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Autore: Lemon    28/01/2012    6 recensioni
Tutto era al suo posto, nella camera regnava l'ordine. Ma per quanto quella stanza fosse pulita, Paul vedeva John rannicchiato sul letto e il cuore gli duoleva così forte che avrebbe voluto piangere. Non poteva farlo, non poteva piangere. Non era arrivato fino a lì per frignare e peggiorare la situazione.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: LemonDan.
Titolo: 15 July.
Avvertimenti: Raccolta, missing moments, slash.
Genere: Fluff, malinconico, slice of life.

Rating: Giallo/Arancione (Da decidere)
Riassunto: Tutto era al suo posto, nella camera regnava l'ordine. Ma per quanto quella stanza fosse pulita, Paul vedeva John rannicchiato sul letto e il cuore gli duoleva così forte che avrebbe voluto piangere. Non poteva farlo, non poteva piangere. Non era arrivato fino a lì per frignare e peggiorare la situazione. 
Note dell'autrice: Pensavate che ero morta e invece no, sono tornata a rompere i coglioni con le mie slash 

1958.
 
-John, John!- McCartney bussò con forza alla porta della camera di John. -John, aprimi, sono io, Paul!- Esclamò esasperato, continuando a battere il pugno contro la porta di legno. Sospirò rumorosamente e si lasciò scivolare contro la porta, mordendosi il labbro. Non sapeva che fare, lui, James Paul McCartney, il figlio modello che ogni famiglia avrebbe voluto, con ottime doti artistiche, intellettuali e sportive. Si prese il viso tra le mani, era confuso, non sapeva cosa dire e cosa fare, in quel momento John aveva bisogno di lui, s'era diretto a casa sua con le idee chiare, sapeva esattamente cosa dirgli, s'era preparato un discorso, anche lui  c'era passato in quel momento. Poggiò la testa contro il legno, sbuffando e rimanendo per qualche minuto in silenzio, ad ascoltare i suoni della casa di zia Mimi, che al momento non c'era. "Povera donna" Pensò McCartney, scuotendo la testa. "Prima George e adesso, proprio quando la stava conoscendo meglio ed aveva instaurato un buon rapporto con lei, anche Julia se n'era andata" Continuò, immerso nei suoi pensieri e non sentì John che si avvicinava alla porta. Rischiò di cadere a terra quando Lennon spalancò la porta, Paul di girò di scatto e lo guardò dal basso, con gli occhi appena sbarrati. -Beh, che ci fai qui?- Sibilò l'amico con voce ferma, Paul fece per parlare ma si zittì, continuando a guardarlo, le parole gli morivano in gola.
Lennon lo superò e si diresse in bagno a lavarsi il viso, mentre il minore era ancora a terra a fissare il vuoto. Doveva fare qualcosa per John, voleva fare qualcosa per John, vedere così il leader del suo gruppo, quel Teddy boy disonesto e duro che faceva battutine sporche e rideva per ogni minima cosa, adesso era ridotto ad uno straccio. 
Quando lo vide tornare indietro sussultò, alzandosi. John aveva il viso coperto dall'asciugamano che si stava strofinando contro il viso, passò davanti a Paul e fece per chiudere la porta, che ovviamente il minore bloccò con il piede, mordendosi il labbro.
-John- Sussurrò ancora con voce spezzata, cercando di farlo ragionare ed entrando nella sua camera. Tutto era al suo posto, nella camera regnava l'ordine. Ma per quanto quella stanza fosse pulita, Paul vedeva John rannicchiato sul letto e il cuore gli duoleva così forte che avrebbe voluto piangere. Non poteva farlo, non poteva piangere. Non era arrivato fino a lì per frignare e peggiorare la situazione. 
Fece un gran respiro e prese coraggio, si sedette sul bordo del letto ed allungò la mano verso John. -Vattene- Venne interrotto dall'amico e ritrasse la mano, sobbalzando appena. -No- Mugolò, mordendosi il labbro e scuotendo la testa. -Non me ne vado- Ripetè con più sicurezza il piccolo. Lennon non rispose, si limitò a chidersi maggiormente a sè, nel suo mondo fantastico.
Nel suo mondo dove sua madre era ancora viva, nel suo mondo dove Julia gli accarezzava i capelli, nel suo mondo dove Julia gli preparava dei dolcetti, nel suo mondo dove Julia gli imparava a suonare il banjo. Momenti felici, attimi di vita quotidiana che a John erano sempre mancati, attimi di vita quotidiana che, a sua insaputa, Paul avrebbe potuto donargli.
McCartney allungò nuovamente la mano e gli accarezzò lentamente i capelli, questa volta non fu interrotto. Sorrise appena e si chinò, inginocchiandosi per terra davanti a lui e continuando a passargli la mano tra i capelli per qualche minuto, incantato. -John- Sussurrò il minore, cercando un contatto con i suoi occhi color nocciola. -Sei il mio migliore amico- Continuò, sbattendò più volte le palpebre. -... e non c'è nulla di male se condividi il tuo dolore con me, anzi, ti sentirai anche meglio.- 
Lennon spostò una mano, intravedendo il viso preoccupato dell'amico che cercava in tutti i modi di farlo sentire meglio. Intravide anche i suoi occhi verde e bosco e pensò che non erano tanto diversi da quelli della sua Julia. Pensò che alla fine avrebbe sempre avuto quel ragazzino affianco, pensò che un sacco di cose. Pensieri fluttuanti che gli riempirono il cervello, mandandolo in confusione.
-Rimani con me per sempre?- Mormorò John con le labbra dischiuse.
   
 
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