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Autore: Geisha    28/01/2012    2 recensioni
Dal capitolo 12:
Un cenno... Un solo, misero cenno e lei si sarebbe allontanata, avrebbe sciolto quell'abbraccio tenue che gli stava facendo perdere ogni inibizione, sarebbe ritornata distante e inavvicinabile. L'avrebbe persa ancora... Il panico aumentò e tremando si ritrovò a stringere i suoi fianchi.
-Chyo-chan- il suo naso sfiorò quello di lei e a quella distanza minima, poteva avvertire il suo respiro regolare e che sapeva di sake -Non sei patetica, non lo sei mai stata.-
Non seppe per quanto rimasero immobili a fissarsi e perfino il pensiero di dover avvisare Shinpachi e Kagura del ritardo sfumò nel dimenticatoio. La voleva, del resto non gliene fregava granché...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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L'appartamento 109 di Chyoko era un bunker antiatomico o qualcosa di vagamente somigliante. Vestiti sparsi in giro, ritagli di annunci di lavoro che tappezzavano le pareti giallognole, un televisore acceso e che faceva le bizze... Non c'era niente di Chyoesco in quella minuscola scatola di sardine, fatta eccezione per gli innumerevoli fiori che la adornavano. Adesso che ci pensava, l'amica era sempre stata affascinata dalle piante -ricordava ancora di come, durante il loro pellegrinaggio, si fermava nei campi fioriti a fare la novella Heidi- e inevitabilmente le labbra si incresparono in un sorrisetto; sorrisetto che scomparve quando lesse “Alla mia Perla, la più bella donna di Kabukicho” su di un bigliettino appeso ad un mazzo di rose rosse. Storse il naso, conscio che se avesse buttato il vaso a terra di sicuro l'amica lo avrebbe sbattuto fuori di casa tenendosi il ramen per sé.

-Come hai fatto a trovarmi?- sentì la serratura scattare.

-Ho chiesto al tuo ex posto di lavoro.-

-Sei passato al Wango?!- gracchiò quella regalandogli una sguardo da allucinata, spaventandolo non poco.

Gin si massaggiò un orecchio -Certo e poi ho preso il ramen.- alzò il sacchetto, sempre dandole le spalle. Era come catturato dalla sciattezza di quel posto, continuando a chiedersi come mai la Chyoko che voleva una villa con giardino si fosse ridotta a vivere in quel buco angusto. Chissà perché m aveva la vaga sensazione che, se mai glielo avesse domandato, antiche discussioni sarebbero state riaperte.

-Fai come se fossi a casa tua, non stare lì in piedi- volse il busto, ritrovandosi a vedere zampettare una diciottenne dalla lunga treccia e lo sguardo stanco per le notti insonni -Mi metti ansia se te ne stai lì, fermo.- si riscosse da quella illusione, scontrandosi con la donna indipendente che, nonostante i drammi della vita, sembrava cavarsela abbastanza bene.

-Hai Jump?- l'amica scosse la nuca -Se non hai Jump, non posso sentirmi a casa.-

-Io non leggo quella roba da ragazzini.-

-Allora non posso fare come se fossi a casa mia- le puntò il dito contro berciando un infuocato -E non insultare Jump! Come se non lo sapessi di essere troppo vecchio per quelle cose. E' solo che non riesco a farne a meno.- si grattò la nuca senza aggiungere altro, come se quella spiegazione fosse esauriente.

-Vecchio... L'età cerebrale è rimasta quella di un ragazzino, eh.-

-Lo sai di essere diventata stronza, vero? Zura non te lo ha mai detto?- troncò la loro discussione semi-seria, rilassandosi al suono della sua risata cristallina prima di sentirla mormorare un tranquillo -Qualche volta.- capace di distendergli i sensi. Era semplicemente fantastico riuscire a chiacchierare con lei, punzecchiandola, conscio che il tutto si sarebbe concluso a tarallucci e vino. Non doveva più pesare le parole, finalmente, non doveva più cercare di dare un senso alle sue esclamazioni o espressioni; poteva finalmente godere della sua compagnia sentendosi in pace con sé stesso. Era una bella sensazione, doveva ammetterlo -Come va con il lavoro?-

-Un vero schifo!- la padrona di casa aveva cominciato a sistemare alla bene e meglio il casino -Ti ricordi il fiorista? Ha assunto la nipote, il maledetto!- scaraventò sul divano rattoppato alcuni kimono sgualciti, dando poi un calcio ai restanti per terra, gettandoli in un angolo.

-Non hai trovato altro?-

-Nh, no... Inizio a credere di non essere brava a fare nient'altro se non la ballerina- mugugnò incerta, alzando poi le spalle con menefreghismo -Potrei tentare la carriera della prostituta...- aggiunse assorta, prendendo seriamente in considerazione quell'ipotesi e lui la guardò, per la prima volta dopo aver messo piede in casa, con sguardo stralunato -Ma verrei arrestata subito. A quel punto, tanto vale diventare il vice di Zura.- ridacchiò divertita, raggiungendo il frigo e alzandosi sulle punte per recuperare delle ciotole dalla mensola sopra il lavabo.

Gli parve quasi assurdo che Chyoko fosse così tranquilla nonostante la situazione poco rosea in cui navigava; tempo addietro si sarebbe di sicuro lasciata travolgere dalla disperazione, mentre ora sembrava avere la situazione sotto controllo o quantomeno le sue emozioni. E mentre sentiva la sua voce vellutata spandersi nell'aria, Gintoki lasciò scorrere lo sguardo dalle pareti, fino al basso tavolino a pochi centimetri da sé, avvertendo la nostalgia invaderlo di nuovo. I ricordi lo assalirono prepotentemente, provocandogli una stretta al cuore capace di fargli sentire le vertigini. Il tavolino pieno di fogli, appunti, pennelli e inchiostro sparsi in giro alla rinfusa, il suo profumo di Loto che gli invadeva le radici... Chiuse gli occhi, inebriandosi di tutte quelle sensazioni sopite che si erano risvegliate in un colpo solo, sopraffacendolo. Se solo si concentrava, poteva ancora vedere il sorriso stanco ma sempre presente che Chyo-chan gli regalava dopo essere tornato dalla guerra, distraendosi dalle strategie per un istante, poteva ancora avvertire il suo tocco leggero delle dita che gli sfioravano le braccia, il suo corpo esile stretto al proprio, le sue labbra carnose che lo accarezzavano delicato...

-Inizia a sederti, io preparo i piatti. Butta pure tutto a terra!- quando aprì gli occhi, si rese conto di come l'oggetto dei propri pensieri fosse a pochi millimetri da sé e di come le sue dita lo avessero davvero sfiorato mentre gli strappavano il sacchetto dalle mani. E come un automa, Gintoki si sedette pesantemente per terra, sentendosi a disagio in quel minuscolo spazio vitale dove, ad ogni passo, avrebbe rischiato di scontrarsi con la padrona di casa o con il fantasma della Chyoko di cinque anni prima.

Aveva sempre pensato che dopo la loro separazione, Chyoko avrebbe avuto solo gioie e piaceri: magari avrebbe vissuto in una casa lussuosa, si sarebbe sposata con un uomo facoltoso e che l'amava, un uomo capace di poterle dare tutto ciò che desiderava, di farle avere dei figli come aveva sempre sognato. Invece era una comune ventenne con problemi di affitto, lavoro e amore. La classica ragazza che si incontrava per strada, di quelle che ti passavano affianco e nemmeno te ne accorgevi talmente erano banali. Eppure, guardando la sua schiena stretta e subito dopo, quando si fu voltata, i suoi occhi color della pioggia, Gin comprese come Chyo fosse ben lontana dall'essere una comune ragazza, del resto non lo era mai stata. E per quanto fosse troppo ostinato per ammetterlo, se si trovava lì lo doveva solo a quella consapevolezza.

Potevano passare gli anni, potevano passare anche molte donne, ma per quanto si sforzasse, lei sarebbe stata l'unica interessante e proprio non voleva saperne di uscire dalla sua mente...

    
-La Fujiwara è proprio una gnocca!-

Gin rischiò di strozzarsi con l'acqua fredda del lago in cui si era immerso e dopo essersi ripreso, tossicchiando insistente, volse il viso verso Sakamoto palesando la propria confusione -Lei... Che cosa?!-

-Beh, non dirmi che la trovi brutta!- Tatsuma si lavò le braccia, sorridendogli allegro -Io quattro salti con lei li farei volentieri!- e giù a ridere come un matto, deliziato apparentemente dalla propria stupidità. E doveva essere matto forte per uscirsene con una bomba ad orologeria del genere! Insomma... Chyoko non era bella, affatto! Era una ragazzina scialba, banale, per nulla paragonabile alle infermiere che, con la forza della loro quarta di reggiseno, gironzolavano per il campo sensuali e ammaglianti... Se doveva fare quattro salti li avrebbe fatti con loro, non con una che se ne stava rintanata a scarabocchiare su delle mappe geografiche -Ma perché mi guardi con quella faccia? Guarda che so che ti piace!-

Gin lo fissò frastornato, balbettando frasi sconnesse prima di saltare per aria -A me cosa?! Ma tu sei scemo! Come potrebbe mai piacermi una ranocchia del genere?- scompigliandosi la zazzera argentea da cui scesero alcuna goccioline. Dire che fosse sconvolto era poco... Era sconvolto dall'idiozia perenne del samurai, sconvolto dal suo accampare discorsi insensati, sconvolto dall'effetto che avevano provocato in lui quelle parole sciocche ma che aveva taciuto a sé stesso per anni e sconvolto dal fatto che fossero state esplicate con così tanta semplicità da uno che lo conosceva da appena qualche mese e che sembrava non avere contatto con la realtà tanto era scemo...

-Oh, andiamo Kintoki- probabilmente ripetergli fino alla nausea che il suo nome era “Gintoki” non sarebbe servito -Non c'è nulla di male se ti piace Myo-chan!- sì, il suo essere sconvolto era per forza dovuto al fatto che quello continuasse a sbagliare i nomi delle persone con tanta noncuranza -Non sarà un'infermiera, ma è pur sempre un gran bel pezzo di donna!- o, forse a sconvolgerlo così tanto, era affrontare il fatto che non fosse solo lui a trovarla vagamente gradevole da guardare, per quanto si ostinasse a ripetersi il contrario...

Scosse la nuca, raccapricciato da quel pensiero. Insomma, era di Chyo che si stava parlando! La piccola, ingenua Chyo-chan che aveva sempre dichiarato di volersi sposare con Takasugi, con cui avrebbe vissuto in una grande casa con un enorme giardino che lei avrebbe curato, la giovane donna che non sapeva nemmeno dove stava di casa la sensualità... E che gli era entrata dentro come una droga, diventando indispensabile -Vedo che ne hai di cazzate da dire- biascicò immergendosi nel lago, cercando di rilassarsi anche se con quel pirla di Sakamoto che schiamazzava, non poteva fare granché -Ma perché non sei al fronte?-

-Takasugi non mi voleva ah ah ah!- e Gintoki, per la prima volta da che lo conosceva, si ritrovò pienamente d'accordo con Shinsuke; Tatsuma non era cattivo, anzi, era tremendamente ilare anche nelle situazioni più grige, capace di tirare su il morale a chiunque nonostante le situazioni impervie in cui si trovavano. Ma era un chiacchierone assurdo e non diceva nemmeno cose intelligenti -Quello è sempre così serio, dovrebbe ridere un po' di più! Non capisco perché le donne ne siano così attratte!- e per la seconda volta in quel pomeriggio, Gintoki inghiottì l'acqua del lago facendosela andare di traverso. Perché più i minuti passavano, più si radicava in lui la certezza di avere a che fare con una ragazzina rincoglionita?!

-Sarà l'aria da duro- vergognandosi di aver davvero preso parte a quella discussione, Gintoki grugnì -E comunque non me ne frega niente!-

-Sai? Fossi in te farei molta attenzione- il peso e la serietà che Tatsuma diede su quella frase sibillina, lo spinsero a concentrarsi su ciò che aveva da dire -Credo che a Takasugi piaccia Chyoko.- e se parlando non aveva nemmeno sbagliato un nome, forse davvero c'era qualcosa che non andava.

-E allora? Se si piacciono buon per loro.- questa frase non era mai stata difficile da pronunciare, anzi, ormai gli veniva quasi automatica; eppure, era da un po' di tempo che quelle parole gli facevano salire la bile fino alla gola. Tuttavia cacciò indietro l'amaro che aveva in bocca, dicendosi che magari il compagno avrebbe smesso di tartassarlo.

Invece Tatsuma gli regalò un ghigno -Scommetto che vorresti essere al posto di Takasugi!-

Gintoki imprecò a mezza voce prima di spingerlo sott'acqua per cercare di annegarlo, ma la sua risata gli arrivò ovattata, segno che nulla sarebbe servito per farlo passare a miglior vita. Dio, che impiastro! Tolse le mani, facendolo ritornare in superficie e quello, dopo essersi asciugato la bava, gli diede una pacca sulla spalla con fare amichevole. Gli mancava la compagnia silenziosa e seria di Katsura, perfino quella burbera del loro leader.

-Non me ne frega niente di quei due, tanto meno del loro piacersi- portò l'indice nel naso, giusto per palesare la propria indifferenza nei confronti dei due amici -Per quanto mi riguarda, potrebbero sposarsi anche in questo momento.- soffiò sul dito, guardando il samurai con aria di sfida. Sakamoto, al posto di cercare la guerra, si limitò a guardarlo divertito restando in silenzio per qualche istante, come se stesse scegliendo l'arma migliore da usare in quel frangente.

-Quindi la tua rivalità con Shinsuke non è dettata da Chyoko, giusto?- Sakata allargò gli occhi cremisi, tornando poi a sguazzare nell'acqua senza replicare. Nh, forse era vero che tra lui e l'idiota c'era sempre stata rivalità, ma questa si era palesata più che altro da bambini, quando cercavano di raggiungere l'affetto del Sensei in qualsiasi circostanza. Dubitava che avessero mai fatto a gara anche per farsi strada nel cuore della Fujiwara. A parte quando erano scappati dal villaggio, o quando i bulli degli altri dojo se la prendevano con loro... Si disse che tutto quello era dovuto al semplice fatto che fossero amici, niente di più.

-Ci sono tante cose dietro, ma lei non c'entra nulla- mormorò piano, per poi aggiungere in un sussurro -Almeno, credo. Lo spero...- e quando Gintoki credette di aver saziato la sua fame di scemenze, ecco che il ragazzo se ne saltò fuori con un'altra perla campata per aria, rendendosi più tardo di quanto già non sembrasse.

-Zura ha detto che quei due stavano assieme.-

Sakata soffocò una risata -Sì, quando avevano cinque anni!- rispose con più stizza di quanto avrebbe voluto -Takasugi non pensa nemmeno che Chyoko sia una donna, figurati se ci si mette assieme!- seguitò convinto, annuendo per avvalorare la sua tesi -E poi quel coglione non se la fa con Kaory, l'infermiera bionda?-

-Kaory è solo un trastullo- ma come diamine parlava quell'idiota? -E io credo che Takasugi sia solo incapace di gestire la situazione. Insomma, l'amore è un peso! Kaory è solo un passatempo, è più facile!- e mentre il ragazzo cominciava ad ampliare questo insulso discorso, Gin staccò l'audio deciso a non prendere parte a quell'idiozia. Eppure... Eppure non riusciva a scacciare il malsano pensiero che i due amici potessero avere davvero una tresca.

Quando li aveva visti per la prima volta, aveva capito che qualcosa tra di loro doveva esserci: il modo in cui lei cercava il suo sguardo e la maniera goffa e forse un po' rude con cui lui la proteggeva non potevano essere atteggiamenti privi di significato. Ma all'epoca avevano sette anni o poco più e lui, che a malapena si rendeva conto del mondo attorno a sé, non aveva mai dato peso al loro cercarsi. Ma crescendo, Gin si era ritrovato sommerso da sensazioni strambe che solo lei era in grado di far scaturire e che venivano surclassate dalla rabbia se solo la ragazza regalava qualche attenzione in più a Shin-chan. E piano piano si era avvicinato a lei, così come piano piano Takasugi se ne era allontanato. E in mezzo a quelle incertezze,cominciò a chiedersi se l'atteggiamento da stronzo di Takasugi non fosse solo dettato dalla paura...

E mentre quello continuava a ciarlare, Gintoki lo interruppe bruscamente senza lasciarlo concludere -Ma se nemmeno la sopporta!?- ed era la pura verità! Quale ragazzo sano di mente trattava la donna amata con indifferenza e schifo malcelato rendendosi praticamente odioso ai suoi occhi?! -A Takasugi non piace, non le è mai piaciuta. Se potesse la ucciderebbe.- mentì cercando di auto convincersi, pregando che il senso di angoscia scivolasse via come le gocce che solcavano il suo corpo.

Ma Sakamoto schioccò la lingua -Perché credi che l'abbia costretta a stare qui all'accampamento a fare strategie piuttosto che vederla in un campo di battaglia?- e senza bisogno di aggiungere altro, Gintoki chiuse gli occhi per soppesare quelle parole, conscio di aver ricevuto più risposte in quei venti minuti che in tutti quegli anni. In mezzo alla stupidità dilagante di Sakamoto, Gin comprese quanto quello avesse colto più sfaccettature nella bastardaggine di Shinsuke rispetto a lui che lo conosceva da una vita. Non aveva mai pensato che il samurai provasse per l'amica qualcosa di così profondo da spingerlo ad agire nell'ombra pur di proteggerla. Quanto a lui, invece? Cosa aveva fatto di concreto per la stratega per essere guardato con occhi diversi? E voleva davvero essere guardato con occhi diversi?

Non si diede risposta alcuna e non provò nemmeno a cercarne; se ci avesse provato,sarebbe giunto alla conclusione che per lui Chyo-chan era davvero più di una semplice amica. E quella consapevolezza lo spaventava a morte...

Avvertì dei rumori e guardando Tatsuma, si accorse che se ne stava uscendo dall'acqua pronto a tornare al campo -Sarà meglio tornare. Se le infermiere scoprono che siamo scappati dalle nostre brande ci uccideranno e non a suon di baci! Ah ah ah- Gin annuì, camminando piano nel lago per raggiungere la riva. Sakamoto, con già i pantaloni indosso, gli lanciò contro i suoi abiti prima di raccattare i propri, osservandolo mentre si vestiva come un automa -Senti Kintoki, se Chyoko ti piace--

-Dovrei dirglielo, lo so- concluse lui il discorso con spossatezza -Ma tu e Katsura vi siete messi d'accordo, per caso?- poi allargò gli occhi cremisi, berciando in sua direzione -E comunque non mi piace quella stupida!- parole che però vennero ignorate dall'altro samurai perché, mettendosi lo yukata sulle spalle, lo fissò con placidità.

-Sai, quando la guardi sembra che tu voglia che tutti nella stanza scomparissero- gli regalò un'occhiata eloquente prima di grattarsi la nuca divertito -Anche se, va beh, tu sembri sempre incazzato!- e così dicendo si allontanò, lasciandolo più spaesato di quanto già non fosse.

-Maledetto idiota.- sibilò seguendolo, pronto ad una bella ramanzina delle infermiere. Ed entrato all'accampamento, scorgendo i protagonisti indiscussi di quei gossip pomeridiani, si ritrovò ad ingoiare il boccone amaro che quella discussione gli aveva procurato e mentre si avvicinava a loro si lasciava divorare dalla gelosia. Geloso perché Shinsuke si stava facendo largo nel cuore di Chyo senza che nessuno potesse accorgersene, geloso perché a lei la cotta forse non era mai passata... E, come un lampo, l'immagine di loro stretti in un abbraccio urgente, in cerca delle labbra l'uno dell'altra comparve nella sua mente, costringendolo a fermarsi. Scoprire di desiderare la propria amica senza averla mai trovata attraente ebbe il potere di farlo tremare di paura. Perché Chyoko gli piaceva da matti, non poteva continuare a negarlo ancora. Ed era sbagliato, era stupido, era... Superfluo. Perché non ne aveva il tempo, perché c'era la guerra di mezzo e lei sarebbe stata solo una preoccupazione in più, il fardello da trasportare quando andava al fronte, cambiavano base, la distrazione che lo avrebbe portato a morte certa. Un errore, solo quello.

-Oi, Gintoki- Takasugi lo chiamò, alzando un braccio; al suo fianco, Chyo gli aveva scoccato un'occhiata allarmata; tutto quello che lui vide fu il suo incarnato pallido che, a contatto con la luce del sole, sembrava ancora più chiaro -Si può sapere dove siete stati tu e quell'idiota di Sakamoto? Dovevate stare a letto a riposarvi!- ma il suo cervello non connetteva, le parole del compagno arrivavano confuse e sconnesse.

Tutto ciò che vedeva era la stratega a pochi centimetri da un Takasugi troppo rilassato, vicini... Troppo.

-Ero stanco di stare a letto- li guardò in maniera sfuggevole, poi li superò con passo pigro mentre si stiracchiava -Ora sono piuttosto stanco, credo andrò a dormire.-

-Ci avete fatto preoccupare.- aggiunse l'amica con delicatezza, tirando un sospiro subito dopo; Gin si limitò a sventolare una mano con svogliatezza, incrociando un'ultima volta lo sguardo placido dell'amica, capace di scombussolarlo fino alle viscere. Incredibile come la discussione con Sakamoto gli avesse aperto gli occhi... O, forse, i suoi occhi erano sempre stati capaci di scorgerla, solo non aveva avuto voglia di ascoltarle la vocina che gli diceva di provarci.

A lui piaceva Chyo. Dopo anni lo aveva ammesso a sé stesso. Deglutì, scompigliandosi i capelli, agitato -Cazzo...- mormorò entrando nella baracca dell'infermeria, ignorando le voci stridule delle donne che lo stavano trascinando verso il futon, con in sottofondo la risata sguaiata di un Sakamoto che veniva preso a calci da Kaory. Cosa avrebbe dovuto fare, adesso?    


Il rumore dei piatti tintinnanti lo riportò alla realtà e abbassando lo sguardo, vide Chyo sedersi davanti a lui pronta a gustare il ramen fumante.

-Mangia o si fredda- si premurò lei giungendo le mani, prendendo poi le bacchette mentre gli augurava buon appetito e fin lì, tutto nella norma. Ma proprio mentre stava per addentare il primo boccone, ecco che il quesito che gli aveva posto alla porta ma che lui aveva bellamente ignorato, tornò in superficie con pacatezza -Perché sei qui?- era una domanda banale a cui avrebbe potuto dare una risposta ancora più banale, eppure Gintoki capì che dalla propria risposta sarebbe, in un certo senso, dipeso il corso degli eventi tra loro: se le avesse detto di essere piombato da lei per rassicurarla sul fatto che lui non si avrebbe sposato con Sacchan, significava ammettere che tra loro le cose non era mai finite, almeno da parte propria e di questo non ne era poi così convinto. D'altro canto, mentirle significava aggiungere alla collezione di malintesi ulteriori sotterfugi con la Fujiwara e Gintoki non era più così sicuro di voler continuare con quell'andazzo... Ma come al solito, le parole non uscirono e quando lei puntò il suo sguardo curioso e in attesa su di lui, si ritrovò a guardarsi in giro come un canarino chiuso in gabbia.

E in quel momento, come una manna dal cielo, si rese conto di cosa gironzolava tra quelle strette mura rubandogli l'aria -Che Diavolo ci fa quel coso lì con te?!- deviò l'argomento con magistrale noncuranza, indicando Elizabeth che, zitto zitto, si era seduto al loro tavolo e si era accaparrato metà porzione del ramen di Chyoko. Maledetto sgorbio! Prima faceva gossip con Katsura, poi si sistemava pianta stabile dall'amica mangiando a sbaffo! E poi dove si era nascosto per tutto quel tempo, quel puff gigantesco?! Non l'aveva mica visto!

-Elizabeth? Zura mi ha chiesto se potevo tenerlo per qualche giorno- alzò le spalle, soffiando sugli spaghetti -Per caso l'hai visto? Sembra essere scomparso. E' passata più di una settimana, inizio ad essere preoccupata!-

-Magari lo hanno arrestato.- sciorinò con indifferenza gettandosi a capofitto sul proprio cibo.

-O magari la sua missione top secret era in realtà una fuga d'amore!- cinguettò portando le mani sulle guance, ridacchiando quando le regalò un'espressione di puro disgusto. A parte che Katsura non si sarebbe mai sposato se continuava a professare che le “fornicazioni portano solo guai!”, ma poi chi se lo sarebbe preso?! Quello era strano! Insomma, uno che se ne andava in giro con una papera gigante decantando quanto carino fosse non doveva avere tutte le rotelle a posto! E poi quello una moglie ce l'aveva già: si chiamava Nazione e non l'avrebbe lasciata facilmente, l'idiota.

-Spero che ci sia del ramen anche per me!- così recitava il cartello dell'Amanto, costringendolo a roteare gli occhi.

-Ma se hai rubato la sua porzione!- sbottò seccato, tirandosi indietro la propria ciotola pur di poter mangiare in santa pace.

-Ehi, va che si offende se lo tratti male!- sibilò l'amica portando una mano davanti alle labbra color ciliegia e lui, per risposta, grugnì per palesare la propria irritazione. Come se gliene fregasse qualcosa di cosa pensasse quell'essere indefinito -E poi va bene così, non ho molta fame.- aggiunse passando la propria ciotola ancora mezza piena all'animale.

-Se continui così, diventerai trasparente. Chi vorrebbe mai stare con uno scheletro?- se ne uscì con un ghigno, sentendola sbuffare contrariata.

-Ma non dicevi che avevo messo su i fianconi?- fece per rispondere, ma lei fu più veloce a continuare -E comunque, molti uomini apprezzano le mie curve.- si accarezzò i fianchi, facendolo ridere involontariamente.

-I ciechi?-

-Non solo- si limitò a replicare, rigirandosi una ciocca di capelli fra le dita. Fu in quel preciso istante che si rese conto di quanto sensuale fosse diventata -Ho avuto abbastanza uomini da quando sono arrivata qui ad Edo. Mi sono discretamente divertita- corrugò la fronte, avvertendo lo stomaco chiudersi. Insomma, lo sapeva anche lui che Chyoko, a causa del Wango in primis, aveva avuto a che fare con parecchi uomini, ma sentirlo pronunciare dalle sue labbra gli fece corrodere quel briciolo di placidità che aveva in corpo. Chissà se fra questi c'era anche Takasugi... Si morse la lingua, frenando il fiume di parole che di lì a poco avrebbe rischiato di riversarle contro -Non guardarmi così, ho ventidue anni, bisogna pur passare il tempo! E poi... Di sicuro avrai avuto anche tu qualche storia.- mormorò con un sorriso, abbassando lo sguardo verso il tavolo.

Avrebbe potuto dirle di sì, che dopo la guerra si era divertito a destra e a manca recitando tutto il Kamasutra, che ancora il suo appetito non era stato appagato e che le donne facevano la fila per potersi infilare nelle sue coperte. La verità era però che, dopo Chyoko, nessuna aveva avuto la fortuna di poter stare con lui, nessuna si era spogliata per una notte di sano sesso e lui non aveva sprecato nemmeno un centesimo di energia per poterle cercare, troppo svogliato per rendersi appetibile. E se ne era sempre fregato, dicendosi che la vita da single non era poi così male. La verità era che non aveva bisogno di loro. Che senso aveva andare a letto con qualcuna che non sapeva regalargli le stesse sensazioni che Chyo gli infondeva con un solo sguardo?

Così, nel silenzio per nulla teso che si era venuto a creare, Gintoki replicò pacato, per la prima volta non spaventato delle conseguenze -No, nessuna...- fu una risposta assorta mentre fissava le sue labbra color ciliegia ora semi aperte, cercando poi di cogliere anche il più piccolo pensiero attraverso i suoi occhi dal taglio orientale colmi di sorpresa. Non le avrebbe detto che nessun'altra era valsa la pena, niente del genere, anche perché si sentiva piuttosto in imbarazzo per il tipo di discorso che stavano affrontando; sospirò, spostando la propria concentrazione su altri lidi -Senti, puoi mandarlo via?! Mi mette ansia!- agitò una mano verso Elizabeth, ora seduto pacioso a guardare la televisione, ignorandoli.

-Va che non è malvagio! È silenzioso, non sporca... E' meglio di un bambino!- trillò contenta, battendo le mani mentre gli regalava un sorriso enorme -Mi fa sentire meno solo averlo tra i piedi.- lanciò un'occhiata all'Amanto, rodendosi conto del il fatto che uno sgorbio del genere fosse gradini sopra di sé nella scala di preferenze di Chyoko e perfino di Zura! Chi li capiva era bravo.

-In fatto di amicizie, non hai mai avuto dei bei gusti.- mormorò grattandosi la nuca.

Chyoko ridacchiò sotto i baffi -Erano anche amici tuoi!- ah, già... Non l'aveva messo in conto. Effettivamente erano cresciuti praticamente assieme, quindi avevano condiviso lo stesso giro di amicizie, anche se in guerra ci si univa non perché legati da qualche sorta di sentimento, ma solo per sopravvivenza.

-Begli amici- nascose la bocca dietro il palmo aperto, roteando poi gli occhi nel vedere il disappunto sul viso dell'amica -Perché, secondo te uno come Takasugi è mai stato nostro amico?-

-Shin-chan è solo un bambino che non accetta i cambiamenti- era stata la spiccia analisi fatta da Chyoko -Ma sì, credo che ci abbia considerato suoi amici.-

-Quello è un pazzo squilibrato, altro che moccioso!- l'apostrofò con stizza, chiedendosi perché mai un cretino di tali dimensioni venisse ancora amorevolmente chiamato Shin-chan mentre lui, pigro tuttofare, veniva appellato come idiota, cretino e altri epiteti sgradevoli che poco si addicevano alla sua figura da eroe -Vogliamo parlare di Zura? L'altro giorno è venuto a ripropormi di entrare nel suo stupido gruppo di idioti.-

-A me lascia post-it per tutta casa- mugugnò lei, ridacchiando poi divertita -E' solo ostinato, come sempre, e non accetta che sia finita in questo modo- la vide rigirarsi le bacchette fra le dita prima di esclamare curiosa -E Sakamoto?! Sono anni che non lo vedo! Chissà come sta, mi piacerebbe rivederlo!-

-Quello è il solito cretino. La sua risata è ancora più fastidiosa di come me la ricordavo.- ed era davvero così! Ancora gli ronzava in testa il suo odioso “Ah ah ah!” nonostante si fossero visti almeno un mese fa! Scosse la nuca, cosicché quel suono fastidioso potesse levarsi dalle palle, ma una volta fatto ciò comprese come il non parlare di Takasugi, Katsura o Tatsuma, portasse inevitabilmente a loro... E questo apriva la strada ad un milione di quesiti, alla tremenda possibilità di riprendere in mano quei discorsi che non avevano mai portato a conclusione e cercare di cucire una volta per tutte le ferite che si erano procurati per la loro immaturità. Non era preparato a tutto questo

-Forse i più idioti siamo noi, ma almeno siamo andati avanti.- ma ancora una volta, la Fujiwara gli aveva letto nel pensiero, rispondendo al quesito che ormai gli ronzava in mente da quando l'aveva incrociata al Wango. Che fine avevano fatto, loro? Per farsi meno paranoie e alleggerire il proprio senso di colpa, Gin non si era chiesto che fine avesse fatto l'amante e nemmeno si era premurato di scoprire se stesse bene o no, perché nulla li teneva ancora legati. La guerra che li aveva fatti stare assieme, il tremendo passato che li aveva costretti a cercarsi per dirsi che qualcosa di bello c'era ancora era solo passato e nel suo futuro, Chyoko Fujiwara non esisteva. Almeno, così aveva sempre pensato fino a che non l'aveva rivista attaccata ad un palo in un bar della strip.

-Sai? Ho provato a cercarti dopo la guerra, ma non ci sono mai riuscita- la vide scompigliarsi la frangetta mentre l'altra mano giocherellava con le bacchette -Ero in pensiero, mi chiedevo se saresti riuscito a cavartela e nonostante tutto, sono contenta che tu sia riuscito a continuare gettandoti il passato alle spalle- puntò gli occhi grigi nei suoi, stranamente attenti ad ogni suo minimo gesto -Scusami, sono proprio patetica.- la sentì ridacchiare mentre nascondeva le labbra dietro le mani affusolate.

-Chyoko, io non--

-Tranquillo, mi è passata da anni ormai- allargò appena gli occhi cremisi a quella confessione, avvertendo il filo della speranza spezzarsi con un colpo secco quando gli regalò un sorriso pieno di consapevolezza. Avrebbe dovuto chiederle a che cosa si riferisse esattamente, perché così dicendo sembrava quasi mettere una pietra sopra alla loro relazione senza darle possibilità alcuna di ritorno. Tuttavia, non fece nulla per fugare ogni dubbio, limitandosi ad annuire e finire in religioso silenzio il ramen ormai freddatosi -Sto cercando di dirti che non devi sentirti in colpa per me, d'accordo? Io sto bene, tutto sommato.-

E Gin, che con le parole faceva schifo e combinava sempre danni, riuscì ancora una volta a dare prova di questa sua grande abilità replicando con un placido -Non mi sono mai sentito in colpa per te, se è questo che pensi.- a cui lei replicò con un sorriso abbozzato.

-Meglio così- mormorò giocherellando con la punta della lunga treccia mentre sul suo viso si dipingeva un'espressione di amarezza. Gn si grattò la nuca sbuffando, consapevole di star rovinando la quiete così difficilmente creata -Credevo che noi cinque saremmo stati amici per sempre...- aveva mormorato lei sorridendo appena, gli occhi fissi sul tavolino in ciliegio e lui, sopraffatto da quelle parole troppo sincere, si rifugiò nella propria idiozia.

-Guardi troppe soap operas.- la risata di Chyoko riempì l'aria e lui la imitò, contagiato dalla sua stupida ilarità.

-Katsura dice che rendono la mia anima ancora più corrotta!- appoggiò la guancia sul palmo aperto prima di aggiungere divertita -Se sapesse che Elizabeth le guarda tutti i giorni, gli verrebbe un infarto!- e lui aveva continuato su quell'andazzo, facendo sì che l'aria tornasse meno tesa. Era arrivato lì con l'intenzione di essere sincero con lei almeno una volta, ma il tutto si era concluso con una sequela di menzogne che, come sempre, avevano fatto sembrare Chyoko meno importante di quanto in realtà non fosse. E fissandola, riscoprendosi ancora attratto fisicamente da lei, si disse che avrebbe avuto altre occasioni per essere sincero ma che per quella notte andava bene così, altrimenti avrebbe commesso qualche cazzata. Come quella mano che si stava allungando verso i suoi capelli corvini...

-Dov'è il mio futon?- Elizabeth piombò fra loro, interrompendo il flusso dei propri pensieri. Le fu grato, dovette ammetterlo.

-Che razza di impiastro...- bofonchiò grattandosi la folta chioma, recuperando lo yukata da terra mentre si alzava in piedi. Chyoko lo imitò, zampettando dietro ad una porta dicendo che sarebbe tornata subito, seguita dal paperone. Dopo alcuni istanti avvertì i suoi passi leggeri e volgendo il busto la vide massaggiarsi le braccia -Si è fatto tardi, sarà meglio che vada.-

-Fai attenzione.- premurosa, Chyoko gli rivolse un sorriso dolce a cui lui replicò con un cenno del capo; si avvicinò alla porta sventolando una mano in segno di saluto, infilandola poi nello yukata con aria svagata.

E mentre posava l'altra mano sulla maniglia, stringendola, avvertì la necessità di essere franco con lei, dando finalmente un senso alla propria visita -Io e lei non stiamo assieme- volse il viso, incrociando lo sguardo curioso dell'amica -E' stato solo un malinteso. Non è vero che Sacchan è la mia ragazza. E' vero che ci saremmo dovuti sposare ma non è successo e--

-Va bene- lo interruppe veloce, come se non volesse saperne niente -Ma perché non me lo hai detto prima?- la vide arricciare le labbra, imbronciata.

-Non c'è stata l'occasione- ma cogliendo le fiamme nei suoi occhi, decise di continuare -E poi l'avevi già capito da sola, non fare la finta tonta!- le puntò il dito contro, sentendola mugugnare qualcosa di incomprensibile. Chyoko continuava a massaggiarsi le spalle, fissandolo insistente come se non vedesse l'ora di levarselo dai piedi e proprio mentre apriva la porta, non capacitandosi nemmeno lui della propria idiozia, si ritrovò a confessarle quelle misere paroline che forse lo avrebbero esposto troppo e che, per quanto odiasse ammetterlo, continuava a soffocare da tempo ormai -E per me tu non sei stata solo uno spasso.- e le sorrise appena, sincero per la prima volta, chiudendosi la porta alle spalle solo dopo aver goduto della sua espressione scioccata.

Si appoggiò alla porta ormai chiusa, poggiando piano la testa mentre fissava le insegne luminose di Kabukicho. Ormai glielo aveva detto, non poteva rimangiarsi tutto, altrimenti sarebbe sembrato una donna lunatica. Ma in quel momento non gliene fregava nulla. Solo, sarebbe voluto tornare indietro per poterla stringere a sé sul serio.

*********

Passeggiava assorta per le vie di Edo, crogiolandosi nelle tiepide emozioni che la stavano cullando da quando, due sera prima, Gintoki le era piombato in casa armato di ramen e un mare di bontà che l'aveva lasciata spaesata. E se assurdo era stato il modo impacciato con cui l'aveva lasciata, ancora più assurdo era stato il commento post-cena di Elizabeth che, zampettante per la stanza con indosso un'orrida camicia da notte, aveva alzato un cartello con sopra scritto “Credo che tu gli piaccia ancora. E hai finito il latte” a cui lei non aveva replicato, decisa a lasciar perdere il paperone e le sue analisi. Bastava già Katsura a psicanalizzarla, non aveva bisogno di un altro rompiscatole.

E mentre mangiucchiava dei Dango**, reggendo una busta della spesa con l'altro braccio, si chiese come fosse potuta ricascarci con tutte le scarpe. Infatuarsi di nuovo di Gintoki... Diamine, doveva essere proprio una cretina coi fiocchi! Non poteva succedere, non a lei! Chyo aveva ormai imparato a reggersi sulle proprie gambe perché, alla fine, si ritrovava ad affrontare sempre il peggio da sola; aveva capito come gli uomini fossero volubili coi sentimenti e che un “Resta con me questa notte” non significava “Resta con me per sempre” come aveva scioccamente creduto; si era costruita delle barriere pur di non soffrire ancora ma ad un suo solo sguardo, ad un semplice sorriso abbozzato si era sentita sciogliere e si era riscoperta a guardare il Mondo con occhi diversi. A vederlo più bello di quanto in realtà non fosse.

-Uff, sei proprio recidiva...- sospirò pesantemente, gettando lo spiedino nel primo cestino che trovò. Credeva di essere ormai immune a cazzate come l'innamoramento, le farfalle nello stomaco, i tuffi al cuore, le vertigini... Ma lei non aveva provato nulla di tutto quello. Era forse più grave il fatto che tutte le domande che avevano e che continuavano ad affollarle la testa, fossero scomparse quando se lo era ritrovato davanti alla propria porta? Sì, forse era peggio...

Scosse la nuca, pregando che tutti i pensieri volassero via, facendola così respirare. E come una benedizione la sua attenzione venne colta da una minuscola folla che si era riunita a pochi metri da un ragazzo che, probabilmente affetto da qualche demenza, continuava a dare testate al lampione.

-Se continua così lo butterà giù!- esclamò la fornaia cicciottella portando una mano alla guancia. In quel momento, egoista come non mai, Chyo si chiese se la donna fosse disposta a darle un lavoretto giusto per racimolare qualche yen; ma poi si disse che non aveva intenzione di svegliarsi tutte le mattine alle quattro per infornare delle pagnotte, così tornò a concentrarsi verso il ragazzino. Tossicchiò, avvicinandosi di qualche passo quando, probabilmente non più curiosa, la folla si fu diramata.

Gli batté due dita sulla spalla -Scusi, è sicuro di-- le parole le morirono in gola quando si ritrovò a fissare un ragazzo dall'aria familiare se non fosse stato per lo sguardo allucinato dietro gli occhiali da secchione e il sangue che grondava dalla fronte martoriata -Ma lei è il Signor Quattrocchi!- lo apostrofò allegramente dopo qualche secondo, vedendolo strabuzzare le palpebre un paio di volte come a voler scacciare il sangue fastidioso. O ricordarsi chi diamine fosse lei.

-Ci conosciamo?- Appunto... Si aggiustò tranquillo gli occhiali sul naso, per le sorrise affabile -Ma lei è la compagna di letto e cugina di Gin-san! Fujiwara-san, la trovo bene!-

Chyo sobbalzò. Ma che cazzate andava dicendo?! Ma poi le discussioni non iniziavano sempre con un “Che piacere rivederla!”? Forse la botta in testa gli aveva fatto male... Purtuttavia afflitta da queste ataviche domande, Chyo si ritrovò a balbettare un incerto -No, io--

-Buona notte, signorina. È stato un piacere rivederla! La prossima volta-- prima che potesse fermare quel fiume di parole con una sberla o un grido isterico, la ragazza si ritrovò a sorreggere quel peso morto di Shinpachi ora privo di sensi. Si sentì quasi lusingata dal fatto che un giovane uomo fosse svenuto di fronte alla sua prorompente bellezza.

-Ahm, Signor Quattrocchi? Signor Quattrocchi, si svegli!- lo scosse appena ma quando quello non accennò a rinsavire, Chyo lo trascinò fino alla panca posta davanti al ristorante di ramen. Entro nel locale, si fece dare bende e garze e tornò fuori pronta a fare l'infermierina di turno. Forse avrebbe potuto provare la carriera della dottoressa!


 

-Grazie signorina, è stata gentile ad aiutarmi!- gongolò nel sentirsi rivolgere quelle parole da un affabile Shinpachi -Ma la prossima volta non usi la soia come disinfettante.-

-Vedrò di tenerlo a mente- d'accordo, la carriera da dottoressa era già terminata prima ancora di cominciare. Nh, del resto durante la guerra le avevano perfino vietato di avvicinarsi all'infermeria e cominciò a capirne il perché -Piuttosto, si può sapere che cosa stavi combinando?-

Shinpachi sospirò -Vede, sono in preda alla confusione: credevo di amare una ragazza e invece sto perdendo la testa per un'altra!- sembrava sconvolto da tutte quelle emozioni piombate insieme e Chyo, nel vederlo così ingenuamente afflitto, si ritrovò a sorridere intenerita al pensiero che alla sua età aveva affrontato lo stesso identico conflitto. Ma per lei non era stato difficile scegliere: amare Gintoki le era venuto naturale.

-Ma la ragazza che ami, ricambia?- sentendosi una mamma chioccia lo guardò incoraggiante, desiderosa di conoscere cosa girasse in quella testolina.

Shinpachi scosse la nuca trattenendosi dallo scoppiare a piangere -Non sa nemmeno che esisto.-

-Ah, tipico. È sempre così. Ti invaghisci di uno che nemmeno ti considera e quando pensi di aver perso le speranze, ecco che arriva un samurai cretino che ti incanta con la forza del suo sguardo addormentato e ti fa passare dei mesi da favola per poi darti il ben servito e-- si bloccò nel vedere il ragazzo fissarla con confusione e forse un pizzico di paura. Chyo tossicchiò, poi sventolò una mano -Vedi, alla fine ci passiamo tutti. Sta a te fare la scelta giusta. Stare solo per un amore non corrisposto o provare a trovare la felicità con qualcun altro.- si ritrovò a sorridere appena nell'udirsi, dicendosi che se queste belle parole se le fosse dette tanto tempo fa, molte cose sarebbero cambiate.

-Non mi sembra corretto. Insomma, io non potrei mai tradire Otsu!-

-Otsu?! Otsu la cantante?!- e senza alcuna delicatezza, Chyoko si ritrovò a ridere divertita, coprendosi il viso con la mano libera, biascicando delle scuse poco credibili. Avrebbe voluto dirgli di farsi una vita vera, ma quel ragazzino era l'immagine dell'ingenuità e si rammentò di quando, a sei anni, si era presa una cotta stratosferica per il personaggio di un cartone di cui ora non ricordava il nome. E poi era già abbastanza imbarazzato, non voleva infierire ulteriormente -Scusa, scusa. E questa nuova ragazza com'è?-

-E' carina da matti! Ha delle orecchie da gatto stupende e-- Chyo avrebbe voluto interrompere quel brodo di farneticazioni sulle orecchie da gatto della tizia, ma prima che potesse tramortirlo con un oggetto contundente, il ragazzo si rivolse nuovamente a lei -Cosa crede che dovrei fare?-

-Seguire il tuo cuore...?- gli rivolse un sorriso tirato, ma lui storse il naso -Senti, non sono proprio la persona più adatta a cui chiedere. L'amore non è il mio forte- si grattò la punta del naso sorridendo amara -Perché non provi a chiedere dei consigli a Gintoki o alla tenera ragazzina che sta con voi?-

-Kagura, la tenera ragazzina, pensa solo a mangiare- colse dell'ironia nella sua risposta, soprattutto al “tenera ragazzina” -E dubito che Gintoki abbia mai avuto una storia seria.-

-Ah...-

-Insomma, così continua a ripeterci.-

-Ah...-

-Dice di non aver mai incontrato nessuna di speciale, anche se quando si nomina Chyoko diventa piuttosto suscettibile.-

-Ah...-

-Ma mi tolga una curiosità: sarà mica lei questa fantomatica Chyoko?- la diretta interessata deglutì, scuotendo la nuca con vigore. E ora come si traeva di impiccio? E perché, quella che era stata una tranquilla chiacchierata, si era ritorta in un interrogatorio su di lei?

-No, ma che dici. Io sono sua cugina! Sarà stata un'altra Chyoko- si fermò, indicando l'edificio alla propria sinistra -Bene, eccoci a casa. Direi che puoi andare da solo, ora.- sventolò una mano come a volerlo scacciare e Shinpachi, con un'espressione che era tutto un programma, si aggiustò gli occhiali sul naso.

-Scusi ancora per il disturbo arrecatole e grazie per avermi accompagnato- fece un inchino e Chyo alzò le spalle, sorridendogli affabile -Vuole salire a prendere una tazza di the? Per farmi perdonare per averle fatto perdere tempo!- tutto pimpante la fissava e Chyo, colta da un improvviso senso di angoscia, si ritrovò ad indietreggiare mentre sul viso fioriva un sorriso tirato.

-Figurati, va bene così! Chiacchierare con te è stato--

-Oh, andiamo! Gin-san sarà contento di rivedere una parente!- l'angolo destro delle labbra di Chyo tremò appena a quella frase sincera e ingenua e un impeto di follia si ritrovò a seguirlo per le scale. Avrebbe potuto dirgli di no, che aveva cose più importanti da fare, che non aveva tempo da dedicare ad un nulla facente e la sua cricca di spiantati -Gin-san, sono qui! E con me c'è una sorpresa!- e invece si era chiusa la porta alle spalle come se non avesse vie d'uscita.

-Oh, mi hai portato un'infermiera?! O hai l'ultimo numero di Ju-- Gin comparve davanti ai suoi occhi con l'espressione di un bambino pacioso che corre incontro al padre; espressione che mutò in sorpresa e diffidenza quando si rese conto di come lei non fosse un'infermiera e nemmeno l'ultimo numero di Ju -Che ci fa qui?! E per di più vestita così sobria!- le indicò l'abito storcendo il naso e Chyo, velandosi di imbarazzo, si studiò da capo a piedi.

Corrugò la fronte mentre procedeva a tastare la stoffa liscia del kimono verde con motivi floreali -Guarda che non ho solo corpetti nell'armadio!- tornò a fissarlo, indicandosi le labbra con l'indice -Sei sporco di panna.-

Ma prima che potesse replicarle, un urlo sgraziato proveniente dal salotto li fece sobbalzare e i due accorsero come delle gazzelle per vedere cosa diamine fosse accaduto. O meglio, lei corse come una gazzella, il padrone di casa arrivò dopo parecchi secondi circondato da un'aura di scazzo totale.

-Che Diavolo è tutto questo casino?- si grattava un orecchio, scocciato dal frastuono che sembrava aver urtato la sua quiete.

-Shinpachi-kun, stai bene?- domandò Chyo indietreggiando alla vista del suo sguardo di fuoco; solo in quel momento si accorse di una Kagura placida come un lago che dondolava i piedi seduta sul sofà.

-Avete aperto la mia posta!- tuonò il giovane lanciando in aria il pacco semi distrutto, respirando dal naso come un toro imbufalito.

Gintoki sbuffò -E che sarà mai? Non c'era niente di interessante lì dentro, se ti interessa saperlo!-

-Non credo sia questo il punto.- bisbigliò Chyoko appiattendosi contro il muro, decisa a divenire invisibile per la lite che sapeva sarebbe scoppiata di lì a poco. Si lasciò scivolare lungo la parete, adagiando la busta di carta al proprio fianco mentre assisteva allo spettacolo.

-C'era solo una torta che Gin avere mangiato!- trillò Kagura indicandolo paciosa, come se volesse tirarsi fuori dal tutto. Shinpachi, vena pulsante sulla tempia, fissò truce il compagno.

-E delle orecchie da gatto che indossa quell'impicciona!-

-Noi però non avere letto nulla nella lettera. Noi non sapere nulla di appuntamento!-

-Appuntamento?! Lettera?!-

-Kagura, sei solo una spiona!- bofonchiò Gintoki dandole una manata sulla testa mentre una busta rosa e sgualcita gli veniva strappata di mano da un Shinpachi assatanato. Di lì al delirio, il passo fu breve. Insomma, assistere alla crisi adolescenziale di un giovane in preda agli ormoni fu uno spettacolo raccapricciante e Chyo, che ci teneva a quel poco di sanità mentale che le era rimasta, strisciò lungo il muro pronta ad andarsene. Anche perché non era nei suoi programmi assistere ad una lite familaire. Inoltre dubitava che il ragazzo le avrebbe ancora preparato del the e per lei non c'era alcuna ragione affinché restasse.

-Hai dimenticato questa- la voce strascicata di Gintoki la richiamò proprio mentre stava per fiondarsi verso l'uscio. Chyo si batté una mano sulla testa, recuperando la busta della spesa -Cosa ci fai qui?-

Si lasciò trafiggere dal suo sguardo seccato e dalla durezza del modo con qui quella frase le era stata rivolta -Tranquillo, tanto stavo per andarmene.-

-Guarda che non mi dai fastidio- si grattò la nuca, impacciato; ancora una volta, le domande nella propria mente svanirono come se non fossero mai esistite -Avrei solo preferito che non ci fossero i mocciosi, tutto qua- tornò a guardarla, questa volta con gli occhi cremisi allargati -Lascia perdere. Allora, qual buon vento?-

-Ho incontrato Shinpachi e ha pensato bene di invitare tua cugina a prendere un the- lo guardò divertita, vedendolo roteare gli occhi.

-Che razza di moccioso- lanciò un'occhiata al salotto e Chyo ne approfittò per squadrarlo da capo a piedi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse cambiato in quei cinque anni. Era diventato più alto, i capelli argentei erano più corti anche se sempre selvaggi e, per quanto cerebralmente fosse rimasto un moccioso, l'aspetto era ormai quello di uomo. Quando Chyo aveva deciso di smettere con le ricerche conscia che probabilmente fosse già morto o sposato o emigrato in qualche altro paese, la giovane aveva cominciato ad auto convincersi che, magari, aveva messo su pancia, era diventato pelato e che se mai lo avesse incrociato per strada non sarebbe stata in grado di riconoscerlo. Constatare invece quanto fosse diventato bello, non aveva fatto altro che renderla più insicura circa i propri sentimenti -Hai poi trovato Zura?-

Chyo si ridestò e scosse la nuca -Inizio a credere che sia in pericolo. Forse dovremmo cercarlo.-

-Cazzate, si sarà imboscato con qualche bella donnina e non ha voglia di tornare a casa.-

-Ma Zura non è tipo da fare queste cose!-

-E' un uomo, strano, ma pur sempre un uomo! Anche lui avrà delle voglie!- guardò la sua espressione disgustata mentre agitava le mani -Senti, possiamo non parlarne? Accostare l'argomento sesso e Zura mi fa venire i brividi!-

-Hai fatto tutto tu- bofonchiò esasperata -Comunque se non torna domani, farò un salto dai suoi compari. Non può essere scomparso.- abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi pizzicare. Insomma, era vero che la presenza di Katsura a volte era fastidiosa e noiosa, ma era pur sempre il suo migliore amico, nonché lo psicologo che le dava consigli. Non poteva non preoccuparsi della sua scomparsa improvvisa! E come se Gin le avesse letto nel pensiero, le sue parole arrivarono pacate:

-Stai tranquilla, starà sicuramente bene. Zura non è tipo da morire facilmente, ricordi?- le sorrise appena, impacciato nel volerle infondere un po' di coraggio. E malgrado tutto, la ragazza si ritrovò ad annuire con sollievo, ripensando a tutte le volte che in guerra aveva rischiato le penne ma ne era uscito sempre sano e salvo.

-Beh, ora sarà meglio che va--

-Signorina, signorina!- il grido dell'occhialuto la distrasse e, intimorita, entrò nel salotto con passi pesanti, guardandolo come un topo in gabbia. Dietro di lei, appoggiato allo stipite, Gintoki sembrava divertirsi parecchio -Lei!- Chyo indietreggiò, spaventata dall'improvviso spirito combattivo proveniente dal pacato quattrocchi -Lei mi da l'idea di avere avuto un sacco di storie serie!- continuava a puntarle il dito contro, agitandolo minaccioso. Chyo boccheggiò prendendo tempo, cercando di dare un senso alle sue parole che ora vorticavano nella mente, ma senza nemmeno darle diritto di replica, Gin si intromise nella discussione:

-Beh, di sicuro di storie ne ha avute tante- guardò Sakata con espressione stralunata corredata da un sopracciglio inarcato -Non so quante serie, ma di sicuro tante.- concluse il suo monologo con un ghigno e Chyoko, punta sul vivo dalle sue parole, gli regalò un sorriso sardonico.

-Già, infatti l'unica storia seria che ho avuto è stata una vera delusione- si gongolò nel sentire l'imprecazione che seguì la propria frecciatina, ma per una volta decise di non dare peso alla presenza scomoda dell'ex -Comunque, qual'è il problema?-

-Ha sentito cosa diceva nella lettera?!-

-Tu avere letto tutto nella tua mente. Noi non avere sentito nu--

-Zitta tu e torna a mangiare le tue alghe!- Shinpachi zittì Kagura con tono stridulo, ritornando poi a fissare Chyo con espressione disperata. Questa tirò un'occhiata allarmata a Gintoki, ma quel pezzo di cretino se la rideva sotto i baffi -Mi ha invitato ad un appuntamento! Capisce?! Io e lei... Insieme! Cosa devo fare?-

-Escici assieme, è così difficile?- dall'alto della sua conoscenza in materia di appuntamenti romantici, Gin si intromise con tono deciso, vagamente infastidito dall'argomento che stavano affrontando -Cielo, quanto sei petulante.-

-Tu dovresti essere l'ultimo a poter parlare, visto che sei un venticinquenne single e disoccupato senza nemmeno lo straccio di una donna!- Shinpachi riversò tutto il proprio nervosismo contro il proprietario e Chyo, che forse avrebbe dovuto calmare gli animi, si ritrovò a ridere divertita senza nemmeno nasconderlo.

Gintoki fissò truce il ragazzino, poi si rivolse a lei con tono scorbutico -Che hai da ridere, razza di cretina? Guarda che anche tu sei una ventenne disoccupata senza uno straccio d'uomo!-

-Sì, ma mi ritrovo così per colpa tua, in entrambi i casi- lo zittì con tono ironico ma prima che lui potesse chiederle spiegazioni, Chyo si sedette sul divano, posando la busta della spesa sul tavolo, pronta ad ascoltare Shinpachi -Non capisco dove sia il problema. Non puoi uscire con lei e vedere come vanno le cose? Direi che lei sembra essere interessata a te.-

-Ma non so cosa fare!- si lasciò cadere sulla poltrona portando le mani nei capelli -E se non le piaccio?-

-Questo essere molto probabile.-

-Kagura!- strillò Shinpachi, lanciandole un cuscino in faccia.-E quando la vedo cosa le dico? Cosa faccio? Come mi vesto? Come--

-Quando la vedi le dici “Ciao!”, parli con lei come una persona normale e ti vesti come sempre! Cosa c'è di così difficile, si può sapere?-

-Gin-chan, tu essere piuttosto insensibile!-

-Non è mai stato innamorato, come potrebbe capire?- le parole a lungo pensate ma sempre taciute le uscirono dalle labbra con fin troppa facilità, facendo calare il silenzio attorno a loro. Avrebbe voluto davvero che le cose fra loro proseguissero con tranquillità ma c'era sempre quel tarlo fastidioso, quella sensazione di irrisolto che non le permetteva di andare avanti. La verità era che avrebbe voluto discutere con Gintoki di ciò che era accaduto, dando finalmente pace al proprio cuore martoriato e per quanto si sforzasse di apparire tranquilla, in sua presenza l'acidità tornava a galla e il veleno trattenuto veniva sputato senza rammarico. Forse Katsura aveva sempre avuto ragione: forse avrebbero dovuto chiarire la faccenda una volta per tutte o avrebbe continuato a camminare su quel filo in perenne sbilanciamento. E lui non la stava aiutando a non inciampare, non la stava aiutando a camminare e forse non l'avrebbe nemmeno aiutata a non cadere. Si rinchiuse nel proprio silenzio, incapace di pensare a cosa sarebbe potuto accadere dopo. Gintoki però non replicò, restando immobile contro il muro.

-Lei è mai stata innamorata, invece?- ora gli sguardi dei tre erano puntati su di sé, attenti e in attesa. Ma che domande faceva quella dannato occhialuto? Metterla in imbarazzo così, davanti all'ex menefreghista.

Chyo tornò a guardare Shinpachi decidendo cosa dirgli. Avrebbe potuto seriamente pensarci su, ma alla fine si ritrovò a dire la prima cosa che le era passata per la mente e che, forse, era la più vera fra le mille alternative -Una volta- inevitabilmente lo sguardo cadde su Sakata. Chyoko sospirò; del resto, lei aveva avuto il coraggio di palesare i propri sentimenti nei suoi confronti, in passato, era lui a non essere stato granché chiaro a riguardo -Ma è stato tanto tempo fa.-

-E come ha capito di essere innamorata?-

-Lei avere sentito gorgoglio allo stomaco.-

-Quello lo provi quando mangi, idiota.- la rimproverò Gintoki grattandosi la nuca con forza. Forse anche lui si sentiva in difficoltà, ora.

Chyo strinse le mani sul kimono, accartocciando il proprio cervello affinché la facesse uscire con qualche frase ad effetto, facendola apparire una figa da paura. Ma Chyo era uno schifo in quelle situazioni, con le chiacchierate cuore a cuore faceva pena e la maggior parte delle volte dava consigli talmente balordi che nemmeno lei se ne sarebbe fidata. Ma quella volta, complice il fatto che l'unico che le avesse mai fatto provare tale sentimento fosse lì, nella sua stessa stanza, le fece comprendere come le cose andassero oltre le semplici vertigini, fiati spezzati, cuori martellanti e mani sudate. E le parole, ancora una volta, si sparsero nell'aria con semplicità, come se fossero sempre state lì:

-Ah, succede, credo. Un giorno ti alzi e cominci a credere che la persona davanti a te sia semplicemente la cosa migliore che ti sia mai capitata, che ti fa vedere quanto può essere bello il Mondo anche se le cose vanno male- si contorceva le mani, incredula nel sentirsi dire quelle parole nonostante Gintoki fosse davanti a lei, a fissarla con la solita faccia da scemo, con una Kagura che mangiucchiava alghe e un Shinpachi attento che prendeva appunti; e proprio mentre decise di mettere un freno alle cazzate, quelle uscirono con tono assorto e convinte, come se racchiudessero tanti perché di tanti anni prima -Forse l'amore è che quando ti fai tutte queste domande, poi lui arriva, ti bacia e ti dice di stare tranquilla perché tanto c'è lui con te, quelle domande scompaiono...-

Fu come essere stata catapultata nel passato ritrovandosi nella stanza delle strategie, di notte, solo loro due nel futon senza parlare, ad ascoltare il respiro l'uno dell'altra senza porsi alcun quesito, godendosi quell'attimo di felicità che sarebbe potuto terminare da un momento all'altro. Fu come riscoprirsi innamorata solo posando gli occhi grigi nei suoi, cremisi e stranamente vividi. Ma quella volta lasciò scivolare ogni briciolo di sentimento, dicendosi che le cose andavano bene così e che quelle notti trascorse insieme probabilmente non sarebbero più tornate e se fosse tornate, non sarebbero state stupende in egual maniera. Così si alzò, circondata da quello strano silenzio che si era avvenuto a creare, non pesante ma assorto, come se le sue parole per una volta sensate e sincere fossero degne di meditazione. E Chyo, che di pensare era stanca, voleva solo uscire e distrarsi -Si è fatto tardi, devo andare.- si avvicinò alla porta, sentendo su di sé lo sguardo perforante dell'amico.

Avvertì i suoi passi dietro sé, stranamente galante nell'accompagnarla alla porta. O maleducato per la fretta con cui la stava mandando via, dipendeva dai punti di vista. Se si fosse attaccata a quel sentimento confuso che albergava in lei avrebbe dato spazio alla speranza, ma l'aveva chiusa in gabbia e per il momento non voleva aprirla. Così uscì dalla porta, conscia di quanto scomoda fosse divenuta la sua presenza per quel giorno. E pensare che voleva solo un the...

Sentì la porta scorrere, così come cominciarono a scorrere le parole di Gintoki -Mi spiace che le cose non siano andate come volevi, ma non puoi farmene una colpa.- e poi il rumore secco della porta che si chiudeva che non arrivò mai, il suo dargli le spalle restando dritta in piedi per dimostrargli quanto fosse cresciuta anche senza di lui e senza il suo amore, i suoi passi che la facevano allontanare da quella casa di paranoici, il suo sguardo che l'accompagnò fino alle scale. E solo quando fu all'ultimo gradino udì la porta chiudersi.

La sua incredibile capacità di rovinare tutto con le proprie parole non la stupì più di tanto, ben consapevole di essere stata lei, probabilmente, a mettere la parola fine a questa cosa di amicizia a cui avevano dato inizio senza forse esserne neppure tanto convinti. Ma di una cosa era certa: era vero che l'amore ti coglie quando meno te lo saresti mai aspettato. Del resto, al lei era successo proprio così...

Toc toc...

Si svegliò di soprassalto, infastidita dal bussare incessante alla porta della baracca. Gettò un'occhiata impigrita alla finestra, constatando che doveva essere ancora molto tardi. Si infilò lo yukata e aprì la porta, reprimendo uno sbadiglio mentre, davanti a sé, la figura di Kaory l'infermiera assumeva delle tinte più chiare.

-Chyo-chan, presto, vieni con me! Takasugi mi ha mandata a chiamarti!- si lasciò prendere per mano, venendo trascinata per i corridoi bui fino all'infermeria, ignorata nonostante continuasse a chiedere cosa Diavolo stesse succedendo. Le parve di essere piombata in una soap opera, in particolare la scena madre in cui la ragazzina innamorata viene a scoprire dall'amante dell'amato che sì, i due si frequentavano ormai assiduamente. Ma il passo svelto che stava utilizzando la donna e l'espressione colma di terrore che le aveva regalato poco prima aveva fatto crollare tutte le sue fantasie. Qualcosa di grave era successo e non appena mise piede nella baracca adibita ad infermeria, comprese di essere in realtà approdata in un terribile incubo.

Decine e decine di compagni giacevano contro i muri o sulle lettighe coperti di sangue, contorcendosi dal dolore, respirando affannati, continuando a chiamare i nomi delle infermiere affinché intervenissero. Chyo si guardò attorno spaesata, alla ricerca dei quattro amici di cui però non vi era traccia alcuna.

-Cosa è successo?- domandò dopo essersi ridestata, volgendosi verso un'agitata Kaory,

-Io non lo so- mormorò con voce tremante -Sono arrivati cinque minuti fa. Parecchi sono morti sul campo e noi siamo troppo poche e- si bloccò, prendendo un respiro profondo -Stanno guardando Katsura, ora. È pieno di ferite e ha la febbre alta.- vide le lacrime solcarle il volto mentre la mano si slegava dal suo polso per andare a stropicciarsi il viso, pulendolo. Chyo scosse la nuca, incapace in quel momento di proferire verbo, incapace di scoppiare a piangere pur di far scemare il nervoso. Voleva solo vedere gli altri e assicurarsi che stessero bene.

-Vedrai che andrà tutto bene- mormorò assorta, forse per infondere coraggio a sé stessa più che alla donna -Zura è forte, ce la farà!- le regalò un sorriso stiracchiato, vedendola annuire con forza -Dove sono gli altri?- l'infermiera le indicò il corridoio esterno prima di allontanarsi per andare ad aiutare le altre. Chyoko prese un profondo respiro poi si fiondò dove le era stato indicato, trovando un incazzoso Takasugi che si massaggiava il polso.

-Shin-chan...- bisbigliò spaventata, rilassandosi quando lo vide senza ferite -Stai bene? Ho sentito di Zura e--

-Io sto bene e anche lui. Ha solo la febbre, si riprenderà- la interruppe piano, sistemandosi meglio la fasciatura. Chyoko annuì e dopo aver stretto il labbro inferiore, si rese conto di essere in procinto di piangere -Ti prego, non cominciare a piangere. Mi dai sui nervi quando fai così.-

Trafitta dalle sue parole, la ragazza avvertì gli occhi farsi secchi di colpo, come prosciugati da ogni lacrima -Forse avrei dovuto cercare una tattica migliore.- si ritrovò a dire piano mentre il lacerante senso di colpa si annidava in ogni sua muscolo.

-Non è colpa tua!- bruscamente, Takasugi la zittì -Se avessero seguito le tue strategie, a quest'ora staremmo a bere sake.-

-Avessero?-

-Zura e Gintoki si sono separati da noi costeggiando il lato Est della montagna e sono finiti nella bocca degli Amanto- strinse i pugni intorno alle braccia, digrignando i denti -Che razza di idioti. Se non fossimo arrivati Sakamoto ed io, a quest'ora sarebbero morti.- i suoi grandi occhi grigi si allargarono a quelle parole e guadandosi attorni si rese conto di come il samurai dai capelli argentei mancasse all'appello. Un nodo alla gola le bloccò il fiato, costringendola ad appoggiarsi al muro per ritrovare le forse. Dove Diavolo si era cacciato Gin-chan?

-Perché mi hai fatta chiamare? Io non posso aiutarvi in alcun modo.- cominciò a far passare le dita fra i lunghi capelli neri, osservando le infermiere indaffarate. E quando meno se lo aspettò, anzi, quando si preparò a ricevere una risposta sgarbata in cambio, Takasugi fu in grado di sconvolgerla.

-Volevo accertarmi che stessi bene, volevo vederti- scorse le sue gote imporporate sotto quei fili scuri e prima che potesse replicare, Chyo venne fulminata da uno sguardo truce -Ora vado ad aiutare le infermiere, non possiamo permetterci che qualcun altro muoia- la superò zoppicando e solo allora si accorse della garza che gli avvolgeva la caviglia -Tu vai a cercare Gintoki. Quell'idiota si è nascosto e nessuno riesce a trovarlo.- la ragazza deglutì, poi si incamminò con passo lento ponderando sulle sue parole. Egoista come mai prima d'ora, la ragazza si ritrovò a pensare a quanto avrebbe voluto sentirsi rivolgere certe parole da Shin-chan molto tempo prima per poterne godere appieno mentre in quell'istante, girovagando per i corridoi della baracca, voleva solamente accertarsi che Sakata stesse bene.

-Alla ricerca del Gintoki perduto.- bofonchiò amareggiata, svoltando il nono angolo. E maldestra come al solito, si ritrovò per terra come un sacco di patate, massaggiandosi il nasino dolorante mentre due enormi lacrimoni le scendevano dagli occhi.

-Possibile tu sia sempre a terra?- a quelle parole strascicate, volse il viso piagnucolante per incrociare l'espressione ghignante di Gintoki che, appoggiato al muro e gambe lunghe, se ne stava stravaccato.

-E' colpa tua!- strillò mettendosi in ginocchio, agitando i pugni -Se te ne stai qui come un sacco di patate, poi la gente inciampa e-- si bloccò, scorgendo solo in quell'istante lo yukata bianco candido chiazzato di sangue. Istintivamente portò le mani sulla stoffa mentre gli occhi cominciavano a pizzicare -Stai bene?! Sei coperto di sangue!-

Gin le rivolse un'occhiata stanca per poi scacciare le sua mani con malagrazia -Io sto bene, solo qualche graffio- Chyo annuì, continuando a fissare il suo viso apparentemente rilassato, chiedendosi cosa diamine stesse frullando in quella sua testolina. Avrebbe voluto incavolarsi per la sua incoscienza, per l'essersi spinto oltre il fronte principale finendo così in un vicolo cieco, ma la ragazza capì come ciò sarebbe stato solo deleterio. Zura era sotto le cure mediche e Gin non sembrava in grado di saper gestire una discussione di alcun genere -Cosa ci fai qui? Sei stanca, dovresti riposare.-

-Mi ha fatta chiamare Takasugi- lo vide storcere il naso a quelle parole, ma lei non vi badò -Perché non sei con gli altri? -

-Non riesco a sopportare il loro sguardo- fu la placida risposta che le diede, guardandola con un sorriso abbozzato -Non riesco a sopportare le loro grida, la vista del loro sangue- le dita si contorcevano e per la prima volta da che lo conobbe, le sue parole giunsero colme di rammarico -Non avrei mai dovuto dirgli di allontanarci- concluse flebile, facendo cadere il silenzio tra loro. Chyo abbassò lo sguardo, incapace di riuscire ad infondergli un po' di coraggio; per quanto si sforzasse di fare loro da mamma chioccia, l'adulta e la matura della situazione, alla fine si dimostrava la solita mocciosa incapace di aiutare gli altri, che fosse con le parole o coi gesti. E in quel momento, di fronte ad un Gintoki così spento e colpevole, non seppe davvero come comportarsi. Volse il capo verso il muro di legno, udendo il rumore scrosciante della pioggia che aveva cominciato a cadere incessante. Un tuono la colse impreparata, facendola sobbalzare -Hai ancora paura dei temporali?-

-Non ho più dieci anni.- bofonchiò imbronciata, sentendo la sua risata rauca propagarsi per il corridoio.

-Già, ormai sei una donna- un sorriso ironico si dipinse sulle sue labbra, ma Chyo non replicò, conscia che aveva solo bisogno di distrarsi e lei, come sempre, accettava di essere utilizzata come bersaglio -Guarda che dico sul serio.- le regalò un sorrisetto a cui lei replicò con le labbra arricciate.

-Sakamoto ha detto che mi chiami ranocchia.- gonfiò le guance. Sapeva anche lei di non essere una dea se paragonata alle bellezze che giravano per il campo ed era anche consapevole di non essere il sogno erotico degli uomini e sapeva anche quanto l'amico fosse un primitivo. Ma almeno nei suoi confronti, un po' di delicatezza poteva utilizzarla.

-Quello stronzo parla troppo! Spero gli abbiano tagliato la lingua- non provò nemmeno a rimproverarlo, tanto da un orecchio gli entrava e dall'altro gli usciva -Comunque dicevo sul serio. Sei cresciuta e non sono l'unico ad essermene accorto. L'altro giorno Katsura era ubriaco e ha detto che avrebbe voluto fare “nian nian” con te.- lo vide sghignazzare divertito e più che imbarazzarsi per ciò che l'amico avrebbe voluto fare con lei, si ritrovò a chiedersi perché mai un diciannovenne dovesse dire “nian nian” al posto di “fare sesso”. Perfino lei che aveva avuto zero storie era meno pudica di quello stramboide.

-Era ubriaco.-

-Anche Sakamoto vorrebbe farlo con te.-

-Quello vorrebbe farlo anche con un palo della luce!-

-E Takasugi? Ha detto che non gli dispiaci. Direi che è abbastanza, no?-

-Non significa nulla. E poi perché non chiedi con chi vorrei andare a letto io?-

-Con chi vorresti andare?-

-Ma non si fanno queste domande ad una signorina!- gli diede una manata sulla testa, poi cominciò a blaterare su quanto pura fosse.

-Non dire cazzate. Sappiamo tutti che vorresti andare con Takasugi.-

-Non è vero- lo fissò seria -Non voglio andare con qualcuno che non mi piace.- lo vide strabuzzare gli occhi e sistemarsi meglio, stranamente colpito da quelle parole che aveva destato il suo interesse. Beh, almeno parlando di cavolate si stava riprendendo.

-Vuoi farmi credere che non ti piace più quel coglione?-

Chyo gli regalò un'occhiataccia per l'epiteto poco carino utilizzato nei confronti dell'amico, ma nonostante quello alzò le spalle -Non ti è mai successo che una ragazza non ti piacesse più?- borbottò guardando di lato, apparentemente seccata da quell'argomento. Gintoki si grattò la nuca.

-No, non mi è passata.- replicò schivo, senza entrare nei particolari. Tuttavia, la mossa fu completamente sbagliata perché Chyoko, in uno slancio di curiosità, lo guardò con espressione incredula.

-Oh, ma allora ti piace qualcuna!- trillò al culmine della gioia, facendolo sobbalzare-Era Sayuri, vero?-

-Chi?-

-Ma sì! La ragazzina col caschetto che sedeva in prima fila- spiegò pensosa, poi annuì mentre batteva le mani -Allora era Hime-chan!- Gin le regalò un'occhiata scettica -Non dirmi che non sai chi è Hime -chan!-

-Avevamo delle ragazze, oltre a te, in classe?- domandò convinto, inclinando il capo mentre lei ridacchiava.

-Guarda che con Hime-chan hai ballato alla festa del paese.- gli rammentò puntellandogli l'indice sulla fronte coperta dal fazzoletto bianco.

-Ah, quella tappetta che mi calpestava i piedi?-

-Proprio lei!- Chyo si coprì le labbra con una mano prima di proseguire -Ricordo di come è scoppiata a piangere quando non ti sei nemmeno ricordato il suo nome, il giorno dopo.-

-E io ricordo di come sei caduta davanti a tutti mentre Katsura ti faceva fare un casquet.-

-Perché ricordi le mie cadute ma i nomi non ti restano in testa?- bofonchiò lei imbarazzata, dandogli una leggera spinta. Gintoki ghignò in risposta ma Chyo, sorridendo furba, gli puntellò l'indice sulla fronte -Comunque non dimentico- assottigliò gli occhi dal taglio orientale, inclinando leggermente il capo -Chi è che ti piace? Ti piace Junko l'infermiera?-

-Quella si nasconde con Sakamoto.-

-Shibahime la Geisha che ci portiamo appresso per motivi ancora oscuri?-

-Quella si fa Sakamoto.-

-Si fanno tutte Sakamoto?!-

-Piacerà l'aria del coglione.-

-A me non piace. Sai, l'altro giorno ha provato a baciarmi- vide le sue mani stringere con forza la benda bianca che solitamente si legava in fronte.

-E tu che hai fatto?-

Sventolò una mano -Gli ho detto di no e lui è corso da un'altra infermiera- sorrise sognante, rincuorata al pensiero di poter esprimere le proprie emozioni per una volta da quando era scappata dal villaggio. Solitamente, era sempre stata sua madre ad ascoltarla, ma da quando era morta... Scacciò quel ricordo, concentrandosi su di un Gintoki nervoso -Sai, io vorrei baciare il ragazzo che mi piace in un momento che, ah, come posso dire--

-Che ti ricordi quanto bello può essere il Mondo?*- Chyo annuì, imbarazzata per l'argomento e per il fatto che avesse captato il suo ragionamento con così tanta facilità. Ma del resto, Gintoki era sempre stato bravo in questo -Tranquilla, di questo passo sarai presto fidanzata.-

-Ma piantala...-

-Arrenditi all'evidenza: sei una bella ragazza, è normale che gli uomini facciano pensieri su di te. E in più sei gentile, una dote che le infermiere sembrano non possedere- lo guardò con le gote rosse, ringraziando il poco chiarore del corridoio -Per quanto tu ci provi, non passi inosservata- lo vide appoggiare la testa contro il muro, quasi arreso dalle proprie parole. Fece per rispondere, ma Sakata fu più veloce nel proseguire -A tal proposito, non ti ho mai ringraziata per essere rimasta con me.-

-Oh, andiamo, anche Katsura è rimasto con te e--

-E' diverso!- la bloccò brusco, stringendo con forza il nastro bianco -Tu non ti sei mai allontanata, tu ci sei sempre stata e-- lo vide grattarsi la nuca, imbarazzato e impacciato nel confidarsi con lei di cose così intime e poi, deviando su un discorso più impervio, eccolo che le parole uscirono tremanti dalle sue labbra sottili -E se Zura non ce la fa? Se Zura dovesse morire?- perfino l'espressione che assunse il suo viso fu colma di colpevolezza. Chyo sbarrò gli occhi, incapace ora totalmente di barcamenarsi in quella situazione. Che fine aveva fatto il Gintoki sbruffone e indifferente a tutto? Quello che le tirava su il morale anche nelle situazioni buie? L'appoggio che le serviva per vedere quanto bello fosse il mondo intorno a sé? Se anche lui crollava, come sarebbero andati avanti? E avrebbe voluto dirgli che se lei stava diventando la donna che fino ad ora le aveva decantato, era solo perché aveva avuto la fortuna di avere il sostegno di un fantastico gruppo di amici che, anche nelle difficoltà, non l'avevano lasciata indietro. Chyo strabuzzò gli occhi, avvertendo il pizzicore pungerli, prendendo un profondo respiro per provare ad essere il più sincera possibile. Ma lui non le diede il tempo necessario...

-Vedrai che andrà tutto bene, lui-- le parole le morirono in gola quando, d'improvviso, le braccia del ragazzo le avvolsero il collo, facendola aderire meglio a sé. Si lasciò stringere con forza senza lamentarsi del dolore lancinante che l'aveva colta, restando immobile per alcuni secondi con le braccia sollevata, giusto il tempo di rilassarsi nella sua morsa e comprendere cosa esattamente stesse accadendo. Chiuse gli occhi, assaporando il profumo di buono del compagno, avvertendo il rumore della pioggia che picchiettava sulla baracca mischiandosi ai loro respiri bassi.

Per un istante si ricordò di quando sua madre la stringeva dolcemente a sé quando si spaventava per i tuoni o quella volta che le era morto il coniglio; cazzate se paragonate al fatto che c'era un loro compagno moribondo a poche stanze da loro, ma all'epoca era una bambina e quelli erano stati i drammi insormontabili della vita. Posò delicata una mano sulla sua nuca, cominciando ad accarezzargli i capelli con lentezza, avvertendo il suo tremore scemare con il trascorrere dei secondi. Non seppe con certezza quanto restò in quella posizione crogiolandosi nel calore che le stava infondendo, ma quando prese forma nella sua mente il pensiero che avrebbe voluto passare tutta la notte fra le sue braccia, Chyo allargò gli occhi grigi, scostandolo un pelo.

-Devi farti forza, Gin-chan, non lasciarti abbattere- si allontanò scorgendo il suo viso contrito; arricciò le labbra, posando i pollici sulle sue sopracciglia modellandole, così da conferirgli un'espressione arcigna -Così sembri il solito incazzoso.-

-Cretina!- strepitò dandole un pizzicotto sulla schiena, tastando poi la parte lesa -Ma... Ma porti un reggiseno! Cosa lo porti a fare, se non hai tette?!- seriamente stupito, le regalò un'occhiata allucinata prima che le posasse le mani sul seno con noncuranza. Chyo, dapprima sbigottita, allontanò le sue mani con una sberla, dandogli poi un pugno sulla nuca prima di alzarsi e sistemarsi il kimono.

-Vedo che ti sei ripreso!- imbronciata cominciò ad incamminarsi verso l'infermeria, decisa a lasciarlo lì nella sua solitudine. Incredibile come una situazione così delicata si fosse trasformata nel solito carosello di scemenze. Avvertì dei passi pesanti dietro di sé e una risata svagata, ritrovandosi a sorridere placida nel rendersi conto che, se Sakata stava meglio, anche tutto in lei si sistemava.

-Ah, eccovi finalmente!- Takasugi scoccò loro un'occhiata torva -Zura sta meglio. Passerà la notte qui ma la febbre si è abbassata. Voi andatevene a dormire, domani mattina ci dovremmo svegliare presto.- li superò senza proferire altro, lasciandoli da soli.

-Ah, ma... E Sakamoto?!- domandò Chyo guardandosi attorno, avvertendo poi le grida bellicose di un'infermiera mentre la risata sguaiata di Tatsuma li raggiunse; Chyo si ritrovò a sorridere tirata -Sakamoto sta bene.-

-Quello non lo ucciderebbe nemmeno un cobra.- replicò velenoso Gintoki, muovendo piano un piede con fare nervoso. Chyoko annuì, gli posò delicata la mano sulla spalla e gli regalò un sorriso dolce.

-Andiamo da Zura a vedere come sta?- si incamminarono in silenzio, raggiungendo la stanza in cui l'amico era ricoverato. E proprio mentre stava per chiedere informazioni ad un'infermiera, avvertì la mano grande di Gintoki stringersi intorno alla sua con forza. Chyo sorrise intenerita. Si comportavano da adulti, ma restavano ancora due mocciosi.

-Tornate domani, ora sta riposando.- annuirono, restando appoggiati contro il muro fissando la porta della stanza in cui trafficavano le infermiere.

-Possiamo andare a dormire. O possiamo aspettarlo. Possiamo intrufolarci quando se ne vanno- gli regalò un'occhiata furtiva -Sei contento? Zura sta bene!-

-Sai cosa me ne frega.-

-A me non sembra proprio.- gli regalò un ghigno e lui, per risposta, le regalò un bel dito medio alzato.

-Sei proprio stronza- non se la prese, Chyoko, si limitò a ridere divertita per poi lasciare che il silenzio cadesse ancora fra loro -Chyo-chan, scusami.- Chyo scrutò il suo viso apatico, arricciando le labbra per comprendere cosa volesse dirle quella volta. E come se il traduttore si fosse messo in moto, la giovane appoggiò la nuca contro la parete sorridendo sollevata, comprendendo che non si riferiva al modo con cui l'aveva graziosamente appellata.

-Prego.- avvertì la sua mano stringersi di più e in quel preciso istante, comprese come non avrebbe mai voluto lasciarla.

Era una notte piovosa di fine autunno e Chyoko Fujiwara si era perdutamente innamorata di Sakata Gintoki.


Aprì la porta senza nemmeno vedere chi fosse lo stronzo che, alle sette del mattino, bussava incessantemente. E non mandò a quel paese un Katsura trafelato che entrava senza fare complimenti, senza dirle un “Mi sei mancata in questi giorni!” ma solo un ammonitore “Beh, perché ci hai messi così tanto ad aprire?” perché Chyo non aveva voglia di parlare. E lui lo sapeva bene quanto fosse poco ciarliera appena sveglia.

Non era cambiato in quei giorni e non era nemmeno morto e forse avrebbe dovuto arrabbiarsi per il suo non essersi fatto sentire, ma quando chiese spiegazioni con tono strascicato e lui replicò con pacato -Scusa, ho avuto da fare- se lo fece andar bene, perché l'importante era vederlo vivo davanti a sé. Del resto, di tempo per fargliela pagare ne aveva ancora a bizzeffe. Così si diresse verso la propria camera dicendo che andava a prendere qualcosa, cercando di sfuggire ai suoi occhi indagatori -Dov'è Elizabeth? Voglio salutarla!-

-Dorme.-

-Allora mi preparo un the mentre aspetto. Ne vuoi anche tu?- si sedette sul divano rattoppato annuendo, dimentica di voler sfuggire alle sue domande da psicologo. Perché sapeva che sarebbero arrivate; del resto, Katsura aveva già capito che qualcosa in lei non andava -Hai trovato lavoro?-

-Non ce n'è. Non sono brava in niente.-

-Sei brava in tante cose. Hai solo paura di ricominciare da capo- la rimproverò burbero recuperando il barattolo del the -Comunque se non hai nulla da fare, ti porto io in un posto. Ho conosciuto una signora che gestisce un ristorante e ha bisogno di una cameriera e--

-Allora è vero che eri con una donna- portò le gambe contro il petto guardandolo seria e quando lo vide aprire le labbra riprese a parlare -Per me va bene. Oggi sono libera.- e lasciò che il silenzio tornasse ad avvolgerli, perché di parlare aveva voglia zero. Katsura la studiò, portò le mani nelle maniche del kimono e sospirò.

-Qual'è il problema questa volta?- pacato aspettò e lei era decisa a non dar voce ai propri pensieri, ma una parolina le sfuggì.

-Gintoki.-

-Ah, ancora? Che ha fatto adesso? Credevo che le cose andassero bene- Chyoko si strinse nelle spalle, alzando le spalle con svogliatezza per fargli capire che non aveva voglia di affrontare l'argomento -Ho capito, oggi non è giornata. Facciamo così, io ti racconto della mia missione top secret e quando sei pronta mi dici cos'è successo, d'accordo?- annuì, vedendolo sedersi davanti a sé con un sorriso sereno. E in quel momento, con le lacrime che solcavano le sue gote rosse e con l'amico rimasto in silenzio per lasciarla sfogare, Chyoko comprese di essere arrivata al limite della sopportazione.

-Sono una cretina.- e lui sembrò aver capito tutto senza bisogno di spiegazioni, capace di captare ogni suo pensiero. Gliene fu grata perché così le faceva risparmiare tempo e parole. E si era avvicinato, accarezzandole la testa con fare paterno.



Suo padre le aveva detto che il tempo avrebbe aggiustato ogni cosa e che ogni ferita si sarebbe rimarginata. Ma se ad ogni secondo che passava si innamorava sempre più di quell'idiota di Gintoki, come avrebbe potuto il tempo sanare i suoi dolori?


 

*Frase presa da Donnie Darko (dico solo ♥)

**Dango: gnocco giapponese ricavato dal mochiko (farina di riso). Viene spesso servito con tè verde.


Note noiose dell'autrice:

Che capitolo sofferto ç_ç Oh, mica riuscivo a scriverlo! L'ho modificato talmente tante, ma tante di quelle volte che alla fine mi sono rifiutata di rileggerlo. Ragion per cui, se trovaste qualche strafalcione vi prego di farmelo notare, almeno corro subito a correggere.  Solo le scene della loro adolescenza mi piacciono sul serio, lo ammetto. Sarà che non mi dispiace ficcare del romanticismo tra quei due debosciati e credo che ormai ci stiamo avvicinando ad una consapevolezza di quelli che sono i sentimenti dell'uno nei confronti dell'altra. E finalmente, aggiungerei io!

Cosa abbiamo capito da questo capitolo (a parte che alla fine è stato scritto con scazzo assoluto?): che Chyo ha detto almeno una volta ti amo a Gintoki. Questo è quanto. La storia sta procedendo tortuosamente, lo ammetto xD Alla fine apro tanti interrogativi ma non ne chiudo nemmeno uno! Scandaloso... Ed è anche scandaloso che sia già pronto un capitolo lontano anni luce ma che quelli successivi siano solo abbozzati. Così come è scandaloso che stia cominciando a scribacchiare un'altra storia su Gintama senza aver concluso questa.

Passo subito ai ringraziamenti concludendo le mie paranoie, che forse è meglio!

Ringrazio ancora infinitamente Elizabeth_smile per la bellissima recensione che mi ha lasciato! Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento e ti obbligo a dirmi che fa schifo se dovesse farlo davvero D:

Dark_Glo: Cara, stavo per pubblicare ma ho visto la tua recensione, così ho aspettato e ti scrivo qui! Grazie mille innanzitutto per le tue parole, sei gentile come sempre! Apprezzo che il capitolo ti sia piaciuto e che la scena del loro passato ti abbia strappato un sorriso. A volte ho paura che siano troppo smielati! E su Katsura dico solo che adoro descriverlo scemo ma sempre capace di cogliere ogni preoccupazione di Chyo. Ti ringrazio ancora e attendo un tuo parere su questo capitolo :) Bacioni!

Ringrazio anche quelli che leggono ma restano in silenzio :)

Alla prossima,

Geisha.

  
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