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Autore: Fayes    30/01/2012    3 recensioni
Poco dopo la morte di Jimmy, Brian inizia a scrivere So Far Away. La situazione è straziante.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 2


In casa Baker erano quasi tutti svegli adesso.
Brian era rimasto a scrivere seduto sulla poltrona nel salone. Aveva smesso di piangere e adesso era concentrato sul foglio. Gena e Zacky avevano deciso di uscire per fare compere. Ultimamente il cibo in casa scarseggiava. Erano giorni che non mettevano piede fuori dalla porta.
A tratti si fermava, posava la penna, chiudeva gli occhi e li stringeva affinchè non ne uscissero le lacrime. Non avrebbe mai immaginato che scrivere di Jimmy e per Jimmy sarebbe stato così difficile.
Intanto Michelle era salita in bagno a farsi una doccia. Lo stress di quei giorni l'aveva stancata a tal punto da non avere più voglia di curare se stessa. 
Qualche minuto dopo Lacey entrò nella stanza sbadigliando.
«Buongiorno...»
«Si è svegliato Johnny?» chiese Matt.
«No. Ci ho provato ma continua a russare e a dirmi di lasciarlo dormire ancora cinque minuti» pronunciò le ultime parole facendo il gesto delle virgolette nell'aria.» 
«Quanto diavolo ha bevuto ieri sera?»
A Lacey venne da piangere. Abbassò il capo e mormorò qualcosa.
«...Tanto...
»
«Cristo. Valary?»
«Credo stia ancora dormendo.»
«Vado a svegliarla.» detto ciò, Matt si alzò e si diresse verso le scale a passo veloce.

Già nel corridoio si sentiva chiaramente un debole pianto.
Matt si affacciò alla camera dove Valary dormiva e la vide.
La ragazza era seduta sul letto. Nella mano sinistra stringeva un lembo del lenzuolo che usava a tratti per soffocare i singhiozzi. Con la destra teneva stretta una fotografia che fissava intensamente. Piangeva. Val piangeva. In questi giorni aveva pianto pochissimo, si era tenuta tutto dentro, era una ragazza orgogliosa e adesso era lì, da sola, a svuotarsi. 
Matt entrò di corsa nella stanza e si sedette accanto a lei senza dire una parola. La strinse e sè e le baciò i capelli, poi guardò la foto.
Nell'immagine c'era Jimmy con un bicchiere di birra in mano abbracciato a Valary. I due amici sorridevano e guardavano nell'obiettivo. La foto risaliva a qualche anno fa dato che la ragazza aveva i capelli scuri con ciocche viola e Jimmy aveva un taglio diverso.
Passarono cinque minuti di calma e di silenzio, rotti solo dai singhiozzi di Valary che non riusciva a smettere di piangere. Poi parlò.

«Mi manca, Matt. Mi manca da morire. Io..io..cazzo! Non ce la faccio a vedervi così. A veder me in questo stato! Sento di dover fare qualcosa ma..»
«Calmati tesoro, calmati» Matt le baciò di nuovo i capelli. «Nessuno può fare nulla. Jimmy se ne è andato solo una settimana fa; stiamo tutti malissimo ma..ma dobbiamo cercare di andare avanti, capisci? Ehi, dobbiamo solo ricordarlo come era sempre stato. Con quel sorrisetto malizioso stampato sulla faccia e le sue battute del tutto folli...» Matt pronunciò queste ultime parole con una smorfia di amarezza.
«Si...» mormorò Val, poi si girò verso il suo amore e lo abbracciò, bagnandogli di lacrime la spalla. Matt le accarezzava la schiena e intando guardava la foto. La guardava, la guardava, la guardava. Chiuse gli occhi, tirò sù col naso e fece un profondo respiro.

Johnny sentiva il sapore dell'alcol mischiato a quello delle lacrime salate in bocca. Provò a muovere le gambe senza riuscirci, allora cercò di girarsi di schiena e anche quello sforzo fu inutile. Era distrutto. Si sentiva come se un camion gli fosse passato sopra più e più volte. Cazzo. Doveva smettere di bere in quel modo.
Però doveva ammettere che la sera precedente era stato bello. Ad ogni sorsata di whisky il ricordo dell'amico si dissolveva piano piano e Johnny si sentiva meglio, molto meglio. Poi era svenuto e aveva dormito per ore ed ore.
Aveva l'emicrania più forte della sua vita: l'unica soluzione era bere. Bere di nuovo.
Con uno sforzo immane si alzò dal letto e cercò a tastoni la bottiglia di liquore: vuota.

«Vaffanculo..»
Uscì dalla stanza e percorse il corridoio. Sentiva delle voci dal piano di sotto. Non voleva farsi vedere dai suoi amici in quello stato. Puzzava da morire e aveva l'aspetto di un cadavere. Camminò verso le ultime stanze della casa ed uscì dalle scale del retro.
Cercò nelle tasche dei jeans le chiavi della macchina e le trovò subito. Si avviò verso la porche decappotabile blu parcheggiata nel vialetto ed entrò. 
Dalla sala dove c'ernao i suoi amici non era possibile vedere il vialetto. Meglio così. 
Mise in moto e partì a tutta velocità senza meta.
La brezza provocata dalla velocità era piacevole e Johnny, a poco a poco, si sentì meglio. L'emicrania però non spariva.
Continuando a guardare sulla strada con il braccio destro cercò le birre che teneva sempre nel portaoggetti. Ne afferrò una e la aprì con una mano sola.
Buttò giù un sorso lunghissimo e sul viso gli si formò un' espressione disgustata. La birra faceva schifo; era calda e sfiatata.

«Che merda..» gettò la lattina fuori dal finestrino. 
Prese l'autostrada che porta alla spiaggia e cercò di rilassarsi. Il ricordo di Jimmy adesso cominciava a non essere più così lieve. 
Continuava ad avere stampata nel cervello l'immagine di lui e il suo amico che bevono e ridono insieme. Lui e Jimmy che scherzano, si picchiano e si abbracciano.
 
«Dannazione! Non doveva finire così! Cazzo!» Una lacrima gli rigò il viso. L'asciugò immediatamente. 
Schiacciò il piede sull'acceleratore più forte che poteva.
100 km/h, 120, 130...
Johnny continuava a piangere e imprecare. Continuava a dire al mondo di farsi fottere. Continuava a ribellarsi contro qualcosa più grande di lui.
Poi un boato.
Delle urla.
Il buio.



Continua...









  
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