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Autore: telesette    28/01/2012    3 recensioni
Vittima di un cancro incurabile, Tenten chiede a Rock Lee di accompagnarla a rivedere i luoghi della sua infanzia. Qui lei racconta al compagno la sua storia e i ricordi scomparsi assieme alla barca semidistrutta che un tempo apparteneva a suo padre. Spinto dalla sua grande bontà e dai suoi sentimenti, Rock Lee farà dunque tutto il possibile per esaudire il desiderio più importante dell'amica...
Questa fanfiction è un regalo per l'autrice Lilith Noordaimon
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Rock Lee, Tenten
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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PREMESSA

Dedico questa fanfiction ad Angela, in occasione del suo compleanno, sperando che riesca a darle la stessa emozione che ho provato io nello scriverla. Oggi è un giorno speciale e non voglio certo rovinarlo con degli sproloqui, perciò mi limito semplicemente a salutare la mia amica ( rinnovandole i miei più sinceri auguri ) e passo subito alla storia dal titolo...

Tra cielo e mare

Nel momento in cui Sakura le diede la triste conferma dei suoi sospetti, Tenten si sentì come svuotata. Non aveva neppure la forza per reagire e comunque, anche se si fosse messa a piangere e ad urlare, a che sarebbe servito? Già da qualche tempo, da che i primi sintomi e dolori si facevano sempre più frequenti in lei, aveva cominciato a temere qualcosa... Ma i risultati delle analisi avevano rivelato la reale gravità della situazione.

- Purtroppo questi esami parlano chiaro - esclamò Sakura. - All'inizio non ci volevo credere, ho anzi sperato in un errore delle apparecchiature di risonanza, ma non è così purtroppo: la massa tumoràle si è estesa ad un livello praticamente inoperàbile; al livello attuale, non vi è alcun modo di intervenire chirurgicamente...
- Sakura - mormorò Tenten con un filo di voce. - Mi stai dicendo che si tratta di... un cancro!

La giovane kunoichi dai capelli rosa non ebbe il coraggio di rispondere, tuttavia annuì in silenzio con un cenno del capo e gli occhi socchiusi. Non era facile dire ad una persona che stava per morire, meno che mai ad un'amica. Tuttavia si trattava di una realtà che non era possibile né giusto nascondere: a Tenten non rimanevano altro che pochi mesi di vita, sei o sette al massimo, ed era tutto il tempo che aveva a disposizione per dire addio ai suoi sogni e agli affetti più cari.
Solo all'idea di sapere che tutto stava per finire, che nemmeno la volontà e la determinazione potevano sconfiggere il male che la stava divorando da dentro, di colpo sentiva addosso come una forte sensazione di impotenza. Era come se tutta la sua forza d'animo fosse improvvisamente scomparsa, succhiata dalla consapevolezza di non avere alcun futuro, e i giorni che scandivano un drammatico conto alla rovescia.

- Va bene - disse Tenten con voce atona, alzandosi dunque in piedi. - In fondo vivere o morire fa parte del destino di un ninja, giusto?
- Tenten, io...
- Tranquilla, Sakura, non è certo colpa tua: mi hai solo detto come stanno le cose ed è meglio così, credimi; preferisco saperlo adesso, piuttosto che vivere nell'illusione!
- Se solo fossi venuta da me prima, forse...
- Ormai è inutile piangerci sopra - tagliò corto Tenten. - Sia che lo accetto o meno, è così e non ci posso fare niente... Posso solo tenermi il tempo che mi resta!

Così dicendo, la ragazza uscì fuori dall'ambulatorio e si chiuse silenziosamente la porta dietro le spalle.

***

Il campo di allenamento, il luogo dove Tenten aveva trascorso l'infanzia e l'adolescenza, sembrava ancora più deserto e silenzioso adesso. Il maestro Gai e gli altri, terminati gli esercizi della giornata, erano già andati a casa da un pezzo. Tutto quello che lei poteva fare dunque era sedersi e aspettare il coricarsi del sole e la fine di un altro giorno.

- Un altro giorno - sussurrò.

Per riuscire a sopportare quella terribile verità, Tenten si era dovuta imporre di non dire niente a nessuno delle sue condizioni: voleva che i suoi ultimi giorni rimanessero come i più belli e importanti, soprattutto per tutti coloro che la conoscevano; non avrebbe sopportato altra tristezza, oltre a quella del proprio cuore altrimenti.
Essere una kunoichi, una Maestra d'Armi, diventare un giorno un ninja leggendario ( proprio come Tsunade-Sama )... Questi erano i sogni di Tenten, i sogni più belli e importanti della sua vita, eppure doveva rinunciarvi. Tutto ciò che aveva importanza per lei, tutte le speranze per il futuro, tutto era sparito per colpa di un destino avverso. Neppure il Quinto Hokage avrebbe potuto guarirla, nessuno era in grado di farlo, e comunque doveva fingere che tutto fosse uguale a sempre.

- Ehi, Tenten - esclamò la voce di Rock Lee alle sue spalle. - Vieni anche tu ad allenarti a quest'ora, vero?

La ragazza sollevò gli occhi ed incrociò lo sguardo allegro del suo compagno. Solamente lui o il maestro Gai potevano essere tanto pazzi da venire ad allenarsi dopo il tramonto ( a volte le veniva perfino da chiedersi se quei due si ricordavano di dormire! ), e solamente loro potevano essere sempre così pieni di vita ed energia.

- No, scusa - rispose lei. - Mi sono fermata solo per riposare, sono un po' stanca stasera...
- Maddài - la schernì l'altro. - Non sarà certo la stanchezza a fermare la giovinezza, andiamo vieni con me!
- Ehi, no aspetta, ti ho detto che non me la sento e...

Ignorando le sue proteste, il giovane la trascinò al centro del campo e solo allora Tenten si liberò con uno strattone.

- Insomma, mi ascolti quando parlo - strillò la kunoichi. - Ti ho già detto che non ho voglia di allenarmi, proprio non lo capisci quando non è giornata!
- Scusa - replicò il ragazzo, sbattendo gli occhi perplesso. - Di solito però sei sempre così allegra, che ti succede?

Tenten si rese conto che non era affatto il caso di dare troppe spiegazioni, soprattutto se intendeva fingere che tutto fosse assolutamente normale, cosicché si calmò immediatamente e si sforzò di apparire tranquilla come al solito.

- No, scusami tu - disse. - Non è stata una gran giornata oggi, ma non intendevo alzare la voce, mi dispiace...
- Ah, figurati - tagliò corto Rock Lee con un sorriso. - Facciamo così, allora: io inizio e, se ti viene voglia, puoi allenarti anche tu!
- D'accordo - assentì lei, sospirando rassegnata.

Quando Rock Lee si metteva in testa qualcosa, non c'era assolutamente verso di fargli cambiare idea. Era tanto cocciuto e testardo, quanto leale e determinato, ed era proprio questo che le piaceva di lui. Per quanto fosse un tantino fanatico a volte, Tenten lo ammirava molto; le piaceva soprattutto la sua grinta, il suo coraggio e la sua voglia di non arrendersi; era incredibile quanto impegno e dedizione ci metteva per superare i suoi limiti... E quanto avesse combattuto per sopravvivere a quel terribile scontro con Gaara della Sabbia.
Forse Rock Lee avrebbe potuto capirla, dal momento che aveva visto e sfiorato la morte tanto da vicino; probabilmente lui poteva capire quello che lei provava, sapendo che non le restava più molto da vivere; ma non era facile trovare le parole giuste, per mettere al corrente un amico di una cosa tanto tragica. Quanto a buonumore e allegria, Rock Lee era indubbiamente avanti a tutti nel Team Gai ( secondo solo al maestro Gai stesso ) ed era confortante vederlo così pieno di freschezza e frizzante vitalità. Tenten adorava quel suo carattere così spontaneo, anche se a volte le faceva perdere la pazienza, e tutto sommato gli voleva bene proprio per questo.
Improvvisamente però il sorriso della ragazza fu sostituito da una smorfia evidente di dolore. Negli ultimi tempi le cellule cancerògene avevano cominciato ad attaccare anche gli organi così, sottoforma di fitte lancinanti e dolorosissime, Tenten non poté fare a meno di accusare sempre più forti gli effetti del suo stato.

- Tenten, che cos'hai, non  ti senti bene?

Nel vederla crollare a terra in ginocchio, Rock Lee dimenticò subito le flessioni sui pollici e si preoccupò di assicurarsi che non le fosse successo niente di grave.

- No... Non ti preoccupare - provò a rispondere lei, nonostante il dolore insopportabile che le rendeva difficile perfino respirare. - Non è nulla, è solo...
- Tenten!

Prima che potesse finire la frase, la kunoichi perse completamente i sensi e si ritrovò sostenuta dalle forti braccia di Rock Lee. Quest'ultimo non perse tempo e, stringendola a sé, la portò subito all'ospedale.

***

Quando Sakura uscì nel corridoio, Rock Lee non poté fare a meno di manifestare tutta la sua preoccupazione per la compagna.

- Come sta - domandò a bruciapelo. - Non l'ho mai vista così, prima d'ora; che cosa le è successo per farla svenire in questo modo?

Sakura esitò. Era ovvio che Tenten non lo avesse detto a nessuno e lei non aveva certamente il diritto di farlo al posto suo. Tuttavia non era nemmeno giusto ingannare Rock Lee, dal momento che la verità l'avrebbe comunque appresa più avanti e nel modo più doloroso.

- Rock Lee - mormorò lei, evitando di guardarlo direttamente negli occhi. - Il problema è che Tenten non... Non è assolutamente in grado di fare sforzi, in questo momento!
- In effetti mi aveva detto che era stanca - si rimproverò il ragazzo, massaggiandosi la nuca. - Ma non può essere così grave, giusto? Voglio dire, si riprenderà, con un po' di riposo non...

L'espressione negli occhi di Sakura era fin troppo eloquente.

- Tenten non è stanca... e non si riprenderà con un po' di riposo!

Rock Lee non era affatto stupido e, per quanto sconvolto, comprese fin troppo bene il significato delle parole di Sakura. Era una cosa talmente orribile che non aveva neppure il coraggio di dirla ad alta voce: Tenten stava per morire... No, non poteva essere vero, doveva per forza trattarsi di uno sbaglio!

- Non è vero - mormorò il ragazzo, chinando lo sguardo e serrando i pugni all'altezza del volto. - Dimmi che non è vero, Sakura-Chan, dimmi che non è così... Dimmelo!

Come medico, Sakura aveva il dovere di non mentire sulla gravità di un paziente; ma come amica, non poteva certo restare indifferente. Tenten e Rock Lee non erano estranei, e proprio per via degli ovvi legami di amicizia una simile realtà era ancora più difficile e dolorosa. Calde lacrime sgorgarono lungo il volto di Rock Lee, lacrime di rabbia e dolore, e per la prima volta quest'ultimo si rese conto che non c'era volontà capace di mettersi contro la morte. Proprio lui, che pure avrebbe sacrificato la propria vita pur di salvare quella di Tenten o di chiunque altro, non poteva fare altro che accettare di essere del tutto impotente in quella situazione.
Proprio in quel momento, Tenten uscì fuori dall'ambulatorio.

- Per il momento la situazione è stabile - spiegò Sakura, rivolgendosi all'amica. - Non c'è motivo di trattenerti in ospedale: ti ho prescritto dei farmaci, nel caso dovessi risentire di un attacco violento come quello di oggi, ma è inutile nascondere che da qui in poi sarà sempre peggio...
- Lo so - tagliò corto Tenten, stanca di sentirselo ripetere. - Posso andare a casa, adesso?
- Ma certo - rispose l'amica tristemente.
- Tenten, aspetta - esclamò subito Rock Lee, facendosi serio in volto e sollevando lo sguardo. - Ti accompagno!

Una volta fuori dell'ospedale, i due ragazzi non dissero una parola per diversi minuti. Quello che Tenten più temeva era successo: ora Rock Lee sapeva delle sue condizioni, e ciò significava che anche Neji e il maestro Gai ne sarebbero venuti a conoscenza; d'altronde era logico, non poteva pretendere di nascondere una simile cosa ai suoi amici più cari; eppure allo stesso tempo avrebbe desiderato che l'amico dimenticasse quanto aveva scoperto, per non renderle tutto ancora più difficile.

- Ti prego - cominciò. - Non dire niente al maestro e a Neji, non ancora almeno...
- Non l'avrei fatto comunque, anche se tu non me lo avessi chiesto!

Tenten si voltò a guardarlo con un'espressione interrogativa. Rock Lee era estremamente serio, proprio come quando era concentrato negli allenamenti o in combattimento, ma allo stesso tempo i suoi occhi esprimevano affetto ed una profonda tristezza. Solo ora Tenten si rendeva conto di che persona straordinaria fosse in realtà il suo amico: non era solo un fanatico delle arti marziali e delle sfide ai limiti dell'impossibile; era un ragazzo gentile e generoso, con una sensibilità fuori del comune e un senso assoluto dell'amicizia; nei suoi occhi sormontati dalle folte sopracciglia, Tenten poteva vedere chiaramente il vero aspetto di Rock Lee... e non poteva negare di esserne piacevolmente colpita.

- Rock Lee, credimi - proseguì lei. - Se ciò servisse a farmi stare meglio, non esiterei un attimo a piangere e a tirare fuori tutto quello che ho dentro... Ma non è così, purtroppo! Non ho molto tempo da vivere, e quel poco che mi resta vorrei trascorrerlo assieme a voi nel miglior modo possibile, capisci ?

Il ragazzo annuì.

- Se è questo quello che vuoi, d'accordo - la tranquillizzò. - Sei mia amica, ti voglio bene, non farei mai qualcosa per vederti soffrire!
- Ti ringrazio - fece Tenten con un sorriso. - Anch'io ti voglio molto bene, e mi dispiace che tu abbia dovuto saperlo così ma...

Un improvviso e violento attacco di tosse costrinse Tenten a fermarsi e ad appoggiare la mano contro un albero lungo la strada. Rock Lee provò ad avvicinarsi ma lei gli fece cenno di lasciar stare.

- Non è niente - spiegò. - E' già passato!
- Tenten, io...
- Rock Lee, te la sentiresti di fare una cosa per me?
- Certo - rispose subito il ragazzo, senza esitare. - Qualunque cosa!
- So che è molto tardi ma... Se tu volessi accompagnarmi laggiù, mi piacerebbe tanto rivedere il mare!

( continua col prossimo capitolo )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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