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Autore: Shade Owl    31/01/2012    1 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Il Tredicesimo Membro, dopo che Marcus aveva fatto perdere quelle ore a Timmi, sembrava essere finalmente soddisfatto.
Quantomeno, non aveva più chiesto al mercenario di andare in giro a cercare mostri da catturare o di seguire il mezzodemone, concedendogli di riposare un po’. Lui, dal canto suo, rimaneva sempre chino sui suoi pesanti volumi e gli appunti senza mai allontanarsene, continuando a leggere ininterrottamente. Ogni tanto il suo sguardo cadeva sul libro che Marcus aveva rubato al Sommo Concilio.
Riposava su un vecchio tavolo di legno, ancora completamente chiuso. Non osava nemmeno toccarlo senza usare una protezione adeguata: la prima ed ultima volta che l’aveva fatto si era procurato una piccola ma dolorosa ustione magica alle mani, adesso guarita. Ora lo maneggiava solamente indossando guanti spessi e trattati con i giusti incantesimi, ma anche così riusciva a tenerlo in mano per non più di qualche minuto. Il potere di quell’oggetto era troppo grande, persino per lui che aveva sconfitto la morte.
Tuttavia, non aveva alcun motivo di toccare il libro: non lo poteva aprire, ed anche se ci fosse riuscito non gli sarebbe servito a niente, da solo. Gli serviva un nuovo alleato, uno che conosceva molto bene il Sommo Concilio e che possedeva le giuste capacità, sia fisiche che mentali, per fare ciò che lui aveva in mente.
E fortunatamente era solo questione di tempo: il Seme del Demonio era più vicino che mai, ora come ora. Si trattava solo di eseguire qualche altro breve calcolo, tradurre un altro paio di rune e sarebbe stata fatta.
Ancora una mezza giornata di lavoro e avrebbe potuto anche lasciar stare la segretezza: che sapessero pure, quegli idioti, che era sopravvissuto. Cosa gli importava di metterli al corrente della propria sopravvivenza, quando ormai era praticamente al traguardo?
Con un senso di eccitazione mista ad impazienza tornò alle proprie formule matematiche e alle mappe, ben deciso a finire prima dell’alba: il tempismo era essenziale. Dovevano essere sul posto prima di loro.

I due giorni in auto trascorsero relativamente nella noia: gli imprevisti che avevano caratterizzato gli inizi del viaggio sembravano essersi esauriti con gli Scorpionoidi, che secondo Skin potevano essere stati portati lì più da Marcus che da una breccia temporanea. Il Fantasma aveva detto loro dell’incontro con il mercenario e della cattura dei mostri, quando li aveva trovati.
Questo aveva decisamente insospettito Timmi e Raven, ma preferirono non fare troppe congetture: loro dovevano raggiungere il Seme del Demonio, e non avevano il tempo di preoccuparsi anche di questo. Avrebbero lasciato ad altri simili incombenze.
Piuttosto, si interessarono molto al come avessero fatto i ragazzi a trovarli: il lavoro eseguito, pur in completa infrazione di ogni ordine del Sommo Concilio, era degno del migliore dei segugi, considerando l’attuale livello di esperienza di tutti loro.
In pratica, dopo essere partiti avevano fatto una breve sosta alla stessa stazione di servizio dove si erano fermati anche loro tre, siccome Nadine ricordava che il serbatoio dell’auto di Timmi era vuoto.
Lì avevano incontrato un uomo che ci aveva provato con Raven, e al negozio avevano riconosciuto la sirena e aveva citato un grido furente lanciato dallo strano e irascibile guidatore. Seguendo l’indicazione che raccolte avevano ripreso l’inseguimento, fino a raggiungere un albergo a ore dove era avvenuta una insolita rapina terminata in resa dopo il ferimento del portiere. Siccome i danni erano disuguali rispetto alla versione data, non c’era voluto molto per comprendere chi avesse alloggiato lì.
Per il resto si erano affidati agli incantesimi consigliati da Devon e ad un po’ di logica.
- Un gran bel lavoro.- si complimentò Timmi quando Nadine, seduta accanto a lui, finì di raccontare la storia - Ma non avreste dovuto infrangere gli ordini, nessun apprendista se lo può permettere. Raven si è salvata per un pelo l’ultima volta, e solo grazie a me.-
- Bhè, che rompano pure.- sbuffò Nadine - Non è che mi interessi granché, ora.-
Lui ridacchiò e si voltò verso la sirena.
- Quanto manca?-
- Poche ore.- rispose lei, distesa sui sedili posteriori e mangiucchiando i marshmallows - Ancora qualche chilometro e ci siamo.-
- Bene.- disse il mezzodemone - Nadine, impediscile di intossicarsi di zucchero.-
Finalmente, la sirena indicò loro lo svincolo da prendere per lasciare l’apparentemente infinita autostrada e il traffico che la percorreva.
Già da un po’ avevano lasciato le Grandi Pianure, ormai, ritrovandosi in ambienti più boscosi e irregolari. Imboccarono ben presto un sentiero sconnesso, pieno di sassi e di buche, dove furono costretti a ridurre la velocità per non danneggiare gli ammortizzatori o le marmitte, e si fermarono davanti ad una sbarra metallica calata. Delimitava l’accesso a un parco naturale, e le auto all’interno non erano ammesse. Probabilmente quella non era l’entrata principale, poiché non c’erano né la biglietteria né il banco informazioni con la cartina, o forse era una riserva di caccia.
- Che si fa?- chiese Nadine - Andiamo a piedi o sfondiamo?-
Timmi rifletté un momento, poi mise fuori un braccio dal finestrino e segnalò agli altri di accostarsi.
- Andremo a piedi.- rispose - Siamo abbastanza vicini, e sinceramente mi sono rotto di guidare.-
Furono tutti molto contenti di poter scendere e camminare un po’, finalmente. Raven si allacciò di nuovo la cintura con i machete, e Xander ripescò dal piccolo bagaglio che si era portato due borracce, una piena d’acqua e l’altra piena di grappa.
- Perché cavolo hai portato la grappa?- sbottò Timmi, aggrottando la fronte.
- Non per noi.- ridacchiò il mago, lanciandogliela - Serviva ad ammansirti nel caso avessi preso male il nostro arrivo.-
Lui la prese al volo, sogghignando.
- Bhè, potevi dirlo subito, così mi arrabbiavo un po’.- scherzò lui, mettendosela a tracolla.
Per la sirena, invece, le cose furono un po’ più complicate: una cosa era sgambettare su pavimenti puliti o soffici tappeti erbosi come lo era il bosco attorno alla casa di Timmi, un’altra era farlo in un parco protetto, seguendo un sentiero sassoso e pieno di rametti spezzati. Le sue gambe, pur in via di guarigione, erano già abbastanza martoriate, e dovettero procurarle delle scarpe da tennis perché potesse camminare.
Questo fu semplice, in realtà. A complicare il tutto fu la sua reazione quando le vide: prima si rifiutò di indossarle, poi cercò di gettarle via e, quando Alis e Jo le ebbero recuperate, iniziò a dimenarsi nel tentativo di allontanarli, costringendo Timmi a bloccarla tra le sue braccia.
Per Xander fu piuttosto difficile riuscire a metterle le scarpe visto quanto scalciava, nonostante l’aiuto che gli diede Raven.
- Smettila di tenere il muso…- sbuffò il mezzodemone, che mentre la teneva ferma si era preso una testata sul mento - Mica ti ammazzeranno, a differenza di me.-
La sirena, che camminava a braccia incrociate, imbronciata come una bambina che fa i capricci, non rispose e fissò lo sguardo astioso sulle nuove calzature. Lui sospirò, concentrandosi piuttosto sulla strana sensazione che avvertiva: era come se, sotto la sua pelle, corresse un’intensa carica elettrica, che lo solleticava e lo infastidiva al tempo stesso. Si sentiva estremamente energico, ma anche malaticcio.
- Comincio a sentire la magia che cerchiamo.- annunciò, stappando la borraccia di grappa e buttandone giù un sorso.
- Davvero?- chiese Raven - Quanto è forte?-
- Per ora non tantissimo.- rispose - Ci vorrà ancora un po’.-
Camminarono per qualche ora, riposando un po’ solo quando erano troppo stanchi per continuare. Durante una di queste soste Raven continuò a guardarsi intorno con circospezione, come se stesse aspettando qualcosa, o temesse l’arrivo di qualcuno.
- Cosa c’è?- chiese Jo, vedendola così tesa.
- L’atmosfera che c’è qui.- rispose lei - Mi ricorda quella del bosco in cui trovammo Julien Wings mesi fa.-
Timmi annuì, alzando un sopracciglio sopra la borraccia (ormai l’aveva quasi svuotata).
- Sì, l’ho notato anche io.- rispose, mettendola via - Come quella volta non ci sono animali, o almeno non ne sento né l’odore né il rumore.-
- Vuoi dire che ci sono altri lupi mannari?- chiese Xander, cercando di mantenere un tono leggero: cominciava ad odiare quegli esseri.
- Non lo so.- ammise lui - Di certo, qualcosa ha spaventato la fauna… o se l’è mangiata.-
- Perché non cerchi di sentire qualche odore?- chiese Nadine - Se ti trasformi potrai assicurarti di cosa c’è qui intorno.-
- Posso provare.- concesse lui, alzandosi - Ma non assicuro niente.-
Raggiunse il centro del sentiero e si trasformò in demone, alzando il muso per sentire meglio gli odori attorno a loro. Poco dopo ritornò umano, scuotendo la testa.
- Non so che dire.- sentenziò - C’è qualche nota stonata, ma non è niente di definitivo. Se ci sono i demoni allora sono arrivati da poco, perché sento ancora l’odore che mi sarei aspettato da una riserva come le altre.-
- E lei?- chiese Alis, accennando col capo alla sirena che sedeva a gambe larghe sotto ad un albero, giocando con una pigna e qualche bastoncino - Credi che possa sentire i demoni come ha già fatto altre volte?-
Lui annuì.
- Forse. Ehi, carpa, vieni qui!- sbottò.
La sirena non fece una piega di fronte al modo in cui si era rivolto a lei e si alzò tranquillamente, spolverandosi la gonna del vestito. Si avvicinò, giungendo le mani dietro la schiena e molleggiandosi sulle ginocchia, canticchiando tra sé “All You Need Is Love”.
- Riesci a sentire se qui in giro ci sono creature poco simpatiche?- chiese il mezzodemone.
- Mmmh…- mugugnò lei, stringendo gli occhi e guardandolo - A parte te?-
- Sì, io… cosa?- farfugliò Timmi, furioso, mentre tutti gli altri ridevano (persino Raven nascose un sorriso con la mano) - Piantala di dire cretinate e dimmi cosa senti!-
- Dunque…- disse la sirena - Arrabbiato, incavolato, mezzodemone infuriato, se i nemici vuoi trovare, dove andiamo devi andare.- recitò - Stavolta ti piace la rima?- chiese, quando ebbe finito.
- Bah…- sbuffò lui, facendo un gesto con il braccio per dirle di lasciar perdere - Almeno, siamo certi che siamo in mezzo a cose poco socievoli.-
- Già, una è proprio qui…- ridacchiò Jo.
- E piantala!- sbottò Timmi.
Ripresero a camminare, ancora sorridendo per il modo in cui il mezzodemone era stato sbeffeggiato, ma ognuno di loro sapeva bene che il fatto di essere in un bosco pieno di potenziali avversari non andava sottovalutato.
- Secondo te cosa ci fanno qui?- chiese Xander a Timmi, poco dopo - I demoni, voglio dire.-
Lui si strinse nelle spalle, accigliandosi.
- A parte rompere i cosiddetti a noialtri?- chiese.
- No, quello l’avevo immaginato.- ammise il ragazzo - A dire il vero non capisco perché lo stiano facendo. Se la Convergenza dovesse sfondare la barriera, sarebbe la fine anche per demoni e mostri.-
- Vero.- concesse il mezzodemone - Ma se ci pensi bene, gli Scorpionoidi che abbiamo incontrato io e Raven l’altro giorno sono stati messi lì da Marcus. E lui non l’avrebbe mai fatto di propria iniziativa.-
- Quindi?-
- Quindi, forse comincio a immaginarmi a cosa servisse quello strano trucchetto del Tredicesimo Membro, due settimane fa.-
Xander aggrottò la fronte.
- Intendi dire che ha trovato il modo di ingannare la morte?- chiese.
- Perché no?- rispose lui - Credimi, fratellino, saresti molto sorpreso di quanti sistemi esistano: i Custodi dell'Eden possono garantire la vita eterna e la gioventù perpetua a chiunque, come successe ai Precustodi tipo Demon e sua sorella. I filtri magici consentono di prolungare la propria esistenza, a volte anche in modo indefinito. E la Fornace avrebbe reso me e Kyle virtualmente immortali, se l’avessimo usata.-
- Ma questi sono metodi per non invecchiare.- osservò lui - Non impediscono agli altri di ucciderti.-
- Ehi, ho detto che esistono dei metodi, non che li conosco!- sbottò il mezzodemone - Andiamo, ragazzo, credi che io sappia tutto?-
- Perché, non è così?-
Timmi ridacchiò.
- Non sono Dante, Donovan.- rispose, facendo un mezzo sorriso.

***

Dopo qualche altra ora di cammino Timmi si fermò all’improvviso e alzò un braccio per dare il segnale di alt anche agli altri. Intanto, Raven aveva cominciato a guardarsi di nuovo attorno, mentre la sirena sgranava gli occhi, allarmata.
- Che succede?- chiese Nadine, che aveva registrato questi segnali.
Lui scosse la testa lentamente.
- Indietro…- disse piano - Molto indietro.-
Xander aveva imparato da tempo a non contraddirlo e a non fargli alcuna domanda quando parlava così, quindi prese per un braccio Jo (che, al contrario, non era così svelto nell’afferrare la situazione) e lo trascinò indietro di qualche passo, mentre Nadine ed Alis li imitavano, portando con loro la sirena. Raven sguainò i machete e si voltò per guardare le spalle al gruppo.
Un attimo dopo, dalla boscaglia saltò fuori qualcosa di grosso e rapido, che costrinse Timmi a fare un balzo di lato per evitare di essere buttato a terra.
Era una creatura strana, che ricordò loro un lupo mannaro. Tuttavia, non sembrava essere propriamente un licantropo: era più grosso e muscoloso, con il pelo folto e liscio, di un candido color bianco neve. Le spalle e la testa erano ricoperte di lamelle argentate, e rendevano le sue spalle ancora più grosse di quanto non fossero realmente. Le orecchie e il muso erano molto più corti e felini, mentre gli occhi gialli avevano la pupilla verticale.
Xander si preparò a combattere, ma Raven gli pose una mano sulla spalla e scosse la testa, come a dirgli di risparmiare le energie: a quanto pareva, non era il caso di interferire. Se ne sarebbe occupato Timmi.

L’essere si acquattò sulle quattro zampe e gettò uno sguardo feroce ai ragazzi, ma un sasso che lo colpì sulla testa fu sufficiente ad attirare la sua attenzione sul mezzodemone lì accanto, che ne stava facendo rimbalzare un altro nel palmo della mano.
- Qui, miciomiciomicio…- mormorò, rannicchiandosi su se stesso, in quella sua maniera che tutti associavano ad un sacco di legnate - Qui, miciomiciomicio…-
Il gigantesco gatto saltò verso di lui, ruggendo come una pantera, e il mezzodemone si stese immediatamente sulla schiena, puntando le gambe contro il petto. Quella, a causa dello slancio e della leva operata dalle sue gambe fu scaraventata oltre il proprio nemico, rotolando poi sul terreno per qualche momento.
Una mossa vecchia, ma sempre efficace.
Timmi si rialzò subito con un salto e si voltò, mentre il gattone scattava a testa bassa contro di lui. Il mezzodemone gli agguantò il capo, stringendolo sotto l’ascella e, con una rapida torsione ed uno schiocco rivoltante, gli spezzò di netto l’osso del collo.
La creatura cadde a terra, la lingua di fuori, e lui si spolverò i vestiti con noncuranza.
- Fatto.- disse - Possiamo andare, ma dovremo fare più attenzione, ora.-
- Cos’era?- chiese Jo, tastando il corpo del mostro col piede.
- Qualcosa di cui non dovremo più preoccuparci.- rispose Timmi, bevendo l’ultimo sorso di grappa - Ma i suoi amici saranno sicuramente più fastidiosi, e noi abbiamo poco tempo: a mezzanotte ci ritroveremo col culo per terra, se vogliamo usare un eufemismo.
Alis guardò l’orologio.
- Per ora sono le tre del pomeriggio.- disse - Abbiamo ancora nove ore.-
- E speriamo che bastino.- replicò lui, riprendendo il cammino.

Gli alberi si interrompevano di botto nei pressi di una conca erbosa, disegnando una sorta di cerchio attorno ad essa e alla collina che, dal fondo, partiva fino a superare di alcuni metri la loro postazione. Quasi sulla sommità della collinetta c’era un cerchio di macigni molto simile a una bassa muraglia di pietra, frastagliata e irregolare.
Quel luogo era disegnato evidentemente per nascondere qualcosa. Di certo c’entrava la magia, perché era impossibile che la natura creasse una formazione di così grande precisione e simmetria spontaneamente.
Secondo la sirena e i sensi magici di Timmi, era sulla cima della collina che sarebbe avvenuta la Convergenza.
A confermare questa tesi c’erano i cento demoni che andavano avanti e indietro in fondo alla conca e nel cielo al di sopra.
- Cazzarola…- borbottò stupita Alis, da dietro l’albero che la riparava alla vista.
- Alis!- esclamò piano Timmi, sgranando gli occhi - Chi ti ha insegnato a parlare così?-
- Tu.- rispose con semplicità.
- Ah già, è vero…- annuì lui, riportando gli occhi sulla scena - Bhè, questo mi dice che non siamo molto graditi, qui.- constatò.
- Cosa si fa?- chiese Xander - Sono un po’ troppi per noi da soli.-
- Sì, questo è vero.- ammise il mezzodemone - Dovremo improvvisare qualcosa, temo.-
Si sedettero tutti in cerchio, nascosti dai tronchi.
- Che ore sono?- chiese Timmi.
- Le… sette meno venti.- rispose Alis.
- Grande…- sospirò - Poco più di cinque ore.-
- Dobbiamo risparmiare del tempo.- disse Raven - Qualsiasi soluzione abbiano ideato i nostri superiori, i demoni saranno decisamente di ostacolo.-
- Solo se dobbiamo essere fisicamente in cima alla collina.- osservò Nadine - Potremmo anche non averne bisogno.-
- Ha ragione lei.- annuì Alis - Prima dobbiamo fare rapporto.-
- Concordo.- disse Timmi - Ma non me la sento di lasciare il forte sguarnito.-
- Resto io.- si offrì Raven.
- Okay. Ti lascio la sirena, che può avvertirti in caso che si avvicinino dei demoni.- la guardò per vedere se le andava bene, ma lei era troppo concentrata a scuotere una pigna per vedere se c’erano pinoli dentro - E Jo vi farà compagnia.-
- Ehi!- esclamò il ragazzo - No, io voglio…-
L’occhiataccia di Timmi lo fece tacere.
- Noi torniamo appena sapremo cosa fare.- rassicurò il mezzodemone, alzandosi con Alis, Xander e Nadine - Voi state attenti, e non attirate l’attenzione.-
- Non devi preoccuparti di questo.- rispose - Voglio tornare a casa da Flynn, io.-
Timmi ridacchiò, comprensivo.
- Allora restate nascosti tutti e tre.- disse, prima di prendere le mani dei suoi amici.

Marcus e il Tredicesimo Membro arrivarono su un’altura da cui si riusciva a vedere chiaramente la conca e la collina del parco, oltre ai numerosi demoni che lo stregone aveva inviato lì per rallentare il sommo concilio. Tra le braccia infilate in spessi e lunghi guanti scuri reggeva il frusto libro con sette serrature, che poggiò su una pietra piatta di fronte a loro. Per un istante gli parve di sentire un sussurro lontano.
- Cosa facciamo qui?- chiese Marcus - Me lo spiega, adesso?-
- Stiamo aspettando la Convergenza.- rispose il Tredicesimo Membro, sedendosi sotto un pino.
- Perché?- insisté il mercenario - Vuole forse lasciare che avvenga? Perché se è così…- sbottò rapidamente lui, afferrando la spada - … allora potrei arrabbiarmi: io voglio arricchirmi, non morire!-
- E non morirai.- lo rassicurò l’Elfo, sorridendo di fronte al suo coraggio: una spada… ma per favore… - Io e te siamo qui per cogliere l’attimo, il solo momento nella storia in cui sarà mai possibile compiere un sortilegio di incalcolabile potenza. I demoni che ho posto qui sotto serviranno per garantire il giusto tempismo, oltre che a tenere lontano Timothy Anderson quando il momento sarà cruciale. E copriranno la nostra presenza per tutto il tempo necessario. Senza di loro, ci avrebbe già scoperti da un pezzo.-
Marcus lo osservò per qualche momento, dubbioso, poi ripose la spada e si sedette accanto a lui.
- D’accordo…- disse lentamente - Mettiamo che sia così… qual è il nostro obbiettivo? Perché abbiamo fatto tanto lavoro? E perché mi sono esposto tanto con il Pentacolo così all’erta?-
Il Tredicesimo Membro sorrise con ironia.
- Perché, mio caro Marcus, tu ed io stiamo per diventare gli uomini più potenti del creato.-

E con questo iniziamo ad avviarci verso l'epilogo della storia. Dovrebbero esserci soltanto (se non vado errato) tre-quattro capitoli al massimo. Ringrazio i miei lettori Ely79, _Arse_, NemoTheNameless, RahizelRahtalos e Fantasy_40.

   
 
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