Valerie:


Zayn appoggiò le chiavi di casa sul mobiletto all'ingresso e si tolse il giubbotto che indossava.
Alzai lo sguardo verso la finestra e notai che qualche goccia di pioggia iniziava a scendere lentamente.
Vivevo con il mio migliore amico da circa otto mesi; di solito quando pioveva stavamo seduti sul divano a guardare un film.
Sorrisi al pensiero di stare tra le sue braccia per due ore, sotto una coperta, con la guancia appoggiata sul suo petto.
"Che film guardiamo?" mi aveva letto nel pensiero.
"Scegli tu" sorrisi buttandomi sul divano mentre si avvicinava al lettore dvd e infilava un disco.
"La Rafle" sussurrò sorridendo mentre le prime immagini in bianco e nero scorrevano veloci sulla tv a schermo piatto.
"Che tristezza, dio mio" ero ebrea, e quel film non mi faceva stare certo bene.
Appoggiai la testa sul suo petto, come sempre, e chiusi gli occhi, ascoltando le voci dei bambini.


Harry:


"Scarlett, che cazzo stai comprando?" ero alla cassa da più di mezz'ora. "Scarlett!" urlai impaziente.
Uscì dal reparto dei gelati con le braccia stracariche di schifezze e dolci che non mi avrebbe fatto toccare.
"Eccomi" sbuffò appoggiando le ultime cose e calciando il cestino giallo sotto la cassa, vicino agli altri, con un calcio.
"Ma quanto ci hai messo?" mi scostai da una signora che mi spingeva da dietro e passai oltre la cassa, pronto a insacchettare tutto.
"Scopati qualcuna e non rompermi i coglioni" bisbigliò infilando a fatica una bottiglia di latte nel sacchetto.
La cassiera le lanciò un'occhiataccia.
"Ti stanno guardando tutti" sussurrai mentre scendevano la scala mobile in direzione del garage.
"Stai dicendo che non dovrebbero farlo? Sono davvero così brutta?" alzò un sopracciglio.
Gli occhi verdi mi fissavano impazienti, mentre le labbra rosee si avvicinavano alle mie.


Louis:


"Emma, scendi" urlai alla mia ragazza mentre mi allacciavo le scarpe. "Emma? Sei in bagno da più di mezz'ora, che cazzo stai...?" sbarrai gli occhi non appena aprì la porta bianca che mi separava da lei.
"Che fai?" domandai con impazienza.
"Niente" si tamponò le braccia con l'asciugamano verde di fianco al lavandino e si infilò qualcosa in tasta, prima di avvicinarsi a me e stamparmi un bacio sulle labbra. "Assolutamente niente"
"Non credo" la seguii per il corridoio, finchè mi chiuse la porta della sua stanza in faccia.
"Mi vesto, dammi cinque minuti!" urlò mentre si metteva chissà quale maglia.
"Ti aspetto giù" gridai di risposta, scendendo le scale.


Liam:

"Capito, Harry?" accesi il pc e incrociai le gambe sul divano, mentre dal telefono, in vivavoce, appoggiato sul tavolo fuoriusciva la calda voce di uno dei miei migliori amici.
"Non ho capito niente" mi rispose dopo qualche istante.
 "Come no?"
"Dammi, rincoglionito" una voce si sovrappose alla sua; era femminile. "Pronto?"
"Scar" sbuffai, ma sorridendo. "A cosa devo l'onore?"
"Quell'ameba ritardata del tuo amico non sa nemmeno come risolversi i suoi problemi, come potrebbe risolvere i tuoi?" rise.
Sentii i commenti di disapprovazione di Harry in sottofondo.
"Dimmi tutto, Liam" il tono si era addolcito.