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Autore: SimplyMe514    29/01/2012    4 recensioni
Avete presente quelle fanfiction in cui non solo i personaggi, ma perfino Hogwarts stessa non sembra più quella che conosciamo? Ecco, in questa storia potrete accompagnare i nostri eroi alla scoperta della Hogwarts alternativa, una giungla impenetrabile in cui vince solo il più forte... o il più sexy? E c'è di più: contemporaneamente, le strane creature che popolano quella giungla avranno un assaggino di com'è veramente la Scuola di Magia e Stregoneria che tutti amiamo... pronti a questo viaggio mozzafiato?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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 L'intero corridoio trattenne il fiato come un sol uomo, poi cominciarono i cori:

«Oooooh! Si fa interessante!»

«Botte! Botte! Botte!»

«Dieci galeoni sul rosso!»

«Ma sei scemo? Malfoy lo fa a polpette!»

«Non ci sarà nessun duello!» li zittì Hermione. Poi, rendendosi conto che forse sarebbe stato troppo strano, aggiunse: «O se sì, sarà una cosa privata. Non c'è niente da vedere!»

Il capannello di scommettitori si disperse, borbottando commenti delusi.

«Duello o non duello, me la spieghi comunque».

«Non ho niente da spiegarti, Weasley. Questi qui sono matti se pensano che ci possa passare anche solo per l'anticamera del cervello di metterci insieme».

«Ma allora... ?»

«Ron?»

«Sì?»

«Fa' un bel respiro e ascoltami, okay? Questa era la cosa scioccante. Alla gente piace stravolgere le nostre vite sentimentali».

«Cosa? Ma perché?»

«Non chiederlo a me... non so, magari sono convinti che l'autrice abbia fatto le accoppiate sbagliate, oppure lo fanno per divertimento...»

«Sono l'unico che non ci vede niente di divertente?»

«Odio essere d'accordo con te, ma no, non sei solo» intervenne Draco, vagamente nauseato.

«Giusto per prepararmi psicologicamente, c'è qualcuno che ha avuto idee ancora peggiori?»

«Mmm, be'...» La prima risposta che le era venuta in mente era stata un bel “Devo proprio elencarle tutte?”, ma ci teneva alla salute mentale del povero Ron.

«Lo prendo come un sì».

«Che genio».

«Il sarcasmo a dopo, magari...»

«Comunque voglio che tu ricordi un fatto importante: qualunque cosa tu veda, niente di tutto questo è mai successo».

«Io di te mi fido, Hermione. È solo che sentir dire certe cose mi fa arrabbiare, quando mi arrabbio non penso, e... sai cosa succede quando non penso».

«Io invece devo ancora vedere cosa succede quando pensi, Weasley. È finito il siparietto romantico? Perchè abbiamo una decerebrata da trovare, se non mi sbaglio».

«E andiamo» dissero gli altri due in coro, come preparandosi per una battaglia.

Un altro po' di scale dopo, Draco si bloccò davanti al ritratto della Signora Grassa. «Be', è il vostro territorio. Andate avanti voi e poi magari ditemi se siete riusciti a far entrare un po' di sale in quella zucca, eh?»

Ma non ebbero bisogno di separarsi, perché in quell'esatto istante il quadro si mosse rivelando la figura di Ginny, o chiunque fosse, che usciva di furia.

«'Mione! Oh, menomale, così non devo neanche cercarti in capo al mondo... è vero sì o no che ti sei messa con mio fratello?»

Hermione ebbe la sacrosanta soddisfazione di guardare il suo presunto ex-ragazzo con tutto il disprezzo di cui era capace. «Come viaggiano veloci le notizie da queste parti...»

«Ohssantocielo! Quindi adesso è un po' come se facessi parte della famiglia! Notizia bomba!» La travolse con un abbraccio spezzacostole. «Ma che ci fa lui qui, allora?»

«Lui, ehm...», scoccò a Malfoy un'occhiata implorante che sperava gli facesse afferrare il messaggio “reggimi il gioco”, «cercava di convincermi a tornare insieme, ma non vuole proprio capire che anche se mi si attacca come una sanguisuga non c'è storia! Vattene!» Lo spinse via, piano, e lui barcollò molto più dello stretto necessario. Forse aveva capito l'antifona.

«Non vuoi proprio ripensarci?» supplicò Draco, sfoderando doti di attore che probabilmente non sapeva neanche lui di possedere.

L'apertura si stava affollando di teste di curiosi che cercavano di sbirciare per scoprire la fonte di tutti quegli strilli. Ottimo, altri pettegoli. Se avessero inscenato una litigata storica, forse il resto della scuola avrebbe smesso di stupirsi di vederla con Ron... chissà, magari sarebbero riusciti a riportare un briciolo di normalità in quel manicomio e lei avrebbe addirittura potuto godersi un assaggio della storiella adolescenziale che tra loro due, prima troppo testardi per capire di amarsi e poi costretti dalla guerra a crescere troppo in fretta, non c'era mai veramente stata.

«In che lingua te lo devo dire? Non voglio più vederti!»

«Ma...»

«Niente ma! Sparisci!» E stavolta lo schiaffo non fu per niente finto. Accidenti, che senso di déjà-vu.

Draco corse via senza aggiungere altro, ma dallo sguardo d'intesa gli altri due capirono che si sarebbe soltanto nascosto poco lontano. Diamine, stavano collaborando. Peggio di così...

«Allora... com'è successo?» chiese Ginny, affamata di gossip. Ecco, quella era una parte a cui non aveva ancora pensato.

«Io... io...», ti prego, ti prego, fa' che interpreti male e creda che non mi vada di parlarne, pensava disperatamente Hermione mentre cercava una storia plausibile, «l'ho sorpreso con un'altra, ecco. E ho pensato di rendergli pan per focaccia».

«No! Fuori dal mondo! Chi è la colpevole?»

Okay, forza, il primo nome che fosse vagamente credibile in quel mondo di pazzi, quindi non quello della sua attuale moglie. Visto che la Bulstrode era così brutta che avrebbe provato compassione perfino per lui se l'avesse costretto a fingere di far coppia con lei, si aggrappò disperatamente al ricordo del Ballo del Ceppo e inventò sui due piedi: «Pansy Parkinson».

«Ma dai! Quell'immane cagna della Parkinson?» Be', visto il muso da carlino l'insulto non si allontanava troppo dalla realtà. «Ma c'è qualcuno qui dentro che non l'abbia ancora vista come mamma l'ha fatta, secondo te?»

Qualche fischio e apprezzamento proveniente dall'interno della Sala Comune fece meditare a Ron di nascondersi come poteva dietro Hermione per non far vedere le orecchie scarlatte.

«Senti chi parla!»

«E a quando il tuo, di spogliarello?»

Hermione ebbe la presenza di spirito di gettarsi fisicamente su di lui, mascherando da abbraccio possessivo il tentativo di trattenerlo dall'andare a suonarle di santa ragione a chiunque avesse osato fare quelle insinuazioni su sua sorella.

«Senti, ehm, noi andiamo... andiamo...» Accidentaccio! Se lei e Malfoy erano Caposcuola, doveva significare che l'autrice della storia si era inventata un settimo anno, e lei non aveva la più pallida idea di dove avrebbero dovuto trovarsi i Grifondoro del settimo anno a quell'ora. «Scusa, ho perso il mio orario e non sono ancora riuscita a memorizzarlo, non è che ti ricordi tu che lezione dovrei avere?»

«Che lezione?»

«Come, scusa? Sono sospese? È successo qualcosa?»

«Sospese, sospese...» ripeté Ginny, come soppesando la parola. «Boh, non c'è lezione e basta, è tutto quello che so».

«E non lo trovi neanche un pochino strano?»

«Dovrei?»

«Be', ehm... noi abbiamo da fare comunque. Ci si vede, eh?»

«Guarda che lo so che genere di cose avete da fare voi due adesso che state insieme... non sono mica stupida!»

«Su questo avrei parecchio da discutere...» borbottò Ron prima di riuscire a trattenersi.

«Hai detto qualcosa?»

«Niente, niente...»

«Sarà stato il tuo stomaco» ridacchiò lei. «Allora vi lascio soli soletti... poi però voglio i dettagli, eh, 'Mione?»

«Sono io o tua sorella sta peggiorando?»

«Non chiamarla così, mi rifiuto di credere che quella sia mia sorella».

«Ti capisco» sospirò Hermione. «Se usa ancora una volta quel diminutivo la strangolo».

«Quindi adesso che facciamo? Andiamo a riferire il fallimento su tutta la linea a Malfoy?»

«Abbiamo scelta?»

L'accoglienza loro riservata da Draco, che si stava ancora platealmente massaggiando la guancia, non fu delle più gentili. «Si può sapere perché l'hai fatto?»

«Esigenze sceniche» si giustificò in fretta Hermione. «Ah, e mi sono dovuta inventare una storia di copertura. Ti toccherà far finta di stare con la Parkinson».

«Di quello non preoccuparti. Sarà comunque più realistico che con te. Quanti ricordi... certo che se Astoria lo scopre avrò uno Kneazle da pelare...»

«Non ha motivi per venire a saperlo, giusto?» rispose lei, il ritratto della praticità.

«E abbiamo scoperto anche un'altra cosa: a quanto pare questa non è una scuola» aggiunse Ron.

Hermione lo guardò con tanto d'occhi. «L'hai fatto notare tu prima di me?»

«Be', scusa se ci sono rimasto un tantino sotto shock!»

«Come sarebbe a dire, non è una scuola?»

«Non c'è lezione, a quanto pare, e l'androide che ha sostituito Ginny non solo non ha saputo dirmi perché, ma non lo trova neanche insolito».

«Che cos'è un androide?» le risposero gli altri due in coro.

«Lunga storia. Comunque, fingiamo di tirare avanti come se niente fosse. Io intanto cercherò nella sezione di Babbanologia se c'è qualcosa sulle interferenze tra tecnologia e magia, in modo da poter tornare a casa... siamo stati spediti indietro di anni, ma i computer esistevano, anche se nel frattempo sono migliorati. Qualcosa dovrò pur trovare...»

«Mi mancava, sai?»

«Cosa?»

«Lo sguardo che hai quando ti fissi su qualcosa, soprattutto se ci sono di mezzo dei libri».

«Ehi, voi due... ancora un po' e mi verrà il diabete!»

«Meglio, così siamo più credibili. Tu sparisci pure dalla circolazione, Malfoy, giusto per non farci saltare la copertura» ribatté svelto Ron.

Il resto della giornata scivolò addosso ai nostri eroi senza che accadesse niente d'incredibile, almeno per gli standard di quel posto che di credibile aveva poco. Draco sparì effettivamente dalla circolazione – risultò solo dopo che aveva passato quelle ore, non necessariamente in quest'ordine, sopportando un Theodore e un Blaise eccessivamente amichevoli, flirtando spudoratamente con una Pansy fin troppo felice di vederlo così disponibile e che a giudicare dalla sparizione del muso da carlino aveva scoperto le gioie della chirurgia plastica Babbana e cercando invano Tiger e Goyle, che erano semplicemente scomparsi – mentre Ron e Hermione, col pretesto di farsi vedere insieme il più possibile per rendere l'annuncio ufficiale, misero a soqquadro una buona metà della sezione di Babbanologia senza trovare uno straccio di formula che potesse riportarli indietro, il tutto sforzandosi ben poco di mantenere il silenzio e l'ordine, ma senza che Madama Pince, misteriosamente sparita anche lei, fosse loro addosso per zittirli.

Una giornata senza incidenti, insomma, a parte l'ora di andare a letto, sempre che ce ne fosse una.

«Ma dove vai?»

«Tu dove credi? Ai dormitori del settimo anno, no?»

«Oddio, allora non sei ancora andata a farti risistemare la memoria? Non sai che hai una stanza tua?»

«Ehm...»

«Oh, tesoro, sei messa male... vieni, ti ci porto io...» E un po' la trascinò e un po' la sospinse in una camera tutto sommato accogliente, ma arredata – rigorosamente con i colori di Grifondoro – da qualcuno con uno strano senso delle proporzioni, dato che il gigantesco letto matrimoniale ne occupava la maggior parte.

«Grazie» disse Hermione riluttante.

«E di che? 'Notte-notte... sempre che tu abbia intenzione di dormire...»

«Ma i ragazzi non possono entrare nei dormitori femminili, quindi immagino che valga anche per questa stanza».

«Come, non ci possono entrare? E allora con chi è che ci divertiamo ogni notte, con le loro gemelline identiche? Dormici su, magari domattina sarai tornata normale...»

Solo quando la porta fu chiusa Hermione si concesse di sussurrare: «Se “normale” vuol dire come te, non vorrei diventarlo mai, grazie tante».

 

La mattina seguente Hermione si svegliò con il classico senso di disorientamento di quando ci si ritrova in una camera poco familiare. Una volta messe in ordine le idee, nell'ondata di pensieri negativi su quel che l'aspettava ne emerse, a sorpresa, uno positivo: se in un certo senso era tornata indietro nel tempo, avrebbe potuto rivedere Grattastinchi! Il micio aveva trascorso una vita felice con loro, inseguendo qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, dai gomitoli di lana agli gnomi del giardino, fino alla fine dei suoi giorni, che sebbene fossero stati ben più lunghi di quelli di un gatto comune dovevano pur giungere al termine prima o poi. Hermione era stata inconsolabile, ma poi aveva acconsentito con gli occhi lucidi a seppellirlo insieme al suo topo giocattolo preferito, quello a cui avevano staccato di proposito un dito per farlo somigliare a Crosta, in modo che potesse avere la sua vendetta, anche solo per finta.

Perse un po' di tempo a cercarlo, ma per quanto chiamasse e ispezionasse tutti i suoi angolini preferiti, della palla di pelo non c'era traccia. Meglio risolvere quel mistero dopo e scendere di corsa, sperando di non arrivare troppo in ritardo.

La prima cosa che la colpì, entrando in Sala Grande per la colazione, fu che le tavolate erano immensamente più corte di quanto ricordasse. Ah, giusto, questa versione di Hogwarts ospitava meno studenti. La seconda fu che il tavolo di Tassorosso, oltre ad essersi rimpicciolito come gli altri, era praticamente deserto. La terza furono i sussurri. Che in attesa del cibo si facessero quattro chiacchiere era normale, ma questo era diverso: c'era un che di eccitato nel ronzio di commenti che rimbalzavano per la Sala, come se fosse accaduto, o stesse per accadere, qualcosa di speciale.

Hermione sedette accanto a Ron, ignorò le vivaci proteste del suo senso del decoro e, giusto per far felici quegli invasati, gli appioppò un plateale bacio del buongiorno. Soddisfatta della sua pregevole opera, si diede all'ascolto dei pettegolezzi, per captare cosa fosse il grande evento che faceva bisbigliare ininterrottamente tutta la cosiddetta scuola.

Uno degli ovvi argomenti era lei, naturalmente: il fatto che la Caposcuola preferisse le attenzioni di Weasley a quelle di Malfoy ormai era di dominio pubblico, e buona parte della popolazione femminile non pareva molto d'accordo con la sua scelta, anche se la notizia che il biondo fosse libero le faceva somigliare a cagnolini che si litigavano un osso. Patetico.

Poi ci fu un frammento di conversazione che fece drizzare (e arrossire) le orecchie anche a Ron:

«Ti dirò, io mi sono stupita di più quando si sono messi insieme che quando si sono lasciati». Ehi, possibile che almeno una di loro avesse un briciolo di cervello?

«Ma dai! E perché?»

«Perché quelli così belli sono sempre o già occupati o gay. Ti giuro che pensavo che ci fosse del tenero con Potter». Ron non sapeva se diventare scarlatto dalla testa ai piedi o scoppiare a ridere, ma i due continuarono imperterriti a origliare lo scambio di battute, rapiti da quant'era disgustoso.

«Ma se sono cane e gatto!»

«Iiiiih, quanto sei ingenua! Te lo fanno credere! O se no, sai come sarebbe potuta finire, invece?»

«Sentiamo un po'...»

«Che Weasley e Malfoy, a forza di litigarsela, si mettessero insieme loro. T'immagini la scena?»

«Io preferisco non immaginarmela» sussurrò l'interessato all'orecchio di Hermione, lasciando credere ai pettegoli che le stesse mormorando sdolcinatezze da romanzo rosa da quattro soldi.

«Ohssignore, troppo gustoso!» convenne l'altra. «Ma non è successo, quindi pazienza».

Ma c'era un terzo argomento che spuntava ogni tanto su qualche bocca: un misterioso nuovo arrivo. Fonti certe dicevano che quella mattina si sarebbe presentata una nuova studentessa, e già volavano scommesse su che aspetto avrebbe avuto, cosa ci facesse lì, dove sarebbe stata Smistata e soprattutto se avrebbe fatto concorrenza sleale alle altre ragazze...

 

Note dell'Autrice: special thanks a Fry93 che segue questa storia e a Charme che oltre alle seguite ora l'ha messa anche tra le preferite.

PS: sono giunta alla conclusione che i capitoli di numero pari sono più divertenti da scrivere.

PPS: “avere uno Kneazle da pelare” è un'ovvia deformazione del nostro modo di dire “avere una gatta da pelare”.

PPPS: ho scritto il pezzo su Grattastinchi con il mio, di gatto, installato (giustamente) accanto al mouse. Leo, ti voglio un mondo di bene. Pure la mia Musa dovevi diventare, adesso? E la prossima volta cosa farai, soffierai contro qualcuno di cui non mi devo fidare come un vero Kneazle? (Fun fact: recentemente ho riguardato Harry Potter e il Principe Mezzosangue, che a mio parere è il film in cui Hogwarts è più simile a “Hugwrts”, per entrare nell'atmosfera. Leo era sdraiato sul divano con me. Le uniche due scene durante le quali s'è minimamente mosso sono state: 1. l'entrata in scena della mitica barca e 2. l'arrivo dei Mangiamorte via Armadio Svanitore. Questo gatto ha dei geni magici nel DNA.)

PPPPS: secondo voi ho già velatamente protestato abbastanza per la totale assenza dei Tassorosso nelle fyccy?

PPPPPS: ci sono troppi PS?

  
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