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Autore: Shade Owl    29/01/2012    1 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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- Cazzarola se prude…- gemette Timmi, staccando una mano dal volante per grattarsi un punto della schiena irritata.
- Devi considerarti fortunato.- osservò la sirena, acciambellata sul sedile del passeggero, guardandolo con indulgenza. Teneva il gomito puntellato sul bordo inferiore del finestrino, ed appoggiava il mento sul dorso della mano - Il veleno di quegli esseri doveva essere tremendamente potente.-
- Lo so, sono io ad averlo sperimentato.- grugnì lui, cupo, riportando la mano sul volante - Sai, sono davvero contento di essere un mezzodemone.- ammise, gettandole una rapida occhiata - Rende molto resistenti contro un sacco di cose.-
Infatti il veleno, pur entrato in quantità letale per un normale essere umano all’interno del suo corpo, non aveva riportato danni superiori a quelli di una puntura di scorpione normale: si era beccato una leggera ma fastidiosa irritazione che gli causava un bel prurito dove era localizzata la puntura, al massimo un po’ di nausea, ma niente di permanente o inabilitante.
Dopo una decina di minuti di malessere, minuti che Raven aveva impiegato per modificare un po’ di memorie (fortunatamente, i mostri avevano impedito alla gente di lasciare l’area di sosta visto che avevano bloccato le vie d’uscita con alcune macchine), si era rialzato ed aveva usato Risucchio per far sparire le carcasse dei mostri.
Subito dopo avevano medicato le ferite alle gambe della loro empatica: non avendo medicine con loro si erano dovuti accontentare di togliere i vetri con un paio di pinzette e versare della vodka sui tagli per disinfettarli. Nonostante il procedimento fosse alquanto doloroso, lei sopportò assurdamente, limitandosi a lanciare appena un gemito.
Finito di rimediare, erano ripartiti di corsa, con l’intenzione di recuperare il tempo perso perché, tra l’ammazzare gli Scorpionoidi, il modificare le memorie di tutti, il ripulire alla bell’e meglio l’autogrill, lo spostare le auto usate per bloccare le altre uscite e il rimettere in sesto la sirena avevano perso quasi tre ore. Un tempo veramente eccessivo per i gusti di Timmi, che da quel momento in poi aveva iniziato a guidare senza più fermarsi.
Avevano mangiato in macchina a colazione, pranzo e cena, mentre lui macinava i chilometri.
Adesso erano quasi le dieci di sera. La luna illuminava il loro percorso e l’autostrada di fronte a loro. Erano ancora nelle Grandi Pianure, e presto avrebbero superato il confine con il Nebraska.
Raven era stesa sui sedili posteriori per dormire un po’. Timmi, invece, non chiudeva occhio da quasi ventiquattr’ore. Come mezzodemone aveva una resistenza fisica molto più alta a quella di molti altri, ma prima o poi avrebbe ceduto a propria volta.
- Non hai sonno.- constatò la sirena - Ma presto dovrai dormire.-
- Bhè, quando sarò stanco sarai la prima a saperlo.- sbuffò - Piuttosto, quanto credi che manchi?-
- Due giorni.- rispose - E il settimo…-
- Ci sarà la Convergenza.- terminò Timmi - Quindi arriveremo un giorno prima.- e questa, pensò tra sé, era una bella notizia.
Rimasero qualche momento in silenzio, mentre i suoi pensieri andavano a Nadine: sicuramente si stava preoccupando parecchio, in quel momento. Sperava solo che Skin le avesse spiegato come stavano le cose.
Perché il Fantasma li aveva trovati poco dopo l’ora di pranzo per informarli dell’apprensione che aveva preso i suoi apprendisti, i quali non riuscivano più a contattarlo sul cellulare. Il problema era che lo aveva perso durante lo scontro con gli Scorpionoidi, quindi non era in grado di ricevere telefonate. In aggiunta a ciò, Nadine aveva anche scoperto che era andato in missione, e che dunque le aveva raccontato una bufala. Sperava solo che potesse perdonarlo…
- Lo sai che lo farà.-
La sirena non stava guardando lui: era intenta ad osservare il deserto notturno intorno a loro, ma non c’erano dubbi che stesse parlando di Nadine.
- Che fai, sei anche telepatica, ora?-
- No, certo che no.- ridacchiò lei - Ma certe cose non le provi per nessuno.-
- Piantala di empanalizzarmi!- sbottò lui, coniando sul momento la parola.
- Oh, non è necessario ricorrere all’empatia per queste cose.- ridacchiò - Tu sei un libro aperto. Lo capirei anche dalla tua faccia.-
- Eh, ma pensa…- sbuffò - Nadine dice sempre che sono indecifrabile.-
- Allora non è sincera.- rispose con semplicità la sirena, voltandosi a guardarlo ed inclinando il capo in una posa tipica - Perché sono sicura che ti capisce meglio di chiunque altro.-
Lui non rispose: sapeva che la sirena aveva ragione.
- Cosa ne sai?- chiese invece - Non è che ci passi molto tempo. Lei ti odia più di me.-
- Oh, l’ho avvertito chiaramente che ti capisce.- rispose - Prima in te. Poi in lei.-
- E quando?-
- Quando mi ha aiutata ad alzarmi, nel tuo bagno.- spiegò.
Timmi sgranò gli occhi.
- Cosa?- esclamò - Era quello? L’hai baciata per…-
- Mi serviva un contatto.- spiegò tranquillamente, guardandolo con un sorriso sereno - Ciò che posso sentire dalla gente diventa più forte, in questo modo. E volevo accertarmi che fosse lei la persona a cui pensi continuamente.-
Lui la guardò sorpreso per qualche altro minuto, ancora incredulo.
- E perché non me lo hai detto quando te l’ho chiesto?-
La sirena si strinse nelle spalle.
- Non ne avevo voglia.- spiegò - E non era necessario. Rispetto ai problemi che avevamo in quel momento, era decisamente irrilevante.-
Timmi sospirò, scuotendo la testa: appena arrivati in prossimità del Seme del Demonio, l’avrebbe scaraventata giù dall’auto in corsa.
- Le ho detto tutto.- aggiunse all’improvviso la sirena.
- Tutto che?-
- Tutto quello che provo.-
Di nuovo, Timmi si voltò di scatto a guardarla.
- Cosa?- esclamò - Quando?-
- Quando mi ha ringraziata per averla guarita.- spiegò.
Lui annuì lentamente, riportando gli occhi sulla strada.
- Sapevo che c’era qualcosa…- disse lentamente - Ma diceva che non era niente…-
- Perché le ho detto anche di non temere alcuna mia interferenza.- disse lei - Non ho intenzione di mettermi contro di lei. Tutto ciò che avete passato insieme è più di quanto possa vincere io.-
L’araldo sospirò.
- Senti…- disse - Io… ti prego, non incasinarmi le cose, con lei.- la supplicò - Noi… abbiamo avuto dei problemi, mesi fa.- le rivelò. Nessuno, oltre Raven e Alis, lo sapeva - Ed io sono finito in uno stato che preferirei non descriverti. Non è una bella cosa…- aggiunse - … perché io ho… un senso di dipendenza.-
La sirena lo guardò leggermente incuriosita.
- Dipendenza…- ripeté lentamente - Vuoi dirmi di più?-
Lui sospirò ancora.
- Bhè…- disse - Io… lo sai com’ero.- spiegò - Mi hai conosciuto, cinque anni fa. Dicono che uccidere mio fratello mi abbia cambiato, ma la verità è che ero cambiato già molto prima. E il merito è suo.-
- Quindi hai bisogno di lei per non tornare ciò che eri?-
- Ho bisogno di lei per essere.- corresse lui - Senza non sono niente.-
La sirena sorrise e gli accarezzò una guancia con la mano.
- Che fai?- sbottò Timmi.
- Ti accarezzo.- rispose con semplicità - Tu non lo ammetterai mai, signor “demone cattivo”, ma sei un uomo più dolce di quanto non sembri.-
Lui le allontanò la mano con un colpo secco, arrossendo leggermente.
- Piantala!- sbottò - Accidenti a me e a quando ti parlo…-
La sirena rise piano, tornando a guardare la strada. Non aprirono più bocca per un bel po’ di tempo, mentre il mezzodemone guidava con addosso un misto di stizza, imbarazzo e sollievo. Perlomeno, la sua strana compagna di viaggio era riuscita a rassicurarlo.
- Ferma la macchina.-
Lui aggrottò la fronte sentendole dire una cosa tanto improvvisa e, soprattutto, assurda.
- Cosa?- chiese, certo di non aver capito bene.
- Devi fermare la macchina.- ripeté, guardandolo.
- No!- esclamò lui, stupito.
- Invece lo devi fare.-
- Col cavolo!- sbottò - Senti, siamo in viaggio da tre giorni, a malapena possiamo sperare di arrivare in tempo, e Dio solo sa se è possibile fermare una cosa come la Convergenza! Il Sommo Concilio deve anche dirmi cosa fare, sempre che la soluzione a cui accennava Skin funzioni, e questo significa che ci servirà altro tempo per attuarla… il che, in breve, ci pone di fronte ad un margine di tempo anche troppo stretto, porca puttana! Quindi, se vuoi che fermi quest’auto, mi devi dare una cazzo di ragione inoppugnabile!-
- Sento l’ira di Nadine in avvicinamento rapido.-
Lo stridio di gomme riecheggiò per un miglio attorno a loro.

***

Raven era rotolata giù dai sedili e si era svegliata con una protesta di sorpresa e dolore. Mentre si rialzava un rombo divenne progressivamente più forte e, prima che Timmi potesse staccare le mani dal volante (stava ancora fissando davanti a sé, gli occhi fuori dalle orbite) una saetta metallica color rosso rubino passò accanto a loro alla velocità di un razzo facendoli ondeggiare un secondo. Poi inchiodò di colpo con tanta forza che l’auto sbandò, facendo un quasi completo testacoda e finendo col piazzarsi per traverso di fronte a loro.
Un attimo dopo Nadine scese dalla vettura e corse fino a loro, furente. Si piazzò davanti al finestrino di Timmi, le mani sui fianchi, e lo fissò adirata dall’altra parte del vetro.
- Scendi!- sbottò.
Lui esitò un attimo, guardando Xander, Jo ed Alis che scendevano dalla macchina, evidentemente sollevati per la fine di quella che sembrava essere stata una corsa tremenda.
- Ho detto scendi!- esclamò Nadine, battendo una volta sul vetro.
Timmi deglutì e scambiò un’occhiata con la sirena, che sorrideva tranquilla.
- TIMOTHY JONATAN ANDERSON, PORTA IL TUO CULO FUORI DA QUESTA CAZZO DI MACCHINA!- gridò furibonda Nadine, colpendo ripetutamente il finestrino.
Con l’aria di chi si appresta ad andare incontro alla morte, Timmi scese dall’auto mentre la ragazza si allontanava, e chiuse lo sportello dietro di sé.
- Ehm…- disse a disagio - Ciao tesoro… ragazzi…-
- Tesoro un cazzo…- sibilò Nadine - Cosa ti è passato per la testa?-
- Bhè… ho solo eseguito gli…-
- E perché diavolo non ce l’hai detto?- sbottò lei.
- Ecco… sapevo che non ti sarebbe pia…-
- Ma almeno potevi avvertirmi, porca puttana!- esclamò Nadine.
Lui sospirò.
- Senti, io volevo che veniste, ma Gabriele ha espressamente ordinato di tenervi fuori da questa storia.-
- Sì, ce lo ha spiegato.- annuì Alis, un po’ pallida - Diceva che ti avremmo rallentato.-
- Sì… a me non lo ha detto, ma era sottinteso.- rispose lui - E poi eravate ancora a pezzi per l’incursione al castello dell’Alleanza.-
- Già, noi eravamo a pezzi e tu no?- sbuffò Nadine.
- No, infatti.- confermò - Sono in grado di viaggiare, perché…-
- Certo, tira fuori la scusa del mezzodemone!- esclamò lei - Resisti a tutto, perché sei un cazzo di mezzodemone!-
- SÌ!- sbottò arrabbiato lui - Sì, posso farlo perché sono un mezzodemone! Puoi ritenerla una scusa quanto ti pare, ma è quello che sono, accidenti! Resisto meglio alla fatica e al sonno, sono più forte e più veloce di praticamente tutto il Sommo Concilio e guarisco più in fretta dalle ferite! Io posso fare cose che voi non potete, porca puttana!-
Nadine non rispose, limitandosi a fronteggiarlo arrabbiata.
- Questo è ciò che sono.- proseguì lui, incrociando le braccia - E tu lo sai bene. Lo sai fin da quando mi hai chiesto per la prima volta cos’è successo a Sleepy Creek, scegliendo di fidarti di me. Non puoi pretendere certo che cambi così da un giorno all’altro.-
La ragazza ebbe un leggero sussulto, quasi avesse incassato un brutto colpo, e d’improvviso parve dispiacersi del proprio sfogo.
- Sentite, siamo tutti stanchi.- disse Raven, che era uscita dalla macchina - Timmi, tu hai guidato per tutto il giorno senza mai fermarti. E Nadine, per raggiungerci così in fretta, deve aver fatto anche di più. È vero?-
- Abbiamo fatto tutta la strada con una velocità media di centocinquanta chilometri orari.- disse Xander, con l’aria di chi è sopravvissuto a un trauma - E, quando dormivamo, Nadine usava la magia per costringere la macchina a muoversi da sola. Non chiedeteci dove ha preso il carburante, però…-
- Allora facciamo così…- disse Raven, sospirando - … io salgo in auto con i ragazzi, che stregheranno il motore perché continui a muoversi da solo. Nadine invece verrà qui, e farà lo stesso con questa macchina. In questo modo potremo dormire tutti e faremo comunque abbastanza strada.-
- Ci mancano due giorni di marcia.- disse Timmi - Almeno, questo è ciò che pensa la sirena.-
- Perfetto.- annuì la Valchiria - Allora, non c’è altro da dire. Va bene a tutti?-
Siccome ognuno sembrava più che desideroso di riposare un po’, accettarono senza proteste.

E così, il viaggio notturno riprese. Nadine era seduta dove prima si trovava Timmi, il quale ora dormiva profondamente sui sedili posteriori, mentre la macchina con Raven e i ragazzi li seguiva a ruota. Sia lei che la sirena erano sveglie, a differenza del mezzodemone, ma non si parlavano: Nadine era troppo occupata a rimuginare sulla discussione di poco prima, mentre l’altra… chissà a cosa pensava.
Il volante si muoveva per conto proprio, animato dall’Incantesimo di Locomozione operato da Nadine, immersa nei propri pensieri cupi. La strada e il paesaggio scorrevano rapidi fuori dal finestrino, mentre la notte trascorreva in silenzio sopra di loro.
- Stai ancora ripensando a prima, vero?- chiese la sirena.
Lei annuì.
- Sì.- rispose.
- Bhè, lui non ce l’ha con te.- disse - Si è solo spiegato.-
- Lo so.- sbottò Nadine - Lo conosco, per la miseria!-
- E anche meglio di me.- annuì la sirena, tranquilla - Sei tu che hai un problema, però.-
Lei incrociò le braccia e strinse gli occhi.
- Cosa ne puoi sapere, tu?- chiese.
- Sono empatica, ricordi?- ridacchiò - Posso sentire molto chiaramente che sei preoccupata per qualcosa.-
Rimasero in silenzio per alcuni minuti: la sirena osservava attentamente Nadine, che invece guardava fuori dal finestrino, ben decisa a non voltarsi verso di lei. Tra l’apprensione, la frustrazione per il suo atteggiamento e l’antipatia che provava nei suoi confronti, era fortunata se riusciva ancora a non urlare.
- Da quanto lo sai?-
La domanda della sirena fu talmente rapida e la colse così di sorpresa che, per un attimo, rimase in silenzio per attendere la risposta di una terza persona che, in realtà, non era lì. Non sveglia, almeno.
- Cosa?- chiese.
- Da… quanto… lo… sai?- ripeté lei, scandendo.
Prima di rispondere la guardò per un momento, leggermente stupita.
- Da poco.- disse infine - Tu come lo sai?-
- Oh, sai… alla fine, una impara a decifrarle, le emozioni, fino al limite della telepatia.- ridacchiò lei in risposta - E io di tempo ne ho avuto taaaaanto…- le lanciò un sorriso indulgente - E chi altri lo sa?-
Stavolta, Nadine le gettò un’occhiata lievemente spaventata.
- Nessuno.- ammise - Non l’ho ancora detto a nessuno.-
La sirena annuì lentamente e fece per muovere un braccio, ma Nadine fece un gesto rapido, secco, come per scacciare una mosca, e lei si bloccò.
- Scusa.- disse - Non è ancora… insomma… non so bene come affrontare la cosa.-
- Se ti lasciassi aiutare lo sapresti.- rispose la sirena, che non se l’era presa - E lui sarebbe felicissimo di darti una mano.-
- Non so…- ammise Nadine - Ho paura che… si spaventi.-
La sirena annuì.
- Una reazione da non dare per scontata.- concesse - Persino da parte di Timmi.-
Rimasero in silenzio per tutto il resto del viaggio, e non nominarono più l’argomento.

Ringrazio come sempre tutti i miei lettori: Ely79, _Arse_ e NemoTheNameless, che lasciano recensioni ogni volta che ne hanno l'occasione; e anche RahizelRahtalos e Fantasy_40, che hanno aggiunto la storia alle seguite o alle preferite.

   
 
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