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Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    28/01/2012    2 recensioni
Questa storia è nata puramente per caso, in seguito ad una scommessa con una mia amica! Chi ma avrebbe detto che sarebbe finita su EFP?!
La storia narra principalmente di due due personaggi: Fred Weasley e Elizabeth, un nuovo personaggio (che avrebbe la stessa età di Ginny, per intenderci ^^).
Si svolge brevemente in sei dei sette anni di scuola di Elizabeth, anche se più particolarmente nel suo quarto anno (Ordine della Fenice) e nel suo sesto (Doni della Morte).
Elizabeth è una ragazza silenziosa, di poche parole.. Ma presto conoscerà l'unica persona che sarà in grado di farla sorride, divertire e scherzare! L'unica peronsa che amerà con tutta se stessa. Dal primo momento, fino a l'ultimo. Ma il male, purtroppo, sta sorgendo nuovamente..
-Storia revisionata fino al capitolo 3-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Hogwarts era decisamente cambiata!

Ormai era sotto il pieno controllo dei mangiamorte: Piton era diventato preside, i Carrow insegnavano Babbanologia e Difesa Contro le Arti Oscure, il castello era stato rivoluzionato in modo tale da sembrare un piccola sorta di esercito militare... Insomma, come avevo già detto, Ginny non si stava sbagliando poi molto quando lo aveva definito “campo di concentramento”!

Quei mesi furono un vero e proprio inferno, per tutti gli studenti! L’unica scappatoia che avevamo era la stanza delle necessità! Era lì che ci rifugiavamo la maggior parte delle volte. Ormai anche le Sale Comuni erano poco sicure.

I nuovi arrivati del primo anno erano così piccoli... Non erano abituati a quei trattamenti! A volte faceva quasi tenerezza vederli piangere accucciati in degli angoli con diverse ferite su tutto il corpo; alcune erano banali, mentre altre decisamente più serie.

Quanti di noi furono torturati con la maledizione Cruciatus... I Carrow erano a capo della disciplina, ed ogni minima effrazione della legge era punita con maledizioni e torture di ogni genere. Quante ferite disinfettai... Quante garze legai attorno a braccia o gambe ferite... Quante lacrime vidi versare...!

Una sera di maggio mi trovavo accucciata in un angolo della stanza delle necessità, accanto ad un bambino di Tassorosso che piangeva a dirotto con il viso coperto dalle mani. Non voleva parlare di quello che gli era accaduto, ma non voleva nemmeno rimanere da solo, così decisi di rimanergli accanto senza parlare, anche se dopo un po’ non potei più mantenere la mia promessa << Ok... >> dissi in tono dolce << Tu non vuoi parlare. Va bene. Posso parlare io? >> lui non rispose, ma continuò a piangere << So che è difficile! So che non avevi idea che sarebbe stato così il tuo primo anno ad Hogwats, ma mi devi credere: tutto finirà presto! >> sembrò, per un momento, che i suoi singhiozzi diminuirono di qualche tono << Non so cosa ti è accaduto. Ma se non vuoi parlarne non fa niente. >> ora aveva smesso di piangere. Alzò il volto verso di me: aveva gli occhi arrossati e stanchi, eppure nessun segno di tortura << Ho... Ho paura! >> esclamò infine con voce tremante << Vo-voglio tornare a... A ca-casa mia! >> ricominciò a piangere, riportandosi le piccole mani al volto. Fu solo in quel momento che notai che sotto i polsini della camicia aveva diverse cicatrici ancora fresche. Lo guardai in modo dolce << È normale avere paura! >> esclamai cercando di mostrarmi serena << Ho paura anche io! L’abbiamo tutti. Non te ne devi vergognare. Solo uno stupido direbbe che questa situazione non è... Assurda! >> conclusi scettica, poi subito dopo gli afferrai delicatamente i polsi << Cosa ti è successo? >>

Le lacrime gli correvano lungo tutto il volto. Aveva gli occhi esausti!

<< La professoressa Carrow mi ha punito per non aver preso parte alla colazione. >> le lacrime iniziarono improvvisamente ad uscire più numerose << E-ero in infermeria! >>

Una morsa mi strinse il cuore, provocandomi un forte senso di inquietudine, poi sbottai << Non la devi chiamare professoressa! >> lui mi guardò sorpreso << Lei e suo fratello sono mangamorte, e non professori della scuola! >> poi mi addolcii << Perché non volevi parlarne? >>

Lui esitò, ma rispose ugualmente << A-avevo paura! >>

Io lo guardai dritto negli occhi, poi, proprio come fosse un fratellino minore, lo abbracciai con enfasi << Non devi averne! >> sussurrai mentre lui ricominciava a piangere << Sfogati! >>

Passarono molti minuti prima che le sue lacrime furono completamente esaurite.

<< Va meglio? >>

<< Un... Un po’. >> si guardò i polsi con aria sofferente << Ora mi fanno male solo questi! >>

Io gli sorrisi in modo gradevole << Sai... Una volta, due ragazzi che venivano in questa scuola, dissero una cosa molto bella ad un ragazzino di circa la tua stessa età! Anche lui aveva un dolore simile al tuo, solo alla mano sinistra. >>

<< Che cosa gli dissero? >> chiese il ragazzino con aria curiosa.

<< Che... >> il ricordo di Fred balenò immediatamente nella mia testa << Non è così male come sembra! >> passai delicatamente un dito su quelle brutte ferite << Vedi: già stanno sparendo! E dopo un po’ il dolore se ne va! >>

<< Davvero? >>

<< Certo! >> esclamai alzandomi per porgergli una mano << Non lasciarti intimorire da Alecto Carrow! >> dissi poi con durezza. A quella frase il ragazzino sgranò gli occhi, come se avessi potuto ricevere una punizione istantanea solo per non averla chiamata professoressa << Devi promettermi che domani andrai da Madama Chips! >>

<< Ma la professoressa Ca... >>

<< Non ti farà nulla! >> esclamai adirata. Ovviamente non verso il ragazzino, ma verso tutta quella cappa dittatoriale che era scesa sul castello! << Fidati di me! >>

Lui annuì, poi lasciandomi la mano raggiunse finalmente senza lacrime il resto dei ragazzi del primo anno.

<< Tutto bene Elizabeth? >> la voce perennemente sognante di Luna attirò la mia attenzione. Aveva i capelli particolarmente in disordine, i vestiti sgualciti e le mani sporche.

<< Tut... Ma che ti è successo? >>

<< Oh! >> esclamò lei con aria quasi fiera << Tutte le mie cose sono nuovamente scomparse! >>

Io la guardai dispiaciuta << Oh, Luna... Di nuovo?! >>

Lei sorrise contenta << Non ti preoccupare. È un po’ come giocare a “caccia al tesoro”! >>

<< Ma chi... >>

Lei si guardò in torno come per assicurarsi che nessuno la stesse ascoltando << I nargilli! >> sussurrò poi convinta << Ho già ritrovato alcune delle mie scarpe nelle serre, però! >> esclamò infine con un tono di voce normale << Probabilmente le altre cose saranno qui in giro! >>

<< Vuoi che ti aiuti a cercarle? >>

<< Oh, che carina! >> disse sorridendo << Così sarebbe come se fossimo amiche! >>

<< Ma io e te siamo amiche, Luna! >> esclamai in tono scettico.

<< Davvero?! Sono felice! >> continuò lei sorridendo << Comunque dubito fortemente che i nargilli siano a l’opera in questo momento. Sai, sono grandi fan di Harry Potter, e dato che lui è qui, in questo momento... >>

Io sgranai gli occhi sbalordita << Harry è qui? >>

<< Si. >> rispose semplicemente lei << È arrivato poco fa. Con lui ci sono anche Hermione e Ron. >>

Senza chiedere altro presi a correre verso il ritratto che fungeva da passaggio per Hogsmead. Lì, praticamente tutti i ragazzi che si trovavano nella stanza delle necessità avevamo accerchiato i nuovi arrivati.

Un piccolo barlume di speranza si riaccese nel mio cuore. Allora sarebbe davvero finito tutto presto! Se Harry era tornato ad Hogwarts, ci doveva essere un motivo preciso!

Per tutto quel tempo erano stati alla ricerca degli Horcrux. Li avevano distrutti tutti? Ma dal vociare di alcuni ragazzi di Grifondoro lì vicino capii che ancora ne mancavano tre. Ed uno si trovava proprio nel castello.

<< Cosa? >> chiesi intromettendomi in modo poco carino << Un Horcrux si trova qui nel castello? >>

Quei due ragazzi si voltarono verso di me con aria spaesata, ma senza rimanere troppo sconvolti dai miei modi di fare divenuti ormai così poco delicati. Eravamo diventati un po’ come una grande famiglia, dopo tutto quel tempo!

<< Si. >> rispose uno di loro << Harry credi si tratti del diadema di Priscilla Corvonero! >>

<< Il diadema di Priscilla Corvonero? >> gli feci eco io, in tono scettico << Ma è... >>

<< Perduto? >> concluse l’altro ragazzo << A quanto pare no! >>

In quel momento tra la folla si fece largo una ragazza dai capelli rossi e lunghi: Ginny!

<< Harry! >> esclamò sorpresa, ma allo stesso tempo preoccupata. Tutti si voltarono verso di lei, ancora felici per il ritorno dell’unico ragazzo che ci avrebbe potuti salvare da quella disperazione. Anche Harry la guardò sorridendo, ma l’espressione di Ginny era tutto fuorché felice.

<< Harry. >> ripeté in tono grave << Piton sa che sei qui! >>

   
 
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