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Autore: almeisan_    27/01/2012    2 recensioni
Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza." Joseph Conrad.
Alla fine della seconda guerra magica Rodolphus Lestrange è ancora vivo e latitante. Si rifugia in Francia, nel suo paese d'origine e ripensa a sua moglie morta a causa della fedeltà al suo signore.
Dal testo:
"Il suono dei gabbiani mi rideste da quei pensieri in cui annego da un anno e più oramai. Il tempo scorre inesorabile e non mi lascia via di scampo. Per una circostanza fortuita non mi hanno imprigionato per la terza volta in una vita. Sono riuscito a fuggire e ora spreco la mia vita nell'osservare un oggetto privo d'anima. Rido, anche tu lo eri, moglie mia, eppure io ti osservavo sempre e, anche ora che sei morta, ormai da troppo tempo, non riesco a dimenticare la passione che da sempre ti ha contraddistinto dal resto delle altre inutili persone."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Autrice: almeisan_
Titolo:
Grief of a keepsake

Fandom: Harry Potter
Personaggi: Rodolphus Lestrange, Bellatrix Black Lestrange
Genere: Introspettivo, Triste
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot (756 parole)


Grief of a keepsake


Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza."

Joseph Conrad


Il suono dei gabbiani mi rideste da quei pensieri in cui annego da un anno e più oramai. Il tempo scorre inesorabile e non mi lascia via di scampo. Per una circostanza fortuita non mi hanno imprigionato per la terza volta in una vita. Sono riuscito a fuggire e ora spreco la mia vita nell'osservare un oggetto privo d'anima. Rido, anche tu lo eri, moglie mia, eppure io ti osservavo sempre e, anche ora che sei morta, ormai da troppo tempo, non riesco a dimenticare la passione che da sempre ti ha contraddistinto dal resto delle altre inutili persone. Mai provasti amore nei miei confronti, mai odio, semplicemente mi eri indifferente, e, forse, ti avevo sposato solo per quel motivo. Volevo che fossi mia di diritto. Avrei voluto, ma mai ci riuscii. Assomigliavi molto a questo mare che mi è di fronte, Bellatrix. Eri forte, dirompente, capace di uccidere con un solo breve movimento, ma, quando calma, quasi mai in verità, eri l'eccellenza incarnata in una donna troppo perfetta nella sua imperfezione. Mi confondi, Bellatrix, anche ora ci riesci, giochi con me anche dall'Inferno, perché io so che tu ora sei lì e mi guardi sorniona. Forse stai anche ridendo della stupidità di questo uomo che ancora ti appartiene troppo per potersi allontanare dal tuo ricordo e ritornare a vivere una vita che, senza di te, è inutile quanto la morte. Ridi di me perché sono fuggito dal carcere. Non avrei mai potuto resistere dentro Azkaban una terza volta, sarebbe stato troppo per me, ma so di averti delusa con il mio disperato desiderio di sopravvivere. Mai ho sopportato molto l'Inghilterra, in verità, e così son ritornato nella mia terra natia e ora mi lascio naufragare come una zattera abbandonata in mare aperto. Ch'io possa davvero abbandonarmi a me stesso è essenzialmente risaputo. Sono un debole, lo sono sempre stato, eppur di fronte a questo mare riesco a sentirmi potente come un re, perché sono al sicuro qui, seduto sulla riva, e l'Oceano non può sfiorarmi, tu non puoi sfiorarmi e questa è l'ultima e unica consolazione che rimane a un uomo troppo solo e inutile che ancora ripensa a una persona che di umano non ha avuto mai nulla, se non l'aspetto. Tu somigli di più al mare, moglie mia, che a una persona reale, ma il mare non è mai stato amico dell'uomo. Questo luogo è malvagio, come te, avvolge fra le sue spire uomini ignari e inconsapevoli del proprio Fato e poi li distrugge come se nulla lo toccasse. Chi mai ti sfiorò l'anima, moglie mia? Sono già consapevole della risposta, ma non sono certo di volerla accettare. Ci hai fatti rinchiudere ad Azkaban, me, te, mio fratello, il piccolo Barty, e questo solo per lui, sei persino morta per lui e questo mai lo potrò accettare, moglie. Eri troppo forte per legarti cotanto a un uomo che di umano non aveva nulla, nemmeno l'aspetto, al contrario di te che di donna avevi tutto, anche il peccato. Questi tuoni che squarciano il cielo inquietano il mio animo già troppo provato e stanco, questo luogo altera i miei sensi con una percezione di irrequietezza e rabbia. Sono adirato con te, per te, moglie, perché sei morta, perché hai preferito la morte al tradimento. Sono adirato perché, per te, io non sono mai stato nulla, solo un marito inutile per mantenere il buon nome della famiglia, e questa terra che mi circonda è adirata con questo mare perché la scombussola e turba la sua quiete. Questo mare, così simile a te, tutt'al più è stato complice dell'irrequietezza in cui versa questa terra. Se potessi dimenticare l'odio, il dolore, la rabbia, la tristezza, forse, allora riuscirei a riprendere le redini di quest'inutil vita e trasformarla in qualcosa di fruttuoso, in qualcosa che mi dia un senso per continuare a condurla, ma so già che mai lo troverò. Moglie mia, mi hai rubato l'anima e non l'ho più con me, l'hai portata con te all'Inferno e rimarrà per sempre tua, non la rivoglio indietro, ti appartiene e mai nessuno è riuscito a rubare un oggetto che è tuo di diritto. Imploro un'unica grazia e ti domando, succube della tua volontà, di osservarla: non lasciar che la mia anima muoia perché, se essa morisse, porterebbe con sé anche il mio dolore e non posso lasciarlo andar via. Tu sei il mio dolore e non posso permettermi di obliare il tuo ricordo. È l'unico bene che mi tiene ancora in vita. Come un burattino tra le mani di un mostro meraviglioso.

  
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