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Autore: KoreW    29/01/2012    0 recensioni
a Gra Gra 96, che oggi 05/11/2011 mi compie 15 anni, questa fic è tutta per lei, che sogna che un giorno una ragazzo delle rose le bussi alla porta...
Mattina, sempre bello svegliarsi cullati dalla luce del sole.
Mattina, bello svegliarsi con la sensazione che un nuovo giorno cominciava.
Mattina, bello sapere che era sabato e che potevi dormire fino a tardi.
Mattina, ma perché ero già sveglia alle sette?
prima fan fic di due su due personaggi della nuova generazione più due miei OC, se andrà bene proverò anche con qualche altra coppia della NG ma per ora mi limito a questa.
Ehi, Gra, spero ti piaccia... auguri...
Baci
Alyssia98
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                                              Un invito speciale
 
Era un anno speciale, quello, tra i più speciali a detta di tutti.
Era l’anno del torneo Tre Maghi e tutti i cavalieri si accingevano ad invitare le loro dame, ricevendo consensi e rifiuti a seconda della disposizione.
Certo, non tutti però, solo una settimana prima del grande ballo, avevano invitato la ragazza dei loro sogni.
Tra questi era presente anche il campione di Hogwarts, che doveva presentarsi per forza con una dama, se no con chi le avrebbe aperte le danze?
 
Era una fredda giornata di Dicembre, la neve cadeva delicata e tutte le ragazze si accingevano ad Hogsmade per prelevare il vestito per il ballo, l’unica cosa che si vedeva dalle finestre delle torri era un immensa distesa bianca  e il fumo che fuoriusciva dal comignolo della capanna di Hagrid.
 
In una camera del dormitorio maschile di Grifondoro, però, c’era chi non si godeva quella bella giornata nevosa per fare una battaglia a palle di neve e quel qualcuno era proprio il nostro campione…
 

- Allora, James, la vuoi finire? Rischi di fare un buco nel pavimento a furia di fare avanti e indietro!- lo rimproverava il fratello, tanto stanco quanto paziente nell’ascoltare ogni volta i suoi deliri.

- Non rompere, Albus, devo trovare la maniera giusta per chiederglielo!- rimbeccò il fratello, facendo emergere la sua parte più irritante.

- James, è solo un invito, lei non aspetta altro che riceverlo!- gli disse stufo, iniziando a spazientirsi.  

- Sai che potrebbe non essere così, lei è troppo anche per me! Insomma, ma l’hai vista? Potrebbe aver già accettato l’invito di qualcun’altro e io ci farei la figura dell’idiota- gli disse il fratello, con un tono stranamente sconfortato.

 Di solito James era quello audace e spigliato, sicuro di sé e sbruffone, arrogante, sapeva far sentire una ragazza speciale, ma poi la lasciava subito, troppo impegnato a seguirne una sola. Sempre la stessa, poi. 

- Sai che di dico, James, che secondo me dovresti provarci. Da quant’è che va avanti questa storia? Circa tre anni, no? Bene, James, questo è il tuo ultimo anno, poi la perderai. Quindi chiediglielo e vedrai che accetterà, se rifiuta… metti fuori gioco il suo cavaliere, no?- gli disse con un sorriso il fratello, intanto James finiva di allacciasi la cravatta e abbottonava i restanti bottoni della camicia. In confronto al fratello, che era completamente messo a lucido con la camicia nei pantaloni e la cravatta ben allacciata, James sembrava un perfetto ribelle disordinato, capelli scompigliati e tutto il resto.

- Forse… hai ragione- disse titubante –sì, oggi glielo chiederò- disse sicuro, chiudendosi la porta alle spalle per dirigersi nella Sala Comune. 
 
Intanto per i corridoi…

 - Alex, ancora non hai accettato nessun’invito?- le chiese l’amica, mentre si portava i capelli castano-biondi e lunghi dietro le orecchie.

- No, aspetto ancora che lui me lo faccia- le rispose sognante la ragazza interpellata, puntando gli occhi celesti al soffitto dei corridoi e rischiando d’inciampare su una crepa del pavimento. 

- Alex, secondo me è una causa persa, insomma, ogni volta che ti vede fa la faccia da idiota e il bello è che il capitano di solito è molto serio e deciso, anzi, anche un po’ troppo sicuro di sè- le disse l’amica, cercando di dissuaderla dai suoi propositi, non che non li volesse insieme, ma James l’avrebbe sicuramente fatta soffrire come con tutte le altre e questo non voleva che succedesse alla sua migliore amica.

- Lally, lasciami sognare! E comunque se anche oggi non dovessi ricevere il suo invito… allora giuro che ci rinuncio, okay?- le disse l’amica, cercando di pensare positivo almeno nella sua testa.

 
Camminavano spedite per i corridoi, quel giorno sarebbero dovute recarsi ad Hogsmade per ritirare i vestiti per il Ballo del Ceppo ed erano leggermente eccitate. Arrivate in Sala Grande, la ragazza dagli occhi celesti si sedette subito di fronte ad un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi di un verde smeraldino, addentando, poco aggraziatamente, un fetta di toast con la crema di cioccolato e bevendo in fretta un po’ di succo di zucca.

- Ragazzi, vi prego oggi non ho voglia di vomitare!- disse Alex con una faccia schifata, causa baci troppo intensi tra la sua migliore amica e il suo migliore amico a colazione. 

- Non rompere, Winter!- la rimproverò Albus, ritornando a baciare la sua fidanzata.

- Buon giorno!- salutò allegro James, sedendosi accanto alla nostra moretta dagli occhi color cielo, sfiorandole inavvertitamente una mano fredda e gelida che si riscaldò al solo tocco.

- Buon giorno, James, come va?- gli chiese Alex con un sorriso, trangugiando lentamente due biscotti.

- B… b… bene!- disse balbettando un po’, con lei non riusciva mai ad essere serio.

- Alex! Alex! Posso parlarti!- la chiamò qualcuno, mente lei era intenta nella contemplazione dei lineamenti perfetti di James Sirius Potter.

- Eh?- disse lei stranita, interrompendo quel gioco di sguardi che la faceva stare maledettamente bene. Intanto il proprietario di quella voce si era fatto sempre più vicino e adesso poteva distinguerne i contorni delicati del viso, gli occhi color anice, i capelli castani che gli ricadevano scompostamente sulla fronte, il metro e settanta di altezza che aveva, la divisa di Corvonero che indossava… sarebbe stata una visione celestiale per qualsiasi ragazza, ma non per lei. Lei non aveva occhi che per il suo bel capitano.

- Alex, puoi venire un attimo?- e si allontanò mano nella mano con quel Corvonero, Damian Coote, sotto gli occhi inviperiti di James.
 
Si scambiarono poche e semplici parole all’ingresso della sala e poi ritornarono ognuno al proprio tavolo con un sorriso stampato sul volto di entrambi, uno forzato e l’altro sincero; indovinate a chi appartenevano? 

- Allora, che ti ha chiesto Damian?- le chiese l’amica, che la capiva sempre al volo. –ti ha chiesto di andare al ballo con lui?- in quel momento James si rizzò sulla schiena come nervoso, quella sedicenne lo avrebbe mandato il tilt un giorno di quelli. No, in tilt lo era già da tre anni, adesso poteva solo andare verso il suicidio. 
 

- No, no, mi ha solo chiesto di andare ad Hogsmade insieme, probabilmente sarà solo per invitarmi in un modo più originale. Sai, sono stufa di tutte queste proposte che io poi devo rifiutare, oggi gli dico di sì- disse convinta la ragazza, provocando un tuffo al cuore al povero James, che si era deciso ad invitarla proprio quel giorno. Non si accorse, però, di ritrovarsi a meno di due centimetri di distanza dal volto di Alexis, che stava cercando di rianimarlo da quello stato di trance improvvisa.

- O merlino!- sobbalzò.

- Già… sono tanto brutta?- gli chiese lei, incastonando il suo sguardo con quello del ragazzo, amava perdersi in quelle pozze nocciola striate di caramello.

- N… no! Certo che no! Anzi, sei molto carina, Alexis…- disse quasi in un sussurro le ultime parole, arrossendo come un idiota alla prima cotta. Lei arrossì, ma poi perse l’equilibrio e sarebbe anche caduta se due braccia pronte e forti non l’avessero afferrata in tempo, facendola arrossire tempestivamente. Si ritrovò tra le braccia di quel ragazzo che tanto desiderava e non badava nemmeno al fatto che l’avesse chiamata con il suo nome completo, cosa che odiava.

Si sentiva… in un altro mondo
 
 
Ad Hogsmade, però, la situazione climatica non era delle migliori. Si preannunciava la bufera e questo faceva si che i locali come i Tre manici di Scopa fossero strapieni.
 

- Alex, vuoi qualcosa da bere?- le chiese premuroso Damian, portandosi una mano a scompigliarsi i capelli.

 
“ Inutile, nessuno sa farlo come lui. Insomma, la mossa dei capelli è solo di James!” pensava lei, mentre annuiva al ragazzo che andò verso il bancone ad ordinare due Burrobirre.
Intanto al locale era entrato anche James con il fratello e Lucrezia, che si dirigevano verso Alex con passo spedito.
 

- Ehi, Alex, come va l’appuntamento?- le chiese una curiosa Lucrezia, sedendosi accanto a lei...

- Eh? Oh, l’appuntamento… beh… bene, ancora non mi ha chiesto niente, per fortuna, e poi è davvero molto dolce. Devo dire che in su compagnia mi trovo bene- disse la ragazza sorridendo, ma notando l’espressione contrariata sul volto di quel ragazzo che le faceva battere forte il cuore.

- Vuole solo usarti- sussurrò James, ma Alex lo sentii lo stesso.

- Beh, se è questo quello che pensi non credo che dovresti essere qui, posso decidere da sola della mia vita, no?- rispose acida lei, ferita nell’orgoglio.

- Certo, se frequenti ragazzi sbagliati puoi fare quello che vuoi, no? Quello li vuole solo portarti a letto- disse con arroganza, facendo infuriare la ragazza.

 
Il chiacchiericcio riempiva tutto il locale e rendeva la conversazione dei due quasi impercettibile. Alex era davvero infuriata, si era alzata violentemente dal tavolo e James aveva assunto quell’aria strafottente che lo caratterizzava sempre, Damian tornò al tavolo con le due Burrobirre e assistette parzialmente alla discussione dei due Grifondoro.
 

- Allora sai che ti dico, cercati la puttanella di turno e portatela al Ballo, non importunare le brave ragazze, non hanno niente a che fare con te e se pensi questo di me, allora non hai capito niente e sei solo lo stupido che tutti mi dicevano che fossi. Come osi criticare quello che fanno gli altri, quando sei tu stesso a farlo?! Sinceramente non pensavo che fossi così, anzi, credevo fossi molto diverso. Devo imparare ad ascoltare gli altri, certe volte hanno ragione- gli disse tutto quello con cattiveria, con rabbia e con delusione, in lei premeva la collera e non aveva potuto fermarla. Lui, intanto, si sentiva solo uno stupido che aveva perso anche la sua minima occasione.
 
Tutto taceva, anche il più piccolo sussurro si era spento per ascoltare le parole di Alexis, si sentiva solo il ticchettio dei bicchieri che si pulivano da soli, nell’aria il gelo proveniente dagli occhi della sedicenne era palpabile e il silenzio lo rendeva ancora più vero. Il locale aveva perso tutto il suo calore e adesso era immerso nel freddo glaciale che era peggio di qualunque altra tortura. Gli occhi della ragazza erano schiariti di colpo, solo di questo si accorse James, prima che gli venisse mollato un ceffone in pieno viso, anche se faceva meno male di quelle parole dette con tanta cattiveria. La mano che l’aveva sfiorato era fredda e a contatto con la sua pelle bollente fece uno strano effetto. Gli occhi della ragazza erano lucidi e, per non far vedere  a nessuno le sue lacrime, corse fuori, inoltrandosi per le viuzze più sconosciute di Hogsmade.
James s’apprestava a seguirla, ma Damian lo fermò. 

 

- Hai già fatto abbastanza- disse soltanto e lasciò le Burrobirre sul tavolo, andando in contro alla ragazza.

 
Allora il chiacchiericcio riprese, sempre più forte, ma James uscì.
Doveva andare da lei.
Doveva dirle che l’amava.
 
Intanto Alex era di fronte a una foresta nei pressi di Hogsmade, si diceva che dentro vi fossero delle rose che rivelavano ciò che era vero amore e ciò che non lo era, ma solo se si riusciva a parlare con il cuore.
Lei era una sognatrice, amava le fiabe e quel genere di leggende, ma era anche la persona più orgogliosa di tutte e se qualcuno la feriva si chiudeva in un guscio che nessuno riusciva ad aprire e lei soffriva da sola, per non dar peso agli altri con le sue sofferenze. Aveva freddo e davanti a lei si stagliava una foresta dagli alberi altissimi e verdi, davvero molto insolito dato che gli alberi in inverno erano spogli.
 
Piangeva.

Fredde lacrime salate solcavano il suo volto.

Lei non piangeva, non lo faceva mai, almeno non davanti agli altri.

Ma perché piangeva per lui? Perché?
 

- La chiamano foresta degli amori perduti- la voce di Damian la fece sobbalzare, lui le appoggiò un braccio sulle spalle, ma che si gelò all’istante. – Sai, chi ci entra dentro ritrova il suo amore perduto e non può uscirne senza averlo trovato; almeno è questo quello che si dice- disse teneramente, cercando di scaldarle le mani che la ragazza ritirò all’istante.

 
Si sentiva attratta da quella foresta, voleva entrarci, voleva fuggire, voleva scappare.

Voleva dimenticarsi di quell’amore impossibile e sbagliato, quello che le aveva strappato tante sofferenze.

Sognava, certe volte era sicura che potesse accadere qualcosa, ma quella era la prova tangibile che con James Potter c’era poco da fare, lo doveva dimenticare.

Facile a dirsi, ma a farsi?
 
Degli occhi nocciola scrutavano i due ragazzi da dietro un albero, era James che li osservava, che la osservava. Lei respingeva gli approcci di Coote e aveva sul viso quell’aria sognate che lui amava: doveva andare da lei, subito.
 
Ma lei lo avrebbe ancora accettato? Gli avrebbe permesso di far parte della sua vita?
Tanto voleva tentare, no?
A lui piacevano le sfide, era pur sempre il nipote del grande James Potter.
 
Alex fece un passo…

Due passi…

Tre passi…

Si era lasciata il pallore del paesaggio alle spalle, si era lasciata la candida neve dietro di se e adesso camminava tra le fronde ombrose degli alberi, tutti ancora verdi e rigogliosi, il clima invernale non sembrava averli toccati minimamente.

Sentiva lo scricchiolio dei ramoscelli a ogni suo passo e non smetteva di fissare le chiome verdi degli alberi, cercando di orientarsi; e adesso come si usciva?
 
James si sentii trascinare dentro quella foresta, come una forza traente a cui non si poteva opporre, quella foresta era avvolta da un aurea di luce fosca e umida, di sicuro là dentro il clima non era quello di fuori. Venne trascinato con forza tra quelle fronde, catapultandosi con tutto il suo metro e settanta sotto la pioggia delicata che vi cadeva; un momento, là dentro pioveva? E come c’era finito?
 
- C’è nessuno?! Ehi… c’è qualcuno!?- gridava Alex a gran voce, camminando lentamente tra le fronde calde e ombrose, che davano la sensazione di una bella giornata primaverile, anche se era praticamente dicembre inoltrato.
 
 - C’è qualcuno?! Possibile che questa foresta sia deserta?! Insomma, non posso restare qui! Devo andare da Alex!- si lamentava James, che era da circa una mezz’ora sotto la pioggia: di certo quella non poteva definirsi una giornata normale. Era bagnato fradicio e ogni volta che faceva un passo sentiva il sonoro splat della terra bagnata, un odore tanto forte quanto familiare.
 
- Potter, sei tu?- gridò poi una voce, la SUA voce.

- Sì! Winter, anche tu qui?- chiese lui, per accertarsi di non essersi sbagliato, anche se avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille.

- A quanto pare- disse acida, non aveva ancora dimenticato la lite di poco prima.

- Senti… ho sbagliato, okay? È che… non sopporto di vedere altri ragazzi così in sintonia con te, perché…- iniziò lui, ma poi si fermò come intimorito; ma perché quella ragazza lo metteva sottopressione?

- Lo so che hai sbagliato, ma ciò non ti giustifica. Io non ti dico mai niente quando stai con le altre ragazze, che te ne importa a te della mia vita? Non mi pare che ci sia tutto questo legame ad unirci, no?- l’orgoglio non l’abbandonava mai, la fiducia, invece, la lasciava sempre.

- Beh, mi chiedo, perché non c’è? Insomma, la tua migliore amica e mio fratello stanno insieme, non è che non ci vediamo mai- disse lui, l’acqua fin dentro la pelle e la voglia di potere vederla in quel momento, di sicuro aveva la sua classica faccia da infuriata, con gli occhi a fessure e quell’adorabile broncio.

- Beh, cambiando argomento, non voglio più parlare di quello che è successo, acqua passata-
 
Bugiarda.

Sì, sapeva mentire bene agli altri, ma non a se stessa, ancora soffriva per quel che gli aveva detto
 
- Con chi ci vai al ballo?- gli chiese, sperando, in cuor suo, che non avrebbe trovato la ragazza di turno tanto per avere l’accompagnatrice.

- Veramente con nessuna, volevo chiederlo a una, ma non credo accetterebbe- disse deluso, con una certa malinconia nel tono.
 
Intanto entrambi armeggiavano con dei rampicanti per farsi strada, solo che uno era fradicio e l’altra invece si era liberata di quel gelo opprimente.
 
- Co… come mai? Insomma, chi non accetterebbe un tuo invito? Qui tutte ti muoiono dietro- disse lei sarcastica, non voleva ferirlo, ma quando era arrabbiata era l’unica cosa che sapeva fare.

- Tutte tranne lei, che mi reputa solo un idiota, sbruffone e Don Giovanni-

- Chi non ti reputa un Don Giovanni? E comunque non tutte ti vedono così, sinceramente io tendo ad andare oltre le apparenze- disse con sincerità, mentre si liberava la caviglia da un fosso.

- Davvero?- gli occhi nocciola striati di caramello allora s’illuminarono di una luce nuova, forse non era tutto perduto e poco importava se era perennemente zuppo, adesso si sentiva più caldo all’interno, proprio all’altezza del cuore.

- Sai, io aspettavo l’invito di qualcuno, anche se non è mai arrivato- disse delusa, accarezzandosi i capelli lisci e bruni corti fino alle spalle delicatamente.

- Davvero? Era di Coote, per caso?- chiese lui, che voleva che la risposta fosse negativa.

- No, non era suo. Sai, sarò matta, ma il ragazzo che voglio è quello più sbagliato per me-

- Perché?- chiese lui, che non si aspettava una piega della conversazione così strana.
 
Vagavano già da un po’ per la foresta, inoltrandosi in zone sempre più disparate e strane, lui avido di sapere e lei decisa a liberarsi.
 
- Beh, intanto è orgoglioso e strafottente fino al midollo, un amante dell’arte dello scherzo e sempre nei guai. Mi sono innamorata del suo sorriso e dei suoi occhi penetranti, adoro incontrare il suo sguardo e poi quella sua aria da ribelle mi fa impazzire- disse con un tono sognate e spensierato, mentre girava verso sinistra.

- Hai la tua classica espressione sognate, adesso?- disse lui, che la conosceva a memoria.

- Cretino. Beh, con lui cerco di essere me stessa, ma ha sempre una faccia assente quando mi guarda, come se non gli importasse di me- disse amareggiata, stringendosi nelle spalle.

- Credo che sia solo troppo intento ad osservarti quando gli stai vicino per preoccuparsi di sembrare distaccato o meno. Io sembro un fesso quando la guardo! Mi perdo nei suoi occhi e cerco di capirla, ma non ci riesco mai, è troppo chiusa e irraggiungibile. Però è solare e allegra,femminile, ma non frivola, sempre disponibile, anche se con me la maggior parte delle volte ha un atteggiamento brusco e distaccato- disse lui, mentre svoltava a destra.

Poi tutto si fermò e per un attimo i loro cuori batterono in sincronia.

- James?- disse lei docile.

- Si?- rispose lui, che stava correndo verso un punto ben preciso guidato dal cuore.

- Lo senti anche tu quest’impulso?- chiese lei, mentre correva seguendo l’istinto.

- Sì. E tu li vedi questi petali di rosa?-

- Sì! Credo che tra poco…- ma non riuscii a finire in tempo la frase che si ritrovarono l’uno di fronte all’altra.

Le due facce della stessa medaglia.

Una rosa li divideva e la toccarono nello stesso istante, incastonando i loro sguardi.

Dalla rosa rossa fuoriuscirono delle piccole scintille del medesimo colore, che formarono una scritta poco sopra le loro teste:
 
Ritrovare è un sinonimo
di amare.
Il vostro amore non è perduto,
 perché non lo avete mai temuto.
La foresta questo ha decretato,
che quel sentimento ha visto e creato.
Questo patto dovete suggellare,
basta un bacio per poter andare.
 
E poi sparì, esplodendo in mille scintille.
 
Silenzio… entrambi lo odiavano, entrambi lo temevano.
 
- Senti, Alex, io non voglio obbligarti a fare quello che non vuoi quindi…- ma lei lo zittì.

- Shhhh, io ti voglio- disse semplicemente lei, guardandolo dal suo scarso metro e cinquantacinque.

- Vieni al ballo con me?- disse semplicemente lui, finalmente adempiendo alla promessa fatta quella stessa mattina.

- Aspettavo solo quest’invito- disse lei, avvicinandosi sempre di più a lui e al suo lato piovoso.

- Ti amo, Alex, e da sempre- disse con un soffio di voce lui, avvicinandosi alla sua parte serena.

- Ti amo anch’io, James, forse anche da prima di te- disse lei, per poi avvicinare le sue labbra a quelle del ragazzo, unendole in un unico grande bacio.

Era dolce quel contatto, lieve e delicato, ma i loro cuori erano stati lontani troppo a lungo e non ci volle molto perché diventasse bramoso e passionale, sempre più approfondito. Lui le afferrò la vita e lei gli mise la braccia al collo, ma alla fine caddero rovinosamente per terra dalla foga, finendo sotto la pioggia, ma non smisero di baciarsi.

Troppo impegnati ad amarsi per farlo.

 
 
Angolo autrice
Allora, intanto anche se i personaggi sono quelli della mia long c’è un distacco con la trama principale, non c’entra assolutamente niente. Qui già si piacciono però James non ha il coraggio di dirlo e Alex ha troppa paura di soffrire, il torneo tre maghi mi serviva per creare un ambientazione da ballo e James campione pure, sinceramente non ho molto da dire, solo che quella foresta è magica perciò il clima è diverso a seconda di ciò che uno ha bisogno. Ah e James è il capitano della squadra di quidditch de grifondoro e Alex e Lally ne fanno parte come sai, era solo per puntualizzare il fatto del nome. 
insomma, finalmente ho pubblicato il seguito, anche se con scarsissimo successo direi XDXD
va beh, scrivo per me stessa non per le recensioni.
questa fic ha parteciato al contest The New Weasley Family - The Return - Contest! Nuovi amori lentigginosi all'orizzonte... indetto da Gra Gra 96 sul forum di EFP e si è classificata ottava su otto per la scarsissima grammatica XDXD mea cupla me ne assumo le responsabilità.
a chi interessasse ecco il giudizio della giudiciA:


VIII Classificata:


Amore incontenibile – Alyssia98

Grammatica: 0.95/20 [Ortografia: 0.95/10; Punteggiatura: 0/10]
Stile e forma: 7.75/10
Originalità: 9.75/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Giudizio personale: 10/10
Uso coppie: 10/10
Uso elementi: 6/6
Punti bonus: 0/2
Totale: 54.45/78
Voto mago: S -

Dal punto di vista grammaticale, la storia strabordava di tanti, troppi errori.
Per quanto riguarda l’ortografia, ho riscontrato nove errori di battitura, sei verbi mal coniugati, due parole scritte erroneamente con iniziale minuscola, tre parole mancanti, tre parole in più, cinque parole sbagliate e dieci articoli e proposizioni mal declinate. Ti indico alcune frasi contenenti errori.
Era una fredda giornata di Dicembre, la neve cadeva delicata e tutte le ragazze si accingevano ad Hogsmade per prelevare il vestito per il ballo…
Prima di tutto voglio farti notare che hai sbagliato a scrivere la parola “Hogsmeade”.
Ho riscontrato più volte questo errore nel testo, ma l’ho contato come errore solo una volta, capendo che probabilmente non eri a conoscenza del modo esatto in cui andava scritta la parola.
Inoltre non puoi scrivere “si accingevano ad Hogsmeade”, sia perché in questo modo la frase non ha senso (nel caso avresti dovuto scrivere “si accingevano ad andare a Hogsmeade”), sia perché davanti a una parola che inizia per vocale muta, non poi mettere “ad”.
- Con chi ci vai al ballo?- gli chiese, sperando, in cuor suo, che non avrebbe trovato la ragazza di turno tanto per avere l’accompagnatrice.
Avresti dovuto coniugare il verbo avere al congiuntivo imperfetto.
Non ti sto a elencare tutte le altre frasi piene zeppe di errori. Sono certa che con un po’ di attenzione in più potresti evitare di commettere così tanti sbagli.
Per quanto riguarda la punteggiatura, ho riscontrato sedici virgole mancanti, quattro virgole sbagliate e ventinove segni di punteggiatura errati. Spesso e volentieri riempivi lunghi periodi di virgole, a discapito degli altri segni di punteggiatura di cui è ricca la grammatica italiana.
Dal punto di vista stilistico, ho trovato la storia davvero scorrevole e ben scritta; il lessico era buono e variegato. Purtroppo il punteggio è stato drasticamente abbassato da: punteggiatura errata, frase senza senso, tre anastrofi e una ripetizione.
Come originalità la storia andava benissimo. L’unica cosa che ho da ridire in merito è questa: non ti sembra che Fred assomigli un po’ troppo a James Potter?
La caratterizzazione faceva sognare. Tutti i personaggi erano caratterizzati in modo perfetto e ho letteralmente adorato l’introspezione di Alexis e quella di Mercedes.
Hai usato correttamente sia i due paring che i due elementi.
Tirando le somme, posso dire di aver letteralmente adorato questa storia, così fluff, romantica e dolce. In modo particolare la seconda one shot, che mi è proprio rimasta nel cuore.
Mercedes e Alexis sono proprio due ottimi OC, davvero ben caratterizzati. Che dire poi del romantico e tenero Fred e dell’innamorato e ribelle James Sirius? Complimenti, carissima!

sì, faccio schifo lo ammetto, ma... che ci volete fare? tengo a questa storia moltissimo anche perchè sono molto legata sia a Mercedes che ad Alexis.
beh, adesso mi eclisso.
Baci
Alyssia98

 

  
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