Stare nel mio letto mi faceva sentire protetta.
La musica era troppo alta e mi facevano male la testa ma non mi importava,
grazie ad essa riuscivo a non pensare.
Quando ero tornata a casa mia madre non era
riuscita nemmeno a parlarmi e io avevo chinato la testa, non avevo il coraggio
di parlarle sia perché ero arrabbiata con lei sia perché quel minimo orgoglio
che avevo mi diceva che non dovevo parlarci.
Non sono mai stata il tipo di ragazza
orgogliosa. Ero quel tipo di ragazza che gli altri definivano fessa ma loro non
sapevano che io ho sempre fatto finta di non sapere nulla perché non mi piace
spettegolare, non capisco perché devo parlare male di una persona che non mi ha
mai fatto niente. Tutti mi hanno sempre detto che ispiro fiducia, ma ogni volta
che me lo dicono iniziò a innervosirmi. Ispirare fiducia dovrebbe essere una
bella cosa, invece io mi sono sempre sentita succube di questa dote. Tutti mi
venivano a parlare dei loro problemi e pretendevano dei buoni consigli non
sapendo che anche io potevo avere qualche problema così mi riducevo a sorridere
e a far finta di stare bene per far si che gli altri si sentissero meglio,
anche se poi molte volte ne rimanevo scottata poiché le stesse persone che mi
chiedevano aiuto dopo se ne andavano senza nemmeno una parola dolce, come se
fossi una cosa. Però non ne potevo fare a meno, far sorridere un’altra persona
mi riempiva il cuore di gioia. Alcuni mi dicevano che ero altruista ma io non
riuscivo a ritenermi tale, pensavo solo che era il minimo che potessi fare per
le persone alle quali voglio bene.
Ma ora che stavo nel letto mi sentivo
abbandonata a me stessa, potevo chiamare la mia migliore amica però sapevo lei
non poteva capire, per lei la vita era semplice solo perchè era molto
superficiale non riusciva a ragionare sulle cose importanti, o meglio non
voleva preferiva scappare alla vita difficile e nascondersi nella sua bolla
dove la vita era semplice e bella. La cosa buffa è che io non riuscivo a
fidarmi di nessuno al di fuori di lei.
Il mio pensiero ritornò ad Alessio, di lui mi
ero fidata sin dall’inizio come lui si era fidato di me. Con lui avevo
trascorso serate stupende, anche se litigavamo spesso.
Una volta litigammo perchè ero nervosa e me la
presi con lui, non l’avevo mai fatto e lui si infuriò perché è fatto così, si
arrabbia subito, lo mandai a quel paese e lui mi staccò il telefono in faccia.
La mattina dopo lo chiamai appena mi suonò la sveglia, anche se sapevo che
quasi sicuramente stava dormendo, gli chiesi scusa e lui mi rispose che non mi
dovevo preoccupare, aveva staccato il telefono solo perché sapeva che volevo
restare sola. Staccammo solo perché io dovevo prepararmi per andare a scuola.
Mi faceva male ritornare a certi ricordi però
mi intestardivo, volevo pensare a te, a quei ricordi che ormai erano l’unica
cosa che mi tenevano legata a te che non mi facevano che mi ero inventata
tutto. Piangevo ancora quando mi mettevo su facebook e lo trovavo in linea, ma
non potevo farci niente ormai eravamo come due sconosciuti e questo mi faceva
stare male.
Mi addormentai con lo stereo acceso al massimo,
sapendo già che quella notte lo avrei sognato di nuovo.