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Autore: Beapot    30/01/2012    3 recensioni
Ci sono 19 anni da riempire tra la fine della guerra e l'epilogo scritto dalla Rowling. Un dopoguerra non è facile neanche per i vincitori, forse soprattutto per loro. Dove si trova la forza per rinascere dalle proprie ceneri, come le fenici?
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Come le Fenici

 

 

CAPITOLO XIII

 

 

POV Harry

 

 

Vedere Hogwarts ridotta in questo modo è l'ennesima ferita.
Il castello che un tempo si stagliava fiero contro il cielo grigio è caduto in ginocchio.
Monumento della distruzione di questa guerra che ha distrutto e mutilato ogni cosa.
Tendiamo a individuare alcuni punti fermi nella nostra vita, e Hogwarts per me era uno di quelli.
La prima vera casa che abbia mai avuto, il luogo in cui ho conosciuto l'amicizia e l'amore.
Dove ho scoperto la verità sulla mia famiglia e le sorti del mio destino.
Ho pianto, ho avuto paura, ho dimostrato coraggio all'interno di queste mura.
Ho dormito sonni tranquilli e passato notti insonni a causa di incubi terribili.
Ho trovato un rifugio, qui.
Ho trovato me stesso scoprendo il mondo a cui appartenevo.
Tendiamo a rimanere aggrappati a quei punti fermi che abbiamo individuato per non cadere.
Pensavo che Hogwarts sarebbe sempre stato lo stesso luogo accogliente che ho conosciuto sette anni fa, e vederla ora mi fa mancare il fiato.
I corridoi affollati e riempiti dalle risate degli studenti ora sono deserti e silenziosi.
La magnificenza dei dipinti e delle armature è stata distrutta da qualche maledizione oscura, e ora elmi e brandelli di tela ricoprono il pavimento.
Quando si perde qualcosa di importante si vuole restare soli con il proprio dolore.
Mi ero chiuso a Grimmauld Place quando avevo perso la voglia di andare avanti.
Quando avevo perso la speranza e non vedevo altro che sofferenza.
Avevo perso me stesso e cercavo di ritrovarmi.
Quando si perde qualcosa di importante è difficile rassegnarsi a lasciarla andare.


Le scarpe si impolverano mentre salgo le scale del castello fino alla Torre di Grifondoro.
Cosa spero di trovare lì?
L'ultima volta che ho visto la Sala Comune era distrutta come il resto, ma c'erano la gioia e l'entusiasmo della vittoria ad illuminarla.
So che adesso sarà deserta.
Vuota e silenziosa.
Fredda e abbandonata.
So che non sarà più la stessa, ma ho bisogno di rivederla.
Ho bisogno di ritrovareun'altra parte di me, e so che sarà lì.
Sono cresciuto tra quel
le poltrone rosse e stendardi dorati.
Tra una partita a scacchi e pergamene da riempire con temi troppo difficili da scrivere.
Tra una risata e qualche risposta sgarbata subito perdonata.
Sarà diverso, adesso, ma in fondo lo sono anche io.
La Signora Grassa mi guarda orgogliosa dalla cornice.

«Ben tornato»

Mi sorride e si scansa per lasciarmi passare.
Tappeti impolverati e finestre scheggiate.
Un alito di vento entra facendo muovere vecchie copie della Gazzetta del Profeta abbandonate sui tavoli.
L'ultimo numero è di qualche settimana fa.
Quello del 3 Maggio.
Quando tutto era finito e tutto era da ricostruire.
Quando si guardava verso l'alba di un nuovo giorno cercando di dimenticare gli orrori vissuti fino ad allora.
L'ultimo numero è quello, e da quel giorno nessuno è più entrato qui dentro.
Polvere.
Ancora polvere.
Solo polvere che ricopre silenziosamente tutto questo.
Che si posa leggera sulle cose, abbracciandole delicatamente.
Polvere che riempie l'aria.
Migliaia di granelli illuminati da un raggio di sole che le tende strappate lasciano passare.
La guerra è arrivata anche qui.
Polvere dentro di me, mentre mi rendo conto ancora una volta di quanto tutto sia diverso.
Polvere che attutisce i miei passi mentre salgo le scale verso il mio dormitorio.
Qui ho scartato i miei primi regali di Natale.
Qui ho pensato per la prima volta a una ragazza.
Qui ho discusso con il mio migliore amico e ci ho fatto pace.
Qui mi sono nascosto quando volevo fuggire dagli sguardi curiosi degli altri.
Tiravo le tende del baldacchino e rimanevo a guardare in silenzio la luce della luna che le illuminava.
Mi guardo intorno e mi sembra di vedere Ron che si prova il suo vestito da cerimonia per il Ballo del Ceppo.
Neville che accarezza premurosamente la sua Mimbulus Mimbletonia.
Dean che attacca il poster della sua squadra di calcio al muro.
Seamus che lo prende in giro e viene colpito da un cuscino.
Risate che hanno accompagnato la mia adolescenza facendola sembrare quasi normale.
Solo ora realizzo veramente che mi sono lasciato alle spalle tutto questo.
Avevo paura di morire, ma mi ero rassegnato al mio destino.
Avevo paura di vivere, ma ho trovato la forza di andare avanti.
Avevo paura dei cambiamenti, e allora sono tornato dove tutto è rimasto immobile.

Mi sposto per la stanza circolare lentamente.
Allungo una mano a toccare quello che è stato il mio letto per sei anni.
Il comodino in legno su cui ogni notte ho posato gli occhiali.
Il tappeto a cui una volta abbiamo dato fuoco per sbaglio provando un nuovo incantesimo.
E la vedo.
Una piccola pergamena giace nascosta, al sicuro sotto la stoffa.
Riconosco la grafia anche senza avvicinarmi.
L'ha scritta Ginny.
Che strano, possibile che sia rimasta qui dall'anno scorso?
Possibile che non mi sia accorto della sua assenza ogni volta che rileggevo le sue lettere?
Mi chino e inizio a leggerla quasi avidamente.
 

Caro Neville,
so che quanto è successo tra di noi prima di Pasqua era del tutto inaspettato.
Forse è sbagliato, forse è stato un errore nato dal fatto che entrambi abbiamo bisogno di non sentirci soli. Forse non avremmo dovuto farlo, ma non posso dire di essermene pentita.
Mi ha fatto stare bene. Tu mi hai fatto stare bene, e lo hai fatto fin da quando questo inferno è cominciato, con le tue premure e il tuo sostegno.
Ma non sarebbe dovuta andare così. Ho scoperto in te un grande amico in questi anni, e il pensiero di perderti a causa di quel bacio mi distrugge.
Ti scrivo perché non tornerò a scuola dopo le vacanze e non so quando ci rivedremo. Ricordo il tuo sguardo colpevole e smarrito quando sono scappata nel mio dormitorio, e ricordo che mi hai evitato durante tutto il viaggio di ritorno verso King's Cross. Non voglio che il nostro rapporto si rompa in questo modo.
Per favore, dimmi che non succederà.

La tua amica,
Ginny”

 

Mi accorgo che la mia mano trema solo quando sto per ripiegare la lettera.
Ero così sicuro che fosse per me.
Così sicuro che leggerla mi avrebbe scaldato il suo cuore.
La sua scrittura, le sue parole.
Il loro significato.
E il sangue mi si gela nelle vene.
Un nodo mi stringe lo stomaco e non voglio credere ai miei occhi.
Non voglio pensare che sia successo qualcosa tra Ginny e Neville.
Tra la mia ragazza e il mio amico.

Ma Ginny non era la tua ragazza in quel momento.”

Mi sembra di sentire la voce di Hermione che mi rimprovera.
È vero, non era la mia ragazza.
L'avevo lasciata per proteggerla.
Non era la mia ragazza.
Non stavamo insieme.
Era sola e aveva bisogno di conforto.
Ero solo anche io, ma non ho smesso un attimo di pensarla prima di chiudere gli occhi ogni sera.
Ero contento di vederla muoversi sulla Mappa del Malandrino.
Sapevo che era lì e che era al sicuro.
Non era la mia ragazza, ma aveva detto di amarmi.
Le avevo detto di amarla prima di dirle addio.
Non era la mia ragazza, e le sue labbra hanno cercato quelle di un altro.


Stringo la lettera convulsamente e la lascio cadere a terra.
Gli occhi appannati.
Dolore.
Delusione.
Non mi ha aspettato.

Non ha mai detto di volerlo fare.”

Di nuovo la voce di Hermione all'interno della mia testa.
La stessa voce che nelle notti passate nella tenda mi diceva di tenere duro.
La voce che mi consolava quando piangevo di nascosto.
Io pregavo che Ginny fosse al sicuro e lottavo per sopravvivere.
Lottavo per tornare da lei.
Non mi ha aspettato.
Rabbia.
Rancore.
Gelosia.
Lei era il mio punto fermo.
La luce in fondo al tunnel di disperazione che attraversavo alla cieca.
La certezza che, se fossi sopravvissuto alla guerra, avrei trovato di nuovo lei.
Quando ci accorgiamo che uno dei punti fermi della nostra vita viene a mancare vorremmo solo lasciarci andare alla deriva.
 

***
 

NdA: ok, colpo di scena inaspettato?
Si va un po' sulle situazioni sentimentali e ci saranno dei problemi anche in questo campo.
Che ne pensate?
Non odiatemi troppo per questa scelta, ma secondo me ci voleva.
(per qualsiasi cosa - spoiler, insulti, lancio di ortaggi, e via dicendo - mi trovate su http://www.facebook.com/profile.php?id=100003292181115 :D)
Bea

   
 
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