Erano passati
esattamente due mesi da quando Ginny aveva scoperto di essere incinta, nulla
era cambiato da allora : il Tamigi attraversava Londra, le strade affollate da Babbani
turisti e lavoratori e da maghi che raggiungevano il Ministero della Magia
tramite l’ingresso per visitatori. Apparentemente la routine londinese era
rimasta la stessa.
Ma Dicembre era
arrivato, portando con sé l’atmosfera natalizia, la città cominciava a
fermentare, i turisti aumentavano, i londinesi cominciavano ad addobbare
strade, negozi e case.
Quel giorno,
“Quando penserai
di dire a Harry della gravidanza? Non puoi aspettare ancora Ginny, è Natale”
disse Hermione, mentre sperimentava il funzionamento delle luci dell’albero con
piccoli tocchi di bacchetta.
“Non posso. Fleur
ha perso il bambino due settimane fa, non mi sembra il caso di fare questo
genere di annunci ora..” rispose
“Beh, sono
passati due mesi Ginny. Due mesi, in cui non hai fatto altro che uscire a fare
regali e cene con Harry e non gli hai detto nulla. Non puoi aspettare oltre, la
tua pancia – perdonami se te lo dico, ma è la verità – comincia a notarsi, sai?
Sei quasi al terzo mese, per quanto stupidi possano essere gli uomini in questa
materia, sarà abbastanza evidente che aspetti un bambino, nel giro di due o tre
settimane al massimo. Devi dirgli tutto e anche presto”.
“Lo so Herm, devo
dirglielo presto. Ma se do l’annuncio a tutta la famiglia durante il cenone,
come pensi la prenderebbe la povera Fleur? È ancora scioccata, non posso farle
questo, non me la sento, davvero… e poi Bill. Non hai idea di com’era
sconvolto, e ti parlo di due giorni fa” riflettè Ginny, andando in cucina per
controllare il tacchino, seguita a ruota dall’amica.
”Potresti iniziare col dirlo a Harry, no? E poi, per quanto sinceramente mi
dispiaccia per Bill e Fleur, non è di certo colpa tua se hanno perso il
bambino! Ma ritornando al discorso di prima, prima o poi noteranno anche loro
che tu sei incinta, non credi?” le fece notare Hermione, indicando il ventre di
Ginny, coperto da una felpa che sarebbe stata larga anche a Charlie Weasley, il
più robusto della famiglia.
“Sto cercando il
momento opportuno, comunque tranquilla, Harry lo saprà stasera.
Sarà il mio regalo di Natale per lui, e poi Herm sai che odio essere al centro
dell’attenzione. Se avessi detto che sono incinta già uno o due mesi fa,
stasera questa casa sarebbe stata invasa da tutine multicolor per neonato,
scarpette, culle, pizzi e passeggini. Non l’avrei sopportato, lo sai” aggiunge
Dopo che tutte le
decorazioni ebbero trovato il loro posto all’interno della casa e dopo che il
tavolo fu magicamente allargato (furono aggiunti circa altri dieci posti ai
soli cinque disponibili) e imbandito di ogni possibile pietanza natalizia, le
ragazze andarono a prepararsi per la serata.
Due ore dopo, Hermione
indossava un tubino rosso fragola senza spalline, lungo fino al ginocchio e
molto aderente; le sue scarpe erano alte e argentate; i suoi capelli erano
stati piastrati con un colpo di bacchetta e legati da un fermaglio molto
grazioso, a forma di stella di Natale.
"Gin, sei
pronta?” chiese entrando in camera dell’amica, trovando quest’ultima però sul
letto che guardava con faccia malinconica il suo vestito, posato sulla sedia di
fronte a lei.
“Ginny, per
l’amor del cielo, cosa c’è che non va? Nausea?” chiese nuovamente Hermione,
guardando preoccupata
“Il vestito,
Herm” una lacrima rigò il volto lentigginoso di Ginny Weasley “Il… il vestito
non mi entra. L’ho preso una settimana fa, era perfetto. E ora… ora non mi va
più. Hai ragione, sai? Lo noteranno tutti stasera” rispose la ragazza,
indicandosi il ventre, il viso bagnato dalle lacrime.
“Oh, Gin. È una
sciocchezza, il vestito è perfetto” detto questo, Hermione lo colpì con la
bacchetta. “Avanti, indossalo, scommetto che sarai bellissima!” continuò “Forse
ho esagerato prima, non sei affatto grassa! E poi porti in grembo un bambino,
sta crescendo, è assolutamente normale. Scusami” finì la frase sottolineando
quest’ultima parola, con una nota di ansia nel volto, subito cancellata
dall’abbraccio di Ginny.
”Sei un’amica fantastica, grazie. Non so che farei senza di te, sul serio”
disse
Dopo aver
indossato anche lei il suo vestito (nero, poiché il rosso avrebbe fatto a pugni
con il colore dei suoi capelli), si guardò allo specchio: era aderente, il che
lasciava intravedere il ventre leggermente gonfo per via della sua gravidanza,
che però il colore scuro riusciva a coprire quasi del tutto.
”Forse quei tacchi li eviterei” aggiunge Hermione vedendola, la sua risata
cancellata subito dalle lacrime dell’amica “Oh Ginny, scherzavo! Cielo, questi
ormoni fanno paura su di te!”
“Non sono gli
ormoni!” protestò la ragazza, infilandosi le sue scarpe e dandosi un’ultima
sistemata al trucco giusto in tempo prima che suonasse il campanello, rivelando
dei sorridenti Harry e Ron, con una ventina di buste regalo per ciascuno, che
lasciarono sotto l’albero, per poi andare a salutare le loro fidanzate.
Harry corse ad
abbracciare Ginny, che gli sorrideva radiosa e rimasero stretti l’uno all’altra
per cinque minuti abbondanti, quando Ron fece un’osservazione, mano nella mano
con Hermione.
“Ehi Gin, hai già
mangiato il pranzo di Natale?” disse Ron con una punta di sarcasmo che
“Ronald…” lo
avvertì Hermione, fulminandolo con uno sguardo agghiacciante.
“Cosa vorresti
dire con questo?” chiese Ginny con tono freddo, che lasciava trasparire la sua
irritazione, ma anche una sorta di nervosismo.
”Sorellina, non te la prendere così, ma ultimamente hai messo su qualche
chiletto e mangi quasi più di Aragog, ricordi, no? Il ragno gigante che ha
cercato di uccidere me e Harry” indicò l’amico. “Al secondo anno” concluse,
traendo un respiro.
Tutti guardavano
“Vorresti dire
che sono grassa, per caso?”
“No, questo mai.
Solo che… ultimamente non sei più te stessa”.
Harr, che aveva seguito la scena sin dall’inizio, non potè che essere d’accordo
con l’amico. Ginny era strana nell’ultimo periodo, si commuoveva facilmente,
mangiava molto e aveva persino lasciato le Holyhead Harpies, cosa che non si
sarebbe mai aspettato da lei.
Questa volta fu
lui a rivolgere uno sguardo interrogativo alla Rossa e lei stava per
rispondere, quando suonò il campanello.
Lei rivolse al
ragazzo uno sguardo di scusa prima di andare ad aprire la porta e Harry annuì,
comprensivo.
Quando tutta la
famiglia (compresi il piccolo Teddy e la buona Andromeda) fu riunita, la casa
parve decisamente affollata.
Teddy ad un certo punto aveva preso di nascosto la bacchetta di
Harry e si era divertito a far spuntare code di maiale e orecchie da lupo a
tutti, fin quando Andromeda, non più così buona, lo minacciò di trasfigurare la
sua collezione di soldatini parlanti in cavoletti di Bruxelles.
Harry pensò che fosse un promettente erede dei Malandrini e tra
una risata e l’altra parve quasi dimenticare l’imbarazzante conversazione avuta
un paio d’ore prima, ma in realtà il fuoco era ancora acceso.
Mentre Arthur Weasley, sotto le occhiatacce della moglie,
continuava a tempestare i signori Granger di domande sugli aggeggi Babbani, il
ragazzo si avvicinò alla Rossa, intenta a sgranocchiare quasi ossessivamente
delle noccioline.
“Gin…” esordì.
“Mmh? Oh, secondo te è ora di servire la cena?” domandò lei. “Il
tacchino è pronto e…”
“Senti, dobbiamo continuare il discorso di prima, lo sai” la
interruppe lui.
Ginny sospirò.
“Si, lo so. Ma non è il momento giusto… stai tranquillo, mon manca
molto, tra poco saprai tutto”.
“Ma…”
“Ti fidi di me?”
Quella domanda lo colse alla sprovvista, tuttavia la risposta fu
sincera e decisa.
“Sì, certo”.
“Perfetto allora” disse lei, accarezzandogli la mano. “Non hai
nulla da temere”.
Quando fu il momento di aprire i regali, Ginny finse di aver
dimenticato i suoi in camera e chiese a Harry gentilmente di accompagnarla a
prenderli.
Hermione, che conosceva il piano dell’amica, le sorrise
incoraggiante, ma
Entrati in amera,
“Aprila, avanti” disse semplicemente.
“Sei malata, vero? Stai per lasciarmi!” affermò Harry, spaventato.
“Non fare l’idiota, Harry. Aprila. È… il mio regalo di Natale per
te”.
Il ragazzo aprì la busta, incerto, e ne estrasse un’ecografia. Il
suo sguardo era confuso mentre fissava l’immagine. Ginny lo guardava con il
fiato sospeso, aspettando che lui dicesse qualcosa, ma comprese qualche istante
dopo che questo non sarebbe successo, perciò prese in mano la situazione,
cercando di apparire ferma e decisa, ignorando le sue mani che tremavano
freneticamente.
“Harry…” cercò di trovare le parole adatte, ma queste le morirono
in gola alla vista di Harry, che aveva posato le carte sul letto e ora la
guardava.
Poi la abbracciò, la baciò e la strinse a sé. Successe tutto in un
attimo,
“Allora…” disse Ginny, asciugandosi impazientemente le lacrime.
“Perché non me l’hai detto prima?” la fermò Harry.
“Avevo paura, Harry, paura di perderti… ancora. Poi non trovavo
mai il momento giusto, i preparativi per le varie feste di compleanno, il
Natale… e poi Fleur che perde il bambino. Ho avuto paura che succedesse anche a
me e inoltre non volevo ferire né lei né Bill…. Poverini, sono ancora
sconvolti! Beh, poi ho pensato che potevo dirtelo oggi, anzi, dovevo dirtelo oggi, e allora perché non
farlo diventare un regalo?” spiegò con una scrollata di spalle.
“Ti capisco, giuro che ti capisco e sono d’accordo con te. Ma non
potrai nascondere ciò che ti…” si corresse. “Ciò che ci sta succedendo ancora
per molto a tuo fratello” rispose il ragazzo.
“Quale dei cinque?” chiese lei ridendo.
“Beh… tutti! Come hai visto prima Ron ha notato qualche
cambiamento” indicò il ventre della Rossa.
“Si lo so. E non solo lui, sai? Anche mia mamma ha cominciato a
farmi qualche domanda. Ma ora torniamo dagli altri, dobbiamo aprire i regali”
concluse Ginny, prendendo la busta contenente l’ecografia e riponendola al
sicuro nel cassetto, sotto lo sguardo di Harry che, riluttante, lasciò cadere
il discorso.
Dopo che tutti furono andati, si ritrovarono Ginny, Hermione e
Harry e Ron, che sarebbero rimasti a dormire lì quella notte. Dei quattro, solo
Ron era ancora all’oscuro della gravidanza della Rossa, ma Hermione aveva
suggerito saggiamente di aspettare l’euforia di Capodanno per riferirgli tutto,
in modo tale che il ragazzi la prendesse alla leggera, con l’aiuto magari di
qualche bicchiere di Whisky Incendiario. Ginny e Harry non poterono che essere
d’accordo con lei, dal momento che entrambi conoscevano molto bene il carattere
irascibile del ragazzo.
Così conclusero la serata molto tranquillamente, guardando un film
in TV (un oggetto Babbano a forma di scatola, molto sottile, dove si vedono
immagini accompagnate dal suono, dietro un vetro) e facendo con gioia della
Rossa uno spuntino di mezzanotte.
Erano seduti sul divano quest’ultima e Harry, accoccolati, quando
dalla stanza di Hermione cominciarono a uscire i toni alti e irritati di un
battibecco.
”Ci risiamo” pensò Harry, alzando gli occhi al cielo e leggendo la stessa cosa
nell’espressione della sua ragazza.
Non contento di aver cercato la lite con Hermione, Ron entrò in
camera di Ginny, sbraitando, cercando di ritrovare il suo cappotto, quando notò
un cassetto leggermente aperto della scrivania,.
Si avvicinò per chiuderlo, ma una busta con il timbro dell’ospedale
Magico attirò la sua attenzione. La aprì, e dopo una rapida occhiata la sua
espressione si fece ancora più livida, la sua bacchetta iniziò a sparare fiotti
di scintille.
Girandosi, le si ghiacciò il sangue nelle vene: Ron aveva in mano l’ecografia, Hermione dietro di lui che lo guardava, terrorizzata.
Angolo dell'autrice: Mi scuso profondamente, avevo promesso che sarebbe arrivato subito questo capitolo! Ma ho avuto un sacco di problemi che non vi sto a elencare, compresa la rottura del pc ç_ç ho già scritto il quinto capitolo e lo sto ricopiando adesso al computer, domani ve lo posto per farmi perdonare! Aspetto le vostre recensioni e... perdonatemi! D: (SheWolf)