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Autore: Moira__03    28/01/2012    4 recensioni
«Credo dovremmo parlarne meglio con lui, tesoro. D’altronde ha soltanto sette anni!» continuò la donna, sin troppo pensierosa.
«Accidenti, Bulma. Se la caverà! La sua vita non può essere più facile di come lo è già» disse il sayan, indirizzando la sua mente a vecchi ricordi riguardanti la sua infanzia, pensando e agendo tramite essi. Suo figlio aveva già tutto che lo rendesse felice e senza problemi, e quella donna non poteva viziarlo di quella maniera.
«L’allenamento mentale e fisico, non farà altro che giovarlo» concluse saggiamente l’uomo.

In questa nuova fic vorrei provare a descrivere situazioni inappropriate e decisamente fuori luogo per i sayan. La trama principale, su cui mi sono cimentata è principalemente l'interazione dei sayan con i terrestri, e ho voluto affidare questo compito ai due piccoli Goten e Trunks, ma non manca la presenza della loro famiglia, specie quella di Bulma e Vegeta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goten, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era già stato tutto deciso.
Nonostante i due coniugi avessero abbondantemente distrutto la tranquillità che vigeva nella loro casa, a causa delle profonde controversie da parte di entrambi, erano riusciti a giungere un accordo.
Bulma, tanto tempo addietro, si era ostinata nel voler tentare di portare avanti una vita quanto più possibile tranquilla con quel sayan burbero, che nonostante la sua crudeltà e la sua prepotenza, si ritrovava ad amare pericolosamente.
Si era programmata la sua vita sin dai tempi della sua giovinezza ingenua, tanto che, spinta dalla bramosia di avere una vita perfetta, che seguisse più le vie dettate dalla sua mente anziché del suo cuore, aveva deciso di concretizzare quel suo pensiero caparbio grazie al suo ingegno. Così, dopo essersi faticosamente adoperata per costruire un marchingegno incredibile, iniziò la ricerca delle sfere del drago al quale avrebbe chiesto uno stupendo fidanzato, degno di lei.
Aveva sempre desiderato sposare un uomo tanto ricco quanto bello, dopotutto, il suo giustificato narcisismo, non poteva far altro che indurla a desiderare il meglio esistente su quel pianeta.
La sua innata determinazione era divenuta talmente abissale e cocciuta tanto che era riuscita ad ottemperare a molto di più di quella richiesta instaurata nella sua indole.
La conquista di un principe andava ben oltre ogni sua aspettativa, e questo bastava a gratificarla.
Il curriculum di Vegeta era noto in quasi tutte le galassie presenti nell’universo, ma Bulma era riuscita a scavare ed addentrarsi nel più profondo del suo animo nero per scorgere un minimo barlume di bontà; e ci era riuscita.
Ma così come non era stato facile instradare quel sayan verso la strada quanto più possibile vicino alle prospettive di sensibilità limitate dal suo orgoglio bruciante, così non era stato facile condurre insieme a lui una vita da normale terrestre.
Ed ora, chi ne risentiva, era proprio Trunks.
Le tenebre più oscure e paurose concretizzati in quegli occhi così accigliati, sarebbero state davvero tremendamente uguali a quelle di suo padre se non ci fosse stato lo zampino dell’azzurro a spezzare quell’armonia buia.
E così come erano i suoi occhi, era il suo animo: era un bambino ingegnoso e abbastanza pacato, ma aveva un incredibile forza fisica e morale, e a contornare il tutto c’era quell’atmosfera tetra insidiata nei suoi occhi.
E forse era per questo che, quando i suoi genitori gli avevano proposto di scegliere tra l’alternativa di condurre una vita da normale terrestre, quindi andando a scuola come tutti gli altri bambini della sua età, oppure di imparare e migliorare l’arte del combattimento, affinché divenisse un degno erede, lui non aveva saputo scegliere. Non voleva deludere nessuno dei due cari.
Quindi, faticosamente, avevano deciso loro per lui: sarebbe andato a scuola, ma il pomeriggio avrebbe dedicato il suo tempo a combattere e migliorarsi.
«Inizierà gli allenamenti solo dopo che avrà almeno svolto i compiti più importanti» si impuntò Bulma, tentando di sopraffare la convinzione del suo principe.
«Non se ne parla donna! Ho già acconsentito a far sprecare il tempo di Trunks, facendolo andare in quell’inutile posto terrestre per tutta la mattinata! Il pomeriggio è mio!» ringhiò Vegeta, immobile nelle sue idee. Per quanto poteva parir strano, Vegeta credeva molto nelle capacità del figlio, e avrebbe voluto davvero che diventasse un erede degno di portare il titolo di principe. Dopotutto aveva già constatato l’incredibile potenza di quel suo primogenito, su quel ragazzo venuto dal futuro; ma non gli era bastato: lui doveva divenire ancor più forte.
«Vegeta non servirebbe a niente andare a scuola se Trunks non dedicasse almeno un’oretta allo studio! Non ti chiedo tanto, ma almeno un’oretta!» imprecò la donna, realizzando che le barriere difensive del principe, propense alla comprensione, erano del tutto inespugnabili.
«Bulma non voglio più discuterne. L’erede del principe non può permettersi certe distrazioni terrestri e insulse, chiaro?» inveì.
«Senti chi parla!» disse Bulma, assumendo la sua solita posizione sicura, portandosi le mani sui fianchi e corrucciando lo sguardo, tipico di quando sta per confermare la sua ragione circa qualcosa «Se non sbaglio, lo spietato principe Vegeta non ha esitato quando gli è stato proposto di vivere in una casa terrestre, e non ha affatto respinto una donna inerme e assolutamente debole quando questa ha tentato di sedurlo! Non si è fatto alcuno scrupolo quando ha deciso di sprecare parte del tempo dedicato agli allenamenti, per poter passare momenti indimenticabili con la propria donna! E non..»
«Dannazione donnaccia!» intervenne Vegeta, colpito nel più profondo del suo orgoglio data la maledetta ragione che aveva quella donna «Gli concederò mezz’ora. Non di più. Dopodiché dovrà allenarsi» concluse Vegeta al fine di zittirla una volta per tutte.
Come di rimando, Bulma gli si avvicinò e gli stampò un bacio sulla guancia, cingendogli il prosperoso e muscoloso collo con le sue esili braccia, facendolo arrossire visibilmente.
«Grazie! Sei davvero un tesoro!» esclamò la donna, soddisfatta della misera bontà che iniziava a scorgersi in quel principe spietato, nei suoi riguardi.
“Questa donna è davvero insopportabile” pensò l’uomo, tentando di convincere soprattutto se stesso che quell’ ”insopportabile” avesse un altro significato, e che si avvicinava brutalmente a sentimenti da sempre a lui ignari.
Bulma era rimasta abbracciata al suo uomo.
Quando raramente si lasciava andare a quelle piccole smancerie e il principe non si opponeva, ne approfittava per poter restare in quella condizione il più a lungo possibile. E sapeva che infondo anche Vegeta aveva bisogno di quei piccoli contatti.
Lui, più di tutti, aveva bisogno di amore.
Il principe, come quando avveniva di rado, accennò un abbraccio di ricambio, portando il suo possente braccio delicatamente sui fianchi della donna, senza mostrare all’esterno palesemente il significato del suo gesto. Questo era concesso solo alla sua donna.
A spezzare quel silenzio fu Bulma, destata da un pensiero che si era venuto a creare sin dall’inizio della loro discussione.
«Credi che Trunks risentirà di tutta questa oppressione che gli stiamo addossando?» disse la donna, seriamente preoccupata della salute psico-fisica del suo bambino.
«Tsk. Non dire stupidaggini» proferì Vegeta «è pur sempre mio figlio! Nel suo sangue, oltre a scorrere insulso sangue terrestre, scorre anche quello dei valorosi sayan, Bulma. Non dimenticarlo!» disse il principe elogiando impercettibilmente suo figlio, seppur con un tono d’ironia e accennando un sorrisetto divertito «L’allenamento mentale e fisico, non farà altro che giovarlo» concluse saggiamente l’uomo.
«Non credi che debba anche divertirsi un po’ ?»
«Gli allenamenti sono il suo divertimento» rispose con così tanta sicurezza.
Bulma, invece, preferì immergersi nei suoi problemi da madre, dopo aver sospirato ampiamente. Sapeva bene che suo figlio aveva ereditato una forza morale incredibile dal padre, ma non voleva assolutamente che riportasse in lui ricordi di un’infanzia dediti solo alla lotta.
Desiderava ardentemente che suo figlio vivesse anche come un normale terrestre. Dopotutto era solo un bambino di sette anni.
Però Bulma sapeva bene che era inevitabile notare l’incredibile stima che Trunks aveva nei confronti del padre, e non si poteva non scorgere quella luce nei suoi occhi, data dalla voglia di combattere che aveva, e di divenire forte come lui.
Dopotutto era vero: nel suo sangue scorreva il sangue di un sayan. Per la precisione, del principe dei sayan. E questo bastava a giustificare quella sua determinazione.
«Credo dovremmo parlarne meglio con lui, tesoro. D’altronde ha soltanto sette anni!» continuò la donna, sin troppo pensierosa.
«Accidenti, Bulma. Se la caverà! La sua vita non può essere più facile di come lo è già» disse il sayan, indirizzando la sua mente a vecchi ricordi riguardanti la sua infanzia, pensando e agendo tramite essi. Suo figlio aveva già tutto che lo rendesse felice e senza problemi, e quella donna non poteva viziarlo di quella maniera.
Bulma alzò il viso, tanto quanto bastava per raggiungere le sue tenebrose iridi che sempre aveva cercato e che da sempre aveva tentato di oltrepassare.
Vegeta, senza sforzarsi di muovere il capo verso quegli occhi, si limitò a direzionare verso di lei solo i suoi occhi.
Non era necessario alcun tipo di parola per capire i sentimenti celati dietro quell’oceano sconfinato che adornava il viso della sua terrestre.
«Uff… e va bene donna. Parlerò io con Trunks, a costo che la smetti di tormentarmi» aggiunse, per cercare inutilmente di non far trasparire quello sgomento che provava nel vederla così massacrata da pensieri torturanti.
«Sei davvero un amore, Vegeta» esclamò,facendo chiaramente arrossire il sayan dopo che si strinse ancor di più a lui, catapultandosi sulle sue labbra.
 
 
 
 
«Non voglio perdere così tanto tempo sui libri come faceva Gohan!» proferì Trunks, fermo nella sua posizione e fissando suo padre con occhi corrucciati, sin troppo simile ai suoi.
«Non sono affari che mi riguardano ciò che tu vuoi fare» disse il sayan, cercando di sopraffare il suo sguardo a quello indistruttibile di suo figlio. Era difficile sancire chi dei due incutesse più terrore. Forse Vegeta; ma solo per l’ostile colore scuro.
«Studierai per mezz’ora. Dopodiché potrai allenarti con me nella Gravity Room» propose l’uomo, sicuro che quella era la vera gioia di suo figlio.
Infatti Trunks non rinunciò a dar sfogo a quei suoi sentimenti. Aprì lo sguardo, bruciando completamente la tenebrosità dal suo viso, dimostrando, ora, un carattere che più si avvicinava al normale… al terrestre.
«Wow papà davvero?» enfatizzò «Non vedo l’ora di potermi confrontare con te! Sono già sicuro di riuscire a batterti!» sfidò il figlio, svelando quell’orgoglio che aveva riguardo le sue grandi potenzialità.
Vegeta non fece altro che chiudere gli occhi e disegnare sul suo volto un lieve sorriso, consapevole di quanto quel moccioso gli somigliasse.
«Possiamo iniziarli già oggi gli allenamenti, papà?» continuò imperterrito Trunks, sin troppo contento dell’idea di potersi finalmente allenare con lui, anziché con il fratello di Gohan; Goten.
«Sai Goten è ancora piccolo, e io devo sempre trattenermi ogni volta che combatto con lui»
«Oggi non ho tempo Trunks. Quando inizierai ad andare in quell’insulso luogo terrestre potrai allenarti con il sottoscritto» finì il principe, non nascondendo al figlio che per quanto riguardava la scuola, era stato definitivamente manipolato da sua madre, dati gli aggettivi con cui l’aveva descritta. Trunks, seppur con un velo di sconforto, serbava in se tanta felicità, data da quella semplice discussione intrattenuta con il suo intrattabile padre.
Così, dopo che Vegeta si congedò senza più dargli troppe attenzioni, Trunks corse verso sua madre, ad informarla che sarebbe andato da Goten per poter giocare un po’. E la madre non era proprio a conoscenza che i loro divertimenti consistevano nel proclamare il vincitore dopo duri combattimenti, svolti senza troppe premure. Era convinta che Chichi non avrebbe mai fatto intraprendere quella strada al suo secondogenito, specialmente ora che Goku non c’era più. Ma questa volta si sbagliava di grosso.
Dopotutto anche nel sangue di Goten scorreva sangue sayan, ed era incredibile di come lui potesse essere tanto diverso da Gohan: lui era la fotocopia del suo sconosciuto padre, sia fisicamente che caratterialmente. La sua semplicità e la sua ingenuità bastavano a far divenire di quel bimbo, il clone del sayan di pura razza.
Anche durante i combattimenti, nonostante fosse così piccolo, non si limitava ad usare parzialmente la sua potenza. Sprigionava, insieme a Trunks, un’aura incredibilmente potente, e i loro combattimenti avvenivano al 100% della loro forza, senza badare tanto al dolore che provavano ad ogni colpo subito.
 
In un batter di ciglia Trunks arrivò sul monte Paoz, laddove si poteva scorgere quella minuscola casetta inconfrontabile con la sua.
Goten, percependo l’aura conosciuta del suo più caro amico, uscì di casa prima ancora che Trunks atterrasse.
«Ciao Trunks!» esclamò Goten, sbracciandosi verso il suo compagno.
«Ehilà Goten!» ricambiò il piccolo principino, atterrando prontamente.
«Accidenti sei arrivato davvero in fretta» disse il piccolo, meravigliandosi della velocità di Trunks.
«Eh già, ero impaziente di darti una notizia eclatante!» disse, facendo una piccola pausa per aumentare la suspance.
Goten, imitando involontariamente gli atteggiamenti del padre, aprì gli occhi impaziente e strinse i pugni, piegando lievemente le braccia. Era protratto completamente in avanti, curioso della notizia.
«Sai, mia madre vuole che inizi la scuola» proferì, assumendo paurosamente gli atteggiamenti di Vegeta, dati gli occhi chiusi, le braccia incrociate e il sorrisetto malizioso stampato sul suo viso.
«Ma non è questa la bella notizia, per quanto mi riguarda, andare a scuola è una seccatura. Ciò che volevo dirti è che mi allenerò direttamente con mio padre! Il principe dei sayan!» enfatizzò Trunks, fiero del titolo attribuito a suo padre.
«Davvero Vegeta ha acconsentito a farti allenare con lui?» chiese incredulo Goten, conscio che non era facile poter interagire con quel sayan.
«Si si!» disse, annuendo anche con la testa al fine di marcare maggiormente quell’affermazione.
«Wow è fantasticooo!» gioì sinceramente il piccolo Goten «così diventerai molto più forte di me, non è valido» si accigliò lievemente «vorrà dire che mi farò allenare dal mio fratellone!» si indispettì, prendendo in esempio quella figura che lui considerava paterna, data l’assenza di quel genitore scomparso per salvare la vita a tutti loro.
«D’accordo! Poi così potremmo sfidarci ad armi pari» disse il figlio del principe, avvicinandosi al suo amico, ed entusiasta di poter finalmente diventare ancor più forte di quanto già lo fosse.
«Dimmi un po’ Trunks» parlò Goten, esitante e curioso «Sei davvero così sicuro di voler andare a scuola? Credi che ti troverai bene?»
«A dire la verità non ne ho idea. In quell’istituto sono tutti così deboli, credo non riuscirò a divertirmi con nessuno così come mi diverto con te»
«Già. Mi ha detto il mio fratellone che io e te siamo per metà sayan, per questo siamo così forti» disse senza dar molto peso a quelle parole, cose che già Trunks conosceva «per questo mi ha detto che se un giorno incontreremo un normale terrestre dobbiamo per forza nascondere i nostri poteri. Pensa che sono così deboli che si spaventerebbero anche di due bambini» rise fragorosamente, con una conseguente risata anche del suo caro amico.
«Eh già! Questi terrestri sono davvero di infimo livello» disse, imitando le parole pronunciate per anni dal padre «ehi mi è venuta un’idea!» disse Trunks entusiasmato, avvicinandosi a Goten.
«Che ne diresti se venissi anche tu a scuola con me? Potremmo divertirci se siamo insieme!» propose, aumentando maggiormente la sua felicità a quell’idea.
«Wow! Si mi piacerebbe venire a scuola se ci sei tu con me! Devo chiederlo a mamma!» disse, semplificando la situazione.
«Allora è fatta! Se tua madre acconsentirà potremmo andarci insieme! I due piccoli sayan all’avventura!» concluse Trunks, suscitando una spontanea ed ingenua risata in entrambi.
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti :D eccomi nuovamente qui con questa nuova fic. Non so a cosa mi sono ispirata, mi è nata l’idea tutt’un tratto xD ma a dire il vero mi è sempre piaciuto riportare le figure dei sayan in scene e situazioni prettamente da terrestri. Amo fare questa distinzione e vorrei provare con i due piccoli sayan :D spero l’idea vi sia piaciuta. Accetto qualsiasi forma di consiglio, ad esempio anche il linguaggio dei due piccoli sayan: non sapevo se essere precisa nel parlare e non volevo essere troppo formale, proviamo così e vediamo come va :D un bacione a tutti ^^
 
   
 
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