciogliere l'algido colonnello Frank Cullen, mio padre.All'inizio non è stato facile, ma alle parole: “Nonno mi parli delle tue avventure militari?” si è sciolto come un cubetto di giaccio al sole ed è entrato subito nella modalità nonno premuroso.Credo di non aver mai visto così tanto mio padre come negli ultimi sei mesi, appena ha un attimo di tempo si precipita dal suo unico nipote, sempre curioso di sentire le sue storie.
La soddisfazione più grande che ci ha dato Jasper è stata, due mesi dopo il suo arrivo, la mattina di Natale, quando davanti ai numerosi regali, prima di ringraziarci ed abbracciarci, ci da detto:
“Siete la mamma e il papà migliori del mondo!”.Da quel giorno per lui non siamo più Esme e Carlisle, ma mamma e papà e ogni volta che mi sento chiamare così il mio cuore esplode di gioia.
Jasper è molto cambiato da quando è con noi, innanzitutto tutta quella tristezza che prima caratterizzava il suo sguardo ora è stata sostituita da due occhioni azzurri sempre felici che sembrano sorridere ogni volta che li incrocio e poi, anche quel suo modo aggressivo e a volte poco opportuno, di rivolgersi alle persone è del tutto sparito. Esme ed io pensavamo di dover ricorrere ad uno specialista per risolvere questo suo problema, ma non ce n'è stato bisogno, l'amore immenso che proviamo per lui e che, gli dimostriamo ogni secondo sono bastati per cambiare questo lato del suo carattere.


Pov Jasper

Quando ho sentito la mano di Carlisle stringere la mia, quel giorno in aeroporto, ho capito subito di aver finalmente trovato una famiglia, finalmente avevo trovato anch'io un posto da chiamare casa.
Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me, nessuno mi ha mai protetto, nessuno mi ha mai consolato, nessuno mi ha mai incoraggiato quando avevo paura; ora, invece, c'è chi fa tutto questo per me.
Quando Esme e Carlisle mi hanno detto che, al contrario di tutti gli altri, avevano intenzione di tenermi con loro per sempre mi sono sentito la persona più felice del mondo, dopo tredici anni di illusioni sempre disattese, finalmente anch'io ho realizzato il sogno della mia vita: avere qualcuno da chiamare mamma e papà.
Esme e Carlisle Cullen sono i genitori migliori che mi potessero capitare, nemmeno nei miei sogni ambivo a tanto e posso sicuramente dire che sono stato ripagato alla grande di tutte quelle volte che non sono stato voluto.
Tutta quella sofferenza è stata necessaria se poi, alla fine, mi ha portato qui, a far parte della famiglia migliore che si possa desiderare.
Esme è senz'altro nata per fare la mamma, è sempre gentile e premurosa, anche se ogni tanto si arrabbia con me (soprattutto quando guardo la TV invece di studiare), ma anche questo fa parte del suo essere mamma e lo so che lo fa perchè mi vuole bene.
Carlisle sembra essere orgoglioso di me, quando incontriamo qualcuno che conosce è fiero di presentarmi come suo figlio ed io sto facendo di tutto perchè lo sia veramente. Anche lui ogni tanto mi rimprovera per qualcosa, soprattutto quando uso dei termini che lui non considera adatti, ma anche lui, come Esme, è davvero il padre che tutti vorrebbero e per mia fortuna è il mio.
Una volta ho chiesto loro se avevano intenzione di adottare qualcun altro e quando mi hanno risposto che non avevano intenzione di farlo perchè non se la sentivano di farmi dividere la mia mamma e il mio papà con qualcun altro, dato che per tutta la vita ho dovuto dividere qualsiasi cosa con chiunque, mi sono sentito davvero a casa e sono fiero di poter finalmente dire: io sono Jasper Joshua Cullen e vivo a Forks con la mia famiglia.



 


Questo, per ora, è l'ultimo capitolo, ma appena avrò finito almeno una delle altre due storie che ho iniziato scriverò il seguito di questa perchè mi ha coinvolto troppo per lasciarla così.
Ne approfitto per ringraziare chi mi ha seguito e chi, spero, continuerà a farlo anche in futuro...
Arrivederci alla prossima storia...
Camilla
   
 
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