Quando Georgie si ritrovò in ritardo
Tic tac. Tic tac. Tic tac. Non sapeva
nemmeno lui da quanto tempo si trovava in quella stanza a fissare il
pendolo dell'orologio oscillare di qua e di là attraverso la
sottile lastra di vetro. Tic tac. Tic tac. Ci si poteva persino
riflettere in quella trasparenza. Seguiva quel bagliore con gli occhi
mezzi socchiusi, il corpo secco lungo disteso su un vecchio divano di
pelle mezzo sfondato e la testa inclinata ed abbandonata nel vuoto
oltre il bracciolo,
con i capelli sottosopra e le guance che cominciavano a diventargli
di un rosso tenue. Fuori il tempo era alquanto uggioso, di certo non
una novità nel centro di quel groviglio di strade chiamato
Londra, il vento fischiava tranquillo fra le fronde degli alberi
magri che ogni tanto affiancavano le vie mentre le nuvole nel cielo
si preparavano ad accogliere un breve ma violento temporale. In
quella stanza invece l'aria si stava riempiendo a poco a poco del
fumo di una sigaretta che bruciava sconsolata nel posacenere,
iniziata minuti prima e mai finita completamente. Qualcos'altro
affollava i pensieri di quell'uomo, qualcosa di confuso ma allo
stesso tempo affascinante, qualcosa che non credeva nemmeno lui
potesse essere vero. Non si era mai considerato un tipo che parlasse
molto, per carità, era socievole e tutto, ma possedeva un
delizioso carattere riflessivo e riservato, preferiva di gran lunga
perdersi nella marea dei suoi pensieri piuttosto che parlare a
sproposito e fare la figura dell'idiota. Di tanto in tanto, immerso
nel silenzio più totale, alzava una mano e si concentrava
sulle sue dita affusolate che galleggiavano nel vuoto. E mentre se ne
stava lì a darsi del pazzo, un tipo aprì piano la
porta
facendo scricchiolare appena appena i cardini arrugginiti, e con
passo felpato si avvicinò al divano convinto che l'altro non
potesse notarlo. Che diamine di posizione stramba aveva. Ma
d'altronde lui era sempre un po' strambo, anche quando non faceva
niente. Stette lì a guardarlo per qualche secondo, con il
volto leggermente inclinato e le sopracciglia aggrottate incapace di
comprendere a pieno che diavolo ci facesse con la testa sottosopra a
puntare un vecchio orologio a pendolo. Fece spallucce, probabilmente
era solo in stato catatonico.
“Ah ma allora sei qui!!!!!!!!!”
gridò parandosi di fronte al volto capovolto del chitarrista.
“AAAAAAH!” d'un tratto si agitò
come una trota e per poco non cadde a terra dalla paura, non lo aveva
nemmeno sentito arrivare, era troppo perso nei suoi ragionamenti
contorti per accorgersi del mondo intorno a lui.
“R-Ringo per la miseria! Mi hai fatto
prendere un colpo brutto-”
“Ehi ehi! Ti stavo solo cercando!
Ma che ti prende Georgie? In studio son tutti che t'aspettano! E sai
quanto Lennon odi la gente che arriva in ritardo... minaccia di
ingaggiare Fred-il-sergente come nuovo chitarrista se non ti sbrighi
a muovere il culo, così ha detto...”
“Fred-il-sergente?
Il barbone ubriaco di Mill Street?”
Ringo annuì con la sua tipica
aria da bambino innocente.
“Allora dovrò sbrigarmi!”
disse Harrison alzandosi e riabbottonandosi i primi bottoncini della
camicia. “Comunque tu volevi farmi crepare altro
che...” mugugnò
guardandolo di sottecchi.
Il batterista gli rispose con un
sorriso a pieni denti, osservò il suo compagno passargli
davanti e dirigersi verso la porta sorreggendosi il capo mezzo
rimbambito. Dio, persino quando non ci stava con la testa Harrison
riusciva ad apparire così dannatamente elegante e slanciato.
Ringo, colto dalla delusione che George
non si fosse accorto del suo gran bel sorrisone acchiappa-femmine,
abbassò lo sguardo con una smorfia e fece per andarsene
anche
lui, quando non si vide sbarrare l'uscio dal braccio teso di
Harrison.
“Ah Ringo... la prossima volta che mi
chiami ancora Georgie, quei bei denti te li butto giù uno ad
uno!” disse in tono ironico con un mezzo sorriso sghembo.
“Beh ma almeno sono riuscito a farti
sorridere!"
George lo scrutò per un
attimo, poi tolse arreso il braccio dallo stipite e percorse un lungo
corridoio semi
illuminato che portava a delle fredde scale di marmo.
L'altro lo seguì a ruota sempre
con quel suo fare buffo e spacciato.
“Eddai Georgie è un nome
carino tutto sommato”
“No che non lo è”
“E
allora come posso chiamarti?”
“Mmmh... George ti piace?”
“No,
è troppo banale!”
“Anche Harrison non è
male!”
“Che ne dici di Harry?”
“No”
“Joe?”
“Nooo!”
“Jack!”
“Ringo dannazione io ce l'ho
un-”
“Martha?”
“Cos- il cane di Paul si chiama
Martha!!!”
“Davvero? Diamine deve avermi copiato l'idea”
George fissò Ringo malissimo,
come si guarda un bimbo di cinque anni e mezzo, ma a quelle
“discussioni” ormai ci era abituato da una vita,
andava sempre a
finire così fra quei due, non si prendevano mai sul serio,
ma
sapeva bene che in fondo in fondo quelle frecciatine facevano piacere
ad entrambi. Li univa in maniera particolare.
“Hmm” il più alto si
avvicinò divertito all'altro, con un sorriso beffardo che
gli
illuminava tutto il volto e due occhietti indagatori “io lo
so come
chiamarti invece”
“Ahn sì?” fece Ringo voltandosi
leggermente e fingendo una patetica aria da snob.
“Oh sì signor Beatle... mi
sembra chiaro che lei sia un elefante!”
“Un elefante?!” rispose confuso
“che diavolo dici? Il sangue deve esserti salito al
cervello!”
“Ma
come? Non è una proboscide quella che vedo
lì?”
esclamò soffocando una risatina e dirigendo l'indice verso
il
volto di Ringo.
“Aaah questa me la paghi!!!”
“Solo se riesci a prendermi!”
scappò via il chitarrista ridendo come un pazzo.
“Ti ammazzo musicista da quattro
soldi!!! Il mio bellissimo naso!” urlò l'amico
rincorrendolo
a perdifiato giù per le scale (e per poco non
rischiò
di rimetterci una gamba percorrendo gli scalini a due alla volta).
[Per
il Copyright meglio specificare che nessuno dei personaggi che
appaiono in questa storia mi appartengono (magari fosse
così!),
ma appartengono solo meravigliosamente a loro stessi <3. Invece
Freddie Mercury è tutto mio e ci faccio quel che voglio
trololololololo.]
Scusatescusatescusatescusatescusate. Adoro i Beatles, e ho avuto la grande idea di provare a scrivere una ff comico/romantica su un pairing sebbene non abbia mai scritto cose del genere >_< perciò fan dei Beatles di tutto il mondo, imploro perdono. *regala fiorellini
Consideriamolo come un piccolo esperimento e vediamo come vanno le cose, intanto cercherò di continuare a scrivere e postare se vi va! Besos!