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Autore: callas d snape    28/01/2012    6 recensioni
"Eravamo giovani e tremendamente orgogliosi: tu troppo testardo per ammettere che stavi facendo le scelte sbagliate, io troppo fiera per accettare il tuo pentimento tardivo. Pensavamo di riuscire a sopravvivere ugualmente,soprattutto io, ma la lontananza stava uccidendo entrambi. Ci siamo fatti male a vicenda... la memoria porta ancora il segno della nostra sofferenza."
Una fanfiction sulla mia coppia preferita Lily/Severus. una storia su come sarebbero potute andare le cose se Lily avesse saputo perdonare e se Severus avesse avuto il coraggio di cambiare. La mia prima fanfiction su Harry Potter e la prima che ho il coraggio di pubblicare.
AGGIORNAMENTI MOLTO LENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 4
Portare il corpo di Severus Piton dal settimo piano all’infermeria fu l’impresa più ardua che Mary avesse mai affrontato: perché nonostante sembrasse magro, il mago pesava comunque almeno 15 kili in più della strega. In più Severus, essendo conciato molto male, si appoggiava a peso morto sulla sua soccorritrice che più di una volta fu sul punto di ruzzolare giù per le scale.
 
Ci impiegarono circa mezz’ora ad arrivare in infermeria. Quando Madama Chips li vidi arrancare nell’atrio del suo “regno” uno ridotto peggio dell’altra, ebbe quasi un infarto prima di liberare Mary dal peso di Severus; quest’ultima, appena fu alleggerita dal corpo del compagno, si lasciò cadere sfinita sulla prima sedia che trovò.
Dopo averla lasciata riposare per qualche minuto mentre lei si occupava di Piton, alla fine Madama Chips iniziò l’interrogatorio. L’infermiera cominciò a tartassarla sul perché il suo compagno era ridotto così male. Mary maledì mentalmente Piton, che aveva avuto la brillante idea di perdere i sensi proprio in quel momento lasciandola in balia dell’anziana medi-maga che stava diventando sempre più blu, visto che tra una domanda e l’altra non prendeva nemmeno un respiro! Fortunatamente la Grifondoro non si lasciò impressionare: le spiegò che Severus era caduto dalle scale del settimo piano per almeno due rampe e che lei, mentre andava in biblioteca, lo aveva trovato e soccorso. La bugia che lei e il ragazzo steso due letti più avanti avevano arrangiato durante il loro faticoso tragitto sembrò convincere abbastanza la sua interlocutrice, che, dopo averla squadrata da capo a piedi, la mandò a riposare.
 
Mary entrò nella Sala Comune della torre Grifondoro pochi minuti dopo. La saletta era semi deserta, ma le poche persone che erano presenti la guardarono con una faccia meravigliata. Salì nel suo dormitorio e si chiuse nel bagno per darsi una rinfrescata. Guardandosi nello specchio, si fece paura da sola: aveva i capelli tutti in disordine, i vestiti sgualciti e con qualche macchia di sangue e una faccia stanca e stravolta. Aprì il getto d’acqua per riempire la vasca da bagno, si svestì e vi si immerse, sperando che il bagnoschiuma al cocco lavasse via tutto quello che era successo.
Uscì solo quando il freddo dell’acqua divenne insopportabile. Si accoccolò dentro il suo morbido accappatoio di spugna verde e iniziò a tamponare i lunghi capelli con un asciugamano bianco. Tornò nella camera per prendere la biancheria intima. Non si aspettava di trova qualcuno che l’attendeva.
Si accorse della presenza di Lily solo quando questa la salutò facendola sobbalzare. Il tono della voce era freddo e prometteva tempesta.
“Cavolo, Lils, mi hai fatto spaventare!” Il tono baldanzoso di Mary non riuscì a smorzare la tensione.
“Dove sei stata? C’era lezione questo pomeriggio. E non sei neanche venuta a pranzo!” La rossa aveva saltato i preamboli ed era subito arrivata alla questione che le premeva di più. Mary rimase un attimo spiazzata, ma riprese subito la sua fermezza: “Non avevo proprio voglia di stare un’ora chiusa in classe a sentire Ruf che parla di qualche guerra tra maghi e giganti o roba simile. Sono rimasta qui a riposarmi e…”
“Smettila di raccontar balle!” Entrambe le ragazze rimasero stupite dall’intraprendenza di Lily che riprese subito la parola: “Pensi che io sia stupida? Vi ho visti, tu e Severus, abbracciati nei corridoi del settimo piano! E io che mi preoccupavo che la mia amicizia con James ti ferisse. Da quanto va avanti questa storia?” Mary non credeva alle sue orecchie: Lily non solo li aveva visti, ma aveva frainteso totalmente il suo ‘abbraccio’ con Severus e cercò di spiegarglielo: “Cosa stai dicendo? Hai frainteso! Io e Severus non stiamo insieme!”
“Basta! Sono stanca di sentire tutte queste bugie! Non mi interessa con chi te la fai, non più ormai... Noi due abbiamo chiuso!”
Dicendo così, la rossa si alzò dal letto e si diresse verso l’uscita della camera, ma prima di varcarla aggiunse senza voltarsi : “Tanto perché tu lo sappia, ho deciso di dare una possibilità a James. Sabato prossimo andiamo ad Hogsmade insieme!” ed uscì. Mary continuò a guardare quella porta chiusa per quelle che le sembrarono ore senza accorgersi che l’asciugamano dei capelli era caduto a terra insieme ad un numero imprecisato di lacrime salate.
 
Erano quasi le otto quando, Mary entrò in infermeria. Aveva appena lasciato la Sala Grande: aveva mangiato il minimo indispensabile per evitare che Alice iniziasse a farle la morale.
Madama Chips era ancora a tavola quando lei se ne era andata e sembrava averne ancora per un po’.
“Meglio” pensò “Avrò più tempo per parlare da sola con lui senza interruzioni.”
Mary si fermò a pochi passi dall’ultimo letto in fondo alla grande stanza. Due occhi neri indecifrabili la fissarono interrogativi.
“Non avrai pensato che non sarei tornata per chiedere spiegazioni!”
Severus alzò leggermente il labbro in un sorriso tirato: “Ci speravo.” Mary un po’ titubante si sedette ai piedi del letto: notò subito che alla destra del suo interlocutore, appoggiato su un tavolinetto, c’era il vassoio della cena, intatto. Sorrise tristemente: dopotutto, non era l’unica con un gran nodo allo stomaco!
“Allora, che vuoi sapere?” disse il Serpeverde dopo essersi sistemato meglio sui cuscini non senza fatica.
“E me lo chiedi anche?!” lo sguardo della ragazza lo paralizzò per un attimo: quanto era simile a quello della sua Lily! “Mi hanno pestato perché non ho più intenzione di essere come loro… e perché ho rivelato di essere un mezzosangue.”
“Perché.” Non era una domanda, era un ordine: a Severus la Grifondoro stava sempre più sui nervi.
“Quest’estate ho avuto il tempo di riflettere e ho capito che stavo facendo la scelta sbagliata. Soddisfatta?”
“Per ora…” rispose Mary. Il ragazzo si trattenne da mandarla all’inferno, ma doveva ammettere che aveva una bella faccia tosta. “E devo dedurre che non devo dire a Lily nemmeno questo, vero?” La domanda lo riscosse dai sui pensieri, ma rispose con un vigoroso ‘sì’.
“Beh, di questo non devi preoccuparti. Oggi ci ha visto su al settimo piano e ha creduto che ci stessimo abbracciando. Ergo, ora pensa che stiamo insieme e ha rotto con me!”
“Cosa?!” Severus aveva urlato. Come poteva Lily solo pensare che lui l’avrebbe tradita? Era shoccato, soprattutto perché la scenata tra lei e Mary assomigliava molto a quella di una ragazza gelosa. No, non poteva sperare in tanto. O forse sì?
Fu riscosso dai suoi pensieri vedendo lo sguardo della sua interlocutrice: triste, piene di lacrime. Doveva voler molto bene alla sua “dea”. Fece un respiro profondo e riprese: “Non preoccuparti, Lily è una ragazza che si infuoca facilmente e altrettanto alla svelta si calma. Dagli qualche giorno e le passerà, fidati.”
Mary era sbalordita, mai avrebbe pensato di essere consolata da Severus Piton. Asciugò una lacrima che era sfuggita al suo ferreo controllo e rispose con un debole ‘Grazie’.
“Cosa ci fa qui signorina?! Dovresti già essere nella tua Sala Comune!” La voce di Madama Chips tuonò per tutta l’infermeria. “Esci ora, il paziente deve riposare e anche tu! Potrai tornare domani.”
“Va bene, me ne vado. A domani Severus!” Mary sorrise divertita: lo sguardo del ragazzo l’avrebbe incenerita se ne avesse avuto la possibilità; sicuramente aveva sperato di non rivederla tanto presto. Mentre usciva ripensò a tutto quello che era successo durante la giornata. Non riusciva ad inquadrare bene Severus: un momento prima era pungente e l’attimo dopo tentava di consolarla. “Sei proprio strano Piton! Ma non mi scoraggio, riuscirò a capirti! E, chi lo sa, col tempo potremmo anche diventare amici!”
 
Nei giorni seguenti, Mary andava a trovare Severus appena aveva un momento libero. Alle sue amiche continuava a dire che andava o in biblioteca o in Sala Comune e che voleva rimanere sola. E questa non era proprio una bugia: tutte le volte che incontrava lo sguardo duro di Lily le si bloccava il respiro in gola. Per non parlare di quando incontrava James: allora voleva sprofondare al centro della Terra e doveva andarsene alla svelta per evitare che qualcuno la vedesse piangere. Stranamente una delle poche cose che la facevano andare avanti erano le parole che le aveva rivolto Severus. A lui non aveva detto che Lily sarebbe uscita con James: lo avrebbe distrutto e lui aveva bisogno di riposo e tranquillità per riprendersi completamente.
 
Da parte sua, Severus, all’inizio, aveva cercato di tenere la giovane strega lontana da lui, ma col passare dei giorni aveva iniziato a trovare le sue visite quasi piacevoli. Aveva scoperto che Mary, nonostante fosse una Grifondoro, era simpatica, determinata, forte e allo stesso tempo fragile. Portava dentro di sé ferite profonde tanto quante le sue: padre violento, sua madre aveva divorziato quando lei aveva cinque anni e aveva allevato lei sua sorella minore da sola. Poi si era risposata quando aveva dieci anni. Il suo  patrigno adorava sua sorella, mentre lei era la pecora nera della famiglia. Le cose erano peggiorate quando aveva scoperto di essere una strega. Il suo patrigno aveva iniziato a trattarla come una pazza e l’aveva spedita a vivere con la nonna materna, col beneplacito di sua madre e sua sorella, per evitare che ‘contagiasse’ la famiglia.
Quando la strega gli aveva raccontato tutto questo, Severus aveva sentito di non essere più solo in quel mare di sofferenze che chiamava vita. Così si era per la prima volta aperto con qualcuno e le aveva raccontato la sua storia. E man mano che continuava col racconto vedeva la sua confidente farsi sempre più triste, fino a scoppiare in un pianto disperato e tra le lacrime dire: “Mi dispiace!” Quella ragazza era incredibile: aveva avuto una vita difficilissima e nonostante tutto, riusciva ancora a piangere per le disgrazie altrui. Allora, stupendosi da solo, le aveva preso le mani tra le sue: erano rimasti così senza dire una parola per quelle che sembrarono ore cercando di trasmettersi con quel contatto la forza per andare avanti, finchè Madama Chips non l’aveva scacciata in malo modo dicendole che la campanella era già suonata da un pezzo.
 
Era passata una settimana dal pestaggio e Severus ormai si era completamente ristabilito. Mary aveva tentato in tutti i modi di convincerlo a dire la verità a Silente, ma il ragazzo era irremovibile. Aveva deciso che avrebbe iniziato a dormire in Sala Comune per evitare di avere sorprese notturne e avrebbe fatto un incantesimo di protezione intorno al divano. La strega non era del tutto convinta del piano escogitato dal Serpeverde, ma non poteva fare niente per aiutarlo o fargli cambiare idea.
Quel sabato di fine ottobre il sole riscaldava l’aria rendendola così tiepida che i ragazzi, che si stavano preparando per andare ad Hogsmade, erano indecisi se portare il cappotto o meno.
Severus guardava fuori dalla finestra dell’infermeria: quel giorno lo avrebbero dimesso. Aveva un po’ di paura per il ritorno tra i suoi “compagni”, ma non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura. Non avrebbe voluto affrontare quel rientro da solo, ma non aveva scelta: Lily non lo voleva più vedere, Mary sarebbe andata ad Hogsmade e lui non aveva nessun’altro amico. Pazienza, ce l’avrebbe fatta contando solo su se stesso come aveva sempre fatto.
Rimase non poco sorpreso quando vide varcare la soglia dell’infermeria Mary, vestita con la solita divisa scolastica.
“Pensavo saresti andata ad Hogsmade.” Severus non riuscì a nascondere una punta di sollievo nella voce tanto da strappare un sorriso dal viso tirato della strega. Il ragazzo non l’aveva mai vista così.
“C’è qualcosa che non va?” chiese.
“No, sono solo stanca.” Rispose Mary, ma la bugia non riuscì a convincere neanche lei. Lo sguardo accigliato di Severus la stava facendo crollare: non voleva raccontargli di James e Lily, voleva tenersi quel dolore solo per sé. Poi, però, pensò che nel giro di una giorno la sarebbe venuto a sapere ugualmente e sarebbe stato peggio: era meglio che glielo dicesse lei.
Prese un bel respiro e disse tutto d’un fiato: “OggiJameseLilyesconoinsieme!”
“Cosa? Non ho capito niente. Ripeti più lentamente.” rispose il Serpeverde.
“Oggi James e Lily escono insieme.” Mary chiuse istintivamente gli occhi e si morse le labbra aspettando che si scatenasse la tempesta. Ma non successe niente.
Riaprì lentamente gli occhi e li puntò sul suo interlocutore: Severus era immobile, la bocca socchiusa, gli occhi vuoti e spenti.
“Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per lei. E non è servito a niente…” Una lacrima si affacciò sugli occhi scuri del ragazzo. L’asciugò velocemente e poi si voltò verso la sua compagna: “Vattene ora!”
Mary se ne andò in silenzio: non avrebbe voluto farlo, non avrebbe voluto lasciarlo solo; ma, prima di tutto, voleva, doveva rispettare la volontà di Severus. Si diresse verso la Sala Grande sperando che quella mattina le tornasse l’appetito.
 
All’improvviso vide una cascata di capelli rossi tra i numerosi ragazzi all’ingresso: Lily. Si mise a correre per raggiungerla: al diavolo le promesse fatte! Lei doveva sapere prima che fosse troppo tardi, sempre che non lo fosse già. Iniziò a chiamarla: “Lily!”
La rossa si voltò per vedere chi la stesse chiamando: rimase molto sorpresa nello scoprire che era Mary. Si girò incrociando le braccia aspettando che la sua ex migliore amica la raggiungesse. Poi con tono sprezzante disse: “ Che vuoi? Non ho più niente da dirti!”
“Ma io sì! Vieni con me,  devo parlarti in privato.” La bionda guardò implorante l’amica e aspettò un suo cenno: questa iniziò a mordersi l’interno delle guance soppesando le opzioni che aveva. Prese un lungo respiro e mormorò un flebile ‘fai presto’. Mary non aspettava altro prese la rossa per un braccio e iniziò a trascinarla verso un luogo al riparo da orecchie indiscrete. Forse, dopotutto, era ancora in tempo…
 
Severus era fermo a fissare fuori dalla finestra. Non si era mosso di un millimetro dopo la notizia che gli aveva dato Mary.
Come poteva Lily fargli questo? Avevano passato anni a prendere in giro James Potter e adesso non solo gli era diventata amica, ma usciva anche con lui, il che equivaleva a dire che era la sua ragazza.
D’altra parte non poteva neanche biasimarla: lui non aveva mai trovato il coraggio per invitarla ad uscire; da quando aveva conosciuto Avery e gli altri, aveva iniziato a mentirle e a non proteggerla. L’aveva messa in secondo piano preferendole la compagnia dei Serpeverde, le Arti Oscure. E alla fine l’aveva insultata, offesa, ferita. Aveva cercato di rimediare, aveva fatto del suo meglio, ma aveva fallito: aveva perso Lily per sempre.
“Bene, direi che ormai sei guarito. Puoi tornare alla tua Sala Comune.” La voce di Madama Chips lo riscosse dai suoi pensieri. Si girò leggermente verso di lei e scosse lievemente la testa in segno di assenso.
Appena l’anziana medi-maga se ne fu andata, il ragazzo tornò a guardare fuori dalla finestra. Un drappello di ragazzi diretti a Hogsmade attirò la sua attenzione: sapeva che tra loro c’era anche Lily… con l’odiato James Potter.
Madama Chips aveva detto che ora sarebbe tornato alla sua vita di sempre, ma in cuor suo sapeva che niente sarebbe stato più come prima: ora non aveva più uno scopo per cui lottare, per cui vivere.
 
 




N.d.a.
Scusate il ritardo, ma l'università è un vero inferno!!! Comunque ho quasi finito gli esami così potrò dedicarmi di più a questa storia.
Volevo descrivere l'appuntamento già in questo capitolo, ma poi sarebbe diventato troppo lungo. Vosì dovrete aspettare il prossimo. Sorry!!!:P
Baci. C.S.
  
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