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Autore: Emily27    27/01/2012    4 recensioni
Una notte di passione potrà trasformarsi nella parola "amore"?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Emily Prentiss, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO

 

 

 

Dopo aver parlato con Emily, Spencer si sentì un po' più sollevato, ma non sarebbe stato del tutto tranquillo finchè la collega non fosse arrivata con le fedi. Asciugandosi il sudore sulla fronte con un fazzoletto si unì ai suoi amici, in mezzo agli altri invitati.
“Che fine avranno fatto Prentiss e Morgan?” stava domandando Hotch mentre con lo sguardo controllava Jack, seduto su uno dei gradini davanti alla chiesa vicino ad una bambina di circa la sua età, con un vestitino rosa.
“Emily ha detto che sarà qui a momenti” rispose Reid.
“Bene, intanto noi potremmo iniziare ad entrare” propose Rossi dando un'occhiata all'orologio.
“Non dovremmo aspettarla...?” suggerì Spencer. “Quasi sicuramente JJ arriverà in ritardo, quindi c'è tempo. Una statistica dice che nell'ottantasei per cento dei matrimoni la sposa...”
David gli circondò le spalle con un braccio inducendolo ad incamminarsi.
“Non ora Reid.”
“Ma, Emily... Derek...”
“Stai tranquillo, terremo loro il posto” disse Garcia seguendoli con Kevin.
Soltanto Hotch restò indietro, in quanto aveva visto Jack correre con la sua nuova amichetta verso il parco giochi.
“Andate pure, vi raggiungo subito...” avvertì i colleghi mettendosi a seguire il figlio. Un attimo prima era seduto sui gradini della chiesa, l'attimo dopo già metteva in atto il suo intento con una piccola complice.
“Jack!” lo chiamò, e mentre lo raggiungeva sentì una voce femminile esclamare: “Katy!”
Doveva essere la madre della bambina.
Aaron fermò i due piccoli prendendoli per mano, poi si voltò e vide una donna affrettarsi verso di loro. La sorpresa fu così tanta che quasi non credette ai propri occhi. Indossava un abitino viola e blu e dei sandali col tacco alto che slanciavano la sua figura già snella, i capelli erano raccolti e il viso ben truccato. Era molto diversa dall'ultima volta in cui l'aveva vista, ma era lei, Nancy Graham.
“Nancy...”
“Buongiorno Aaron” lo salutò sorridente la donna, rivelando meno stupore di lui nel vederlo. Poi si rivolse alla figlia: “Kathryn, ti ho detto mille volte di non allontanarti.”
La bambina non replicò, sapendo che quando la madre la chiamava Kathryn e usava quel tono era meglio starsene buona.
“Mi scusi, ma sono sicura che è stata lei a trascinare suo figlio” disse Nancy facendo un sorriso a Jack, il quale annuì sperando di evitare una sgridata.
Hotch guardò entrambi i bambini senza severità, con aria condiscendente.
“Non si preoccupi. Sono felice di vederla, presumo sia un'invitata.”
“Certo, sono una delle tante cugine di Will. Vivendo lontani e avendo ognuno i propri impegni non ci vediamo mai, così ho saputo solo oggi che JJ lavora all'Unità di Analisi Comportamentale e mi sono detta che probabilmente avrei incontrato lei e la sua collega.”
“Allora era questo il motivo per cui doveva venire a Washington.”
“Esattamente. Comunque se non ci fossimo visti qui sarei in ogni caso passata a salutarvi a Quantico, come le avevo promesso” affermò Nancy con il dolce sorriso che Aaron ricordava.
“Non l'avrei perdonata altrimenti” scherzò lui, messo di buonumore da quel piacevole ed inaspettato incontro. “Come vanno le cose a Houston?”
“Non c'è male, a parte i nervosismi del procuratore e i capricci di Katy quando non vuole andare all'asilo” rispose Nancy accarezzando affettuosamente i capelli della figlia, che le si strinse contro ormai certa di essere stata perdonata. “E lei come sta?”
“Sto bene, grazie” rispose Hotch, per poi accorgersi che davanti alla chiesa erano rimaste soltanto cinque o sei persone. “Credo che se non ci sbrighiamo arriveremo in chiesa dopo la sposa.”
“Ha ragione, ci siamo persi in chiacchiere” si trovò d'accordo Nancy.
Presero i loro bambini per mano e si affrettarono. Mentre stavano per salire i pochi gradini antistanti la chiesa videro arrivare di corsa Emily e Derek. Si salutarono. Aaron notò subito le loro mani intrecciate, il cui significato era inequivocabile. Rimase attonito di fronte a quell'inattesa realtà che non avrebbe mai immaginato e si stupì di non averne colto prima eventuali segnali, o forse semplicemente il suo inconscio si era rifiutato di farlo. Per un momento provò una sorta di gelosia nei confronti di Derek, poi vide gli occhi di Emily brillare come mai avevano fatto e capì che era felice. Qualche tempo prima Hotch avrebbe desiderato essere l'artefice di quella felicità, e anche se le cose erano andate diversamente ora non provava alcun tipo di rancore, perchè la donna che aveva guarito il suo cuore si meritava ogni bene.
“Salve, che bella sorpresa, anche lei qui al matrimonio” disse Emily rivolta al vice procuratore Graham, rompendo così l'imbarazzante silenzio iniziale.
“Buongiorno agente Prentiss, lieta di rivederla” la salutò Nancy stringendole la mano. “Sono una cugina di Will.”
“E' davvero piccolo il mondo” commentò Emily, la quale, col pensiero rivolto alle fedi nella sua borsa, iniziò a salire la breve scalinata, seguita poi dagli altri.
“Ci dispiace di essere arrivati tardi, ma abbiamo avuto un contrattempo” si scusò Derek mentre Prentiss assentiva.
“Non preoccupatevi” li rassicurò Hotch, per poi presentare il collega e Nancy.
Prima di varcare la soglia ed entrare in chiesa Emily guardò Aaron, nella muta speranza che la situazione non lo avesse ferito. Lui annuì e le sorrise, senza ombre. Lei sollevata fece lo stesso. Era tutto a posto.

 
Gli invitati riempivano quasi tutta la chiesa, illuminata dalla particolare luce creata dal sole che filtrava attraverso i colorati vetri a mosaico delle alte finestre. L'altare e i banchi erano abbelliti da composizioni di girasoli e rose bianche e nell'aria si percepiva un lieve profumo d'incenso.
Will e la sorella stavano parlando con il prete vicino al primo banco, dove erano seduti i genitori dello sposo con il genero. Gli invitati conversavano fra di loro a bassa voce, in un'atmosfera di allegra attesa. Spencer era in piedi accanto al banco occupato dalla madre di JJ, che teneva in braccio il piccolo Henry, e da sua sorella con il marito ed il figlio di circa due anni.
Reid continuava a guardare verso la porta, nella speranza di veder comparire Emily. Se per un qualsiasi motivo non si fosse presentata per lui sarebbero stati guai seri. Con una goccia di sudore che gli correva su una tempia si voltò indietro ancora una volta, incrociando lo sguardo di una ragazza molto graziosa dai lunghi capelli castani, seduta sul lato opposto della navata. Gli sorrise. Sì, proprio a lui. Spencer ricambiò piegando le labbra in una parvenza di sorriso e, prima che le sue guance assumessero una più accesa colorazione, portò la sua attenzione all'entrata, dove finalmente apparve Emily.
Spencer non credette ai propri occhi e andò incontro alla collega, la quale si stava dirigendo verso di lui camminando a passo spedito lungo il lato esterno della fila di banchi.
“Credevo quasi non venissi” disse Reid in un forte sussurro che esprimeva rimprovero.
“Scusami, mi dispiace tanto, mi sono svegliata tardissimo” si giustificò lei mortificata, prima di fargli scivolare una scatolina nella tasca della giacca. “Ma non ti avrei mai messo nei guai.”
Spencer tastò la custodia delle fedi attraverso la stoffa e sospirò di sollievo.
“Perdonata. Emily, guardami... Come ti sembro?”
Lei lo squadrò da capo a piedi con occhio critico. Reid sembrava uscito da una rivista di moda: l'abito grigio scuro gli calzava a pennello sulla camicia bianca, si era anche tagliato un po' i capelli, ma non troppo, come aveva raccomandato al parrucchiere. Emily gli fece segno di ok con le dita, dopodichè Spencer tornò al suo posto e lei raggiunse Derek. Si sedettero nel banco con Penelope, Kevin e David, dietro di loro avevano preso posto Aaron e Nancy con i loro bambini.
Dopo breve tempo le prime note della marcia nuziale fecero cessare il mormorio degli invitati, i quali rivolsero la loro attenzione alla sposa la quale stava entrando al braccio del padre, che l'accompagnò lungo la navata fino all'altare, davanti al quale Will l'aspettava. Gli sposi si guardarono teneramente, poi Jennifer si voltò verso il piccolo Henry posando su di lui uno sguardo pieno di dolcezza, lo stesso che si scambiò poi con Spencer. Lui si sentì pervadere da una forte emozione, che racchiudeva in sé tutto il bene che le voleva e la felicità che le augurava.
La sposa aveva i capelli raccolti ornati semplicemente da alcune piccole rose bianche, al suo collo spiccava la collanina che Emily le aveva prestato e il vaporoso abito la vestiva di candore. Gli occhi luccicanti di Reid l'ammirarono colmi d'affetto, soffermandosi sul suo viso leggermente truccato e illuminato di gioia. Era bellissima la sua JJ.

 

 

 

  
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