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Autore: telesette    28/01/2012    0 recensioni
Vittima di un cancro incurabile, Tenten chiede a Rock Lee di accompagnarla a rivedere i luoghi della sua infanzia. Qui lei racconta al compagno la sua storia e i ricordi scomparsi assieme alla barca semidistrutta che un tempo apparteneva a suo padre. Spinto dalla sua grande bontà e dai suoi sentimenti, Rock Lee farà dunque tutto il possibile per esaudire il desiderio più importante dell'amica...
Questa fanfiction è un regalo per l'autrice Lilith Noordaimon
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Rock Lee, Tenten
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Non tutti lo sapevano ma Tenten non era originaria di Konoha.
La giovane kunoichi era nata circa sedici anni addietro in un tranquillo villaggio di pescatori, a circa un centinaio di chilometri dal Villaggio della Foglia, ed era lì che aveva vissuto fino all'età di quattro o cinque anni.
Rock Lee aveva corso di ramo in ramo tra gli alberi, portando l'amica sulle spalle, per raggiungere il posto che lei desiderava tanto rivedere. Erano più di dieci anni che Tenten non rivedeva casa sua e, non appena l'aria marina le riempì i polmoni, si sentì subito incredibilmente meglio. La regola di Konoha proibiva tassativamente di allontanarsi dal villaggio, senza un permesso o un'autorizzazione esplicita dell'Hokage, ma tutto sommato non era la prima volta che Lee e Tenten venivano meno alle regole... Oltretutto poi, se fossero andati a disturbare Tsunade in piena notte, la donna li avrebbe sicuramente messi agli arresti nella migliore delle ipotesi. Invece adesso entrambi erano seduti, nel silenzio della spiaggia avvolta dalle tenebre, ad ascoltare il rumore delle onde sul bagnasciuga.
Quello che restava del villaggio di Uminoseki, in un anfratto poco distante alla loro sinistra, era solo un cumulo di catapecchie abbandonate. Tenten ricordava ancora il violentissimo temporale che si era abbattuto su quel luogo, distruggendo e incenerendo ogni cosa con fulmini violentissimi. Purtroppo all'epoca, Uminoseki venne scelto da alcuni nukenin della Nuvola, per sperimentare le arti distruttive del fulmine, e molti degli abitanti avevano perso la vita in quella occasione. La piccola Tenten fu tra i pochi fortunati che riuscirono a sopravvivere e a trovare rifugio a Konoha, ma non aveva affatto dimenticato l'orrore e l'angoscia di quei terribili momenti.

- Un tempo era molto bello qui - esclamò lei sottovoce, rivolgendosi a Rock Lee. - Era un piccolo villaggio, niente di grande o di straordinario, ma era ugualmente bello!
- E' qui che sei nata?

Tenten annuì.

- I miei genitori mi avevano insegnato a nuotare, prima ancora che a camminare - fece la ragazza, sorridendo al pensiero. - E allora la sola cosa che desideravo era di diventare una pescatrice, proprio come mio padre... Invece del mare però, alla fine ho preso tutta un'altra strada!
- E sei... Sei felice di quella strada, Tenten?

La ragazza si voltò a guardarlo, con gli occhi illuminati, e gli rivolse un sorriso dolcissimo.

- Non avrei mai potuto trovare amici come te, Neji o il maestro Gai, neppure vivendo cento anni - osservò. - Non ho nulla da rimpiangere, anzi sono felicissima della nostra vita insieme, solo che qui c'è la mia casa... Mi capisci, non è vero?
- Quello che non capisco è cosa ti abbia spinto ad andare via! Voglio dire, se la tua vita era qui, perché rinunciarvi ?
- Non è stata una mia scelta, infatti - sottolineò Tenten, tenendo lo sguardo nascosto sotto i capelli.

Subito Rock Lee si rese conto di aver parlato a sproposito. Era ovvio che Tenten avesse avuto i suoi motivi per fare quello che ha fatto; forse ricordare le era doloroso e, seppur senza volerlo, doveva averle riaperto qualche antica ferita.

- Mi dispiace, scusami - disse subito il ragazzo, rimproverandosi per la sua mancanza di tatto.
- Non ti preoccupare - lo tranquillizzò lei.
- Davvero, mi dispiace, non dovevo chiedertelo...
- Rock Lee, guarda - lo interruppe Tenten, indicando davanti a sé. - Sta albeggiàndo!

Difatti lungo la linea dell'orizzonte in lontananza, si scorgevano già i primi bagliori dorati del mattino. Rock Lee ebbe appena il tempo di rendersene conto che, dopo essersi tolta frettolosamente le scarpe, Tenten era già corsa verso la riva a piedi nudi.

- Tenten, aspetta!

Preoccupato che potesse sentirsi male un'altra volta, Rock Lee si affrettò a raggiungerla. Tuttavia la brezza salmàstra e il profumo dei ricordi avevano sortito un effetto a dir poco miracoloso. Malgrado la debolezza infatti, Tenten si mise a passeggiare sulla superficie dell'acqua con un piccolissimo impiego di chakra. Rock Lee le fu subito accanto e, cingendole appena le spalle, si mise a guardare quello spettacolo assieme a lei. Il sole rischiarò le tenebre poco a poco, come una magica lanterna in grado di dissipare le ombre, ed entrambi i ragazzi poterono ammirare quel blu intenso che separa il mare dal cielo.

- Se non fosse per quella sottile linea così scura - osservò Tenten, con una punta di commozione nella voce. - Sarebbe difficile dire dove cielo e mare si incontrano... Non è vero?
- Tenten - il cuore di Rock Lee era stretto dalla tristezza, tuttavia non intendeva assolutamente rovinare la felicità della compagna. - Vuoi... Vuoi che torniamo a riva? Forse è meglio che...
- Chi arriva ultimo, paga pegno!

Con uno scatto improvviso, Tenten si mise a correre verso il villaggio. Rock Lee rimase lì impalato ad osservarla, finché lei non si voltò a schernirlo con una smorfia.

- Andiamo, lumaca - urlò. - Che fine ha fatto la tua forza della giovinezza?
- Ehi, cosa vorresti dire ?!?

Punto sul vivo, il ragazzo si lanciò all'inseguimento. Tenten continuò a punzecchiarlo divertita, proprio come due vecchi amici che giocano senza alcun tipo di pensieri per la testa.

- Stavolta vinco io - esclamò lei, a pochi metri dal traguardo.
- Imbrogliona - osservò l'altro. - Aspetta solo che ti prenda e...

Giunta ai resti di un'imbarcazione semidistrutta, poco distante da una vecchia rimessa abbandonata, Tenten si fermò a riprendere fiato. Rock Lee arrivò pochi istanti dopo e non mancò di rimproverarle l'inganno.

- Non vale, hai barato!
- Oh no - replicò lei. - Sei tu che corri troppo piano, invece!
- Bugiarda che non sei altro, guarda che... Mmmhhh!

Senza alcun preavviso, Tenten stampò un grosso bacio sulle labbra di Rock Lee e lo abbracciò forte. Il giovane rimase completamente di sasso, rosso in volto come un peperone e incapace di proferire alcunché; da che la conosceva, non aveva mai visto Tenten sotto quella luce... E si stupì enormemente di non essersi mai accorto prima quanto in realtà fosse bella ed affascinante.

- Grazie - mormorò Tenten sottovoce.
- Pe... Per cosa? - domandò il ragazzo perplesso.
- Per avermi fatto rivivere questa sensazione - spiegò lei. - Erano anni che non la sentivo... Grazie di cuore, Rock Lee!
- Oh beh, fi... figurati - si affrettò a dire l'altro, massaggiandosi nervosamente la nuca.

Entrambi si misero a sedere, appoggiando la schiena contro il relitto carbonizzato, e lì rimasero ad ascoltare il rumore delle onde e il vento leggero, assieme al profumo del pesce e dei ricci marini che quest'ultimo portava con sé.

- Non potevo restare qui - sussurrò Tenten.
- Come?
- Niente, rispondevo alla tua domanda, non potevo restare al villaggio di Uminoseki... Per il semplice fatto che Uminoseki non esiste più: purtroppo la mia casa è stata distrutta quando ero piccola; un temporale ha spazzato via tutto e i fulmini hanno incenerito quello che c'era!
- E' terribile - osservò il ragazzo tristemente.
- Questa che vedi - proseguì Tenten, accostando la mano ai resti dell'imbarcazione alle sue spalle. - Era la barca di mio padre!

Rock Lee sbarrò gli occhi incredulo. Tenten si alzò in piedi ad accarezzare il legno carbonizzato, con un amaro sorriso dipinto sul volto. L'imbarcazione era sfasciata al centro e il poco legname rimasto era bruciato in più punti; sembrava incredibile persino che fosse rimasto qualcosa, dopo tutti quegli anni di abbandono; ma la cosa più straordinaria era che il nome della barca era ancora leggibile, sulla targhetta fissa a lato di prua... Tenten.

- Mio padre decise di chiamarla così, lo stesso giorno in cui sono nata - spiegò la kunoichi. - Una volta mi disse che, quando sarei diventata grande, sarei salita su questa barca a pescare con lui... Era la cosa che più desideravo allora: vedere il cielo e il mare all'orizzonte, e farmi coccolare dalle onde su questa piccola barca!
- Che cosa è successo, invece?

Tenten tacque un momento, prima di spiegare al compagno tutti i dettagli circa quella terribile notte. I lampi e fulmini avevano incendiato tutto il villaggio, e molte persone avevano perso la vita in modo atroce; lo stesso Ryoshi, il papà di Tenten, era stato colpito assieme alla barca mentre cercava di trascinarla nella rimessa... L'orribile scena si era svolta proprio davanti agli occhi di Tenten: la bambina non aveva potuto fare assolutamente nulla, se non osservare il proprio genitore morire e la barca andare in fiamme assieme a lui.

- Da allora il mio mondo è cambiato per sempre - sussurrò. - Sono diventata una kunoichi, e mi sono impegnata a fondo per raggiungere questo scopo; ma ciò che desideravo erano la mia casa, la mia famiglia e una barca... Una barca sì, la mia barca, una barca con cui attraversare il mare e vedere da vicino quel punto: il punto in cui cielo e mare si incontrano!

Rock Lee non aveva il coraggio di dire nulla ma le lacrime scesero ugualmente dai suoi occhi, calde e dolorose come le braci incandescenti di un fuoco acceso. Il desiderio più intimo e innocente di Tenten era quello di una vita semplice: non si era mai lamentata di ciò che il destino le aveva dato, ma ugualmente voleva provare quella piccola gioia, la stessa gioia che il destino le aveva invece negato.
I dolci ricordi d'infanzia della ragazza erano stati barbaramente distrutti: la morte di suo padre, la scomparsa del villaggio e la sua piccola barca... Nulla di tutto questo era rimasto per restituirle almeno in parte la serenità che aveva perduto. Oltretutto la sua vita stava volgendo al termine, con la consapevolezza ancora più triste che nemmeno quel piccolo innocente desiderio le era concesso, ovvero attraversare il mare a bordo della sua barca e raggiungere il punto dove cielo e mare si toccano.
Era ingiusto!
Sì, era tutto così dannatamente ingiusto, Tenten non meritava affatto tutto il male che le era capitato. Forse Rock Lee non aveva il potere di salvarla dal cancro che la stava lentamente uccidendo, ma lo stesso sentiva il bisogno di fare qualcosa per lei. Fu osservando quella barca, la barca ove erano riposti i sogni infranti e le speranze della sua sfortunata amica, che il giovane comprese ciò che doveva fare.

- Te lo prometto, Tenten - pensò lui, giurando solennemente. - La tua barca tornerà a viaggiare sulle onde... E tu realizzerai il tuo sogno, te lo prometto!

( continua col prossimo capitolo )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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