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Autore: whoohoo    30/01/2012    2 recensioni
Mia non credeva più ai propri occhi, non si fidava più del proprio tatto. Mia sapeva che prima o poi si sarebbe svegliata, che quello doveva essere per forza un sogno! Eppure legata alla sua c'era la mano di lui, eppure quegli occhi la stavano guardando, eppure era tutto così reale che forse doveva smetterla di sentire quel vuoto, doveva godersi quelle giornate senza pensieri..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passai un’ altra stupenda mattinata con la mia amica, mangiammo un boccone assieme e poi entrambe andammo a prepararci per il concerto. Arrivata all’ hotel corsi subito ad aprire l’acqua calda, mi ci voleva una doccia per riequilibrarmi un po’. Presi il cambio, e poi mi fiondai sotto il getto.
L’ acqua mi diede un iniziale sensazione di leggerezza ma poi il peso sul capo tornò a farsi sentire.
Riordinai un po’ i pensieri: oggi sarei andata al concerto e avrei avuto la fortuna di vedere alcuni dei miei beniamini sul palco, mi sarei divertita e avrei cantato a squarcia gola; lunedì avrei preparato le valigie, avrei salutato Hye, Doojoon e il resto del gruppo; martedì nel tardo pomeriggio sarei partita.
Martedì sarei partita.
Finii di risciacquarmi e uscii dalla doccia. Stavo piangendo. Per quanto mi strofinassi il viso con l’asciugamano continuavo a sentirlo umido.
Stavo piangendo e forse non dovevo.
Non dovevo perché era stata la mia vacanza più bella, perché mai avrei immaginato quello che poi in realtà è successo: di trovare loro, ma soprattutto di trovare lui.
Perché dovevo separarmene? Solo l’idea mi riempiva di brividi e scosse. Corsi a vestirmi e decisi che basta per oggi, ci avrei pensato domani.

Tutti i pensieri avevano lasciato posto all’adrenalina, ero fuori di me!
Stavo per realizzare un sogno!
Spesso mi capita di cambiare umore da un momento all’ altro, va così.
Mancavano venti minuti all’inizio ed io e Hye eravamo già sedute nei nostri posti. La postazione era ottima e riuscivo a vedere bene il palco.
Mandai subito un messaggio a Doojoon:
- Oppa! Sono già qui, nella quinta fila davanti! Sono così emozionataaa! FIGHTING! ♥ -
Dopo cinque minuti il telefono iniziò a vibrare insistentemente: era una chiamata dal mio idol, lol
- Oppa!
- Mia! Alzati in piedi e sventola una mano così vedo dove sei seduta!
- Ma dai mi vergogno, mi prendono per matta! Se vuoi mi alzo, ho un maglioncino color terra! Mi vedi??
- Sì ti vedo, sei bellissima..
E di nuovo quel magone, - Ma tu dove sei??
- Sono nascosto! Kekeke Ora riattacco! A dopo! Non scappare subito finito il concerto!
- Ok Oppa!
E riagganciai. Dopo il concerto sarebbe stato impossibile incontrarlo vista tutta la gente che c’era qui, perché dovevo aspettare?
Tutti i pensieri si fermarono quando le luci si spensero e il presentatore iniziò a parlare. Ecco, ero tornata su di giri!

 Il concerto fu indescrivibile, un’ emozione fortissima!!
Ogni gruppo diede il meglio di sé, ed io non facevo che dimenarmi e cantare.
Più di qualche volta, quando fu la volta dei B2ST, il mio sguardo si incrociò con quello di Doojoon che mi sorrise, e con quello di Gi Kwang che mi fece l’ occhiolino divertito. Un sogno. Un sogno dove però riecheggiava un conto alla rovescia, rimbombante. Meno due. Meno due.
Alla fine dello spettacolo le fan assalirono l’ uscita ma molte rimasero ad aspettare di vedere gli idols andarsene.
Mi arrivò un messaggio di Doojoon dopo circa 15 minuti chiedendomi se potevo aspettarlo con Hye in un vicolo poco più avanti.
Io e Hye ci incamminammo, ma dato che i ragazzi non sarebbero arrivati prima di una buona mezz’ora andammo affamate a mangiare qualche schifezza pre-cena.
Non ci accorgemmo nemmeno di quanto il tempo fosse volato, tanto eravamo immerse in chiacchiere: erano già passati cinquanta minuti quando Doojoon mi scrisse di uscire.
Salite nel piccolo pulmino ricevemmo mille scuse e mille inchini.
“Tranquilli, intanto ci siamo fatte una bella chiacchierata!” Anche la mia unnie, con il suo sorriso, tranquillizzò il gruppo.
“Dove volete portarci?” chiesi curiosa. “Voi sarete stanchi, lasciateci pure a casa di Hye, poi io chiamerò un taxi..”
“Uff, Mia! Non siamo così stanchi, non era un vero e proprio concerto! Abbiamo fatto solo tre canzoni noi! Dai andiamo a divertirci!”
Mentre Yoseob sbraitava dal sedile del passeggero, Doojoon, seduto accanto a me, mi prese la mano e appoggiò la testa sulla mia spalla.
“Ok” risposi sottovoce all’ esaltato, mentre sorridevo guardando il mio leader.
Iniziai a giocherellare con la sua mano, mi stava tornando. Sentivo quella matassa che minuto dopo minuto si aggrovigliava e ingigantiva.
Mi cadde una lacrima che finì tra le nostre mani incrociate. Doojoon si inumidì la punta del dito. Tentai subito di asciugare sia il suo dito che i miei occhi, ma lui si voltò a guardarmi. Gli sorrisi e nella sua lingua mi uscì un - scusa - .
 Doojoon si raddrizzò, mi prese il viso tra le mani e mi guardò. Non disse nulla, continuava a fissarmi. Perdermi nei suoi occhi non fece altro che farmi cadere un’ altra lacrima. E un’altra ancora.
“Ragazzi, potreste smontarci qui? Io e Mia vorremmo stare un po’ da soli. Scusa Hye.”
Tutti, avendo molto chiara la situazione, non fecero nessuna protesta.

Scendemmo. Quella sera il vento era più pungente del solito e venni scossa da un brivido.
Doojoon mi strinse la mano e ci dirigemmo verso un piccolo parco giochi in mezzo al verde, oramai vuoto a quell’ora salvo che per qualche corridore serale che se ne tornava a casa e alcuni ragazzi su una panchina che fumavano e ridevano.
Ci sedemmo all’ interno di un gioco per bambini, un po’ per ripararci dal freddo e un po’ per non rischiare che qualcuno riconoscesse Doojoon.
Mi sedetti e mi cinsi le gambe con le braccia, mi rannicchiai e lo guardai, mentre seduto davanti a me non sapeva a sua volta cosa dire.
Nessuno dei due parlava, ma il silenzio era solo superficiale: dentro alla mia testa c’era un moto di pensieri, una turbina, una tempesta di ricordi del viaggio. Guardai il pavimento e iniziai a piangere, prima silenziosamente, poi quando Doojoon venne ad abbracciarmi, piansi sempre più forte.
Dopo un po’ che i singhiozzi erano cessati lo guardai: Doojoon aveva il volto rigato da una lacrima e gli occhi chiusi.
Non riuscivo a vederlo piangere. Non avevo mai visto un ragazzo farlo e questo non fece che ricordarmi quanto lo amavo.
Perché sentivo che i suoi sentimenti erano veri, perché mi dimostrava non solo a parole quanto teneva a me.
Mi sforzai di smettere di piangere e lo abbracciai forte, chiudendo gli occhi.
Lo sentii sbuffare, percepivo la sua paura, la sentivo.
“Oppa?”, mi rispose con un mugolio.
“Io…” – “Ti amo” Doojoon pronunciò quelle parole tutte d’ un fiato,
Fissava la mia mano, avvinghiata alla sua.
“Doojoon, ti amo, davvero.”
Sorrisi, e lui, voltato a guardarmi, ricambiò il sorriso.
Non volevo passare le nostre ultime ore assieme in lacrime.
“Oppa, che ne dici se andiamo a divertirci un po’?!”
Mi chiese se c’era qualche posto particolare che volevo visitare. “Siii, andiamo al Lotte World!!!”
Iniziai a saltellare per la brillante idea e anche lui sembrava un po’ più sollevato; così prendemmo un taxi e ci mettemmo in moto.

Quando arrivammo al piano e si spalancarono le porte dell’ascensore, rimasi sotto shock.
Un intero parco giochi all’ ultimo piano di un grattacielo, non potevo crederci! Era davvero enorme!
Iniziai  a saltellare e sbraitare, portandomi Doojoon appresso ovunque. Anche lui parve dimenticare l’addio imminente.
Tra un divertimento e l’altro passarono tre ore, eravamo stanchissimi!
“Chissà dove saranno i ragazzi” dissi mentre riposavo stravaccata in una panchina.
Doojoon mi chiese se volevo raggiungerli, annuii.
Ci ritrovammo dopo una ventina minuti a varcare la porta di un piccolo locale, molto accogliente, dove i ragazzi si stavano abbuffando.
Corsi da Hye scusandomi per averla abbandonata in quel modo.
Passammo la serata a mangiare, bere e ridere; facemmo anche un passeggiata prima di salutarci.
GiKwang mi si avvicinò all’ improvviso guardingo: “Che ne dici se in memoria del giorno in cui ci siamo conosciuti, non dormi anche stanotte nel nostro dormitorio?” Risposi a quel suo sorrisino con una gomitata.
Cercarono di convincere anche la mia unnie ma non ci fu verso. Per quanto riguarda me, come facevo a dire di no?

Arrivammo a casa tutti stremati e nelle proprie teste ognuno stava sognando un letto caldo e accogliente.
I ragazzi si sparpagliarono e in sala rimanemmo solo io, Doojoon e GiKwang.
“Mia, tu e il leader potreste dormire nel divano. In realtà è un divano letto ed è pure bello grande!!”
Mi piacque davvero la naturalezza con cui lo disse, e non potei fare a meno di sentirmi le guance avvampare.
“Hyung!” Doojoon diede un piccolo pugno all’amico, stava ridendo e intuivo che l’ idea non gli dispiaceva, ma che allo stesso tempo non voleva mettermi in imbarazzo, visto che ero in una casa con sei ragazzi.

Ecco quindi che mi ritrovai da sola in quel così comodo divano a guardare il soffitto, mentre sognavo ad occhi aperti di passare ancora un’ altra notte con colui di cui mi ero innamorata.
Non mi accorsi che qualcuno era entrato e quando sentii pronunciare il mio nome feci un piccolo salto dallo spavento.
“Doojoon mi vuoi far prendere un infarto?!” sorrise e si sedette sul divano.
“Non dormi?” “No, non riesco al pensiero che sei qua, e tu?” “Nemmeno io – sorrisi – che stavi venendo a fare in sala? Spiarmi?”
Ridemmo entrambi cercando di non svegliare gli altri.
“Vuoi dormire qua?” gli chiesi sottovoce.
Ero così agitata che non riuscivo a guardarlo negli occhi, eppure non sarebbe stata la prima volta.
“Speravo me lo chiedessi” disse compiaciuto.
Prima di distendersi mi diede un bacio sulla fronte, seguito da un dolce bacio sulle labbra.
Quando finalmente lo ebbi accanto, mi stesi su un fianco e mi raggomitolai appoggiata al suo petto.
“Ora sto meglio” sorrisi amaramente ma quel contatto mi dava davvero un calore indescrivibile.
“Sei sicura di star bene?” “Non tanto, e tu?” Lo guardai, i nostri volti così vicini tra loro che ci volle poco prima che le nostre labbra si incontrassero nuovamente.
“Mh così così..” mi strinse forte a sé mentre mi ripetevo di essere forte.
“Ho paura” dissi infine mentre giocherellavo con la sua mano.
“Paura di cosa?”
“Ho paura di perderti. Ho paura che non troveremo una soluzione a tutto questo. Ho paura che tu ti possa stancare, di me, di noi. Ho paura di farti soffrire e ..”
Doojoon mi baciò con passione e sicurezza, interrompendo il mio lungo sproloquio.
“Mia non le devi pensare nemmeno queste cose, ok?”  Annuii mentre le mie labbra lo cercavano nuovamente.
 “Ti amo” sussurrai prima di entrare tra le lande di Orfeo, sopraffatta dalla giornata.
“Anch’io”. Ci addormentammo così. Avvinghiati l’ uno con l’ altra.
Fra le sue braccia mi sentivo protetta, come mai in vita mia mi era successo.
Avrei voluto che fosse tutto più semplice ma dovevo lottare per avere ciò che desideravo, ed io desideravo essere felice, con lui.
  
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